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I padroni mi confermano al "Sado Hotel"


di maktero
03.09.2023    |    528    |    4 8.0
"Seguì una lunga pausa in cui il simpaticone ansimando finiva di inculare la vacca e godendo nel suo culo..."
Serena continuava a ruotare il suo dito all'interno del mio ano, mi faceva piacere essere mostrata così oscena al mio "datore di lavoro", nuda con una ragazza che mi stimolava dolcemente lo sfintere, mi eccitai ed il mio cazzo si eresse.
Lo simpaticone guardò la mia eccitazione e disse sarcasticamente "guarda, guarda la frocetta si sta eccitando".
Poi rivolgendosi a Serena le chiese cosa avevo imparato in quelle poche ore.
Lei rispose che mi ero data da fare e che avevo appreso già molte cose sull'ambiente.
Il simpaticone con un larghissimo sorriso disse che era contento e mi presentò sua moglie che era impegnata a frustare la donna appesa per le tette.
La chiamò, sovrastando le urla della donna massacrata, e lei lasciò il suo impegno per avvicinarsi al nostro gruppetto, il suo sguardo si posò sulla mia erezione.
E' commento crudelmente "Abbiamo una stronza eccitata quì!"
Ero contenta di mostrarmi così sconcia e vergognosa, speravo proprio di provocare delle emozioni forti nei miei datori di lavoro.
Il simpaticone spiegò alla moglie che ero la nuova stronza destinata al servizio dell'Hotel, quella che aveva visto servirli il pasto precedentemente.
Lei continuò a squadrarmi e mugolò dicendo che andavo bene; poi sentendo le urla della donna appesa, si girò precipitandosi verso quella troia e riempiendola di frustate, insultandola brutalmente.
Il simpaticone mi disse che sua moglie prendeva molto sul serio il suo lavoro.
Poi con fare bonario, ed indicando il mio cazzo eretto, mi disse dobbiamo fare qualcosa per quella cosa che ha voglia di esplodere.
Poi mi indicò lo stronzo sdraiato a terra che assisteva con la bava alla bocca alla tortura della donna.
Mi disse che si chiamava Miriam e che era un frocio come me; mi chiese ti va di incularti quella merda?
Io guardai Miriam sdraiata per terra, aveva un bel culo, delle belle chiappette sode, ben formate che mi attraevano.
Chiesi posso farlo, veramente!?
Cero mi rispose il simpaticone con i suo caratteristico lago sorriso.
Non aspettai altro, mi allontanai velocemente dalla morsa del dito nel culo di Serena, e mi approcciai a Miriam.
Gli agguantai i fianchi sollevandola per porre il suo culo sulla traiettoia del mio cazzo; strusciai il mio cazzo sulla cavità delle sue chiappe tanto per farmelo indurire di più e sentire sulla mia verga il calore e la morbidezza di quella carne che stavo per violare.
Poi presi in mano il mio cazzo e cominciai ad infilarlo nel culo di quella troia.
Lei senz'altro abituata ad ogni abuso non oppose nessuna resistenza.
Cominciai a pomparla sentendo il mio cazzo ingrandirsi sempre di più in quel buco caldo ed accogliente.
Provai ad agguantare il suo cazzo e mi accorsi che la stronza aveva una cintura di castità; peggio per lei me la sarei goduta comunque anche se quella merda non poteva.
Mentre la inculavo la stronza emetteva un mucchio di gemiti; mi piaceva ascoltare quei lamenti che contribuirono ad eccitarmi sempre di più ed a farmi arrivare brevemente.
Le sborrai dentro copiosamente, riempiendola del mio sperma.
Poi mi sfilai, esausta mentre Miriam, quasi indifferente per ciò che le avevo fatto si risdraiava gemendo a terra nella posizione di prima.
Il simpaticone, con gli occhi lucidi per lo spettacolo e con il cazzo eretto si mise ad applaudire.
Si complimentò con me mentre le sue parole si confondevano con le urla ed i pianti della stronza che sua moglie stava continuando a seviziare.
Lui eccitato con un cazzo eretto da fare invidia, disse a sua moglie di rilasciare la schiava perchè voleva chiavarsel
La moglie lasciò scorrere le corde che tenevano la stronza legata per le tette; lei urlò di dolore per l'improvviso rilasciamento.
Poi la moglie tolse il legacci che stringevano le tette della stronza che piangeva e si lamentava.
Lui indifferente ai suoi lamenti con il suo straordinario cazzo duro cominciò ad incularla.
Mentre se la faceva, con voce alterata, si rivolse verso di me e mi disse che quella troia sotto il suo cazzo e quel frocio che mi ero appena inculato erano gli ospiti speciali.
Seguì una lunga pausa in cui il simpaticone ansimando finiva di inculare la vacca e godendo nel suo culo.
Terminato il suo godimento il simpaticone buttò la schiava in un angolo come un oggetto ormai inutile.
Lei continuò a gemere ed a lamentarsi, ma la moglie del simpaticone le impose di stare zitta, e lei ubbiddì smorzando i suoi lamenti.
Il simpaticone si adagiò ad una parete con il suo cazzo sodisfatto ormai moscio che io guardavo ed ammiravo e che avrei voluto prendere in bocca per farlo resuscitare.
Lui mi disse che il locale dove ci trovavamo era la sala dei divertimenti dove gli schiavi e le schiave più masochiste passavano la loro giornata dopo il periodo di "riposo" nel letto di contenzione.
Attualmente c'erano due merde disposte ad un simile trattamento; cioè Miriam, la frocia che mi ero inculata e quella stronza che lui si era appena fatto.
Io e Serena avremmo dovuto occuparci anche di quei pezzi di carne riportandoli la sera al loro letto di contenzione e portandoli al mattino alla "Sala Giochi".
Poi guardando l'orologio appeso alla parete disse che c'era ancora tempo per lavorare i due schiavi mentre noi dovevamo dedicarci a preparare la loro cena.
Sentite quelle parole io e Serena ci avviammò verso la cucina dove cominciammo a preparare il pasto per i padroni,
Anche noi eravamo affamate e mangiammo quello che potevamo arraffare dagli ingredienti delle pietanze destinate ai padroni.
Preparammo la deliziosa cena per i padroni ed il pastone destinato agli schiavi.
Servimmo i padroni con dovizia e andammo ad ingozzare gli schiavi con il pastone.
Loro un pò per lo schifo di quello li forzavamo in bocca un pò per dolore che provavano erano più quello che vomitavano di quello che mangiavano.
Mentre portavo da mangiare a quelle della seconda stanza vidi Miriam che era stata riportata al suo letto dai padroni come l'altra stronza.
Entrambe si agitavano per i dolori subiti da una giornata di tortura e per la costrizione a cui erano costrette su quel ruvido letto.
Imboccai le stronze della stanza con le mestolate dello schifo a loro destinato, che vomitarono quasi subito averlo ingerito.
Quando arrivai a Miriam lei infilai il mestolo in bocca mentre lei si agitava per il dolore; lei lo rigettava quasi immediatamente.
Mi ero ecctitata, assistendo alla sua sofferenza e le infilai il mio cazzo duro in bocca, non credo che lei così tormentata dai dolori della tortura subita comprendesse la differenza tra il mio cazzo ed il mestolo della sbobba.
Mentre quella stronza si agitava mi feci spompinare e gli arrivai in bocca.
Prima di uscire dalla stanza le sputai in faccia, mentre lei con gli occhi semichiusi si agitava per il dolore.
Riportai in cucina il paiolo e poi ritornata in corridoio vidi Serena che si era addormentata sul pavimento.
Anch'io esausta per quella lunga, lunghissima e faticosa giornata mi adagiai sul pavimento, mentre le mie orecchie avvertivano sempre più flebili i rumori, i lamenti delle schiave che provenivano dallo loro stanze.
Mi addormentai cadendo in sonno profondo.








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