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Lui & Lei

La mia amica


di desiderio46
06.07.2017    |    23.244    |    9 9.7
"Il barman era una ragazza vestita si fa per dire, in reggiseno e perizoma, alta 1, 80, bionda con occhi chiari, due belle tette e un culo da capogiro;..."
Mi chiamo Marco ho 48 anni e vivo nella periferia di Torino, da tempo conosco una ragazza più vecchia di me di qualche anno di nome Marzia: alta 1,70, mora con i capelli mossi, un seno da quarta piena, e a mio parere è di quelle ragazze che all'apparenza sono delle santarelline ma quando le conosci molto bene, capisci che hanno bisogno come te di una buona dose di sesso sfrenato.
Tra noi non era successo nulla fino a quel giorno, anche se il mio desiderio e i miei pensieri, ci avevano già coinvolti in un'orgia di erotismo sfrenato, pensando a quelle tette micidiali e a quel corpo da favola e come ultima la innominabile "passerina", con tutto il suo pelo nero folto come piace a me.
Era un venerdì sera e c'eravamo messi d'accordo di trovarci alle 21.00 vicino all'Ikea, lei arrivò con la sua vettura, era bellissima aveva una minigonna molto sexy che in alcune posizioni lasciava intravedere le mutandine di pizzo bianche, una camicetta con una scollatura sufficiente da mostrare il solco delle sue belle tette.
Come la vidi i miei sensori del sesso ebbero uno scuotimento; le feci i complimenti per com'era vestita e le diedi due baci sulle guance.
Salì sulla mia vettura e ci avviammo verso il posto prestabilito, il Night Club.
Andammo li perché io le avevo parlato di quel posto e lei era rimasta incuriosita del mio racconto.
Strada facendo parlavamo del più e del meno, il mio sguardo ricadeva non so come mai, sulle sue gambe, sperando che qualche movimento di lei mostrasse il desiderio da me più ambito, le mutandine in pizzo.
Solo al pensiero della visione, sentivo dei brividi lungo la schiena e un nodo alla gola, per non parlare delle tette, che ad ogni sconnessione della strada, le vedevo sobbalzare.
Arrivati entrammo al Night, non eravamo l'unica coppia, ce n'erano delle altre alcune appartate e dei ragazzi ansiosi di vedere gli spettacoli.
Ci accomodammo due file dopo il palco e in attesa che lo spettacolo iniziasse andai a prendere da bere.
Il barman era una ragazza vestita si fa per dire, in reggiseno e perizoma, alta 1,80, bionda con occhi chiari, due belle tette e un culo da capogiro; anche le due cameriere erano "vestite" uguali, una mora e l'altra castana, anche loro avevano un corpo che pareva fosse stato disegnato da Giotto.
Iniziò lo spettacolo con una ragazza di colore, appena si denudò incominciò il giro per le poltroncine e non vi dico quante mani hanno toccato quel corpo, passò anche vicino a noi, avevo una voglia di toccare, ma non so come mai mi trattenni dal farlo.
L'eccitazione era incominciata a salirmi e glielo dissi a Marzia, anche lei mi sussurrò che in effetti anche lei aveva il mio stesso "problema".
Il secondo spettacolo iniziò 20 minuti dopo, con l'entrata di una ragazza abbronzatissima, non tanto alta, con i capelli neri, il seno da seconda, un culo da primato.
Si chiamava Sonia, almeno così l'avevano presentata, aveva portato una borsa con se, gli "attrezzi da lavoro", che in men che non si dica li stava usando con molta esperienza.
Non vi dico com'era l'atmosfera in quel momento, vedere il vibratore insinuarsi nella fica, entrare e uscire ritmicamente, aveva scatenato in me una carica esplosiva.
Mentre guardavo commentavo con Marzia di quel vibratore e se lei ne avesse mai provato uno.
Arrossendo mi disse che l'aveva provato, io risposi che aveva fatto bene, perché nella vita bisogna provare di tutto.
Quando Sonia scese dal palco, iniziò il suo giro turistico indirizzandosi verso di noi. Io mi stavo eccitando come non mai, solo al pensiero che venisse da me, invece sorpresa delle sorprese si fermò da Marzia.
Non ci potevo credere, stavano parlando, Sonia si sedette sulle gambe di lei e le mise un braccio intorno al collo e una mano incominciò ad insinuarsi tra le sue cosce, pian piano fino a raggiungere la fica.
Io non capivo più nulla ero esterrefatto, la mia dolce Marzia se ne stava lì immobile mentre Sonia esplorava il suo corpo; a quel punto scattò una molla in me, la mia mano incominciò a palpare il seno di Sonia e l'altra quello di Marzia.
Mi pareva di stare in un altro mondo, avevo due donne sotto le mie mani e specialmente avevo toccato per la prima volta Marzia.
Furono dei minuti interminabili, avevo il cazzo che mi scoppiava, quando Sonia si rialzò chiese a Marzia se voleva salire con lei sul palco, ma lei rifiutò, Sonia capì che non valeva la pena insistere e le diede un bacio sulla guancia.
Il suo spettacolo continuò, ma io chiesi a Marzia se voleva andare via e lei acconsentì.
Appena in macchina le chiesi se le era piaciuto, lei disse che era stata un'esperienza particolare e mi chiese cosa ne pensassi io.
Le risposi che non mi ero mai eccitato tanto in vita mia e mi aveva fatto piacere vedere che anche lei fosse stata al gioco.
Le domandai se era eccitata e mi disse di si, allora chiesi se potevo constatare il grado di eccitamento, lei non rispose, forse per vergogna, ma come dice il proverbio chi tace acconsente, incominciai ad appoggiare la mano sulla sua coscia facendola scivolare verso la sua fica.
Appena sentii il pizzo delle sue mutandine l'adrenalina mi salì vertiginosamente; erano bagnate come sospettavo, appena scostai il pizzo e comincia a massaggiare il clitoride, Marzia ebbe un sussulto di piacere e per aiutare il mio lavoro, allargò le gambe.
Ero al settimo celo stavo toccando la fica della mia migliore amica, un traguardo che lo ritenevo difficile, invece ero lì con il cazzo che ormai bastava sfiorarlo perché venisse.
Bastarono 2 minuti di massaggio che Marzia venne inondandomi la mano dei suoi umori, e fu allora che sentii la sua mano tastare la mia patta, abbassare la cerniera e senza il minimo sforzo il mio cazzo svettò fuori orgoglioso.
Incominciò a farmi una leggera sega, ma dovetti fermarla perché ero al limite, lei allora si getto con la bocca su di lui e cominciò un pompino da favola.
Le venni in bocca e lei eccitata come non mai, non lo lasciò finché non scese l'ultima goccia di sperma.
Le alzai la testa e le diedi un bacio in bocca e dissi che ora incominciavo a fare sul serio.
Distesi il sedile della vettura con lei sopra e le sfilai la gonna e la camicia e la guardai, le tolsi il reggiseno e vidi il suo seno per la prima volta: era bellissimo grande sodo e i capezzoli turgidi, e come ringraziamento ti tutto ciò incominciai a succhiare quelle due montagne come un neonato.
Pian piano mi abbassai verso il ventre fino ad arrivare ai primi peli neri, abbassai le mutande e scoprii la sua foresta nera, con due grandi labbra carnose rosee.
Mi gettai di nuovo a capofitto sulla sua fica profumata mordicchiando il clitoride, lei incominciò ad ansimare, le alzai le gambe divaricandole al massimo.
Avevo sotto controllo la situazione, vidi il suo buchetto del culo ansimare, incominciai a leccarlo dolcemente, mentre con la mano continuavo a sgrillettarla, il mio cazzo era tornato in vigore e svettava come una bandiera al vento, ad un certo punto sentii che lei mi chiedeva di penetrarla, non ci pensai due volte, portai la mia cappella sulla sua fica e dolcemente scivolò dentro.
Era caldissima e stretta, incominciavo a pompare sempre più forte, finché la sentii urlare di piacere; era venuta, tutto il suo succo colava fuori. Incominciai ad essere in crisi, allora rallentai il ritmo fino a fermarmi.
La misi a pecorina, avevo il suo culo di fronte a me ed era una cosa magnifica, per rilassarmi un attimino incominciai ad accarezzarlo con una mano, con l'altra palpavo ritmicamente le due grosse tette, ad un certo punto lei mi disse di infilzarla perché non ne poteva più, voleva godere ancora, io non me lo feci ripetere e con un colpo deciso cominciai a pomparla.
Incominciava a mugolare, mi diceva frasi sconnesse, finché con voce roca disse la classica delle frasi: VENGOOOO.
Emise una quantità di fluido mai visto, il mio cazzo scivolava dentro senza fatica, oramai sentivo lo sperma risalire, non sarei stato in grado di trattenerlo oltre, quindi l'avvisai del mio coito imminente e lei mi disse:
Voglio vederti venire, a quelle parole la girai per guardarla negli occhi, diedi gli ultimi colpi e con destrezza tirai fuori il cazzo, due colpi di sega e feci un primo getto che andò a finire sui suoi capelli, il secondo andò a fermarsi sulle tette e il resto andò sul suo ventre e sul folto pelo nero.
Quella sera è stata memorabile.
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