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Prime Esperienze

Una ragazza approfondisce a lezione privata


di forrestsherman
07.07.2016    |    13.530    |    2 9.4
"Iniziammo a tracciare un programma che prevedeva un ripasso delle equazioni differenziali, i limiti, derivate ed integrali, equazioni a più incognite, ..."
Avevo 19 anni, ero al primo anno di economia, e dato che al liceo ero sempre un po’ distratta e non studiavo molto, frequentavo molti compagni di scuola, spesso con approfondimenti intimi, e questo non mi giovava a essere brava in matematica.

Allora i miei mi mandarono a lezione da un professore circa 50 enne che insegnava al mio ex liceo.

Quando ero là, al Liceo Pisoni, lui mi lumava sempre, si sa che ero appariscente sempre con gonne strette o blue jeans che mostravano l’anatomia delle spacco, e le magliette trasparenti.

Ovviamente non aveva mai provato a approcciarmi, era pericoloso, ero minorenne, comunque durante le interrogazioni si perdeva un po’ a guardale le mie gambe o le tette e quando mi sedevo guardava bene se poteva scorgere qualche particolare più profondo.

E ci incrociavamo nei corridoi mi sentivo passata ai raggi x dai suoi occhi e io ricambiavo un casto sorrisetto malizioso.

Poi a lezione non poteva fare a meno di interrogarmi e io stavo un po’ sulle generali cercavo di scrivere alla lavagna le equazioni incomprensibili per me e per chi sapeva qualcosa, ma la bella mostra del mio didietro mentre ero girata verso la lavagna, faceva si che alla fine lui mi aiutava un po’, scendendo a livelli penosi di difficoltà, e il voto, pur insufficiente non era disastroso, e io lo ricambiavo con un sorrisetto sexy, incurante dei mormorii tar i miei compagni, dei quali comunque alcuni non erano gelosi perché abbondantemente soddisfatti dalle mie prestazioni…

Alla fine della scuola ci salutammo e per sei mesi non ci vedemmo, ma quando iniziai l’università fui libera di chiedere ai miei di sostenermi con qualche lezione e loro dissero OK, chiedi a qualche professore, e io non me lo feci dire due volte.

Gli telefonai subito rintracciando dalla amica segretaria del liceo (con cui avevo avuto uno scambio di pareri su chi degli studenti fosse scopabile, fatto che me la rese amica) e presi l’appuntamento, chiedendo anche la sua tariffa, che risulto di euro 35,00 all’ora, per me, sennò 45,00, in nero rigorosamente. E poi dicono dei commercianti.

Lo raggiunsi nella sua modesta dimora in una via periferica, un trilocale carino e ordinato, c’è anche il gatto Gino, un siamese carino.

Aveva un angolo studio, ci sedemmo vicini, sotto la finestra, il gatto stava sul calorifero spento.

Iniziammo a tracciare un programma che prevedeva un ripasso delle equazioni differenziali, i limiti, derivate ed integrali, equazioni a più incognite, eccetera (che palle!) .

Essendo quasi estate era caldo, io dissi “ho sete, posso avere un bicchiere d’acqua?” lui disse certo Cristiana, ( il mio nome! Non l’aveva mai detto mi chiamava per cognome) “ma se preferisci ho della limonata”, Io dissi, “si grazie mi piace.”

Lui andò in cucina e ritornò con due bicchieri di limonata FantaLemon, io ne bevvi un lungo sorso e poi l’appoggiai sul bordo del tavolo, apposta..

Dopo qualche minuto mi slanciai per afferrare un libro che avevo messo un po’ lontano , che volevo mostragli per decidere quanti e quali esercizi mi consigliasse.

Ovviamente ritraendo la mano urtai il bicchiere versandomi la mezza limonata restante su un seno coperto dalla maglietta beige e sui pantaloncini hot di jeans, tutti sfilacciati.

Lui si agitò disse “oh mamma mia, aspetta che prendo un asciugamano!”

Tornò dal bagno con una spugna e me al diede, io asciugai un po’ la maglietta e la passai sugli hot pants.. con fare lento, poi dissi “o, guarda la maglietta è tutta bagnata, non ne ha una da imprestarmi?” mostrando il seno gonfio sotto la sottile stoffa dove si intravedeva un sottile reggiseno che non permetteva di nascondere il capezzolo, dalla parte bagnata.

Lui disse “si ora vedo, sennò poi resti infreddolita appiccicosa!” “Ma come facciamo per il – ehm- sotto? “ guardando direttamente la mia zona pubica evidenziata dalla stoffa jeans un po’ bagnata..

Questo mi diede la sponda per la mia frase fatale! “non si preoccupi, si asciugano subito col calore del corpo, sono sottili e poi, sa, sotto io non porto gli slip”

Lui fu come colpito da un fulmine, cercò di mantenere la calma, ma senza troppo, impegno, disse, vieni, mi condusse nella sua camera d aletto, io pensai “orpo! Che deciso!”, invece no, mi ero sbagliata, cercava ancora di mantenere un contegno logico, nonostante io gli vedessi una mezza erezione sotto i pantaloni leggeri.

Aprì un cassetto e tirò fuori una camicia bianca leggera, dicendo prova questa, mi è un po’ stretta, ti andrà bene, il bagno è lì, indicando con la mano.

Io dissi “grazie” , la presi e andai nel bagno, lasciando tuttavia aperta la porta, lui si era seduto sul letto, vedevo che lui poteva vedermi dallo spiraglio.

Mi tolsi la maglietta e il reggiseno ed armeggiai un po’ muovendomi per fare in modo che lui vedesse bene le mie tette, poi tirai giù la zip degli hot jeans, li tirai giù e mi sedetti sul water a fare la pipì, fingendo di non sapere che mi stava guardando, e così constatò la veridicità della mia frase “..senza slip”.

Mi asciugai con calma la figa sempre senza guardare verso la porta e mi allacciai la camicia a nodo, tirai su i pants e uscii di fretta verso lao studio, senza guardare verso la camera da letto dove lui era seduto sul letto penso in uno stato di agitazione mascolina notevole.

Mi sedetti e chiamai “professore?” , lui disse, vengo subito, un attimo, sentii chiudersi la porta del bagno, ricordai che avevo lasciato nel lavandino la maglietta ed il reggiseno limonati, pensai che lui quanto meno li vedesse, li toccasse, li odorasse, e poi si masturbasse, fatto questo che avrebbe allungato il suo tempo amatorio che io pregustavo.

Infatti quando tornò era un po’ arrossato in viso e non si notava più il pisello in tiro.

Disse “ allora ok, vediamo gli integrali, e iniziò a leggere ma senza capire quello che faceva, io dissi “ che noia!, per questo io non riesco a studiare, mi addormento” appoggiai la testa sul quaderno ,e nel farlo le tette pendevano verso il basso e si vedevano, libere dalle pieghe della camicia allacciata lenta a nodo.

Il professore, disse “ dai, non fare così, vedrai che poi ti piacerà! “ e nel dire questo iniziò ad accarezzarmi i miei capelli biondi, e siccome io non davo segno di non volerlo scendeva lentamente sulla schiena, fin giù sul sedere esposto in quanto io ero semisdraiata con la testa sul tavolo. Gli hot lasciavano un buona pare del sederino scoperto e li la mano del prof si insinuo prima sopra e poi dentro , infilandosi tra le chiappe , e io con la mano stavo sbottonando il davanti dei miei pants in modo che dietro si allargassero e la mano potesse procedere.

Io facilitavo la manovra, facendo leva sulle cosce e la testa sul tavolo, alleggerendo la parte della sedia, sicchè la sua mano arrivo prima al buchetto e poi in avanti sotto iniziò a incontrare l’umidore delle grandi labbra, e ancora avanti mentre per forza lui mi stava abbracciando, e io con la testa appoggiata vedevo perfettamente la zona dei suoi pantaloni di nuovo in tiro.

Feci un leggero sospiro aspirato, e sentii l’altra sua mano entrare dal davanti dalla patta ormai aperta e congiungersi con l’altra, e le due dita medie entrarono insieme nella mia vagina, molte acquosa e iniziarono una danza che mi iniziò fare montare un primo orgasmo.

Lui mi sosteneva sotto il culetto e io mossi le reni adagio per aiutare le carezze, e siccome lo percepivo spaventato lo poi rassicurai con i miei gridolini da fanciulla.

- Mhhhh sii..professore siii siiiiiiiiii ! ! !.

Mentre spesso scopando avevo provato nulla più di una forte eccitazione, ora il piacere saliva nel mio corpo partendo dalla vagina e diffondendosi in tutto me stessa.

Alzai la testa dal tavolo e allacciai le dita dietro la sua nuca , lo attirai e lo baciai con la lingua .

Lui aveva disteso le braccia e mi stringeva il seno, fissandomi con una smorfia quasi dolorosa, che mi spinse a cercare il mio piacere col timore che potesse sfuggirmi. E la spiegazione della sua espressione fu che lui disse “Cristiana amore mio! Da quanti anni desidero questo momento!”

Io mi girai e mi sedetti sul tavolo, facendo scendere gli hot pants di jeans ormai slacciati, lui non perdette tempo e strappandosi i bottoni della patta estrasse il coso enorme, e io pensai “ah ecco cos’ha fatto in bagno! Si è tolto le mutande”!

Sentii l’urto del glande contro le piccole labbra, mi sollevai, strinsi le gambe alle sue reni, facendo forza su di esse abbassai nuovamente il bacino, ma lui lo sollevò, con le mani sotto i glutei e poi lo abbassò ancora, evitando di infilarsi completamente in me, lo sollevò e lo abbassò, e ben presto i suoi sforzi e il piacere che cominciava a provare la fecero ansimare.

L’attesa mi faceva allupare sempre di più, la mia fica era un fiume di liquido, e io cercavo di muovermi, sempre più velocemente facendo salire e scendere il membro nella vagina che il piacere aveva lubrificato e dilatando e ad ogni onda entrava un po’ di più. Ero come una ballerina di lambada ma tutta aperta, per ondulare meglio e sentire il membro che andava nel mio ventre.

Guardavo la sua espressione rapita e concentrata e fu questo a fugare ogni residuo rimorso che potevo ancora avere nell’averlo di fatto violentato e dissi “scusi professore, se l’ho fatta tanto penare!”

Lo so, era assurdo ma lo dissi malgrado non provassi quello che dicevo, lo dissi ansimando, soffiando, era da tanto che non godevo in quel modo, i miei gemiti si accompagnavano ai suoi che aveva chiuso gli occhi e godeva con la bocca socchiusa..

- Oh dai prof . . . dai . . . dai . . . daiiii ! ! !

La mia vagina abbondantemente lubrificata dal mio piacere lasciava scorrere il suo pene con un rumore bagnato, particolare, il poco attrito che produceva era tuttavia sufficiente perché il mio piacere salisse rapidamente.

Cercai il godimento incontrandolo con colpi di reni, venendo incontro al cazzo senza più timore, ero scossa dai colpi sempre più forti che facevano sobbalzare le mie tettine, poi avvenne all’improvviso, il prof si immobilizzò spalancando gli occhi, percepii attorno al suo pene le morbide strette della mia vagina . . . urlai: “ Oh adesso . . . adesso . . . ohhh prof . . . dentro . . . ti voglio dentro . . . tutto . . . tuttooooo . . . Ahhhh . . . . ahhhh . . .
- Si . . . ecco . . . ecco . . . dammelo, prendimi oh amore ohhh! ! ! “

Mi sentii venire e non mi trattenni , lui gridò, io rantolai il mio godimento contro la sua bocca aperta bevendo i suoi sospiri e la sua saliva, le mani strette al suo culo, attirandolo e respingendolo come fosse un mio giocattolo, come se lui allo stremo delle forze si fosse abbandonato contro di me lasciando che fossi io farla scorrere sul suo membro, ad infilzarla, a muoverla . . .

Mentre venivo, una euforia indescrivibile si impossessò di me mi resi conto che era insieme che stavamo godendo, che la nostra era una intesa straordinaria, bellissima.

Io non smisi di far andare le reni e continuammo a lungo a sospirare una nella bocca dell’altro poi a poco a poco sentii il suo pene afflosciarsi e infine uscire dal mio grembo.

Udii il rumore delle gocce del mio e suo piacere che cadevano sul pavimento, solo allora mi resi conto che lui si era svuotato dentro di me, ma il timore delle possibili conseguenze durò pochissimo ricordando che il mio suo ciclo era appena passato ma mi promisi che in avvenire avrei preso delle precauzioni.

Lui mi guardò con negli occhi una espressione particolare, uno sguardo quasi paterno e disse con un filo di voce: “- Ho goduto tanto, ma tanto. . . è stato bellissimo, “

Chinò lo sguardo e vedendo le gocce sul pavimento fece una smorfia buffa, passò una mano all’interno della mia coscia spalmando le gocce chiare che colavano, io dissi “una mia amica dice che lo sperma fa bene all’utero e tu me ne hai dato tanto, lo sento colare ancora!”, poi coprendomi la fichina con le mani corsi in bagno.

Quando tornai dopo pochi minuti il prof riapparve con uno straccio, asciugo con cura il pavimento poi alzò il capo e sorrise. “fatto”

Infine cominciò a rivestirsi; anch’io raccolsi i miei indumenti, mentre mi rivestivo mi chiese: “ Perché Cristiana, perché tutto questo?”
Io che ero ormai quasi completamente vestita mi volsi a lui sorpresa:” Perche . . . cosa?”

Lui disse, dalla fama che avevi al liceo so che non hai nessun problema a procurarti un ragazzo quando vuoi. . . divertirti, hai avuto parecchi ragazzi giovani, sicuramente più giovani e belli di me, allora perché hai voluto farlo con me?”

Non potei trattenere un rossore che coprì all’improvviso il mio viso e gli fece capire che aveva colto nel segno. Tentai di eludere la domanda: “Mi andava di farlo, forse non le è piaciuto?”

“Non mi hai risposto, perché?” Era deciso a venire a capo della faccenda. Io avevo appena finito di infilarsi le gli hot pants, lasciai ricadere la camicia e mi sedetti, cominciando ad infilarmi le scarpe e i calzini; infine sollevai il capo e guardandolo, quasi a scusarmi: “ E’ stata Marta, la mia migliore amica, . . . una volta le chiesi perché se la faceva con un uomo molto più vecchio di lei, mi rispose che i giovani non hanno fantasia, sempre la stessa cosa . . . le stesse posizioni mentre con un uomo maturo è diverso, hanno esperienza, se vuoi godere veramente devi prenderti un uomo di una certa età mi disse, fanno delle cose che i ragazzi non osano, sanno come farti divertire a letto, sono più . . . più . . .” “ Più cosa? Lo guardai come si guarda un allievo che non sa la lezione: ”Sono più . . . porcelli, ecco, adesso lo sai!”

Fece di sì meccanicamente, io mi alzai sulla punta dei piedi e gli diedi un bacio. “ Vado professore, ci rivediamo lunedì per proseguire il programma!”

Me ne andai lasciandolo interdetto, tra amore e desiderio.
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