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La serata dopo la giornata al mare


di maktero
18.10.2023    |    264    |    1 8.0
"La fustigazione terminò quando il padrone eccitato come non mai si alzò dal divano e prese da dietro la moglie cominciando a chiavarsela..."
E' arrivata la sera, i padroni ci hanno fatto portare le schiave abbrustulite al sole dentro casa, ci hanno permesso di spalmare su di loro delle creme emmolienti per le bruciature del sole.
Eseguiamo il nostro compito come infermieri verso sofferenti; ma molte di quelle sofferenti, masochiste sono eccitate per la sofferenza che provano e chiedono di essere masturbate.
Io e Serena spalmiamo creme e tocchiamo quelle porche eccitate per il dolore che provano, loro si entusiasmano e le loro fighe colano il risultato della loro contentezza.
Io e Serena ci diamo da fare per migliorare il loro stato, le tocchiamo, io infilo in bocca a qualcuna di loro il cazzo; Serena si fa leccare la figa mentre le masturba, insomma cerchiamo di far godere quegli esseri miserabili, miserabili come noi.
I padroni che comodamente spaparanzati sul divano guardano divertiti il nostro daffare, ridacchiano e sbeffeggiandoci con parole degradanti.
Nella stanza è tutto un mugolio, di versi di dolore e di eccitazione.
Intanto la padrona aveva cominciato a spompinare il padrone che si era eccitato a bestia.
Ogni tanto toglie la bocca da quel pene, magnificamente eretto, ed invita me o Serena a continuare a spompinarlo.
Avvolte nel coro di mugolii di godimento delle schiave che si stavano masturbando.
Noi eseguiamo, ma quando il padrone sta per godere abbandoniamo quell'asta per lasciare che la moglie finisca di far godere suo marito.
Lei termina il pompino, e guardandoci negli occhi prende in bocca l'abbondante sborrata del marito.
Capiamo dal suo sguardo e dalla sua faccia che non ingoia tutto quel ben di Dio uscito dalle palle del padrone.
E con la bocca piena ci fà cenno di avvicinarci; chinandoci su di noi avvicina la sua bocca prima su quella di Serena e la lascia colare un pò di sperma dalla sua bocca, poi concede anche a me un simile premio ed io ingoio quella mistura meravigliosa dello sperma del padrone e della saliva della padrona.
Mentre il padrone accasciato sul divano aveva ripreso in mano il suo cazzo moscio cercando di farlo riprendere, la padrona ci disse incattivita " Adesso basta con i divertimenti, avete cercato di far godere quelle merde di schiave; alcune di quelle poche hanno goduto, altre no!".
Continuò "Non me ne frega un cazzo di loro, adesso voglio divertirmi io e ho voglia di far male".
Io e Serena ci guardammo negli occhi, speranzose e nello stesso tempo preoccupate.
La padrona bloccò improvvisamente i nostri pensieri con un ordine perentorio.
Disse a Serena di mettersi in ginocchio davanti al divano esponendo il suo culo e la sua schiena; poi la padrona prese una frusta e cominciò a frustare violentemente Serena che cominciò ad urlare come una pazza.
Io cominciai a masturbarmi vedendo Serena soffrire, come una bestia, ma la padrona, accorgendosi del mio movimento mi proibì di toccarmi; io esegui subito e continuai ad assistere alla fustigazione di Serena con il cazzo duro.
Il padrone mentre si masturbava, invitò la moglie a non esagerare, e le infatti smise di massacrare Serena, che lei spinse da una parte come un rifiuto e poi guardandomi mi disse tocca a te.
Io capendo la situazione mi buttai subito in ginocchio davanti al divano, aspettando la morsa della frusta della padrona che arrivò subito.
Mentre apprezzavo il dolore che la frusta della padrona mi donava, la sentii dire rivolta a Serena "Non ti toccare", evidentemente anche lei provava piacere dal mio dolore e voleva esprimerlo.
Ciò mi faceva piacere.
La fustigazione terminò quando il padrone eccitato come non mai si alzò dal divano e prese da dietro la moglie cominciando a chiavarsela.
I due esplosero in un orgasmo che ci fece invidia.
Io e Serena rimanemmo sdraiate sul pavimento mentre i padroni soddisfatti si rilassavano spaparanzati sul divano.
Poi ripresisi ci dissero, portate le schiave in cantina ed aspettateci.
Noi, chiedemmo qualche minuto per riprenderci, loro ce lo concessero; rimanemmo sdraiate a terra doloranti per le frustrate, mentre le schiave attorno noi si masturbavano furiosamente.
Poi ci riprendemmo e cominciammo a portare le schiave in cantina.
Era un luogo senza finestre, senza aria, lì ovviammente le schiave avrebbero dovuto passare le "nottate della loro vacanza al mare".
Ci sdraiammo tutte quante sul ruvido e sporco pavimento di quel soffocante e puzzolente locale, e cominciammo a chiacchierare.
Inizialmente parlammo del più e del meno, ma poi i discorsi si indirizzarono verso il rapporto tra me e Serena, le schiave riconoscevano che tra noi c'era un sentimento.
A quelle parole sia io che Serena riconoscemmo la verità; ed io cominciai a toccare la morbida carne della figa di Serena, lei ricambiò baciandomi.
Le schiave si espresserò in lungo "Wow" che si smorzò quando alla porta della cantina si affacciarono i padroni.
I due dissero quasi all'unisono" vi state divertendo puttane?".
Noi rimanemmo tutte zitte intimorite.
Poi i due dissero a noi di salire su per preparare qualcosa da mangiare per le schiave.
Effettivamente quelle sottomesse non avevano mangiato niente da quando erano arrivate ed anche noi eravamo affamate.
I padroni ci portarono in cucina e ci dissero di preparare una buna cena per loro e la solita sbobba per le schiave.
Ovviamente noi non eravamo comprese ed avremmo dovuto accontentarci di mangiare cosa era presente in cucina.
Noi eseguimmo gli ordini, preparando una buona cena per i padroni e la sbobba per le schiave.
Poi ci venne concesso di andare a dormire, ovviamente non ci venne indicato un letto e trovammo un posto dove adagiarci sul pavimento.


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