Racconti Erotici > Gay & Bisex > Il matrimonio
Gay & Bisex

Il matrimonio


di FSeed
17.06.2018    |    23.258    |    7 9.5
"Ripresi parte della mia lucidità appena in tempo per essere quasi spinto dentro da Filippo, che come chiuse la porta mi si fiondò addosso..."
Le persone che si sposano in estate hanno davvero qualcosa che non va. Specialmente se il matrimonio è nella calda Sicilia. E’ questo quello che pensai quando ricevemmo l’invito al matrimonio di una cara amica di mia madre. Non potei usare la scusa della sessione estiva, dato che il matrimonio era i primi di Agosto, quindi fui costretto a partire anche io. Arrivati a Palermo prendemmo un taxi fino al paesino di Marta, l’amica di mia madrea. Era un piccolo borgo con case antiche una attaccata all’altra, e proprio una di quelle divenne la nostra casa per quei giorni. Era una tipica casa di quelle con una sola stanza su ogni piano. A me toccò una cameretta ricavata nel sottotetto, con una porta che dava su un piccolo terrazzino. Uscendo mi accorsi che le case confinanti avevano il terrazzo come il mio, divise da una ringhiera arrugginita. Proprio in quel momento una coppia di bambini uscì gridando sul terrazzo, seguiti da una donna un pò rotondetta. Ci salutammo, e scambiando qualche parola scoprii che si trovavano li per le vacanze estive. L’idea di avere le urla dei bambini tutto il giorno nelle orecchie non era proprio esaltante.
Passammo al giornata in giro per il paese, e ovviamente ne approfittai per aprire le mie app per scovare qualche bel ragazzo nei dintorni. La zona non offriva niente di interessante, a parte gli over 60 e i ragazzi più belli che ovviamente erano tutti a Palermo. Un solo profilo era a meno di 300 m, ma totalmente anonimo. Lascia perdere la mia ricerca e mi rassegnai a passare quei quattro giorni senza assaporare la minchia del luogo. La notte il caldo non mi faceva dormire, soprattutto in quello sgabuzzino che mi avevano rifilato come camera. Anche se dormivo solo in slip ero madito di sudore, così uscii sul terrazzo per prendere un pò di fresco. Tutto intorno si vedevano le luci del paese, ma intorno a casa la maggior parte delle abitazioni erano vuote o abbandonate. Dopo alcuni minuti sentii una voce provenire dalla casa accanto, si rivolgeva a qualcuno in tono spazientito. Da una porta finestra identica a quella della mia camera uscì un uomo, avrà avuto più di quarant’anni, brizzolato e con un paio di occhiali in bilico sulla punta del naso. Indossava solo un paio di slip bianchi, mettendo in mostra un fisico abbronzato con una leggera peluria che scendeva su una leggera pancetta.
“Scusami se ti abbiamo svegliato” disse quando mi vide “ma non ce la faccio più a dormire in quattro in un letto. Sono tre notti che non dormo”
“Nessun problema” replicai io “ero sveglio per colpa del caldo non per la tua sfuriata”. Lui abbozzò un sorriso e mi offri una sigaretta, che rifiutai. Ci presentammo, lui si chiamava Roberto. Mi chiese chi ero, perchè non mi aveva mai visto in paese, così gli spiegai del matrimonio. Cominciammo a parlare, e non so come ma Roberto cominciò a sfogarsi parlandomi di tutti i suoi problemi: lavoro di merda, i figli che non facevano altro che urlare e fare capricci, e la moglie, con cui non scopava da quasi un mese e una collega che si scopava a lavora ma che adesso era via per la maternità.
“Non credo di essere mai stato così a lungo senza svuotarmi” disse. La sua sfacciataggine era impressionante, anche se parlava con un estraneo appena conosciuto. Si toccò un attimo il pacco e notai che era bello gonfio.
“Si vede” dissi io. Lui abbassò gli occhi e poi si mise a ridere “Te invece? Giovane come sei scoperai come un riccio”
Non so per quale motivo, ma la tranquillità con cui diceva le cose mi spinse a dare la risposta più spontanea, senza nascondermi “Veramente ultimamente più che scopare mi sono fatto fottere”. Lui alzò gli occhi e con naturalezza disse “A ognuno il suo. Non vedo cosa ci sia di male” spinto dalla sua risposta osai fargli una proposta.
“Io è da un pò che non faccio sesso, e anche te credo che stai al limite. Ti piacerebbe farti svuotare?” usai apposta le sue stesse parole. Roberto rimase in silenzio a guardare il panorama, poi si girò e venne verso la ringhiera divisoria “Non so se potrebbe funzionare, io non mi sono mai fatto toccare da un uomo” mi avvicinai anche io e, mettendo una mano tra le sbarre della ringhiera appoggia la mano sul suo pacco. “Possiamo sempre provare”. Lui non si tirò indietro, ma si guardò intorno per controllare che non venisse nessuno.
“Ok prova, ma non ti assicuro niente” disse lui appoggiando le mani sulla balaustra. Comincia a massaggiare il pacco da sopra la stoffa candida degli slip, con movimenti lenti e rotatori. Non sapevo bene se quell’uomo mi piacesse oppure no, ma sicuro il suo atteggiamento e i suoi modi mi avevano eccitato. Quando chiuse gli occhi e cominciò a rilassarsi davvero mi venne una voglia matto di baciarlo “Posso baciarti il collo?” gli chiesi. Non volevo farlo scappare con un bacio improvviso sulla bocca. “Si perchè no...ma non salire troppo” rispose sorridendo. Cominciai a baciargli l’incavo del collo, poi l’orecchio che mordicchia un pò. Dopo alcuni minuti sentii che il cazzo aveva preso forma indurendosi sotto la stoffa. Lui aprì gli occhi e guardò in basso. “A quanto pare ci sei riuscito. Mi hai fatto eccitare”. Abbassai l’elastico degli slip e lascia fuori il suo cazzo, nella media ma bello largo, e soprattutto durissimo. Senza perdere tempo lo feci passare attraverso le sbarre, e inginocchiandomi lo presi in bocca.
“Oh porca...” esclamò lui senza fiato “proprio così è”. Cominciai a succhiare e a prenderne il più possibile in bocca. Le palle erano belle gonfie e piene, così cominciai a massaggiarle mentre continuavo il pompino.
“Si bravo....vai così” gemette Roberto. Mi mise le mani sulla testa e cominciò a spingere piano. Le guance toccavano appena le sbarre della ringhiera, sembrava quasi un gloryhole ma senza buco. Andammo avanti così per alcuni minuti, ma avendo paura che qualcuno ci scoprisse (anche se alcune piante in vaso ci davano una certa copertura) comincia ad aumentare il ritmo del pompino. Roberto cominciò ad ansimare sempre di più, fino a quando non mi spinse la testa così forte che le guance si insinuarono quasi tutte nelle sbarre. “Cazzo ci sono....ecco che vengo”. Sembrava non finire mai, la bocca mi si riempì di calda e densa sborra, ma dopo il quinto schizzo non riuscii più a ingoiarla o trattenerla, cosi chè i restanti sei schizzi uscirono fuori dalla mia bocca colando sul mento. “Cavolo è stato fantastico. Un pompino con i fiocchi” disse Roberto rimettendosi il cazzo ancora semi duro nelle mutande. “Ora è meglio se rientrammo. Grazie mille” disse Roberta facendomi l’occhietto. “Grazie a te” dissi io. Rientrai in camera con il cazzo ancora duro. Mi sedetti davanti la porta finestra, presi con le mani la sborra che avevo ancora sul mento e la usai per lubrificarmi il cazzo. Ero così eccitato che non ci misi molto a venire.
Il pomeriggio del giorno dopo ci preparammo e ci recammo in chiesa per il marimonio. Dopo aver accompagnato la sposa dalla sua casa fino in chiesa (con un caldo fuori dal comune) fu un sollievo entrare tra le navate fresche dell’edificio. Rimasi di stucco quando vidi lo sposo sull’altare. Mi aspettavo un uomo sulla cinquantina, dell’età della sposa, ma al suo posto c’era un ragazzo di una trentina di anni bello come il sole. La cerimonia sembrava infinita, e quando uscimmo tutti fuori alla fine mi accorsi che molti degli invitati erano ragazzi dell’età dello sposo. Mia madre mi disse che lui giocava a calcio in una squadra di bassa categoria, quindi molti dei suoi amici erano calciatori. Una gioia per i miei occhi. Il ristorante era collocato fuori dal paese, in mezzo ad una distesa di ulivi. Per un problema di posti capitai in un tavolo distante dai miei genitori, ma con mia grande sorpresa era un tavolo degli amici dello sposo. Non potevo crederci. Ci presentammo uno ad uno, ma come il mio solito resettai tutti i nomi nel giro di pochi secondi. Era il tavolo più chiassoso di tutta la sala, e il vino che scorreva a fiumi incrementava gli schiamazzi. Parlammo del più e del meno, sopratutto di calcio (di cui io non sapevo molto) e di figa. Tutto quel testosterone mi mise un pò in imbarazzo rendendomi poco partecipe alla conversazione. Forse il ragazzo di fianco a me se ne accorse, e mandò a quel paese un suo amico che continuava a chiedermi quante tipe avessi avuto “Scusalo da parte mia. Ma è già ubriaco” io mi girai e mi accorsi che era davvero carino. Occhi chiari, capello scuro con doppio taglio, la camicia un pò aperta rivelava una peluria leggerissima su due pettorali ben scolpiti. “Io sono Filippo” si presentò di nuovo. Io ricambia la presentazione, ma rimasi imbambolato dal suo sorriso. Era stupendo. “Hai una faccia conosciuta...sei qualche cugino dello sposo?” Risposi di no, che venivo da fuori da parte della sposa. La conversazione fu più tranquilla con Filippo, e anche io come gli altri comincia a bere qualche bicchiere di vino in più. Come da tradizione la cena fu lunghissima. All’una di notte dovevamo ancora arrivare alla frutta e ai dolci. Nelle mie pause in bagno avevo aperto ogni tanto le mie app per scovare qualche ragazzo (tutti quei maschi mi avevano fatto venire strane voglie) ma l’unico nelle vicinanze era il cuoco del ristorante, un uomo di cinquant’anni così grasso che faceva paura. Finalmente alle due passate uscimmo nel giardino per la torta. Tutto il vino che avevo bevuto mi aveva annebbiato un pò la vista e barcollavo un pò, ma per non dare nell’occhio mi addossai ad una parete, vicino ad un grande paravento che nascondeva un’entrata di servizio. Dalla folla di ospiti vidi Filippo che si avvicinava verso di me, con due calici di prosecco.
“Non puoi non brindare agli sposi” disse lui. Cominciava a cedere anche lui a fumi dell’alcol, e lo dimostrò il fatto che scolò il suo calice in un colpo solo. Posò il bicchiere vuoto su un tavolo vuoto vicino e mi bisbigliò all’orecchio “Adesso mi ricordo dove ti ho visto. Qualche ora fa non stavi su una certa app...” io rimasi di sasso. Allora era lui il profilo anonimo. Lui alzò lo sguardo e mi sorrise “Stai tranquillo...sono sotto copertura” così dicendo mi spinse di lato dietro al paravento, mi mise contro il muro e ci baciammo. Fu bellissimo. I suoi baci erano intensi e pieni di passione. Non potevo credere che stavo baciando un figo come lui. Filippo fece scivolare le mani dietro la mia schiena fino a scendere verso i glutei, che strinse forte. Io affondai le mani tra i suoi capelli, e scesi fino al petto lasciato scoperto dalla camicia un pò aperta. La sua lingua nella mia bocca mi faceva impazzire, e come si staccò per baciarmi sul collo parlai. “Fermo Filippo. E’ da pazzi fa ste cose qui”.
“Lo so” rispose lui “ma ho troppa voglia. Senti qua” mi mise la mano tra le sue gambe e sentii il cazzo durissimo. Un botto assordante ci fece trasalire, e il cielo si illuminò con fuochi d’artificio. Qualcuno chiamava a gran voce Filippo. “Vai che ti cercano. Io esco tra qualche minuto” lui mi prese la testa tra le amni, mi baciò e andò via. Poco dopo uscii allo scoperto, e mi unii ai ragazzi che riempivano una pista da ballo. La serata era oramai in mano ai giovani, e quando i miei genitori mi chiamarono per andare via Filippo fu subito accanto a me. “Non vi preoccupare Signori” disse rivolto ai miei genitori “il ristorante è di mio padre. I ragazzi rimangono tutti a dormire qui. Se per voi va bene può restare anche vostro figlio, lo riportiamo noi domani in paese”. I miei non erano molto convinti, ma grazie all’intervento degli sposi, che convinsero mia madre, potei rimanere. Ballammo tutta la notte. Quando Filippo non era importunato da qualche ragazza che ci provava, o dai suoi amici petulanti, mi si avvicinava e cercava un contatto fisico: sfiorarmi le dita, accostarsi ai miei fianchi. Stavo impazzendo; più lo vedevo e più lo desideravo. Erano quasi l’alba quando il dj smise di suonare e tutti ci dirigemmo verso le nostre camere. L’alcol e la musica mi avevano un pò disorientato. Ricordo solo il braccio di Filippo intorno alla vita che mi aiutava a salire le scale. Arrivati sul pianerottolo ci fermammo davanti la porta di una camera, e mentre Filippo apriva la serratura mi dietro un colpo di lingua dietro l’orecchio. Fu come una scarica elettrica. Ripresi parte della mia lucidità appena in tempo per essere quasi spinto dentro da Filippo, che come chiuse la porta mi si fiondò addosso. Era tutto un movimento convulso tra le nostre bocche col le lingue che andavano ovunque, e le nostre mani che cercavano di togliere i vestiti il più in fretta possibile. Ci ritrovammo nudi e finalmente potei osservarlo bene: fisico ben definito, pettorali e addominali da sballo, e alcuni tatuaggi sulle cosce a rendere il tutto ancora più eccitante. Ci spostammo sul letto e mi fiondai tra le sue gambe. Aveva un bel cazzo, bello grosso e con il pelo ben accorciato. Cominciai un pompino da manuale, fino a quando Filippo non spinse la testa più in giù e, divaricando le gambe, non mi offrì il cubo del culo da leccare. Più leccavo e mi facevo largo con la mia lingua, più Filippo gemeva e si mordeva le labbra. Dopo svariati minuti mi prese il viso, mi fece alzare e mi baciò. Fui sorpreso quando mi disse “Scopami” forse lui lesse la sorpresa sul mio volto, perchè rise e si alzò dal letto. Trafficò con i suoi pantaloni e tornò con due preservativi. Si sdraiò di nuovo davanti a me, offrendomi il suo culo a gambe aperte, e una volta messo il preservativo sul mio cazzo mi disse di nuovo “Scopami”. All’inizio fui impacciato, ma con l’aiuto di Filippo il mio cazzo fu presto tutto dentro di lui. Comincia a spingere piano, con le mani premute sul materasso e il viso vicino al suo. Filippo iniziò a baciarmi, e come iniziai a spingere più velocemente mise le sue gambe intorno al mio corpo. Era davvero bellissimo, così eccitante che non durai molto. “Cazzo” dissi una volta venuto. Filippo avvertì il mio disappunto e mi sussurrò “Tranquillo. Ora tocca a me”. Cambiammo posizione, questa volta io disteso e lui con la testa tra le mie gambe. Leccava e inumidiva il mio buco quasi se lo volesse mangiare. Una volta pronto si mise il preservativo e cominciò a spingere. I primi colpi furono lenti e delicati, con le labbra di Filippo che mi baciavano la fronte, le palpebre, e poi le labbra. Quando l’eccitazione era oramai alle stelle Filippo mi scopava davvero forte, provocandomi prima un pò di dolore, ma che ben presto divenne piacere. Cambiammo posizione, lui seduto e io sopra di lui. Andammo avanti così per un po, baciandoci e accarezzandoci, fino a quando Filippo non sospiro “Sto per venire”. Mi alzai di botto, tolsi il profilattico e mi misi in bocca il cazzo di Filippo, che stava ancora in ginocchio. La sua mano sulla mia testa dava il ritmo al pompino, fino a quando Filippo non reclinò la testa all’indietro, e con un colpo di reni ben assestato non scaricò tutto il suo sperma nella sua bocca. Neanche il tempo di ingoiare tutto che Filippo mi baciò, e le nostre lingue si impastarono del suo sperma. Ci addormentammo abbracciati sul letto, nudi e sudati. La mattina dopo facemmo la doccia insieme, accompagnata da un bel pompino ciascuno. I giorni seguenti li passammo insieme, tra il mare con gli altri ragazzi, baci rubati nei posti più appartati e nottate di sesso a casa di Filippo. Quando partii mi sentivo malissimo. Era la prima volta che entravo così in sintonia con qualcuno da sentirne la mancanza prima ancora di andar via. Ci scambiammo i numeri con la promessa di rivederci il prima possibile
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il matrimonio:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni