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Il toro (II parte)


di desiderio46
15.01.2019    |    25.187    |    10 9.3
""Ho capito bene? Mi stai cacciando da casa tua? Tu, un frocetto da quattro soldi ti voi mettere contro de me? Ma sai che c'è? Prima te gonfio e poi mi..."
Proprio quello doveva essere!
Tra tutte le persone abitanti in quel paese proprio il più pericoloso.
Quello che in una rissa, qualche tempo prima, aveva tenuto testa a ben tre ragazzi, e non parliamo di sbarbati, ma di venticinquenni frequentatori abituali di palestre, mettendoli a tappeto con largo anticipo sull'arrivo delle forze dell'ordine.
Avevo paura ma non potevo mostrarmi debole nei confronti di Miriam, alle donne non piace avere accanto a se uomini che non sappiano prendersi cura di loro e se necessario difenderle anche con la forza.
"Dai Miriam non ti preoccupare, sistemo io la faccenda, tanto alla fine si tratta solo di riparare le macchine e non vedo perché non ci si possa mettere d'accordo"
"Cosa??? Secondo te si tratta solo di questo? E a me non ci pensi, non pensi a come mi ha insultato davanti a tante persone ? Secondo te farsi dare della puttana succhiacazzi è un qualcosa di molto piacevole? E quell'inseguimento alla Starsky e Hutch che quasi mi ha mandato fuori strada? E la portiera della macchina ammaccata dai pugni e calci di quell'essere non conta?..."
Era veramente arrabbiata e questa volta anche con me perché io preoccupato per come si erano messe le cose con quel delinquente avevo ignorato del tutto i suoi sentimenti.
"Ascoltami Miriam, lo so che ti sei sentita umiliata e minacciata da quel tipo, ma adesso è finita, non pensarci più. Si tratta purtroppo di gente che non ha alcun rispetto per gli altri dato che non hanno altro modo per esprimersi e l'unica cosa da fare in questi casi è di non dargli troppo peso".
"Ma tu sei pazzo" riprese lei "non posso credere che per te non sia successo niente. Secondo te dovremmo incassare e non reagire, fare finta che tutto vada bene, abbassare la testa e accettare supinamente i capricci, gli umori e i soprusi degli altri. Ma io non ci sto e se tu la pensi in questo modo ci vado io dalla polizia a sporgere denuncia. Quel bastardo deve pagare per cosa ha fatto, non credere che la passerà liscia."
"Miriam io la penso esattamente come te. Quello stronzo dovrebbe pagarla cara una volta per tutte per queste sua bravate. Adesso però calmati e vieni qui sul divano insieme a me" La tirai verso di me, l'abbracciai e comincia ad accarezzarla, finché sentii che la sua collera stava lentamente svanendo.
"Cosa hai intenzione di fare?" mi chiese "credi sia meglio chiamare la polizia o consultare un avvocato?"
"Io credo sia meglio pensarci un po' su e considerare tutte le possibilità" le dissi "forse è meglio dormirci sopra e domattina decidere il da farsi".
Come fare per spiegarle cosa potesse significare mettersi contro ad uno come il toro. Come farle comprendere l'inutilità di una denuncia presso la polizia, del tutto inefficace a punire persone di quella risma.
I tre ragazzi che erano stati stesi dal toro avevano sporto regolare denuncia e la polizia lo aveva arrestato.
Ma per quanto? Pochi mesi, perché grazie alle abili manovre del suo avvocato, grande maneggione, gli aggressori sembrarono essere i tre ragazzi e il suo cliente aveva dovuto reagire per legittima difesa.
E poi la vendetta!
Già, perché il toro non voleva lasciare cadere la cosa, i tre avevano commesso una grave offesa nei suoi confronti denunciandolo e non dovevano assolutamente passarla liscia.
Dopo qualche tempo ad uno dei tre fu svaligiato l'appartamento in un momento di assenza dei proprietari, e dato che la refurtiva fu giudicata insufficiente fecero scempio dei mobili e imbrattarono le pareti con parole e disegni osceni.
Al secondo fu rubata la sua costosissima macchina comprata da poco. Fu aggredito una sera mentre era appartato con la sua ragazza da quattro loschi tipi. E dopo averlo massacrato di botte, mentre due di loro lo tenevano a bada gli altri due a turno le violentarono la ragazza. Nessuno di loro era del posto e quindi non fu possibile identificarli né tantomeno ritrovare la macchina.
Al terzo invece, titolare di un negozio di abbigliamento, in una notte fu del tutto ripulito il magazzino, nonostante i costosissimi (quanto inutili) sistemi di allarme installati.
La polizia disse che il furto era stato fatto da veri professionisti considerata la notevole abilità dimostrata. In conseguenza del gravissimo danno economico lo sfortunato titolare fu costretto a chiudere l'attività per fallimento.
Naturalmente per i tre misfatti nessuna colpa poteva addebitarsi al toro dato che i crimini erano di natura diversa, fatti ogni volta da persone diversa e in tutti e tre i casi il toro era fuori zona in compagnia di altri che potevano fornirgli alibi inoppugnabili.
Chiaramente la spiegazione era un'altra: egli aveva contattato qualche suo "collega" di fuori e chiesto di fare questi lavoretti in vece sua. A tutti noi sarà capitato di chiedere o fare favori a qualche collega di lavoro.
Semplice no?!
Nessuno però in paese dubitava del fatto che dietro tutti quei misfatti ci fosse lui e che l'enormità delle "punizioni" inflitte non erano altro che un monito per tutti : nessuno si può mettere sulla mia strada, altrimenti sono guai.
Tutto questo non fece altro che consolidare ancora di più la sua pessima reputazione per cui trovava sempre meno gente disposta ad opporglisi.
Qualcuno sosteneva che aveva stretto rapporti con qualche potentissima "famiglia" siciliana e in conseguenza di ciò nel nostro paese la droga iniziò a circolare con estrema facilità, ad ogni dove era possibile acquistare di tutto dalle leggere alle pesanti alle chimiche.
Tutto questo Miriam lo ignorava, innanzitutto perché apparteneva a tutt'altra categoria di persone e poi perché questi fatti di cronaca si ascoltano con un certo interesse solo quando accadono, inorridendo di fronte all'efferatezza dei crimini, ma dopo qualche giorno ci si dimentica con estrema facilità perché mentalmente si tende a considerare queste disavventure successe ad altri come cose che mai potrebbero accadere a te stesso.
Stavo ancora rimuginando su questi pensieri, quando sentimmo arrivare sul vialetto di casa una macchina e subito dopo il campanello della porta trillò.
Andai ad aprire e ritto sulla soglia c'era proprio lui, il toro, con quella sua mole imponente e dopo avermi rivolto un'occhiata con quello sguardo truce mi chiese: "abita qui la proprietaria della macchina parcheggiata qui fuori? "
"Certo" risposi " è mia moglie e mi stava giusto raccontando del piccolo incidente avvenuto oggi. Sarei venuto io stesso a cercarla ma vedo che mi ha preceduto venendo qui da noi. Si accomodi prego"
Gli feci cenno di entrare in casa cercando quanto più possibile di mascherare il timore che mi aveva suscitato quel suo arrivo così improvviso.
Appena dentro mia moglie gli scoccò un'occhiata carica di odio e rimase li a fissarlo in quel modo.
"A… sei qui " esordì lui guardando Miriam "te l'ho detto che ti avrei beccata lo stesso, anche se hai tentato di fare la furba."
"Guardi che non c'era nessun bisogno di beccarmi da qualche parte" esplose lei "Io sono andata via solo perché lei si è messo a sbraitare e ad offendermi in mezzo a tanta gente e non è mia abitudine essere trattata in quel modo. Ma chi si crede di essere per trattare la gente in quella maniera, lei è solo un cafone ignorante che non si cura minimamente degli altri…"
Oh cazzo, quella con quel suo caratterino ci avrebbe sicuramente messo nei guai vista la piega che stava prendendo il discorso, si sentiva sicura perché aveva me vicino e poi eravamo in casa nostra, senza sapere che per gente come il toro questo non aveva la minima importanza.
Infatti lo vidi scurirsi in volto e nel contempo notai che stringeva e allentava continuamente i pugni, segno evidente della sua collera crescente. Ma ciò che era evidente per me non lo era affatto per Miriam che continuava imperterrita nel suo discorso: "…tanto che avevamo già deciso di rivolgerci alla polizia per quello che mi ha fatto". Non appena detto questo il toro si mise ad urlare "adesso basta! Lo sai che m'hai rotto i coglioni. Che cazzo centra la polizia. E tu stronzo non dici niente, fai parlare sempre sta mignotta di tua moglie" disse rivolto a me "mi sa che qui chi comanda in casa è lei. Io ero venuto per parlare con calma e sta stronza che c'ha pure torto me dice che me denuncia. Ma io vi spacco il grugno a tutt'e due, pezzi de merda e poi me pagate tutti i danni con gli interessi…
Miriam subito ammutolì rendendosi conto improvvisamente della situazione e mi guardò impaurita, ed io a quel punto tentai di calmarlo: "senta qui nessuno dice che lei in merito all'incidente non ha ragione, e per questo noi siamo pronti a risarcirla del danno, compiliamo il modulo per l'assicurazione e lei sarà soddisfatto, non è il caso che si alteri in questo modo, dopotutto siamo tra gente civile…"
Tuttavia questo mio discorso, sebbene sembrasse conciliante, non riusciva a nascondere quello che realmente provavo: avevo paura, per me, per Miriam, per cosa quell'individuo avrebbe potuto farci se avesse perso la testa.
"Che cosa?" riprese lui interrompendomi " l'assicurazione? Ma io me ne sbatto dell'assicurazione, io i soldi li voglio subito, non voglio aspettare il perito, l'avvocato, gli impicci, a me non me ne po' fregare di meno. Sono dieci milioni di danni e o me li dai subito o ti gonfio de botte " concluse puntandomi minacciosamente un dito contro.
"Guardi che non abbiamo questa somma in casa, e poi non vedo perché non debba pagare l'assicurazione dato che serve proprio per questo. Io credo sia meglio se lei mi lascia il suo indirizzo e un recapito telefonico e io la contatterò a breve per farle sapere cosa fare."
Poi raccolto tutto il mio coraggio aggiunsi "adesso per favore esca di casa nostra, perché a questo punto mi sembra non ci sia altro da aggiungere".
Come temevo lui non aveva alcuna intenzione di andarsene, anzi iniziò ad avvicinarsi a me con i pugni contratti.
"Ho capito bene? Mi stai cacciando da casa tua? Tu, un frocetto da quattro soldi ti voi mettere contro de me? Ma sai che c'è? Prima te gonfio e poi mi faccio pure questa puttana di tua moglie che non sa guidare pe niente ma almeno i cazzi li saprà prendere bene…" stava dicendo, quando mi fu addosso e mi colpì con un pugno in pieno volto… l'ultima cosa che ricordo è che Miriam lanciò un urlo acutissimo, io che cadevo sul divano, poi… più niente.
Mi ripresi dallo svenimento qualche attimo dopo, e comunque talmente stordito che non capivo bene cosa stesse realmente accadendo.
La testa mi girava così forte dandomi una sensazione di vertigine, per cui quello che intravedevo attraverso gli occhi semichiusi mi sembrava solo un sogno e di questo mi convinsi.
Lui l'afferrò per le braccia e le disse "smettila di urlare, tanto qui non te sente nessuno e poi è peggio per te" così dicendo le afferrò un seno attraverso la camicetta.
"Franco aiutami, ti prego, rispondimi, che ti è successo "mi chiamava disperata, ma io non riuscivo a risponderle né tantomeno a muovermi, riverso in quella posizione dovevo offrire un'immagine davvero preoccupante "bastardo… non risponde e non si muove… l'hai ammazzato" ma il toro le rispose "non è niente, quello è solo nel mondo dei sogni" (una volta ancora mi convinsi che stavo sognando).
Miriam tentò di divincolarsi e fuggire ma lui la bloccò immediatamente e a quel punto le diede un sonoro ceffone, lo schiocco mi rintronò nella testa per qualche momento ancora e come d'incanto Miriam smise di agitarsi.
"Così va bene, fai la brava così te diverti pure tu" così dicendo le strappò la camicetta di dosso e subito dopo cadde anche il reggiseno.
Istintivamente lei si coprì il seno con le mani, ma lui sollevando lentamente la mano aperta per colpire in un gesto quasi plateale, le intimò " giù le mani e collabora altrimenti m'incazzo e poi te faccio male ".
"La prego, mi lasci stare, le prometto che non diremo niente a nessuno, ha la mia parola, non mi faccia del male" supplicava Miriam "zitta e fai la brava" rispose lui facendo l'atto di colpirla e lei ormai completamente soggiogata abbassò lentamente le mani rivelando quel meraviglioso seno che tanto mi faceva impazzire e lui subito se ne impadronì con le mani e comincio a strizzarglielo.
Impaziente poi le infilò la lingua in bocca in un bacio rabbioso mentre con le mani sotto la gonna le palpava il sedere. Passo poi a succhiarle i capezzoli e la gonna cadde subito dopo quando lui la lacerò con un solo colpo.
A questo punto si fermò per contemplare il suo bottino e dopo una lunga occhiata vogliosa le disse "sei proprio una gran fica, mi stai facendo diventare il cazzo d'acciaio tanto è duro" infatti gli si vedeva un gran bozzo nei pantaloni "adesso tirati giù gli slip e fammi vedere la sorca e il culo ".
Miriam ormai succube del toro si tolse le mutandine rivelando il rigoglioso cespuglietto che tanto conoscevo bene e che stava per conoscere anche quel bastardo.
"Adesso girati e mostrami il culo, troia " improvvisamente non aveva più alcuna fretta, si sentiva completamente padrone della situazione e voleva condurre il gioco come meglio piaceva a lui "hai proprio un bel culo, puttana, dimmi quello stronzo del tuo maritino te l'ha già rotto?" si divertiva a dirle oscenità e senza aspettare risposta si sedette sulla poltrona proprio di fianco a me e disse" adesso vieni qui a farmi una pompa, fammi vedere cosa sai fare con quella bocca da pompinara".
Miriam esitava, guardava me e lui alternativamente, e non riusciva a decidersi a fare un passo nella sua direzione quando lui si alzò fulmineo e la colpì con uno schiaffo in pieno viso.
Subito dopo l'afferrò per i capelli e la trascinò presso la poltrona "allora stronza, ti vuoi decidere o devo prima ammazzarti di botte?" "No, ti prego basta, farò tutto quello che vuoi tu, ma non mi picchiare ancora…" piagnucolò "Allora inginocchiati e pompami, e fallo bene altrimenti…"
Miriam si inginocchiò davanti a lui, gli aprì i pantaloni e ne venne fuori un cazzo incredibilmente grosso. Era enorme di circa 20-25 cm di lunghezza ma la cosa strabiliante era la grossezza, doveva essere almeno 20 cm ci circonferenza.
Ecco perché lo chiamavano il toro, doveva essere a causa di quell'organo sessuale taurino. Non era vero, non poteva essere vero, tutto questo era solo un sogno, la testa continuava a girarmi e dandomi l'impressione che stessi precipitando. Decisi però, giacché si trattava di un sogno, di godermi lo spettacolo, non capita spesso di vedere la tua bella mogliettina alle prese con un gigante come quello.
Lei guardò quel cazzo come ipnotizzata, non aveva mai visto niente di simile e lui le compiaciuto le disse " te piace vero, scommetto che non hai mai provato un vero cazzo come questo, adesso succhialo…" e così dicendo le afferrò i capelli sulla nuca e la costrinse a prenderlo in bocca.
Miriam smascellandosi riuscì a malapena ad infilarsi in bocca appena un terzo di quel bestione e così, accompagnata da lui che le teneva saldamente i capelli in mano, iniziò un lento su e giù, a cui facevano da contorno gli eccitanti rumori di risucchio che le sfuggivano dalla bocca.
Visto che iniziava a collaborare, lui la lascio libera per occuparsi delle tette che prese a piene mani strizzandogliele fino a farle male, mentre lei, tirato fuori il cazzo, iniziò a leccarglielo per bene, partendo dalle palle, fino a raggiungere il glande paonazzo.
"Brava puttana, vedo cosa sai fare, adesso infilatelo in mezzo alle zinne, fammi sentire come sei brava pure li" lei prontamente eseguì facendogli una meravigliosa sega spagnola, che lo stava portando velocemente alle soglie dell'orgasmo, quando all'improvviso lui si riscosse e le disse " basta troia, adesso me devi dare la figa, te la devo rompere per bene, così quando sto cornuto de tu marito te scopa la prossima volta vedrà come te l'avrò ridotta"
Così dicendo la schienò sul tavolino di fronte al divano e le aprì le cosce" ti prego no, mi farai male con quel bestione, lascia che ti finisca il pompino, così sarai ugualmente soddisfatto…" ma lui non l'ascoltò neanche e puntò il cazzo all'ingresso della fica" adesso vedrai puttana cosa significa scopare veramente, non credo che sto frocetto t'ha mai scopato come se deve" e così dicendo sputò sul cazzo per lubrificarlo mentre con le mani le allargò la fica per far entrare quel cazzone, che a fatica si fece spazio in lei, incurante delle sue grida di dolore.
"Cazzo come sei stretta, puttana, sembri una vergine per come me lo stringi, adesso vedrai come te la apro.." "basta, basta" gridava lei, "non ce la faccio più…" ma intanto il toro era entrato completamente in lei e aveva cominciato piano a stantuffarla, con lentezza, ad arte, tanto che non tardò ad ottenere l'effetto desiderato.
"Ti piace vero puttana, te lo stai godendo vero? Ti stai bagnando come una fontana…" e incredibilmente lei " siiiii… come godo, che bel cazzone che hai… lo voglio tutto nella fica… spaccamela… come è aperta… dai fottimi… di più… siii… così… abbracciami… stringimi…".
Era lei adesso che lo voleva, si aggrappò a lui e lo baciò forsennatamente, dicendogli " sbattimi … più forte… così dai… sei proprio un toro… vengoooo".
"Adesso girati, mettiti a pecorina che ti voglio chiavare da dietro" lei prontamente si girò mettendosi in ginocchio… lui le fu subito dietro.
"Che bel culo che c'hai, gliel'hai già dato a questo cornuto?" "No è ancora vergine, non mi piace da lì" e quando si accorse che lui indirizzava il cazzo verso il suo buchino continuò " no, lascialo stare, scopami in fica, vedi come è bella aperta adesso che me l'hai rotta, fammi godere come una vacca…"
"Eccoti accontentata, puttana "disse lui infilandole il cazzo in fica fino alla radice " adesso non fai più la schizzinosa vero, ti deve proprio piacere sto cazzo, dillo che te piace"
"Si mi piace… è bellissimo questo tuo cazzone…sono la tua puttana… la tua troia… la tua porca… mi stai sfondandoooo… baciami porco… fammi sentire come ti piaccio…" e così dicendo girò la testa all'indietro con la lingua già fuori dalle labbra "era uno spettacolo la mia Miriam in quella posa, con un cazzo piantato nella fica e la lingua in fuori, al quale il toro non poteva rimanere indifferente.
Con un ruggito lui le rovinò addosso abbrancandole le tette che dondolavano sotto di lei ad ogni affondo, incollò la bocca sulla sua. "Ti piaccio? Dimmi se ti piaccio toro, dimmi se ti piace la tua puttana… e la mia fighetta rotta? Ti piace adesso così come me l'hai ridotta…" continuava a chiedergli" lo sai che mi piaci, la tua fica mi fà impazzìre, dai bella troietta fammi vedere come te lo pappi tutto… ti voglio riempire la fica de sborra…"
" No "rispose lei gemendo " vienimi in bocca… voglio sentire il sapore della tua sborra… voglio di nuovo il tuo cazzo tra le mie labbra… ora però continua a pomparmi… più forte… siiii godo ancoraaaaa… Lui continuò a scoparla con violenza animale così come lei chiedeva procurandole un orgasmo dopo l'altro fino a quando disse " stò per sborrare puttana… ora ti accontento….. apri la bocca e beviti la mia sborra" e così dicendo si sfilò velocemente da lei e dopo qualche colpo le sborrò nella bocca aperta, uno schizzo le andò sulla guancia e lei riprese in bocca il cazzo per succhiarne tutto il nettare che infoiata com'era ingoiò golosamente leccandosi le labbra.
"Guarda puttana che te n'è rimasta un pò sulla guancia" e lei sorridendo maliziosamente raccolse quello schizzo di sborra con un dito e lo leccò dicendo "buona".
La mia Miriam!!! Si era trasformata nella regina della puttane e se ne compiaceva. Non era possibile, era tutto un sogno, anche se sembrava estremamente reale, ma l'assurdità della situazione mi convinse ancora di più che stavo sognando. Un sogno estremamente eccitante.
"Sei proprio una gran troia, proprio come piace a me, mi sa che da ora in poi ti scoperò di continuo. Adesso però me ne vado ci rivediamo quanto prima" disse rivestendosi "vieni qui bella e dammi il bacio della buonanotte”.
Incredibile, si avvicinò ancora nuda a lui, bella come non mai, lo abbracciò stretto e lo baciò con passione, come mai aveva fatto con me.
"Sono stata brava?" gli chiese guardandolo fisso negli occhi " ti è piaciuto rompermi la fica?"
"Cazzo come mi sei piaciuta" rispose "anzi a questo punto te devo proprio dì la verità. L'incidente di oggi è stato provocato da me. Sai da quanto tempo ti avevo puntata, ogni volta che ti vedevo per strada il cazzo mi diventava immediatamente duro e oggi ho fatto tutto questo casino solo per venire a letto con te"
"Comunque la prossima volta me devi dare quel culetto da favola che te ritrovi, che ti devo rompe anche quello…" e lei lusingata rispose "sono tua, puoi avere da me tutto quello che vuoi, tesoro…" non finì neanche che riprese a baciarlo con rinnovata passione fino a che lui la staccò da se e usci da casa nostra.
Solo quando il toro si fu allontanato si ricordò di me, ancora semisvenuto sul divano. Cominciò a scuotermi violentemente "Franco, Franco svegliati, come ti senti? Stai bene…" e così dicendo mi vuotò un bicchiere d'acqua in faccia facendomi svegliare del tutto, seppure ancora intontito.
"Che cos'è successo?" farfugliai "dov'è andato? E tu che ci fai tutta nuda? Che è successo?" ripetei completamente frastornato.
Miriam scoppiò in un pianto dirotto "Mi ha violentata Franco, mi ha anche picchiata, ha abusato del mio corpo approfittando del fatto che eri svenuto e io non sono stata capace di oppormi. Potrai mai perdonarmi?...
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