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Gay & Bisex

Week end sulla neve (Alberto, Silvio e suo padre)


di FSeed
27.12.2016    |    18.543    |    8 9.6
"Edoardo teneva gli occhi chiusi, il che mi permetteva di osservare il suo corpo nei minimi dettagli..."
Prima delle vacanze di Natale ricevetti una telefonata di Silvio in cui mi diceva che i suoi genitori avevano divorziato. Per quanto entrambi non fossero mai stati molto presenti con lui, la cosa lo aveva scosso parecchio. Per questo motivo il padre di Silvio aveva deciso di organizzare un week end sulla neve, per fare in modo che il figlio si distraesse con i suoi amici. Gli amici in questione fummo io e Alberto, gli unici di cui Silvio importasse davvero qualcosa. Il venerdì di buon ora Silvio venne a prendermi a casa insieme a suo padre, e quando lo vidi rimasi a bocca aperta. Mi aspettavo di vedere un uomo sui cinquant’anni con un po’ di pancia e mezzo pelato, invece il Sig. Edoardo (nome di fantasia) era alto e ben definito, con capelli e barba brizzolata curatissimi all’ultima moda, e un abbigliamento giovanile che lo faceva sembrare un quarantenne. Il viaggio fu tranquillo, con Alberto che raccontava storie e barzellette volgari e Edoardo (non voleva che lo chiamassimo Signore) che ci diceva di tutti i posti che aveva visto nel mondo grazie al suo lavoro. Dopo alcune ore in macchina raggiungemmo la località sciistica. Arrivati a destinazione ci fermammo davanti allo chalet della famiglia di Silvio, e sembrava di essere davanti a quelle case che si vedono solo nei film. La casa era a più piani, con un salotto con un grande caminetto, diverse camere da letto, e al piano seminterrato una bellissima zona Spa. Io e Alberto ci sistemammo in una camera con letto matrimoniale, con una bellissima vista sulle montagne e un bagno privato. Passammo il resto della mattinata sulle piste da sci, ma dato che non ero mai stato un portento negli sport invernali (e neanche in quelli generali) passai la maggior parte della mattinata con Edoardo, che dovendo sbrigare alcune faccende di lavoro al telefono non aveva il tempo per sciare. Parlammo del più e del meno, del fatto che sapesse tutto dell’omosessualità del figlio e che la cosa non gli dava nessun fastidio, e cominciò a raccontarmi dei suoi viaggi e delle sue esperienze di vita. Mi raccontò anche delle sue avventure sessuali, cosa che mi mise un po’ in imbarazzo, e si fece scappare anche che alcune volte era andato anche con dei transessuali. Pranzammo tutti insieme, ma appena finito Edoardo disse che doveva tornare a casa per sbrigare del lavoro, così io Silvio e Alberto tornammo sulle piste. Dopo un’ora cominciai ad essere stanco, così dissi ai ragazzi che sarei tornato a casa. Appena rientrato notai che Edoardo non era in salotto o nelle altre stanze comuni, quindi pensai che fosse in camera sua a lavorare. Mi feci una doccia calda per scaldarmi un po’, e ripensando alla Spa nel seminterrato decisi che avrei trascorso un po’ di tempo li in totale relax. Uscii dalla doccia, mi asciugai e con solo l’asciugamano legato in vita scesi le scale fino all’ultimo piano. La stanza era composta da un disimpegno con poltrone a sdraio in legno e tavolini con candele profumate. Affianco alla sauna era collocata una spaziosa doccia emozionale. Mi avviai verso la sauna ed aperta la porta rimasi sorpreso di trovarvi dentro Edoardo. Era completamente nudo, con solo un piccolo asciugamano posato su una spalla. Rimasi a fissare quel corpo ben definito, con una peluria brizzolata ben distribuita e curata su tutto il corpo, e un cazzo di belle dimensioni a riposo.
“Ciao F. Non ti ho sentito rientrare” disse Edoardo aprendo gli occhi che prima teneva socchiusi.
“Si sono rientrato prima perché sono un po’ stanco”
“Allora un po’ di sauna è quello che ti ci vuole. Siediti qui” e mi indicò il posto vicino al suo. Io mi sedetti ma tenendo un po’ le distanze, perché la vista di tutto quel bene di dio rischiava di provocarmi un’erezione. Edoardo teneva gli occhi chiusi, il che mi permetteva di osservare il suo corpo nei minimi dettagli.
“Ti stai divertendo?” chiese lui.
“Ehm…come?” dissi io tornando alla realtà.
“Intendevo se ti stai divertendo qui con noi” lui teneva ancora gli occhi chiusi.
“Si certo moltissimo. Anzi grazie ancora di tutto”.
“Figurati. Sai Silvio mi parla sempre di te. Praticamente mi racconta sempre tutto, anche le cose che forse un padre non dovrebbe sapere”.
Io rimasi in silenzio. Dio solo sapeva che cavolo gli aveva raccontato Silvio. Sicuro mi aveva sputtanato per bene, raccontando tutto quello che avevamo fatto.
“Quindi tu non sei il suo ragazzo” chiese Edoardo sempre ad occhi chiusi.
“No no” risposi frettolosamente io “siamo solo amici.
“E Alberto? E’ solo un amico anche lui?”.
Io non sapevo cosa dire. Silvio e Alberto ci davano spesso dentro, ma non avevo mai sentito nessuno dei due definirsi una coppia, dato che Alberto aveva una ragazza.
“No non credo” risposi alla fine. Edoardo rimase in silenzio, così trascorremmo alcuni minuti nel silenzio più totale. Stare vicino a Edoardo tutto nudo non mi stava rilassando per niente, anzi, il mio cazzo oramai era bello sveglio sotto l’asciugamano. Proprio mentre osservavo il suo cazzo a riposo Edoardo parlò facendomi sobbalzare.
“Allora che fai? Vuoi continuare solo a guardare o vuoi darti da fare?” teneva ancora gli occhi chiusi con le mani dietro la testa, mettendo in bella mostra il petto villoso. Io ero un po’ titubante, ma alla vista del cazzo che gli diventava barzotto non resistetti. Mi inginocchiai tra le sue gambe e presi in mano il cazzo, che si faceva sempre più duro. Comincia a baciare l’addome, risalendo fino ai capezzoli. Leccai e mordicchiai fino a quando non mi ritrovai il cazzo duro tra le mani. Era davvero bello, scuro e con le vene in evidenza, e con la cappella già un po’ scoperta dal glande. Senza perdere tempo mi misi in bocca tutto il cazzo, facendo fare uno sbuffo di piacere ad Edoardo. Lui mi lasciava condurre il gioco, facendomi alternare succhiate a leccate, scendevo sulle palle per risalire con la lingua e poi riprendere il cazzo tutto in bocca. Andammo avanti così per un bel po’, con Edoardo che rimaneva ad occhi chiusi e si concedeva solo qualche piccolo gemito di piacere. Proprio quando le mie ginocchia non ce la facevano più Edoardo cominciò ad aumentare il ritmo del pompino muovendo il bacino e abbassò le mani per afferrare i bordi della seduta.
“Ci siamo. Sto per venire” io presi le sue mani e le misi sulla mia testa, e capendo le mie intenzioni Edoardo cominciò a spingere, senza però forzarmi troppo. Nel giro di pochi secondi sentii il cazzo irrigidirsi, e tenendolo fermo nella mia bocca Edoardo riversò tutta la sua sborra. Io ingoiai una parte mentre l’altra la feci colare sul mento. Edoardo aprì finalmente gli occhi. Si pulì il cazzo con l’asciugamano che aveva in spalla e poi mi pulì la sborra che avevo sul vico.
“Sei davvero bravo a fare pompini” mi disse con un mezzo sorriso “Mi era capitato di farmelo succhiare da trans e da un uomo, ma devo dire che te li batti tutti”. Io non sapevo che cosa dire così per vincere l’imbarazzo Edoardo si alzò “Meglio che ci diamo una sistemata prima che arrivino i ragazzi” mi fece l’occhiolino e uscì. Io rimasi li ancora per un po’, pensando di aver appena fatto un pompino al padre di Silvio, e non sapevo ancora se essere soddisfatto della cosa oppure no. Per scacciare quel pensiero dalla mente mi fece una bella doccia, e tornando in camera vidi che Silvio e Alberto erano appena tornati.
“Ah eccoti finalmente?” disse Silvio già svestito dalla tuta da sci con solo gli slip addosso “papà è appena uscito a fare qualche spesa e mi ha detto che eri giù nella Spa”. Io avvampai, non sapendo cosa rispondere, ma fortunatamente Alberto uscì dal bagno completamente nudo.
“Ehi eccoti F. Ho scordato il bagnoschiuma” mentre Alberto si chinava sulla borsa Silvio gli salì sulle spalle, cominciando a baciarlo sul collo.
“Che ne dite se ci divertiamo un po’ prima che torna mio padre?” disse Silvio guardandomi. Alberto prese di peso Silvio e lo buttò sul letto, togliendogli gli slip e lasciandolo tutto nudo disteso, poi venne verso di me e mi portò vicino al letto, dove mi tolse l’asciugamano. Ora eravamo tutti e tre nudi, io e Alberto in piedi vicino al letto, e Silvio che ora si era messo con il viso vicino ai nostri cazzi, che cominciò a massaggiare. Appena diventati duri Silvio cominciò a succhiarci uno alla volta, si alternava da un cazzo all’altro, fino a quando non cercò di prenderli tutte e due insieme.
“Mmmmm dai si troietta” diceva Alberto spingendo la testa di Silvio, mentre con l’altra mano mi accarezzava il culo, spostando le dita verso il solco. Silvio succhiava senza sosta, facendo godere entrambi. Mentre ero perso nel godimento Alberto mi fece voltare il viso verso di lui e cominciò a baciarmi. Ci era già successo di baciarci ma questa volta fu diverso, i suoi baci erano più appassionati e meno irruenti del solito. Sentendosi forse un po’ escluso Silvio si alzò e si mise tra di noi, cominciando così un bacio a tre. Le lingue si intrecciavano tra di loro, riempiendo le nostre labbra e il volto di saliva.
“E’ arrivato il momento di fottere” disse Alberto prendendo Silvio e mettendolo a novanta sul letto. Mentre lui cercava i profilattici nella borsa io mi chinai e cominciai a leccare il culo di Silvio, che subito cominciò a godere.
“Oh si F. bravo continua. Preparami al cazzone di Albi” leccavo e riempivo di saliva il buco fino a quando non mi ritrovai vicino il cazzo di Alberto già con il preservativo infilato. “Te occupati della sua boccuccia” disse Alberto sorridendomi. Io mi posizionai davanti a Silvio che prese in bocca tutto il mio cazzo, mentre Alberto cominciava a spingere. Più Alberto lo fotteva e più Silvio succhiava, facendomi godere così tanto che non resistetti più.
“Cazzo ragazzi vengo”.
“No aspetta” disse Alberto “riempiamogli la faccia di sborra”.
“Oh si Albi, bravo riempitemi” disse Silvio scendendo dal letto e inginocchiandosi a terra. Alberto mi afferrò per un fianco e mentre Silvio pompava i nostri cazzi cominciò a baciarmi di nuovo. I suoi baci mi facevano impazzire, con la sua lingua calda che mi lavorava tutta la bocca, e ben presto il godimento prese il sopravvento facendomi esplodere. Schizzai sul volto di Silvio una quantità di sborra che mai avevo fato prima, e Alberto mi seguì subito, imbrattando ancora di più il volto di Silvio. Godemmo così tanto che le nostre bocche rimasero aperte, con le nostre salive che si mischiavano.
“Mio dio ragazzi mi avete proprio conciato male” disse ridendo Silvio mentre leccava la sborra dal suo viso e se la toglieva con le mani. Scoppiammo tutti e tre a ridere e ci sistemammo prima del rientro di Edoardo.
La sera cenammo tutti insieme e dopo mangiato Edoardo ci portò in un locale in una cittadina vicina. Arrivati li ci dividemmo, e io Alberto e Silvio cominciammo a bere, forse un pò troppo. Silvio incontrò una sua amica d’infanzia e lasciò me e Alberto da soli. Non mi era mai capitato di rimane così tanta tempo da solo con Alberto, e l’alcol favorì quest’ultimo ad aprirsi con me. Non sapeva ancora cosa voleva nella vita, se era gay oppure no, se era giusto stare con la sua ragazza o lasciarla. Aveva paura che i suoi compagni di basket sapessero che gli piacevano anche i maschi, ma soprattutto non sapeva se amava Silvio oppure no. Fummo interrotti da Edoardo, che aveva incontrato un suo amico e ce lo presentò. Carlo (nome di fantasia) era anche lui nel giro d’affari di Edoardo, sulla cinquantina, capelli bianchi, occhiali e corpo asciutto, era proprio il ritratto dell’uomo distinto. Fissava me e Alberto con insistenza mentre Edoardo ci parlava, quasi a volerci spogliare con gli occhi. Silvio tornò al nostro tavolo completamente ubriaco, facendo infuriare il padre.
“Possibile che non ti si può lasciare da solo per un attimo? Scusa Carlo ma credo che continueremo la conversazione domani. Andiamo a casa ragazzi”. Il viaggio di ritorno fu imbarazzante, dato che Silvio parlava senza freni di tutto quello che gli passava per la testa, raccontando anche del bagno di sborra ricevuto da me e Alberto. Entrambi eravamo imbarazzati e mortificati, e con la coda dell’occhio vidi Edoardo che ci guardava dallo specchietto retrovisore. Rientrati in casa portammo Silvio a letto, e fortunatamente si addormentò subito, e dando rapidamente la buonanotte ad Edoardo io e Alberto filammo in camera nostra.
“Cazzo che figura di merda” disse Alberto mentre cominciava a spogliarsi “volevo sotterrarmi dalla vergogna”
“A chi lo dici” risposi io. Osservai Alberto mentre si spogliava e per la prima volta lo osservavo per bene. Era alto più di me di almeno venti centimetri, il corpo possente ma non grasso, con gambe toniche e pelose. Anche sul petto stava crescendo un po’ di pelo, e come calò i pantaloni mi accorsi che aveva davvero un bel culo. Vedendolo sempre così grosso e dominante mi dimenticavo sempre che era più piccolo di me.
“Lo odio quando fa così” esplose Alberto “deve sempre fare il cretino e rovinare tutto” si sedette sul letto e mise la testa tra le amni.
“Dai lo sai che non lo fa apposta” dissi io sedendomi vicino a lui “beve perché ha tremila preoccupazioni”.
“Lo so ma…cazzo! Come posso pensare di poter stare con una persona così? Perché non somiglia più a te?” io no sapevo che dire, e mentre pensavo ad una risposta adeguata Alberto mi baciò. Era un bacio come quelli che mi aveva dato quel pomeriggio, carico di passione. Ero ubriaco, quindi i sensi di colpa che dovevano assalirmi mentre baciavo il ragazzo/scopamico di un mio amico non mi assalirono subito. Ci spogliammo entrambi rimanendo nudi e rotolandoci nel letto mentre ci baciavamo.
“No Albi aspetta” dissi io interrompendo i suoi baci che stavano scendendo sul mio collo “Non possiamo fare questo a Silvio.
“Tranquillo” disse lui baciandomi sulle labbra “è da molto che volevo farlo e ne ho parlato con Silvio. Mi ha detto che se voglio provare con altri ragazzi è meglio con te che con uno sconosciuto”.
“Sei sicuro?”.
“Più che sicuro” rispose. Ricominciò a baciarmi, a leccare ogni parte del mio collo, del petto, i capezzoli, fino a quando non arrivò tra le mie gambe. Afferrò il mio cazzò e cominciò a segarlo.
“Non l’ho mai preso in bocca” disse guardandomi.
“Tranquillo. Se non vuoi non devi”.
“Certo che voglio. E’ per questo che ho scelto te” e dicendo così posò le labbra sulla cappella, e piano piano ingoiò tutto il cazzo. Era un po’ impacciato ma delicato, e lo lascia fare tutto quello che voleva. Dopo alcuni minuti cominciò a scendere verso il buco del culo, ed alzandomi le labbra cominciò a leccare e insinuare la lingua all’interno. Mi stava facendo godere da morire, così tanto che lo pregai di fottermi.
Alberto si mise sopra di me e cominciò a strusciare il cazzo sul mio buco. “Se io scopo te tu però dovrai ricambiare” mi disse leccandomi l’orecchio. Io rimasi stupito da quella richiesta.
“Ma sei sicuro?”
“Si” rispose lui guardandomi in faccia “Silvio non vuole incularmi e io voglio sentire cosa si prova. Mi fido di te” così dicendo lo avvicinai a me e lo bacia. Alberto cominciò a giocare con le dita nel mio culo, e appena fu pronto si mise il preservativo e cominciò a fottermi. Il suo cazzo era bello larga e mi procurava un piacere immenso. Dopo un po’ Alberto si fermò di botto e fece uscire il cazzo dal mio culo.
“Se continuo così borro, e non voglio ancora venire” si tolse il preservativo e si mise a novanta sul letto “ora tocca a te”.
Mi misi dietro di lui e cominciai ad accarezzare quel culo sodo, ricoperto da una leggera peluria. Aprii con le mani le natiche, mettendo in bella mostra il buco, che cominciai a leccare. Dopo alcuni minuti Alberto cominciò a gemere.
“Mmmm che bello F. ti prego continua” affondai ancora di più la lingua facendolo gemere. Come vidi che il culo era rilassato mi misi un preservativo e cominciai a spingere la cappella nel buco. Feci molta fatica, e visto che il culo non si rilassava cambiai tecnica.
“Facciamo così. Io mi sdraio sul letto e tu ti impali da solo. Che ne dici?”
“Si forse è meglio” disse Alberto alzandosi. Si posizionò sopra di me, e impugnando il cazzo lo indirizzò sul suo buco. Ci mise un po’ ma tra espressioni di dolore e sospiri riuscì a farlo entrare. Lascia a lui il comando della situazione, e come il suo culo si abituò al cazzo cominciò una lenta cavalcata.
“Fa male?” chiesi io.
“Un po’” disse lui “ma sta già passando” ben presto cominciò ad aumentare il ritmo e così facendo iniziai anche io a muovere il bacino.
“Dio F. che bello” disse Alberto “mi piace…mi piace come mi scopi”. Anche io stavo godendo tantissimo, e preso dall’eccitazione presi il cazzo di Alberto e cominciai a masturbarlo.
“Oh cazzo F. Sto per…oddio si…sborro…sborroooo” i primi schizzi furono così potenti che mi arrivarono in faccia, mentre gli altri mi imbrattarono il petto e il ventre. Stavo per venire anche io ma non staccavo la mano dal cazzo di Alberto, che si divincolava.
“Basta ti prego. Aaaahh mi fai morire”. Io cominciai a fottere ancora più forte.
“Sto per venire” dissi. Alberto si cacciò il cazzo dal culo, tolse il preservativo e cominciò a segarmi fino a quando non venni. Uno, due fiotti gli imbrattarono il culo fino a quando non se lo rificco tutto dentro, riversando tutto il resto nel buco.
“Ma che fai?” dissi io in preda al piacere. Alberto si chinò su di me, mi leccò la sua sborra dal viso e mi baciò.
“Te l’ho detto. Mi fido di te” tirai fuori il cazzo dal suo culo e continuammo a baciarci. Eravamo così stremati che ci addormentammo ancora nudi e sporchi di sborra.


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