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Gay & Bisex

Ragazzo di borgata (Parte I)


di FSeed
13.03.2019    |    24.906    |    13 9.7
"Mi vergognai un po' di quello che avevamo fatto, così mi pulii il meglio possibile con i fazzoletti e mi misi sotto le coperte, facendo finta di dormire..."
Sono Andrea e ho 17 anni. La mia famiglia è un vero casino, come il quartiere in cui vivo. Mio padre è dentro per una rapina a mano armata, mia madre è scappata con un uomo più giovane di lei di dieci anni, e io adesso mi ritrovo profugo a casa di mia zia Anna. Viviamo in un quartiere della periferia della capitale, dove lo spaccio regna sovrano e la buona parte dei ragazzi della mia età già commette piccoli reati. In casa siamo io, mia zia e mio cugino Mirco, mio zio lavora all’estero e torna di rado a casa. La casa è piccola quindi divido non solo la camera, ma anche il letto matrimoniale con Mirco. Lui ha 22 anni e lavora in un bar della zona, fa box ed è un gran bel figo. Capelli scuri rasati sempre di fresco sui lati, occhi scuri e un corpo muscoloso con poca peluria. In casa non ho mai detto di essere gay, ma credo che la cosa sia ben palese a tutti. Sono bassino per la mia età (non arrivo al metro e settanta) magro e quasi zero peli. I miei atteggiamenti non sono proprio da checcha, ma abbastanza femminili da procurarmi dalle medie fino alle superiori dei nomignoli, dove “recchione” era il meno peggio. Mirco è il primo che mi sfotte e mi chiama frocetto, cosa che fa incazzare a bestia mia zia. Se mi trova steso sul letto a pancia sotto mi si butta sopra e finge di fottermi, oppure quando la mattina si alza con il durello me lo indica e mi fa “che sei stato te a farmelo diventà così?”. Oramai ci sono abituato. Riesco a sopportare la cosa anche grazie ai miei amici, tra cui Stefano e Matteo sono i miei migliori amici. Mi sono dichiarato con loro in seconda liceo, e con mia grande sorpresa nessuno dei due ne fu sorpreso, anche se Matteo non la prese bene all’inizio. Dopo una settimana in cui quasi mi ignorò Stefano lo minacciò di pestarlo di brutto se non smetteva di fare il coglione con me. Da quel momento entrambi divennero protettivi nei miei confronti, e un paio di volte quasi fecero a botte con dei tipi che a scuola mi prendevano spesso di mira. Anche se a mio agio con gli amici più stretti e la quasi totale indifferenza della mia famiglia sul mio orientamento sessuale, non avevo mai avuto nessuna esperienza. Avevo scaricato un’app per incontri gay, ma i modi e i soggetti che interagivano con me mi facevano passare solo la voglia di incontrare qualcuno. Avrei voluto incontrare qualcuno come Stefano, carino, affettuoso e protettivo. Ben presto mi resi conto che mi ero preso una mezza cotta per lui. Era alto con gli occhi azzurri e i capelli castani, un corpo perfetto visto le lunghe sessioni di palestra. Sapevo che non sarebbe mai diventato il mio ragazzo, ma tra tutti i miei amici era il più espansivo di tutti, non si vergognava ad abbracciarmi o a dimostrare il suo affetto, anche quando gli altri ci sfottevano chiamandoci i frocetti. Ovviamente non gli mancava la figa. Aveva già scopato con una decina di ragazze, mentre io non avevo neanche baciato mai un ragazzo! Matteo anche non era da meno. Anche se meno bello di Stefano avevo gia avuto le sue esperienze. Entrambi erano convinti che alla mia età era il momento di sbloccarsi, di cominciare a navigare nell’orto dei piselli, come lo chiamava scherzosamente Stefano. Fu per questo motivo che un sabato sera Stefano mi trascinò in un famoso gay bar del centro, pieno di ogni genere di ragazzo. Prendemmo due cocktail e ci sedemmo fuori ad osservare i ragazzi che passavano e a commentare. Molti guardavano Stefano e lui sorrideva a tutti come se volesse provarci con loro. A metà serata avevamo bevuto altri due drink e Stefano cominciava ad accusare il loro effetto.
“Possibile che non ci sta nessuno con cui vorresti limonare?” mi chiese mentre un gruppetto di ragazzi passava davanti a noi.
“No Ste... non lo so. Io non ho mai baciato nessuno. Non so proprio capace” mi vergognavo da morire in quel momento.
“Certo che se non cominci mai proverai” disse lui mentre fissava due ragazzi che ci davano dentro li vicino “A me viene voglia di limonare solo a guardà loro”. Io rimasi stupito e alzando lo sguardo vidi che non smetteva di guardarli. In quel momento si avvicinarono due uomini sulla quarantina, non particolarmente belli, e con le loro birre in mano ci si piazzarono davanti.
“Ciao belli. Possiamo offrirvi da bere?” chiese il più alto dei due. Stefano li guardò per un momento e poi con un “Grazie siamo a posto” tornò a bere il suo cocktail.
“Tranquilli non abbiamo brutte intenzioni” disse l’altro fissandomi “volevamo fare due chiacchiere”.
“Noi veramente volevamo stare un po' da soli” disse Stefano.
“Abbiamo interrotto un appuntamento galante?”
“No. E’ solo che io e il mio ragazzo non accettiamo da bere dagli sconosciuti” dicendo così Stefano mi posò un braccio intorno alle spalle e mi spinse a se. Io, impacciato in quella situazione, non potevo credere che Stefano mi stesse stringendo in quel modo e mi avesse definito il suo ragazzo. Il più basso dei due forse notò il mio imbarazzo ed esclamò “Non sembrate proprio una coppia”.
“Perchè scusa?” chiese Stefano con una punta di sfida nel tono di voce.
“Te non sembri proprio il tipo da stare con un ragazzetto come lui” disse ridendo l’uomo. Si vedeva che erano brilli anche loro. Stefano stava cominciava a scaldarsi e stava per aprire bocca per ribattere prima che lo fermassi bisbigliandogli “Lascia perde dai”.
“Non lascio perde pe niente” mi rispose lui. Mi posò una mano sulla guancia e avvicinando il viso verso di me mi baciò. Io ero rimasto di sasso. Non mi mossi fino a quando non sentii la sua lingua farsi largo tra le mie labbra, ma nello stesso momento in cui le nostre lingue si toccarono lui si ritrasse.
“Vi basta come prova?” chiese Stefano ai due, che con una mezza risatina si allontanarono. “Che stronzi quei due”.
Io rimasi zitto, ancora un po' stordito da quel bacio. Il mio primo bacio. Non potevo crederci che era stato proprio Stefano a darmelo. Dopo poco decidemmo di tornare a casa con il primo notturno disponibile e scendemmo poco distante casa di Stefano visto che avrei dormito da lui. Non parlammo molto durante il tragitto, soprattutto perchè Stefano non si staccò un attimo dal telefono. Arrivati a casa facemmo il più piano possibile per non farci sentire. Stefano non abitava nei palazzoni come me, e la casa era abbastanza grande da poter avere una camera tutta per se con tanto di letto a una piazza e mezza.
“Non è andata male la serata” disse Stefano posando il cellulare e iniziando a spogliarsi “almeno hai dato il primo bacio” sghignazzava come un cretino e gli lancia un’occhiataccia.
“Dai su stavo a giocà. Mica te la sarai presa?”
“No non me la sono presa” risposi io “ma se la smettessi di farmi pesà sempre che sono un ragazzino in queste cose andrebbe meglio”. Non so perchè ero così scocciato, forse l’alcol mi stava dando davvero troppo alla testa. Stefano mi abbraccio da dietro e mi strinse.
“Dai ma io lo faccio per te. Non ti è piaciuto il bacio?”
“Si...però. Non me lo aspettavo” risposi io. Non volevo fargli capire il peso che era stato per me ricevere il primo bacio da lui. “Adesso levati e fai poco il ruffiano” gli dissi liberandomi da lui. Il cellulare di Stefano non aveva smesso di vibrare un attimo per colpa di una serie infinita di messaggi. “Ma si può sapere chi ti manda tutti sti messaggi a quest’ora?”
“Se te lo dico non ci credi” rispose lui leggendo i messaggi “è una tipa di trentacinque anni che ho conosciuto su una chat di incontri. E’ da prima che mi sta scrivendo porcate”. Mi fece vedere il telefono e oltre ai messaggi c’erano anche alcune foto delle sue tette.
“Ma abita qui questa?” chiesi restituendo il cellulare.
“No è di Milano. Ci siamo visti una volta in cam sul computer ed è stata una figata” mentre parlava continuava a messaggiare, così ne approfittai per andare in bagno. Una volta rientrato in camera trovai Stefano senza maglietta davanti al portatile acceso.
“Andre me serve un favore grosso”.
“Dimmi” dissi io, cercando di non soffermarmi troppo a guardare il suo petto e i suoi addominali perfetti.
“Ho raccontato alla tipa che stasera ti ho baciato. Lei si è arrapata e vuole vedere come pomiciamo in cam”. Io lo guardai non capendo se fosse uno scherzo oppure se avevo capito male io perchè troppo brillo.
“Ste ma sei scemo?”
“Dai che ti costa? Te rimedi una bella pomiciata e io mi gusto lei in cam. Ce guadagnamo tutti e due”. Avevo qualche dubbio, ma il cervello annebbiato dall’alcol mi spinse a prendere la palla al balzo. Quando mi sarebbe ricapitata un’occasione del genere? “Ok facciamolo”.
“Daje sei un grande” disse Stefano sistemando il portatile su un piccolo tavolinetto simile a quelli da colazione a letto “levati la maglia che siamo più sexy”. Rimasi a petto nudo e mi sdraiai vicino a lui. Tempo pochi minuti e sullo schermo comparve il busto nudo di una donna, con delle belle tette e una figa completamente depilata. “Baciatevi” scrisse la tipa e senza perdere tempo Stefano mi si buttò addosso e cominciammo a pomiciare. Era bellissimo sentire la sua lingua nella mia bocca, la sua saliva che si mischiava con la mia, ero così eccitato che anche il retrogusto alcolico non mi disturbava. Anche con il volume al minimo sentivamo i gemiti della donna che si toccava in mezzo alle gambe, e la curiosità di vedere meglio portò Stefano a staccarsi da me. “Fatti toccare addosso mentre vi baciate” scrisse la donna. “Dai Andrè toccame” ansimò Stefano mettendomi una mano sul petto, così cominciai ad accarezzargli il petto, i capezzoli, fino a scendere sugli addominali. “Tira fuori il cazzo che io ti tiro fuori una bella sorpresa” la tipa rendeva il gioco sempre più eccitante. Stefano oramai era così eccitato che non perse tempo, sbottonò i pantaloni e ne fece uscire il cazzo con tutte le palle. Era la prima volta che vedevo un cazzo dal vivo. Forse raggiungeva i diciotto centimetri, con qualche vena in rilievo e il glande che ricopriva in parte la cappella. Non diedi nemmeno il tempo alla donna nella cam di dare ordini che afferrai subito il cazzo in mano. Era caldo e duro, e quando abbassai lentamente il prepuzio Stefano fece uno sbuffo di piacere “Oh cazzo Andrè... ma che...” non gli feci finire la frase e ricomincia a baciarlo. Non volevo che si tirasse indietro proprio ora. La donna intanto aveva tirato fuori un vibratore che aveva fatto sparire nella sua fica. Stefano girò lo sguardo verso lo schermo e io continuai a baciargli il collo, per risalire con la lingua fin dietro all’orecchio, mentre la mia mano non smetteva di segarlo. Non mi accorsi che la tipa aveva scritto di nuovo fino a quando Stefano mi disse “Cazzo Andrè. Vuole che me lo prendi in bocca” io lo guardai negli occhi e vidi che era combattuto tra il desiderio del pompino e l’ostacolo che era la nostra amicizia. “Sta tranquillo Stefanì” gli diedi un piccolo bacio a stampo prima di scendere verso il basso e prendere in bocca il suo cazzo. Mi piacque subito, il sapore, la consistenza, non ci misi molto a capire il meccanismo e a farmelo scivolare per bene in bocca. “Porca troia Andrè” sospirò Stefano inarcando il bacino e mettendomi una mano sulla testa “bravo così”. Nel frattempo la tipa in cam aveva aggiunto al vibratore un bel dildo grosso, che portò alla bocca imitando il pompino che io stavo facendo. Volevo gustarmi per bene il mio primo cazzo, e forse Stefano consapevole anche della mia poca esperienza non forzava la mano, ma accompagnava la mia testa con gentilezza. Dopo alcuni minuti cominciai ad aumentare il ritmo, facendo su e giù con la testa sempre più rapidamente. “Bono Andrè...così me fai sborrà” bisbigliò Stefano staccando lo sguardo dallo schermo “Andrè...sborro...levate che sto a venì...cazzo Andrè” me lo tolsi di bocca e Stefano lo tenne fermo alla base mentre il primo schizzo mi colpì sulle labbra, il secondo sul mento, al terzo riaprii la bocca e ricominciai a succhiare. “Ooohh cazzo si...cazzo godooo” mi tenne la testa ferma con le mani mentre gli ultimi schizzi mi riempivano la bocca. Sullo schermo la donna ansimava e avvicinando la cam mostrò la sua vagina colante. In tutta risposta io mostrai la lingua piena di sborra che feci sparire poi tutta giù in gola. Stefano reggeva ancora il suo cazzo bello dritto e lucido, mentre la tipa ci ringraziava per lo spettacolo. Chiusa la connessione rimanemmo soli noi due, un po impacciati con il cazzo ancora barzotto di Stefano in bella vista e il mio viso con sopra i segni della sborrata. “Io vado a ripulirmi” disse Stefano alzandosi “se vuoi qua ho dei fazzoletti di carta. Intanto ti dai una pulita” portò il pc spento sulla scrivania e uscì. Soltanto in quel momento mi resi conto che forse avevamo superato il limite. Mi vergognai un po' di quello che avevamo fatto, così mi pulii il meglio possibile con i fazzoletti e mi misi sotto le coperte, facendo finta di dormire mentre Stefano si stendeva vicino a me.
La mattina dopo ci alzammo molto tardi. I genitori di Stefano erano usciti per delle commissioni quindi ci ritrovammo faccia a faccia al tavolo della colazione. Il silenzio era opprimente e fu Stefano a romperlo per primo.
“Senti Andrè. Non me va che quello che abbiamo fatto ieri sera rovini la nostra amicizia. Ho fatto male a chiederti de fa quella cam”.
“Guarda che non m’hai costretto” dissi io “l’ho fatto perchè mi andava. E tranquillo, non è che adesso mi innamoro di te perchè m’hai fatto assaggia il cazzo”. Lui mi guardò in faccia e scoppiammo tutte e due a ridere.
“Certo che sei proprio stronzo! Io mi scuso e te me prendi per il culo?” mi lanciò addosso una zolletta di zucchero che evitai all’ultimo “Comunque a parte gli scherzi. Sicuro che va tutto bene?”
“Si Ste tranquillo. Amici come prima” sapevo che una piccola parte di me mentiva. Mi ero goduto quel momento e avrei voluto che si ripetesse ancora. Ma quella mattina ci avevo pensato molto, ed ero arrivato alla conclusione che non sarebbe mai più successo, e che quindi non potevo farmi troppe illusioni. Il telefono di Stefano squillò e il vocione di Matteo dall’altra parte mise fine a quella storia.
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