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Gay & Bisex

Il negozio in periferia 1


di PassPa
11.06.2013    |    15.614    |    8 9.6
"Poi infilò il quarto dito e mi sentivo aprire veramente..."
Da quando ero entrato nel mondo gay lo avevo fatto con tutte le mie forze.
Ci ero entrato tardi ed era come se volessi recuperare il tempo perduto......
E non aspetto che le cose capitino, ma cerco sempre di capire se alcune situazioni possono volgere in strie di sesso e divertimento.
Spesso vedevo i miei amici netturbini, di cui vi ho raccontato, insieme o singolarmente, ed era sempre un'esperienza differente ed estremamente eccitante giocare con quei due corpi da sballo e con quei due cazzi così diversi ma così belli....
Ma come dicevo cercavo sempre nuove esperienze, e quando entrai in quel negozio di alimentari in un quartiere periferico della città qualcosa mi fece capire che ci sarei tornato di nuovo (del resto non era la prima volta che una visita in un negozio di alimentari si trasformava in sesso selvaggio).
Non ero solito passare da quella zona, ma capitavo lì, ed essendo già tardi non volevo rischiare di arrivare a casa senza essere riuscito a fare la spesa. Così vidi quel negozio e decisi di entrare e prendere giusto qualcosa per la sera.
Entrato vidi che era un negozio stretto e lungo e abbastanza buio e che non era molto affollato. Cominciai a guardare cosa potevo prendere, ma quasi subito fui attratto da una voce che dava degli ordini a qualcuno a proposito dello spostamento di alcune scatole.
La voce era molto profonda e la mia immaginazione cominciò a galoppare, prefigurando un uomo alto e possente, di quelli che mi eccitano molto.
Decisi di verificare se l'immagine coincideva e con la scusa di guardare quello che c'era negli scaffali continuai a girare sino a quando alla fine di un lungo corridoio vidi le spalle dell'uomo che avevo sentito dare ordini.
Già da dietro era una figura notevole. Alto poco più di me, con un cappellino nero che gli copriva la testa che sembrava rasata e spalle molto larghe. Decisi che dovevo vederlo dal davanti e con la scusa di chiedere dove potevo trovare qualcosa mi feci avanti.
Non si voltò subito, ma solo dopo avere finito di dare gli ordini ad un altro uomo che era davanti la porta di un magazzino. Quindi come se non gli interessasse si voltò verso di me e mi guardò aspettando che facessi la mia domanda. Io ero come ammutolito e balbettando chiesi qualcosa. Lui indicò l'altro corridoio e si voltò nuovamente.
Mi ero come bloccato e pensavo come poter capire se sarei riuscito a far del sesso con quel pezzo d'uomo. Avrete capito che mi piacciono gli uomini robusti (non grassi), muscolosi, imponenti, maschi. E questo aveva un viso molto virile, con una barba ben curata e molto nera. Occhi nerissimi e sottili, Un orecchino e dalla maglietta bianca si intravedeva un petto perfetto, muscoloso e villoso. Aveva un grembiule bianco, quindi non potevo capire la sua dotazione, ma ero certo che sarebbe stata notevole, e la cosa cominciava a farmi eccitare.
Ma come attrarre la sua attenzione? Decisi di giocare la carta del cliente imbranato e lo richiamai con la scusa che non trovavo la merce. Lui quasi infastidito disse all'altro uomo di vedere cosa volevo e la cosa mi aveva quasi deluso. Ma la delusione passò appena apparve l'altro uomo dal magazzino. Era un mulatto, anche lui più alto di me e con degli occhi penetranti e nerissimi e una bocca carnosa e contornata da un pizzo ben curato. Era in canottiera e mostrava due braccia veramente impressionanti da quanto erano muscolose. Mi si avvicinò e potei sentire il suo odore di maschio sudato che mi fa perdere la testa.
Mentre mi indicava la merce da me richiesta mi guardava fisso, mentre io ero come ipnotizzato da lui.
Credo che capì subito che la sua bellezza maschia mi aveva colpito e mi fece un sorrisetto che mi fece ben sperare. Si guardò un pò intorno e mi fece segno di continuare a guardare la merce...... Io non capendo se era un segnale o meno lo feci e dopo un poco sentii il padrone che in modo rude gli diceva che andava via e di chiudere lui. La porta del negozio fu sbattuta in maniera violenta il che mi confermò che il padrone doveva comunque essere un padrone in tutti i sensi.
Dopo un poco sentii chiudere la porta a chiave e il mulatto si avvicinò a me sorridendo e indicandomi la porta del magazzino si avviò.
A quel punto era chiaro tutto e lo seguii pronto all'avventura. Appena entrato lo vidi che mi indicava il suo pacco, aspettando che facessi la prima mossa. A quel punto decisi di vedere come era fatto quel cazzo che stava chiuso dentro i pantaloni e aperta la cerniera infilai la mano e feci un balzo all'indietro. Veloce il tipo mi prese la mano e la fermò attorno al suo cazzo cominciando a sospirare. Era veramente un cazzo notevole. Non potevo apprezzare ancora la lunghezza, ma la grossezza era chiara. Non riuscivo a stringerlo tra le dita tanto era grande ed era già umido di sudore e umori, insomma tutto da leccare. Con l'altra mano abbassai i pantaloni e ammirai quel cazzo scuro che non era solo grosso, ma anche molto lungo e con una cappella violacea e più grande del cazzo stesso.
A quel punto mi prese la testa e la schiacciò sul cazzo e io cominciai a leccarlo con calma mentre lo sentivo crescere. Dopo un poco aveva preso una consistenza veramente impressionante e nello stesso momento lui cominciò a diventare violento, infilandomi il cazzo, o quello che riuscivo a prendere, in bocca e tenendomi la testa tra le mani iniziò a scoparmi la bocca. Io cercavo di divincolarmi, ma lui sempre con più forza continuava a infilarlo dentro. Nel frattempo mi spogliava e si spogliava. Non aveva detto una parola ancora e continuò solo a sospirare di piacere.
Mi buttò su delle coperte di lato e mi salì di sopra cominciando a strizzarmi e toccarmi da tutte le parti. Era un misto di piacere e di dolore, ma più di piacere direi.
Il suo cazzo era tra le mie gambe e cominciò a farlo scivolare tra le cosce e la sua lingua cominciò a entrare nella mia bocca e a girare vorticosamente. Ero in preda a dei piaceri veramente mai provati.
A quel punto mi divincolai e cominciai a leccare tutto il corpo, mentre con le mani lo segavo e quel cazzone diventava ancora più duro, cosa che non pensavo fosse possibile.
Mentre gli leccavo i coglioni gonfi, cominciai a sentire le sue dita e la sua lingua che entravano nel mio buco riversando gran quantità di saliva e allargando il culo con gran maestria.
Infilò prima due e poi tre dita e cominciò a fare avanti e indietro. Poi infilò il quarto dito e mi sentivo aprire veramente. Il mio buco era già abbastanza elastico, ma quelle quattro dita si facevano sentire per bene. Cominciò un alternare di dita e lingua, lunga e dura come il suo cazzo, che mi facevano eccitare moltissimo, tanto che il mio cazzo si induriva e si bagnava da solo.
Sapevo che mi stava preparando al suo cazzone, e la cosa mi preoccupava.
Mi prendeva e mi rivoltava come se fossi un pupazzo, la sua forza era veramente grande. Ma la cosa mi piaceva, e molto. Sentirmi usato come oggetto per far godere un maschio, e che maschio, mi eccitava da sempre.
Improvvisamente mi mise di fianco, mi sollevò una gamba e sorridendo mi sputò un’ultima volta nel buco del culo, mi poggiò la punta della cappella sul buco e di colpo spinse con tutte le forze facendo entrare la cappellona tutta dentro. Urlai, o meglio tentai di urlare, ma una mano che non capivo da dove arrivava mi tappò la bocca. Le mani del mulatto erano impegnate a tenermi le gambe larghe, quindi non potevano essere le sue. Non capivo nulla. Quel cazzone continuava a spingere e a farsi strada nelle mie viscere e io mi sentivo posseduto. Ma quel che non capivo erano le mani che erano diventate quattro. Anche se in preda al piacere che cresceva cercai di voltarmi e con mia grande sorpresa vidi il padrone del negozio che mi tappava la bocca con una mano e con l'altra si apriva i pantaloni tirando fuori il suo cazzo ancora molle ma anche lui di grandi dimensioni. E mentre il cazzone del mulatto mi sfondava arrivando sino in fondo, sino a farmi sentire le sue palle che toccavano le mie, il padrone avvicinò il suo cazzo alla mia bocca e io lo presi in bocca cominciando a leccarlo con grande avidità.
Non pensavo che il cazzone del mulatto potesse entrarmi tutto dentro, ma così era, anche se il dolore era notevole e prima di passare al solo piacere dovetti soffrire un bel pò. E l'avere un cazzo in bocca mi aiutò a far passare il dolore e ad aumentare il piacere.
Nel frattempo il padrone si stava spogliando e quel bellissimo corpo che avevo visto ora era tutto davanti a me e potevo toccarlo e goderne. Era anche lui un bel maschio, muscoloso, villoso e virile e ci sapeva fare. Dal suo sguardo sembrava che anche per lui fossi solo una macchina di piacere, e così mi andava di essere.
A quel punto i due cominciarono a scoparmi uno il culo e l'altro la bocca, tenendomi fermo e godendo dentro di me. Ogni tanto cambiavano posizione, scambiandosi il ruolo. Io sentivo quei due pali di carne che non perdevano consistenza ma che anzi, se possibile, diventavano sempre più duri.
Non so bene quanto tempo passò, ma stavo raggiungendo piaceri molto alti. Ad un certo punto sentii il godimento salire e cominciai a sborrare come un rubinetto, senza toccarmi nemmeno.
Ero nelle loro mani letteralmente. Il loro sudore colava su di me, e sentivo che le loro mani mi spalmavano i miei umori misti al loro sudore sul corpo.
E’ bellissimo quando due maschi godono di te.
Dopo un poco il mulatto si stese per terra e mi tirò su di se, tenendosi il cazzone ritto e guardandomi mi fece cenno di sedermi. Il mio buco era abbastanza allargato oramai, e così cominciai ad impalarmi, mentre il padrone si masturbava godendosi la scena.
Quando arrivai alla fine e mi sedetti letteralmente sul mulatto, mi resi conto di quanto cazzo avevo dentro. Era veramente lungo, oltre che grosso, e sentivo la punta che toccava lo stomaco. Il mulatto mi attirò a sé e in quella posizione cominciò a scoparmi come prendendo la rincorsa sino a farmi sobbalzare su di lui e dai suoi grugniti capivo che la cosa lo faceva godere molto.
Non accennava minimamente a rallentare, e il suo cazzo non perdeva consistenza né dava segni di sborrare.
Capivo che la notte sarebbe stata lunga.
Il padrone cominciò ad avvicinarsi e mi mise davanti la bocca i suoi coglioni che pendevano in una sacca molto lunga. Avevano una bellissima consistenza ed una forma arrotondata e anche questi molto grandi. La mia lingua cominciò a ripassare da un lato all’altro e a succhiare prima l’uno e poi l’altro, mentre vedevo che lui continuava a masturbarsi.
Dopo mi prese la testa tra le mani, la inclinò un po’ all’indietro e iniziò ad infilare il suo tubo di carne dritto nella mia gola. La posizione agevolava l’ingresso e non si fermò sino a quando non sentii i peli duri che mi si infilavano nel naso.
Presero un ritmo perfetto in modo tale che i due cazzi dentro di me mi spingessero uno sull’altro. Godevano, lo sentivo dai mugolii e dal sudore che continuava a colare su di me, ma godevo anche io, e il mio cazzo eruttava sempre qualche goccia di sperma.
Il padrone mi tolse il cazzo dalla bocca e si avvicinò al mio culo, penso volendo entrare anche lui.
Ma erano troppo grossi, e nonostante i tentativi e gli schiaffi nel culo non ci riuscì. Allora ordinò al mulatto di uscire e prese lui il posto nel mio culo, così, a pecora, spingendomi sempre più sul corpo del mulatto.
Capii che voleva sborrarmi dentro, e afferratomi per le spalle lo sentii dare degli affondi sempre più forti sino a sentire un fiume di liquido caldo invadermi il culo. Non sembrava finire mai, e neanche i suo affondi. E mentre continuavo a sentire il cazzone del padrone che mi scopava ed eruttava sborra nel mio culo, il mulatto si alzò, mi prese la testa e mi lavò letteralmente la faccia e la bocca con un’altra ondata di liquido bianco.
Appena finirono ero veramente un disastro. Tutto sporco di sperma dei due maschi, misto al loro sudore e al mio sperma.
Finalmente uscirono da me. Si distesero su un divano lì accanto per riprendersi un po’. Io nel frattempo ero a terra, sulle coperte, a riprendermi da quella scopata fantastica che mi aveva fatto godere enormemente.
Dopo un poco il padrone fece un segno al mulatto che si alzò, mi prese per un braccio e mi trascinò letteralmente in un bagno lì accanto. Entrati mi gettò in una vasca e pensavo che volesse farmi lavare. Così fu, ma dopo. Prima sia lui che il padrone, si scaricarono la vescica su di me, pisciandomi addosso lungamente, ordinandomi di aprire la bocca e lavandomi tutto il corpo con quella “pioggia dorata”.
Finito aprirono l’acqua e sentii che tutto scivolava via da me.
Appena mi sentii più o meno pulito, chiusi il rubinetto e mi alzai.
Andai nel magazzino per rivestirmi e andare via, ma sentii la voce del padrone che diceva al mulatto “Beh, non male questa troietta. Mi sa che ce la teniamo per un po’. Che ne dici?”
Il mulatto sorrise e calò la testa e mi afferrò per un braccio, spingendomi in un’altra stanza dove c’era una brandina e della coperte. Mi sorrise e chiuse la porta a chiave con me dentro.
Cominciai a chiamare, chiedendo che cosa volessero fare, ma nessuna risposta……
(Continua…. Se volete)
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