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Lui & Lei

Il toro (I parte)


di desiderio46
12.10.2018    |    19.468    |    1 9.1
"La sua macchina non era ancora del tutto ferma che è sceso dalla macchina incazzatissimo..."
Questa è la storia di Miriam e Franco, spero possa appassionarvi ...

Il mio nome è Franco, ho 30 anni, vivo e lavoro (sono impiegato in una ditta di import-export) in un paese dell'entroterra romano.

Fisicamente non sono molto alto e di costituzione poco robusta ma in compenso posseggo una grande sensibilità d'animo associata ad una fisionomia molto delicata ed una simpatia istintiva che rendono il mio aspetto nell'insieme molto gradevole. Da 4 anni sono sposato con una bella ragazza di nome Miriam, più piccola di me di 2 anni, della quale sono perdutamente innamorato.
E come potrebbe essere altrimenti dato che è la classica bonona mora con due tette da sballo (4 misura), un culo da favola in alto ad un paio di gambe veramente ben fatte e un viso da fotomodella. Non esagero dicendo che quando usciamo a farci una passeggiata, se mia moglie indossa abiti un po' succinti, tutti gli sguardi degli uomini sono calamitati da quel meraviglioso fondoschiena. Questo al principio mi dava fastidio ma con il tempo la sensazione si è piacevolmente tramutata in soddisfazione perché implicitamente quegli sguardi vogliosi dicono quanto sia fortunato a potermi fottere una così. Abitiamo in un villino un po' decentrato, a circa un km. dal centro abitato, regalo di nozze dei miei genitori, dove l'unico neo è rappresentato dalla mancanza del telefono, dato che la zona non è ancora raggiunta dal servizio, ne tantomeno è possibile usare un cellulare considerata la totale assenza di segnale. Problemi? Assolutamente no, dato che a letto possiamo dar voce al nostro piacere senza che nessuno ci senta, possiamo girare nudi per casa o sul balcone o in giardino senza avvertire la fastidiosa presenza degli sguardi altrui. Il suo primo rapporto completo l'ha avuto con me quando aveva 24 anni e convincerla non è stato mica facile, data la sua educazione rigida e un po' bigotta. Ricordo quel giorno come fosse ieri. Avevamo parcheggiato la macchina in un posticino fuori mano, luogo notoriamente frequentato da coppiette in cerca di intimità, e tappezzato i vetri con fogli di giornale. " Senti Franco, io ho un po' paura. " esordì lei " sei proprio sicuro che dovremmo farlo?" "Ma dai, una figona come te che ha paura di scopare. È già incredibile che tu sia arrivata a quest'età ancora vergine" "Ehi mi hai preso per una puttana? Sono una ragazza seria io " rispose lei " e poi ho deciso di dare la mia verginità solo al mio futuro marito, cioè a te" " A Me?? E chi ha mai parlato di matrimonio" risposi fingendomi stupito " Cosa?? Brutto stronzo " disse lei iniziandomi a colpire con una serie di schiaffi e pugni, ai quali io rispondevo andandole a solleticare le parti più sensibili fino a quando senza quasi più fiato dalle risate mi chiese di smettere. Iniziai a baciarla accarezzandola dappertutto, senza fretta, perché visto quello che avevamo deciso di fare, lei era più rigida del solito.
Dopo un po' sentii che iniziava a lasciarsi andare, così le sbottonai la camicetta e le tolsi il reggiseno mettendo a nudo quei seni meravigliosi che si ersero in tutto il loro splendore.
I sui capezzoli erano già inturgiditi e mi persi su quelle dolci colline leccando e succhiando dappertutto mentre con la mano scendevo tra le sue cosce che trovai già dischiuse e pronte a ricevere le mie carezze. Quando raggiunsi il bordo delle mutandine le trovai già umide e dopo averle tolte mi apparve quel suo boschetto che tanto desideravo violare. Iniziai a leccarle la fica per benino, leccando e succhiando il suo clitoride eretto che sembrava un cazzetto, tanto era eccitata, inebriandomi del suo dolce profumo, cercando con la lingua di penetrarla fin dove mi era possibile e dopo non molto i suoi gemiti mi avvertirono del suo orgasmo imminente, i cui succhi leccai avidamente. A questo punto decisi che era arrivato il momento di penetrarla anche perché ero eccitatissimo con il cazzo che quasi mi esplodeva nei pantaloni. Lo puntai sulla sua fighetta fradicia di umori e iniziai a spingere piano. " Ti prego Franco fai piano, promettimi che se mi farà troppo male ti fermerai " mi disse " Tranquilla tanto sono sicuro che poi sarai tu a chiedermi di non smettere " dissi continuando a spingere, fino a quando di colpo fui dentro di lei. Un unico singhiozzo venne da parte sua e io mi fermai per darle tempo di prendere fiato. Dopo poco iniziai a pomparla piano, fino a quando iniziò a muoversi contro di me. " Che bello, dai.... ancora... più forte ... non ti fermare... mi sento tutta aperta, si cosììì... come ti sento... è bellissimo..." "Ti piace vero? Che bella fica stretta che hai... ti apro tuttaaaa.." Continuai a stantuffarla sempre più veloce fino a quando sentii prossimo il mio orgasmo e immediatamente mi ritirai da lei sborrando schizzi copiosi che arrivarono ad imbrattarla persino il seno. " Ti ho fatto male? " le chiesi quando si furono un po' placati i sensi " All'inizio si, ho sentito un dolore dentro, ma dopo poco è stato bellissimo" mi rispose lei abbracciandomi. Qualche tempo dopo ci sposammo è quello fu il coronamento del nostro sogno, andammo ad abitare nella nostra bella casetta ed iniziammo una vita in comune improntata sull'amore, stima e fiducia reciproca. Ultimamente poi ho scoperto in lei una vena esibizionistica della quale non sospettavo minimamente e che io ho opportunamente incoraggiato. Successe una sera che eravamo in città in un nuovo locale. Miriam indossava un abito molto corto che risaltava magnificamente il suo corpo e metteva in risalto le sue belle gambe fasciate da calze rigorosamente nere (il suo colore preferito anche per la biancheria intima). Ci sedemmo ad un tavolino e subito dopo il cameriere venne da noi per prendere le ordinazioni. Di fronte a noi, seduto ad un altro tavolo, c'erano due ragazzi che dal nostro arrivo avevano iniziato ad occhieggiare mia moglie. Abituato a quegli sguardi non vi feci molto caso, fino a quando Miriam mi disse sottovoce: " Franco guarda quello, è da quando siamo entrati che non mi stacca gli occhi di dosso" "è vero" risposi io divertito, e poi aggiunsi " dai Miriam fallo scoppiare, vediamo se riesci ad eccitarlo per bene" Ridacchiando lei raccolse la sfida e il suo vestito risalì ancora di più sulle cosce. Immediatamente il tipo diede una gomitata all'amico per attirare la sua attenzione che subito si concentrò su Miriam la quale continuava a chiacchierare con me apparentemente incurante di quegli sguardi. Prese poi distrattamente ad accarezzarsi l'interno delle cosce e in questo modo aprì ancora di più le gambe dando modo ai due ragazzi di vedere il colore degli slip. Io mi divertivo un mondo perché non visto, riuscivo a vedere quei due che strabuzzavano gli occhi di fronte a quello spettacolo insperato. Uno dei due, visibilmente eccitato, continuava a toccarsi da sopra i jeans. "tutto qui?" le chiesi ad un certo punto. Lei mi guardò con un'espressione strana negli occhi e dopo qualche attimo mi disse " ho bisogno di andare in bagno, scusami un attimo " e si allontanò ancheggiando, non senza rivolgere una significativa occhiata a quei due. I due rimasero per un po' perplessi, incerti sul da farsi, non sapendo come interpretare quella lunga occhiata. Uno dei due ruppe gli indugi e si alzò per seguirla, ma si sedette subito dopo perché in quel mentre Miriam ritornò dal bagno. Nuova occhiata ai due e poi si sedette Facendo in modo che i due la notassero, cosa non difficile perché le avevano incollato gli occhi addosso, mi porse qualcosa che aveva stretto in pugno. Erano le sue mutandine che lei si era tolta in bagno così da rimanere direttamente col suo bel cespuglietto nero in bella mostra. Piccola pausa di qualche minuto per dar modo ai due di capire bene che quello che intravedevano sotto la gonna non erano gli slip ma la sua bella fica ed iniziò a toccarsela in modo sensualissimo, con studiata estrema lentezza. Lo spettacolo nascosto agli altri avventori del locale ma ben evidente per me e gli altri due non tardò ad eccitare questi ultimi fino all'inverosimile fino a quando lei mi sussurrò " guarda Franco, quello se l'è tirato fuori e si sta masturbando ". A questo punto, anche un po' spaventato dalla piega che stava prendendo la serata (non si poteva mai sapere chi fossero quei due) decisi di interromperla " basta così Miriam, sei stata fantastica ma adesso andiamo " Chiesi il conto, pagai e uscimmo in tutta fretta dal locale, seguiti dai due che speravano in una buona occasione. Appena fuori, partii immediatamente sgommando e solo dopo che fui sicuro di non essere seguito mi rilassai " sei proprio una porca Miriam, hai visto come hai ridotto quei due, mancava poco che ti saltassero addosso e ti scopassero direttamente sul tavolino" " e su di te che effetto ho fatto ?" disse lei lasciva toccandomi il cazzo da sopra i pantaloni " sembra che la scena sia stata di tuo gradimento a giudicare da quanto è duro ". Non le diedi tempo di dire altro. Mi fermai immediatamente su una piazzola di sosta e lì reclinato il sedile me la trombai alla grande in quella bella fica. Che c'è di strano direte voi? Nulla fino qui, anzi tutto abbastanza normale e scontato specie se riferito a due ragazzi giovani come noi. Ma qualche tempo fa è accaduto qualcosa destinato a sconvolgere radicalmente la nostra vita. Come dappertutto, anche il ns. paese ha la sua parte di pregiudicati più o meno pericolosi, gente che non ha niente da perdere e che è abituata a fare il comodo proprio, anche grazie a leggi troppo indulgenti verso questi delinquenti. Tra questi ce n'è uno detto "il toro", tipo dal quale è meglio stare alla larga, una specie di armadio a quattro ante sempre pronto a menare le mani, che si guadagna da vivere con estorsioni, rapine, e altre degne occupazioni. Lo si vede sempre in giro, naturalmente quando è fuori di galera, in macchine molto veloci, incurante della segnaletica o delle più elementari regole stradali. Quel giorno rientrando a casa trovai mia moglie agitatissima. " Ciao Miriam " la salutai e subito dopo accortomi del suo turbamento aggiunsi " che ti è successo, mi sembri sconvolta" " Franco oggi ho combinato un bel guaio" mi rispose " sono andata in paese a fare compere e mentre facevo retromarcia ho urtato un'altra macchina" " ti sei spaventata? Stai bene? " chiesi un po' in apprensione " no io sto benissimo, la macchina piuttosto ha bisogno di qualche riparazione, ma non è questo il problema" " stai tranquilla per i danni, ci sono le assicurazioni proprio per questo, non vedo proprio quale possa essere il problema" la rassicurai " il problema è il conducente dell'altra macchina. Io sono scesa dalla macchina un po' spaventata dall'accaduto, ma lui ha iniziato ad urlare " puttana imbranata, non sai neanche fare retromarcia, sei buona solo a succhiare cazzi e a prenderlo nel culo" nel frattempo qualcuno si era avvicinato ed io imbarazzatissima sono risalita in macchina ho messo in moto e mi sono allontanata" poi continuò " lui si è subito messo ad inseguirmi e subito fuori dal paese mi ha superata tagliandomi la strada e costringendomi ad una brusca fermata. La sua macchina non era ancora del tutto ferma che è sceso dalla macchina incazzatissimo. Subito ha cominciato a gridare " scendi dalla macchina stronza, a me non mi molli così per strada e scappi via come se niente fosse, devi pagare per quello che hai combinato, non te la cavi così" e visto che io non mi decidevo ad uscire perché ero terrorizzata dalla situazione, a preso a martellare di pugni e calci la portiera. In quel momento ho visto che si stava avvicinando una macchina e lui se l'è svignata immediatamente non senza prima urlarmi dietro " ci rivedremo puttana". Io ascoltavo questo suo racconto mentre sentivo dentro di me montare la rabbia per questa assurda situazione, e nel contempo cercavo di tranquillizzarla abbracciandola stretta. " Quello che stava arrivando era il padre di Filippo, il tuo amico" continuo poi " e vista la macchina ferma sul ciglio della strada si è fermato anche lui e mi ha chiesto se tutto andava bene. " Stò bene " gli ho risposto e lui " meno male perché mi è sembrato di vedere andar via quell'individuo, quello che chiamano "il toro" e ho temuto il peggio.

Continua
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