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Gay & Bisex

Ragazzo di borgata (Parte VI)


di FSeed
26.03.2019    |    12.394    |    12 9.5
"Vi lascio i soldi nel salottino, ma mi farebbe piacere se dormiste qui stanotte” mi alzò leggermente la testa e mi baciò e con mia sorpresa diede anche un..."
Ero stremato, con il culo che mi pulsava e la sborra addosso. Pensavo che sarebbe stato il turno di Filippo ma vidi entrare Stefano, che mi venne incontro e si mise vicino a me.
“Come stai Andrè? Vi si sentiva fino a dillà. Ma t’hanno fatto male?” sembrava preoccupato.
“No tranquillo. Erano solo grida di piacere” mi ricomposi e andai con lui in salotto dagli altri. Mi salutarono tutti e mi ringraziarono.
“Io torno subito, accompagno loro giù e torno” disse Filippo. Mi versai un calice di prosecco che svuotai subito, così me ne versai un secondo e andai a sedermi sul divano vicino a Stefano. Aveva lo sguardo perso, così capii che aveva bevuto un pò troppo. “Ste ma sei ubriaco?” chiesi.
“Scusame Andrè. Ma Filippo non faceva che passarmi da bere. Poi c’avevo così tanta ansia che ho bevuto per scaricarmi un pò”. Lo avevo messo in una situazione davvero del cavolo, così mi venne spontaneo passargli una mano tra i capelli, come per tranquillizzarlo. Mi tolsi i tacchi e accavallai le gambe su quelle di Stefano, ricominciando a toccargli i capelli. Lui tirò la testa indietro e mosse un pò la mano sulle mie gambe ancora avvolte dalle calze a rete. “Che hai pensato mentre sentivi che mi scopavano?” gli chiesi. Il suo muovere la mano divenne ben presto una carezza.
“Non lo so. Cioè ero un pò preoccupato...ma anche un pò curioso” teneva gli occhi chiusi così ritrassi una delle gambe e cominciai a strusciare il piede sul suo pacco. Era duro. “Oh Andrè che fai?” mi spostò il piede e mi fissò con quello sguardo un pò intontito. Dopo tutto quel sesso sentivo bisogno di un altro tipo di rapporto, un contatto più intimo. Posai il bicchiere e mi misi a cavalcioni su di lui, cercai di baciarlo ma lui si scansò.
“No dai Andrè...io so ubriaco, te ancora sconvolto...lasciamo perde e non famo cazzate” io lo accarezzai sulla guancia e lo guardai fisso negli occhi.
“Io non sto sconvolto Ste. Io voglio te, adesso, non come mi hanno preso loro” gli diedi un bacio a stampo, e poi un secondo. Lui non si mosse e ne approfittai per aprirgli la patta dei pantaloni e tirare fuori il cazzo duro.
“No dai aspè...fermo” feci colare della saliva sul suo cazzo e con un colpo solo lo feci sparire nel mio culo. Stefano gemette mentre mi sedevo su di lui facendolo entrare tutto, ed anche se il mio culo era oramai aperto sentire il calore del cazzo di Stefano mi procurò un gran piacere. Rimanemmo fermi entrambi per un pò, fino a quando non cominciai a muovermi su e giù, mentre Stefano faceva scivolare piano le mani sui miei fianchi. La porta scattò e voltandomi vidi entrare Filippo.
“Ah bene. Vedo che la serata non è finita” sorrise e si sedette di fronte a noi. Stefano fece per scansarmi ma io lo bloccai.
“No tranquillo. Guarda me, ci siamo solo noi” lui si rilassò di nuovo e ricominciò a scoparmi. Gli tolsi la maglietta e la buttai a terra, e voltandomi verso Filippo vidi che si era spogliato e si stava tirando una sega. Era bellissimo, con il corpo muscoloso ricoperto di peluria bionda e un cazzo di marmo con la cappella lucida. Si alzò e venendomi vicino mi porse il cazzo da succhiare, aprii la bocca e comincia a pomparlo. Mentre io succhiavo Filippo accarezzava il petto di Stefano, che ancora ad occhi chiusi forse neanche si accorse che le mani non erano le mie. Quando si sentì stringere un capezzolo spalancò gli occhi e vide Filippo, il suo sguardo era fisso su di lui mentre continuava a fottermi e i suoi capezzoli venivano torturati.
“Non ce la faccio più...aaahhh cazzo”
“Si dai sborra...vienigli in culo” lo incitò Filippo stringendogli una spalla. Stefano si aggrappò al suo braccio e al mio fianco e mi riempì il culo di sborra calda “Ah cazzo...oddio si...” ansimava e stringeva ancora entrambi mentre gli ultimi spasmi dell’orgasmo lo squassavano. Filippo gli diede un buffetto sulla guancia e andò a vedere il mio culo pieno ancora del cazzo di Stefano. “Vieni in camera con me Andrea. Voglio scoparti per bene anche io. Tieni la sborra nel culo però” io mi alzai e cercai di non far uscire nulla dal mio culo slabbrato.
“Viene pure te Stè, voglio che ci guardi. Ti do altri cinquanta euro” Stefano incrociò il mio sguardo e io gli feci segno di alzarsi. Lui ci seguì in camera un pò titubante ma Filippo lo tranquillizzò. “Non voglio scoparti tranquillo. Stenditi supino sul letto e Andrea ti si mette sopra. Mi arrapa un sacco vedervi insieme” facemmo come ci era stato detto e tornato con un profilattico sul cazzo Filippo allargò le gambe di Stefano per farsi posto sul letto, e con un colpo deciso entrò nel mio culo. La sborra di Stefano facilitò l’entrata gia di per se aperta, e sentii colare il liquido mentre mi scopava. “Toccagli le tette” disse Filippo a Stefano. Lui cominciò a toccarle e stringerle, e il mio cazzo duro nel perizoma strusciava su quello si Stefano, che era tornato di nuovo di marmo. Filippo mi scopava forte, mi cinse la vita con un solo braccio e cominciò a leccarmi il collo. Io gemevo come una cagna e lo feci ancora di più quando Filippo mi strappò la gonna e il perizoma, facendomi male sui fianchi. “Ti voglio tutta nuda. Sei uno spettacolo” Mi tolse il top (volò via anche la parrucca) lasciandomi solo con le tette in silicone, che Stefano continuò a toccare. Mi afferrò di nuovo con il braccio e mi strinse forte, sentivo tutto il suo pelo sulla mia schiena e voltandomi cercai la sua bocca, che si unì alla mia riempiendomi con la sua lingua. Filippo era un vero toro da monta, non so per quanto andammo avanti, ma ad un certo punto impugnò il mio cazzo e quello di Stefano insieme cominciando a segarci furiosamente.
“Oh sii...siii cosi...vengo” inarcai il busto all’indietro e densi schizzi di sborra imbrattarono il petto e gli addominali di Stefano.
“Cazzo...cazzooo” anche il cazzo di Stefano eruttò, e con le nostre sborra di entrambi mischiate assieme Filippo continuò a torturarci le cappelle. Io stavo impazzendo, e anche Stefano inarcò la schiena e si portò le mani sul viso per l’eccitazione.
“Basta Fili...basta ti prego” lo implorai. Lui accellerò la scopata fino a quando con un grugnito animalesco non mi si buttò addosso, io cedetti sotto il suo peso e mi stesi su Stefano mentre con le ultime spinte Filippo si svuotava. I nostri cazzi erano ancora stretti nella manona di Filippo, io con la testa posata sulla spalla di Stefano e lui con una mano sulla mia testa. Filippo uscì dal mio culo e si alzò, si leccò la mano coperta del nostro sperma e ci rimase a guardare. Io mi levai le protesi di silicone e mi ributtai su Stefano, entrambi troppo stanchi e stremati. Filippo si levò il profilattico pieno e si mise vicino a noi, accarezzandomi il culo mentre Stefano ancora mi teneva la testa.
“Siete davvero belli, e mi avete fatto godere un sacco. Vado a farmi una doccia e vado a dormire. Vi lascio i soldi nel salottino, ma mi farebbe piacere se dormiste qui stanotte” mi alzò leggermente la testa e mi baciò e con mia sorpresa diede anche un bacio a stampo a Stefano. Eravamo rimasti solo noi due, abbracciati, nudi e sporchi dei nostri umori. Stefano guardava fisso il soffitto e cominciò meccanicamente ad accarezzarmi i capelli.
“Scusa Ste” dissi guardandolo.
“Scusa de che?” lui fissava ancora il soffitto. mi sentivo in colpa adesso, sentivo di averlo spinto verso qualcosa che non avrebbe mai voluto fare.
“Scusa se t’ho fatto fa questo. E’ solo che...lo sai che mi piaci...ma io non voglio rovinà tutto” la voce mi si incrinò
“c’avevi ragione te. So na puttana e basta” comincia a piangere. Lui finalmente mi fissò e aveva uno sguardo mai visto prima, duro e freddo.
“No Andrè qua le puttane siamo tutte e due. Io soprattutto perchè l’ho fatto solo pe i soldi. Te almeno aiuti Mirco, lo fai pe qualcuno” mi asciugò le lacrime e continuò con la stessa durezza di prima “Quello che è successo stasera, non ne parleremo più. Intesi?” io annuii silenziosamente. Mi strinse di nuovo e io mi rannicchia ancora di più.
“Ma siamo ancora amici?” gli chiesi.
“Testa di cazzo certo che siamo amici. Altrimenti chi ti para il culo quando ti metti nei casini?” mi diede un bacio sulla testa e rimanemmo li, fino a quando non ci addormentammo.
La mattina dopo quando mi svegliai ero solo. Andai in salotto e trovai Filippo a fare colazione avvolto in un accappatoio bianco.
“Buongiorno bello. Siediti a fare colazione”. Mi guardai intorno e non c’era traccia di Stefano.
“Stefano?” chiesi.
“E’ uscito poco fa. Ha detto che ti aspetta giù” il cuore aveva perso un battito. Pensavo che si fosse rimangiato tutto e fosse scappato via lasciandomi li.
“Alla fine gli ho dato duecento euro. per te ce ne sono seicento li. Ve li siete meritati tutti” io farfuglia qualcosa sul dovermi ripulire. Entrai in doccia e mi lavai. Mi sentivo uno schifo per quello che era successo con Stefano, era come se una parte di me, quella più porca e volgare, avesse preso il sopravvento. Mi ripromisi che mai, mai più avrei fatto sesso con lui. Era una delle persone più importanti della mia vita, e non potevo perderla così. Lavato e vestito tornai nel salotto dove Filippo era ancora seduto ina ccappatoio. Mi verso del caffè e mi porse dei cornetti.
“Senti Andrea. Stefano questa mattina non ha spiccicato parola e aveva una faccia strana. Ho fatto qualcosa, mi sono spinto troppo otre?” mi fissava con quei suoi occhi azzurri come se volesse leggermi dentro.
“No tranquillo. Abbiamo parlato ieri sera, tutto ok”.
“Bene. Un’altra cosa. Volevo chiederti se ti piacerebbe rivedermi” mi bloccai mentre dividevo in due il cornetto.
“Non come ieri sera” si affretto a dire Filippo “solo io e te. Senza travestimenti e senza soldi”. Io rimasi in silenzio e inizia a mangiare il cornetto. Ero sorpreso e lusinato da quella proposta.
“Certo se vuoi i soldi non c’è problema” disse lui.
“No no. Non è per i soldi” mi affrettai a rispondere.
“Allora sono io. Non ti piaccio?”
“Ma scherzi? No assolutamente. Sei un bell’uomo ma...adesso proprio...”
“Ho capito. Facciamo così. Fatti sentire te quando avrai voglia di rivedermi” si alzò e chinandosi mi diede un bacio sulle labbra. Finito di mangiare raccolsi le mie cose e corsi giù nella hall. Stefano era seduto su una poltrona nell’angolo più distante della sala. Quando mi vide mi fece un sorriso.
“Finalmente ti sei alzato. Me stavo a stufa ad aspettarti” disse mentre uscivamo. Non parlammo molto durante il ritorno a casa, ma quando Stefano mi lasciò con il motorino nei box sotto casa vide la mia espressione triste.
“Adesso che c’hai?” mi chiese mentre gli restituivo il casco.
“Niente”
“Quella non me pare una faccia da niente” disse lui togliendosi il casco e poggiandolo sul sellino.
“E’ che...mi dispiace troppo Ste...io...”
“Senti adesso basta. Hai rotto il cazzo” mi fece alzare la testa che avevo chinato “te l’ho detto ieri sera. Tu non m’hai costretto a fa niente. Io ho detto di si. So voluto veni e abbiamo fatto quello che abbiamo fatto. Adesso non ci pensà più”. Io lo guardai fisso negli occhi.
“Ste te lo giuro, non ci proverò mai più. Non ti toccherò mai più te lo giuro” rimanemmo li a guardarci fino a quando Stefano non mi abbracciò. Era un abbraccio sincero, tra due amici che si vogliono bene.
“Quanto cazzo sei drammatico! Tutta colpa di quelle serie tv da froci che te vedi” gli diedi un pugno in un fianco e prima che lui rispondesse al colpo mi scansai e corsi verso le scale.
Rientrato a casa trovai Mirco in camera a contare dei soldi sul letto, e come mi vide cercò di nascondere il tutto credendo che fossi zia.
“Cazzo che spavento Andrè. chiudi la porta sbrigate” io mi chiusi la porta alle spalle e prendendo i soldi dalla borsa glieli porsi.
“Ecco qua. Seicento euro. Aggiungili a quelli che hai gia da parte”. Mirco rimase a guardare i soldi senza capire.
“Dove l’hai presi sti soldi Andrè?”
“Li avevo da parte sul conto te l’ho detto” cercai di essere il più normale possibile.
“Andrè non me raccontà cazzate. Me l’hai detto te l’altra volta che c’avevi solo trecento euro. e questi so il doppio” il suo tono di voce cominciava ad essere alterato, sapevo che quella storia non poteva reggere.
“Senti che te frega da dove vengono. Prendili e basta, così stai a posto co quel tipo e finisce la storia” Mirco si alzò dal letto e mi si parò davanti.
“Dimmi dove cazzo li hai presi. Subito” a quel punto non avevo scelta. Gli raccontai del tipo che incontrai e che mi diede il numero di Filippo, e più raccontavo e più notai l’espressione sulla faccia di Mirco. Quando raccontai di Alessandro e i suoi amici aveva la faccia rossa, segno dell’imminente sfuriata. Evitai accuratamente di nominare Stefano.
“Cioè famme capì. Te sei andato a scopà co altri uomini pe soldi? Ma che cazzo ti dice la testa?” pensavo che mi stesse per dare un pugno, ma invece che colpire me colpì l’armadio. “Potevano esse chiunque cazzo Andrè! E se te menavano o te drogavano? C’hai pensato?”
“Guarda che l’ho fatto pe paratte il culo a te hai capito?” sapevo che l’avrebbe presa male ma non potevo evitare di difendere la mia posizione.
“Ma non te l’ha chiesto nessuno di aiutamme! T’avevo detto de stanne fuori porca troia!” un secondo pugno colpì di nuovo l’armadio.
“Allora dimme. Come pensavi di trovarli i soldi è?” chiesi io alzando il tono della voce “che volevi fa? Andà a fa na rapina?” a quelle parole Mirco, che faceva avanti e indietro in cameretta, si bloccò. Avevo visto bene, stava davvero pensando di rapinare qualcuno o un qualche negozio, proprio quello che aveva fatto mio padre facendosi sbattere in galera.
“Ma che cazzo volevi fare?” gli urlai addosso “La fine de mi padre? Così se qualcosa andava male lasciavi nella merda me e zia” Mirco si girò come una furia ma si bloccò subito. Rimanemmo li a guardarci in faccia e sentimmo la porta di casa aprirsi, segno che zia stava rientrando.
“Senti fa un pò come cazzo ti pare. I soldi stanno li, se li vuoi prendili” uscii dalla cameretta e inventando una scusa con zia dissi che sarei stato fuori tutto il giorno. Volevo stare da solo, quindi presi il primo autobus per il centro e rimasi fuori fino all’ora di cena. Tornato a casa non trovai Mirco, cenai con zia e subito dopo andai in cameretta, mi misi sotto le coperte con le cuffiette e la musica accesa. Mirco tornò dopo un’oretta, non gli rivolsi parola mentre si spogliava e si metteva sotto le coperte vicino a me, ma quando mi tolse una cuffia dall’orecchio non potei più evitarlo.
“Tutto liscio oggi. Gli ho dato i soldi a quella merda” io rimasi sul fianco e gli dissi un secco “Va bene”. Capivo che fosse incazzato con me, ma sembrava che il mio aiuto per lui fosse stato solo un pensiero in più. Mi prese da dietro e mi strinse, posando la sua testa sulla mia.
“Scusa se prima mi so incazzato. Ma capisci che cazzo hai fatto? Poteva succede di tutto. E poi non voglio che vai in giro a fa la mignotta”.
“Guarda che l’ho fatto solo per levarti dai casini. E poi ricordate che se voglio fa la puttana so cazzi miei”.
“Scricciolo giurame che non lo fai più” io rimasi immobile. Lui a quel punto mi girò e mi guardò dritto in faccia “Giuralo”.
“Lo giuro” risposi io “ma te promettime che non ce penserai mai più a fa una rapina, neanche se stiamo nella merda più totale. Me ne basta uno in galera” mi rimisi sul fianco e Mirco mi strinse ancora più forte. Aveva capito, e le nostre promesse avevano rimesso tutto in ordine, come se quella giornata non fosse mai esistita.
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