L'amica intima (1° parte)

Torno a scrivere dopo parecchio tempo, spero vi piaccia.

Luca è un ragazzo come tanti; ha appena finito il liceo e come molti ha deciso di rivendicare la propria autonomia nei confronti dei genitori.
Date le possibilità della famiglia, a Luca viene comprata una bella casetta abbastanza vicina all’università che si appresta a frequentare; però qui sorge un problema: Luca non è un ragazzo molto estroverso, non ha un gran numero d’amici e i genitori hanno paura che il loro unico figlio rimanga troppo emarginato e solo in una casa tutta vuota; d’altro canto Luca desidera l’indipendenza proprio per cercare di cambiare vita e raddrizzare un po’ quell’esistenza solitaria che l’ha visto protagonista fino a quel giorno.
La soluzione è semplice: dato che la nuova casa è abbastanza grande, Luca affitterà una stanza a qualche studente che viene da fuori città, giusto per iniziare da subito a conoscere gente nuova. E così appena iniziata l’università Luca si è dato da fare ad appendere qua e là dei piccoli volantini con una breve descrizione della casa e il suo numero di cellulare; le chiamate iniziarono ad arrivare numerose e Luca con gran pazienza fece vedere la casa a tantissimi ragazzi e ragazze ma, complice il prezzo forse un po’ troppo alto, nessuno sembrava veramente interessato all’affitto. Le speranze ormai ero poche, come poche erano le persone che a università ampiamente iniziata cercavano casa; fino a quando telefonò una ragazza che si disse disperata perché dopo tutto quel tempo non era ancora riuscita a trovare una sistemazione. Presero un appuntamento e puntuale come un orologio si presentò Adriana, una splendida ragazza mora con delle forme davvero convincenti; Luca rimase quasi impietrito davanti la porta di casa e con la bocca spalancata ammirava la creatura davanti a sè. Dopo essersi ripreso le mostrò la casa, la camera ancora libera e il bagno che le sarebbe spettato. La ragazza sembrava quasi indifferente, finché, quando ormai si stavano salutando disse che la casa le piaceva e che se per lui andava bene si sarebbe trasferita il giorno successivo. Appena chiusa la porta, Luca era così contento che iniziò a saltare per casa urlando come se la sua squadra del cuore avesse appena segnato qualche gol importantissimo. Quella notte però fu la notte del ritorno alla realtà, Luca pensava che una ragazza tanto meravigliosa non avrebbe mai considerato un ragazzo bruttino e insignificante come lui, per giunta era completamente inesperto in fatto di donne e non poteva di certo contare su precedenti gloriosi. Dal giorno successivo Adriana iniziò a vivere in quella casa e Luca non poteva fare a meno di notare che pian piano che i giorni passavano la ragazza diventava sempre più disinibita nei suoi confronti, camminava in camicia da notte in giro per la casa, non chiudeva più a chiave le porte della camera e del bagno; insomma man mano che la confidenza tra i due aumentava, Luca iniziava a pensare che forse si era sbagliato, forse c’era qualche possibilità. Ma queste belle speranza crollarono miseramente una sera; stavano entrambi mangiando davanti la tv, quando Adriana interruppe il silenzio dicendo: “ormai l’avrai capito che sono omosessuale”; l’arrosto che stavano mangiando andò puntualmente di traverso al povero Luca il quale non riuscì a fare a meno di tossire per 5 minuti nella speranza di liberarsi della carne che lo stava strozzando; quando finalmente vi riuscì, disse con voce soffocata: “come scusa?”; Adriana sorrise e gli rispose: “insomma a me piacciono le donne, certo ho avuto qualche esperienza con uomini, ma ormai sono certa di essere
lesbica”; Luca si sforzò di sorridere e replicò: “ma certo, lo avevo capito benissimo”, dentro di se si sentiva morire; adesso capiva perché tutte quelle libertà, lei si considerava soltanto un “amico” per lui ed escludeva ovviamente qualsiasi attrazione fisica. “Meglio così, adesso potremo parlare insieme di ragazze carine” disse Adriana, sempre più falsamente Luca rispose: “certamente aspettavo proprio questo”. Disteso sul suo letto Luca pensava alle rivelazioni di quella sera e si sforzava di trovare il lato positivo in quella situazione, “magari porterà a casa qualche sua amichetta e riuscirò in qualche modo a dare un’occhiata, oppure inizierà a camminare nuda per casa, sempre meglio di niente”; ovviamente mentiva anche a sè stesso, ma la delusione era stata troppo forte e doveva in qualche modo consolarsi...

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