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Gay & Bisex

Ragazzo di borgata (Parte V)


di FSeed
21.03.2019    |    10.924    |    9 9.6
"Scusa il ritardo” “No tranquillo..."
Mandai un messaggio vocale a Stefano chiedendogli di venire a casa mia quella sera per parlare di una cosa importante. Quando arrivvò e mi vide con il labbro spaccato mi chiese subito cosa era successo, così gli raccontai dei casini di Mirco e del mio piano per raccimolare i soldi.
“Andrè ma ti sei bevuto il cervello?” Stefano mi fissava stupito “cioè te sei messo a fa la mignotta adesso?”.
“Senti mignotta ci chiami tua sorella” gli dissi dandogli un pugno su una spalla “lo sto facendo solo per Mirco e per tirarci tutti fuori dai casini”.
“Vabbè mettila come te pare, ma sempre scopà pe soldi è”.
“Senti mi aiuti oppure no?” gli chiesi. Lui mi fisso per un attimo e iniziò a mordersi il labbro. Lo faceva sempre quando era agitato oppure indeciso su qualcosa.
“Diciamo che io vengo, sto li e tutto il resto, ma se succede qualcosa pensi davvero che io me posso mette contro quattro uomini?”. Io lo fissai imbambolato. Non avevo pensato a questo. Sicuro sarei stato più tranquillo con qualcuno che conoscevo li con me, ma effettivamente se le cose avessero preso una brutta piega Stefano non avrebbe potuto fare granchè.
“E poi scusa” aggiunse “che devo fa io? Sta li e vedè un gruppo di uomini che te se scopa vestito da ragazza?”. Anche questa era una cosa su cui non avevo riflettuto molto. Ma i soldi mi servivano quindi cercai di convincerlo alla bene e meglio.
“Senti questo Filippo è una brava persona. Mi ha assicurato che non succederà niente perchè non vogliono casini neanche loro. Te vieni, ti metti da una parte, ci guadagni cento euro e pure una cena in albergo”. Stefano mi guardava e si mordeva ancora il labbro.
“Ste so disperato. Non me fido de nessuno, solo di te. Ci conosciamo da una vita e so che, a fa sta cosa, co te sto sicuro”.
“Vabbè dai. Famo sta mattata allora” disse facendo un mezzo sorriso. Io lo abbraccia e gli dissi cento volte grazie.
Per tutta la settimana il mio umore andava dall’eccitazione di quella nuova esperienza all’angoscia e la pesantezza dell’umore in casa. Mirco era agitato perchè non era riuscito a trovare i soldi, ed essendo mia zia all’oscuro di tutto era preoccupata per il cambio di umore di Mirco.
Arrivato il venerdì pomeriggio mi depilai completamente ovunque, e avvisai Mirco e mia zia che sarei stato fuori con Stefano e che sarei rimasto a dormire da lui. Stefano mi avrebbe raggiunto per le otto, visto che aveva gli allenamenti di calcio. Alle sette in punto ero davanti al bar e dopo cinque minuti vidi arrivare Filippo.
“Sei stato puntuale. Scusa il ritardo”
“No tranquillo. Allora dove andiamo adesso?” chiesi incuriosito.
“Da questa parte vieni” attraversammo la strada e solo in quel momento notai l’hotel a quattro stelle che si trovava di fronte al bar. Entrammo nella hall e alla reception una ragazza bionda salutò Filippo, e dal tono con cui si parlavano capii che si conoscevano.
“Sonia dammi le chiavi della camera che ho prenotato a nome mio per favore. Tra circa un’ora arriverà un ragazzo che chiederà di Andrea, fallo salire tranquillamente. Alle otto e trenta fai salire su la cena ai ragazzi, ho già predisposto tutto. Verso le nove verrà una ragazza che chiederà di me, manda anche lei su. Per qualsiasi cosa chiamami”.
“Certo Sig. Filippo come desidera” la ragazza consegnò le chiavi e Filippo mi condusse verso l’ascensore.
“Vieni spesso qui?” chiesi mentre lui rispondeva a dei messaggi.
“Si. Praticamente l’albergo è mio” rispose lui guardandomi e sorridendo alla mia faccia stupita. Ora capivo da cosa veniva tutta la sua disponibilità, non avrebbe pagato niente di quel servizio perchè era tutta roba sua.
“Spero che vi piaccia la carne a te e al tuo amico” disse mentre uscivamo dall’ascensore e percorrevamo il corridoio. Aprì una porta proprio alla fine del corridoio e mi ritrovai in quella che poteva essere una suite, con un bel salotto attrezzato con piano bar, due camere da letto matrimoniali e due bagni.
“Allora trovi tutto il necessario per vestirti nella camera a sinistra. Verso le nove verrà una ragazza che ti truccherà” si bloccò alla vista della perplessità evidente sul mio volto “hai detto che non ti sei mai vestito da donna, quindi ho pensato che non saprai neanche truccarti”.
“Si giusto. Non ci avevo pensato” aveva organizzato quella serata meglio di un evento pubblico.
“Mi raccomando fai una bella pulizia dell’ano, non vogliamo sorpresine sgradevoli. Se vuoi ci sono anche alcuni plug e dildo per aprirti un pò il buco e facilitare il rapporto. Hai qualche domanda?”
“Si. Va bene se Stefano, il mio amico, rimane qui con noi? Cioè può stare qui con gli altri? E come funziona? Mi scopate uno alla volta o tutti insieme?” mi resi conto che forse quelle erano domande che gli avrei dovuto fare prima.
“Il tuo amico può stare dove vuole, può anche partecipare per quanto mi riguarda. Come ti ho già detto Alessandro sicuro ti scoperà, gli altri decideranno poi. Se preferisci puoi stare con noi uno alla volta, sempre se ti scoperemo”.
“Ok va bene. Deciderò dopo” risposi.
“Bene. Allora noi prima andiamo a mangiare fuori, quindi non credo che arriveremo prima di mezzanotte. Se te e il tuo amico volete qualcosa dal servizio in camera basta che chiamate giù la reception. Va tutto a carico mio tanto” fece per uscire ma si girò “E mi raccomando. Niente droghe e bevi poco. Non vorrei che poi ti sentissi male e addio tutto”. Rimasto solo andai in camera e guardai tutto il necessario per quella sera: calze a rete con auto reggenti, un perizoma con un reggiseno, una mini gonna plissettata scura, un top di pizzo e tacchi alti. Vicino erano posati una parrucca castana e una specie di reggiseno con due tette in lattice. Su un tavolo erano posati una scatola di preservativi da dodici, del lubrificante con un plug e un dildo di grosse dimensioni. Non avendo mai indossato i tacchi feci un pò di pratica, e quando per la terza volta rischiai di cadere decisi che li avrei tolti appena possibile quella sera. Avevo portato con me una peretta per il clistere, ma avendone gia fatta qualcuno quel pomeriggio, più il quasi totale digiuno a pranzo, avevo tutto abbastanza pulito. Alle otto e un quarto bussarono alla porta e feci entrare Stefano.
“Porca troia che posto” fece un giro della suite e tornò da me “ma quanti soldi c’ha questo pe permettese tutta sta roba?”
“Veramente l’albergo è suo. Per questo è tutto gratisi. Vieni ti faccio vedè una cosa” lo presi per mano e lo portai nella camera per fargli vedere i vesti da donna e tutto il resto.
“A me questo me fa quasi paura comunque” disse Stefano palpando le tette di lattice “cioè ha proprio pensato a tutto”. Fummo interrotti dal servizio in camera, e la cena che ci venne servita si rivelò un piatto di fiorentina con patate a testa, il tutto accompagnata da una bottiglia di vino. Io non toccai quasi cibo, mentre Stefano mangiò e bevve come se non ci fosse un domani.
“Vacci piano col vino. Te dovresti sta sobrio, sei il mio bodyguard” lui mi guardò con aria colpevole.
“Cazzo è vero. Scusa Andrè”. Dopo cena arrivò la ragazza per il trucco. Ci mise un pò ma il risultato finale fu eccellente, mi aiutò anche con la parrucca e quando mi specchiai faticai a riconoscermi. Sembravo una ragazza a tutti gli effetti. L’unica tortuta fu aspettare che Filippo e i suoi amici arrivassero, dovevo stare attento a non toccarmi il viso o anche solo a bere, anche se la ragazza mi aveva lasciato dei prodotti nel caso in cui il trucco sbavasse. Verso le undici mi vestii e mi infilai nel culo il plug, e quando Stefano mi vide rimase a bocca aperta.
“Cazzo Andrè, non sembri più te” io mi guardai in uno specchio e notai con piacere che ero una gran figa. Mi feci scattare qualche foto da Stefano, per ricordo di quella serata, e dopo qualche minuto arrivvò il messaggio di Filippo “Dieci minuti e siamo li. Mettiti in camera ed esci quando te lo dico io”. Quando entrarono sentii le loro voci e quelle di Stefano.
“Ah te sei l’amico. Piacere, io sono Filippo. Loro sono Alessandro, Marco e Giorgio. Ragazzi lui è la guardia del corpo della nostra amica” gli uomini ridettero tra di loro “Valla a prendere e portala qui per favore” Stefano venne in camera e mi venne vicino.
“Sei sicuro? Guarda che stai ancora in tempo?”
“Come sono secondo te?”
“Sembrano a posto, forse un pò brilli, ma non mi sembrano brutte persone. Poi lo sai, l’abito non fa il monaco”
“Ste non aiuti così lo sai?” dissi ridendo. Lui mi prese per mano come se fossimo a un ballo delle debuttanti mi accompagnò in salotto. Filippo stava servendo del prosecco in dei calici a tre uomini, uno seduto su una poltrona e gli altri sul divano, e quando entrai fischiarono ed espressero il loro apprezzamento.
“Filo c’avevi ragione. E’ proprio bella. Ma siamo sicuri che è un travestito?” disse un ragazzo magro e con gli occhiali, il più bruttino del gruppo. Vicino a lui sedeva un ragazzo con baffi e pizzetto, con un accenno di pancia visibile dalla camicia un pò stretta. A parte Filippo il più bello era sicuro il ragazzo in poltrona, che si rivelò essere lo sposo. Capelli neri leggermente brizzolati, viso rasato di fresco e due begli occhi azzurri. Scoprii poi che l’età media dei ragazzi era dai trenta ai quaranta. Stefano mi lasciò in mezzo alla stanza e si vedè offrire un calice da Filippo che si rivolse ai suoi amici.
“Ragazzi miei, vi presento la sorpresa di stasera per il nostro caro Alessandro. La bellissima...” si interruppe non sapendo che nome darmi.
“Stasera potete chiamarmi come volete” dissi io con una voce leziosa da femmina avvicinandomi a loro. Filippo mise un pò di musica di sottofondo mentre io mi avvicinai allo sposo e mi sedetti sulle sue gambe.
“Mi dicono che stai per fare una pazzia” gli presi il calice dalle mani e sorseggia un pò di prosecco.
“E sarebbe?” chiese lui mettendomi una mano sul culo mentre con l’altra mi accarezzava le gambe.
“Ti stai sposando. Quale altra pazzia puoi fare?” scoppiarono tutti a ridere compreso lui.
“Io pensavo di farla con te la pazzia stasera” mi disse stringendomi una natica. Mi avvicinai al suo viso e gli leccai le labbra. Gli altri due alzarono un grido di approvazione mentre si facevano riempire di nuovo i calici. Mi alzai e comincia a camminare intorno a loro, li stuzzicavo mettendo in mostra le gambe e il sedere, fino a quando non alzai la gonna mostrando per bene il culo e il plug che il perizoma non riusciva a nascondere.
“Che culo da favola” disse Marco, quello con i baffi.
“Ma che c’hai qua dentro?” chiese Giorgio, lo smilzo, alzandosi e inginocchiandosi davanti al mio culo. Toccò il plug e feci un piccolo guaito, anche se il contatto non mi aveva provocato nessuna vera reazione. Mi diressi verso Alessandro e mi piegai a novanta davanti a lui “Mi aiuti a toglierlo?”. Lui svuotò il suo bicchiere, si accovacciò e tirò fuori il plug piano, il tutto accompagnato dai miei versi di piacere.
“Guarda che rosellina che hai qui” disse lui aprendomi le natiche con le mani. Io mi alzai e, facendolo risedere sulla poltrona, comincia a strusciarmi su di lui a ritmo di musica, procurandogli presto un’erezione. Avevo una voglia matta di vedere il suo cazzo, così mi accovaccia su di lui e gli bisbigliai “Andiamo in camera e fammi sentire donna”. In tutta risposta lui mi prese la testa tra le mani e cominciò a baciarmi. Fischi e altre grida di acclamazione si alzarono dagli altri mentre Alessandro mi baciava e passava le dita nel solco del mio culo. Ci alzammo e prendendolo per mano lo portai in camera. Passai davanti a Stefano e gli feci l’occhiolino. Non mi ero accorto che si era bevuto gia tre calici di prosecco, quindi la sua espressione non era di preoccupazione, ma rincoglionito dall’alcol. Entrati in camera Alessandro ricominciò a baciarmi con ancora più trasporto, mi toccava il culo e stringeva le tette in silicone “Cazzo sei davvero bella” mi disse mentre infilava un dito nel mio culo. Io gli posai la mano sul pacco duro “Ho vaglia del tuo cazzo”.
Alessandro si spogliò in tre secondi mettendo in mostra un corpo ben definito e peloso al punto giusto, e un cazzo di tutto rispettò svettò fuori dalle mutande. Io mi inginocchia e me lo misi tutto in bocca, mentre Alessandro posandomi tutte e due le mani sulla testa dava il ritmo al pompino.
“Cazzo se sei brava...mmm si così tutto in gola...sei bravissima piccola” andammo avanti così fino a quando non mi alzò e mi fece mettere a pecora sul letto. Prese un preservativo, lo indossò e, spostando il perizoma si lubrificò il cazzo con il gel e premette la cappella sul buco. Entrò con una facilità che sorprese entrambi.
“Oddio piccola, ma è di burro sto culo” cominciò a spingere piano, fino a quando il ritmo non divenne più incalzante. Mi scopò così per un pò, poi si stese sul letto e mi impalai sul suo cazzo, appoggiando le mani sul petto villoso. “Dio mio mi stai facendo impazzire...si brava scopati il cazzo...brava così” il mio su e giù e i suoi movimenti di bacino portarono a una scopata fantastica, mi sentivo aprire il culo da quel toro che non smetteva di fottermi. Con delle spinte fortissime e un urlo liberatorio sborrò,e me lo spinse così forte che strinsi i pettorali tirandogli i peli del petto. “Cazzo siii...cazzo come sborro” mi tolsi il cazzo ancora duro dal culo, tolsi il preservativo e, grondate di sborra me lo ficcai in bocca. Alessandro gemette ancora, si contorse per il piacere, ma non si sottrasse alla morsa della mia bocca. Al contrario cominciò a scoparmi la bocca e con mia grande sorpresa venne dopo poco con una sborrata dritta in bocca “Vai piccola che ti riempio di nuovo...vai così...vaiii”. Stremato, a braccia e gambe aperte sul letto, mi misi sopra di lui e cominciammo a limonare, con la sua sborra ancora nella mia bocca.
“Cazzo nei sei valsa davvero al pena. Rimpiangerò sta serata” si rivestì e uscì. Io ero ancora sdraiato quando vidi entrare Giorgio e Marco, mi avvicinai a loro e comincia ad accarezzare a entrambi il pacco.
“A quanto pare hai fatto godere un sacco Ale” disse Giorgio togliendosi la maglia e mostrando un corpo magro e longilineo.
“Ci accontenti pure a noi?” chiese Marco mettendomi una mano sul culo. Io mi inginocchia e i due tirarono fuori i cazzi. Marco aveva un cazzo nella media, ma fu Giorgio a sorprendermi con un cazzo circonciso ben sopra le misure normali. Li impugnai e inizia a prenderli in bocca una alla volta, con l’apprezamento dei due “Brava troia succhia...sei fantastica piccola...prendilo tutto sto cazzo”. Io mi alzai e senza tante pretese dissi: “Giorgio sbattimelo in culo. Marco a te ti voglio in bocca” mi sdraiai sul letto e allargai le gambe. Marco si tolse i pantaloni e inginocchiandosi vicino alla mia testa mi diede il cazzo da succhiare. Giorgio fece un pò di difficoltà a mettere il preservativo, ma una volta pronto affondò tutto il cazzo in un colpo solo, facendomi un male cane. Giorgio mi scopava fortissimo, senza nessun ritegno, mentre Marco mi si mise a cavalcioni sul petto e in pochi minuti lo sentii gemere “Cazzo...cazzo sborro” mi affondò il cazzo in bocca riempiendomela, ne fece così tanta che tossii e mi usci dalla bocca. Giorgio intanto mi fotteva ancora e lo sentii imprecare mentre tirava fuori il cazzo dal mio culo; il preservativo si era rotto. Gli presi il cazzo in mano e segandolo lo feci sborrare sulle tette finte “Ah che goduria. Sei stata fantastica” si rivestì e tornò dagli altri.
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