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Gay & Bisex

Per Una Cena Improvvisa .... 3


di PassPa
08.03.2019    |    6.658    |    5 9.2
"Ero andato lì pensando di essere ancora una volta scopato, e invece avevo scopato io un uomo..."
Dopo che il fattorino, misurata la lunghezza dei pantaloni e sfogatosi ampiamente dentro di me, andò via. Decisi, dopo una doccia ristoratrice, di godermi il sabato curando la terrazza al sole. Mentre sistemavo le piante ripensavo alla sera prima e a quella mattina. A quanto era successo. Avevo avuto un ruolo esclusivamente da passivo. Non che mi fosse dispiaciuto, ma in genere mi piace avere anche un ruolo da attivo. Sono robusto, vero. Ma ho anche una buona dotazione, anche se il padrone del negozio e il fattorino non avevano neanche degnato di uno sguardo il mio cazzo. Probabilmente perché dai miei sguardi e da come godevo pensavano che fossi interessato solo a farmi usare da loro.
Verso la fine del pomeriggio mi vestii e scesi per andare al negozio a provare il completo. Non che mi servisse più ormai, ma mi sembrava corretto prenderlo. E poi non mi dispiaceva l’idea di un altro incontro…..
Appena entrai salutai il padrone del negozio che rispose sorridendo mentre serviva altri clienti. C’era molta gente devo dire, quindi mi preparai ad aspettare il mio turno. Ma quasi subito, invece, si avvicinò un altro uomo che mi chiese come poteva essere utile. Mi ricordai che il fattorino aveva parlato di un altro sarto, e così gli dissi il motivo della mia presenza al negozio. Lui disse che sapeva di che abito parlavo e mi invitò a entrare in un camerino per la prova. Entrai, e mi spogliai, provando pantaloni e giacca. Mentre mi guardavo allo specchio sentii il sarto che chiedeva come andava e se poteva entrare a dare un’occhiata. Dissi ovviamente di si e scostando la tenda entrò e cominciò a guardare e a controllare in vari punti.
Mentre controllava i ritocchi che avevano fatto notai che si attardava a lisciare il vestito in alcuni punti precisi. Evidentemente per lavorare in quel negozio si doveva amare il corpo maschile e non solo dal punto di vista estetico. A quel punto cominciai a guardarlo più attentamente. Era abbastanza differente dal padrone del negozio e dal fattorino. Se i primi due erano dei veri maschi che trasudavano sessualità da tutti i pori, questo era molto più esile. Non tanto alto, magro, ma sembrava comunque con un corpo sodo e muscoloso. Un bel viso liscio e sembrava che non fosse peloso. Mentre lo osservavo lui continuava a controllare orlo, maniche e vidi che si soffermava sul cavallo dei pantaloni, cercando di capire, così mi disse, se tirava troppo. Nel farlo ovviamente sfregava la patta e il mio uccello cominciò a reagire a questo sfregamento. Si gonfiò un po’ e il sarto disse che in effetti secondo lui si doveva allargare un po’ per evitare che fosse troppo compresso il tutto. Io arrossii ma lui mi sorrise dicendo che non dovevo, che evidentemente avevo un bell’uccello e quindi era giusto che stesse comodo……
Ero stupito. Ero entrato nel negozio pensando che mi avrebbero scopato nuovamente i due maschi, e invece mi ritrovavo a ricevere complimenti per il mio cazzo da un terzo uomo. Ma eravamo in camerino, quindi immaginai che non potesse succedere nulla di che.
Gli eventi dimostrarono che mi sbagliavo. La sua mano continuava a vedere da dove doveva allargare e la sua mano cominciò velatamente a toccare il mio cazzo. Visto che io non mi ritraevo, il sarto prese coraggio e iniziò a toccarmi con sempre più esplicita voglia di capire quanto fosse grosso il mio cazzo. Non so se i due tipi gli avevano detto quello che era successo, ma non mi importava. Sembrava volersi prendere cura del mio cazzo e la cosa non mi dispiaceva affatto. Mi preoccupava solo che eravamo nel camerino e che lo spazio era poco. Nel frattempo che il sarto aveva cominciato chiaramente a carezzarmi il cazzo sentivo che il padrone del negozio stava salutando gli ultimi clienti. E chiusa la porta del negozio capii che non c’era più nessuno. Lo sentii avvicinare al camerino e con tranquillità, quasi sapesse perfettamente cosa succedeva dentro, aprì la tenda sorridendo.
Il sarto si fermò di colpo, quasi a chiedere il permesso di continuare. Il padrone lo guardò e fece un cenno di assenso così che il sarto riprese a carezzare il mio cazzo. Io non sapevo che fare, ma decisi che mi sarei goduto quella lenta masturbazione. E in effetti la cosa prese una piega interessante. Il padrone ci invitò a uscire dal camerino (il negozio era chiuso ormai) e a metterci comodi in un divanetto lì a fianco. Il sarto prima di farmi accomodare mi slacciò i pantaloni e me li sfilò facendo la stessa cosa con la giacca. Rimasto praticamente in mutande, infilò la sua manina dentro e ricominciò a toccarmi. Poi lo tirò fuori abbassando le mutande sino alle caviglie sfilandole del tutto. A quel punto sembrò ammirarlo mentre la sua mano faceva su e giù scappellandolo mentre si ingrossava. Sembrava ipnotizzato. La situazione mi piaceva molto. Guardavo il sarto che giocava con il mio cazzo e il padrone che appoggiato al bancone si godeva la scena toccandosi il pacco già gonfio. Il sarto a quel punto se lo infilò in bocca iniziando a leccarlo in tutta la sua lunghezza.
La situazione si era ribaltata. Era il mio cazzo al centro dell’attenzione stasera, non il mio culo. Non c’era traccia del fattorino, ma non me ne preoccupavo.
Sempre con il mio cazzo in bocca, e mentre lo succhiava avidamente, il sarto cominciò a spogliarsi. Come avevo immaginato era liscio, ma abbastanza muscoloso, seppure magro. Era in ginocchio davanti a me e vedevo la sua testa che faceva su e giù sul mio cazzo. Alternava il succhiare l’asta con il leccare le mie palle e questo alternare mi piaceva molto. Il mio cazzo, non certo grosso come quello dei due maschi che il giorno prima avevano abusato di me, era diventato duro e lucido e mi eccitavo sempre più. Presi la sua testa e cominciai a imporre io il ritmo e a scopargli la bocca sempre più forte. Mi alzai e affondavo il cazzo sino a infilarlo in gola quasi soffocandolo. Ma non mi importava, volevo solo il mio godimento. Mentre lo scopavo in gola mi accorsi che il padrone del negozio si era tolto i pantaloni e si stava masturbando il suo magnifico cazzo. Era veramente possente. Se lo bagnava con la saliva e a un tratto lo vidi avvicinarsi a noi. Cominciò ad accarezzare la schiena e il culo del giovane sarto, e dopo un poco vidi che infilava due dita nel suo culo. Sentii che ebbe effetto da come si irrigidì ma sempre con il mio cazzo in bocca. Vidi che spandeva saliva sul buco del culo e con le dita, che erano diventate tre, allargava e preparava il percorso per scoparlo. Il buco non sembrava molto aperto ma ciò non impedì al padrone di appoggiare, ad un certo punto, la sua cappella rossa e grossa al buco e cominciare a spingere. Evidentemente non entrava, e vidi da un lato il sarto che sgranava gli occhi, dall’altro il padrone che afferrato per i fianchi dava colpi sempre più forti sino a quando non lo vidi entrare.
Il sarto tentò di gridare per il dolore, ma io lo tenevo fermo e non avevo intenzione di smettere di scopargli la bocca per fargli prendere fiato. E così mentre il padrone affondava il suo enorme cazzo in quel culo, io gli scopavo la gola. Mi piaceva questo ruolo, e ne stavo godendo molto.
A poco a poco il sarto cominciò a rassegnarsi alla situazione e cercava di assecondare i due cazzi. Produceva molta saliva che gli colava da tutte le parti, saliva che prendeva con la mano e che cercava di spalmare sul suo buco pieno del cazzo del padrone. Immaginavo che non fosse la prima volta, ma forse non lo avevano allargato per bene.
Il padrone prese in mano la situazione e fece distendere a terra a pancia in su il sarto, infilando nuovamente il suo cazzo in quel buco arrossato e riprendendo a scoparlo. Io da sopra gli misi prima i coglioni sulla bocca per farmeli succhiare e leccare, poi gli affondai da sopra il cazzo in bocca e ripresi a scoparlo. In quella posizione io e il padrone ci guardavamo in faccia. Lui sorrideva e ogni tanto allungava una mano e mi stringeva un capezzolo. Eravamo nuovamente, come la sera prima, in tre. Ma stavolta godevo in maniera diversa. Il sarto aveva un cazzo piccolo che però lui masturbava e dopo poco dalla punta cominciò a uscire della sborra, segno che stava godendo anche lui. Anche io sentivo che a breve sarei esploso e accelerai il ritmo facendo capire che stavo per sborrare e volevo farlo in quella bocca. Il padrone capì e mi fece segno di aspettare ancora sino a quando saremmo esplosi insieme. Feci notevoli sforzi per trattenermi, ma ci riuscii e quando capii che finalmente era sul punto di riempirlo di crema bianca mi lasciai andare. Non ricordavo l’ultima volta che avevo sborrato così a lungo e così abbondante. Fu veramente eccitante, anche vedere il padrone che inondava l’intestino del sarto. Sembrava non finire più. Ricordavo che anche il giorno prima aveva sborrato a lungo.
Dopo qualche minuto i nostri cazzi si stavano ammosciando e scivolarono fuori dai due buchi del sarto che crollò a terra quasi svenuto.
Io mi buttai di nuovo sul divanetto e cercai di riprendere fiato, mentre il padrone si asciugava il cazzo sulla pancia del suo sarto. Che magnifica scopata….. ero andato lì pensando di essere ancora una volta scopato, e invece avevo scopato io un uomo. Appena mi fui ripreso ripensai al fattorino che non si era visto. Ma subito dopo sentii una porta che si apriva e ……
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