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Passione a Ibiza - Capitolo 3


di Membro VIP di Annunci69.it giorgal73
12.05.2025    |    3.990    |    2 9.6
"Poi si vedrà dove ci porta la corrente! Il mio nickname giorgal73 vale per tutte le piattaforme di comunicazione..."
-- Gaia --

La mattina dopo, mentre mi preparavo per la gita a Playa d'en Bossa, sentivo i nervi danzarmi sotto la pelle. Indossai un bikini bianco, quasi trasparente, che aderiva al mio corpo come una seconda pelle, e un pareo leggero che ondeggiava al vento. Alessio mi guardava con quel suo sorriso da predatore, sapendo esattamente cosa mi passava per la testa. Ero un fascio di emozioni: eccitazione per ciò che poteva accadere, paura di perdere il controllo, e un desiderio pulsante che non riuscivo a ignorare.
Diego ci aspettava al molo, dove aveva noleggiato una piccola barca. Era ancora più bello da vicino: alto, con muscoli definiti che si tendevano sotto la pelle abbronzata, un tatuaggio tribale che gli correva sul braccio.
Mi salutò con un bacio sulla guancia, il suo profumo di mare e colonia che mi fece girare la testa.

"Hola, Gaia," disse, la voce profonda e vellutata. "Sei ancora più bella dio ieri." Arrossii, il calore che mi saliva al viso mentre Alessio ci osservava, divertito, caricando una borsa frigo sulla barca.

Il viaggio verso Playa d'en Bossa fu breve, ma ogni secondo era carico di tensione. Diego si sedette accanto a me, le sue gambe sfioravano le mie, un contatto casuale che mi faceva rabbrividire. Ogni tanto mi lanciava occhiate, i suoi occhi scuri sembravano scavarmi dentro, e io mi chiedevo cosa vedesse: una ragazza timida o una donna pronta a lasciarsi andare? Alessio, al timone, fingeva di concentrarsi sulla guida, ma lo conoscevo troppo bene: stava assaporando ogni momento, orchestrando il gioco che stavamo per giocare.

Quando arrivammo, attraccammo in una caletta isolata, lontana dalla folla che animava Playa d'en Bossa. La spiaggia era un sogno: sabbia dorata fine come seta, acqua turchese che scintillava sotto il sole, e un’aria salmastra che mi riempiva i polmoni. Le palme oscillavano nella brezza leggera, e il rumore delle onde era una melodia ipnotica. Stendemmo i teli sotto l’ombra di una roccia, e Diego tirò fuori una bottiglia di cava dalla borsa frigo.

"Brindiamo," disse, versando il vino frizzante nei bicchieri. "A nuovi amici e nuove esperienze." Il liquido dorato mi pizzicò la lingua, sciogliendo un po’ della tensione che mi stringeva lo stomaco.

Parlammo e ridemmo, l’atmosfera che si faceva più leggera con ogni sorso. Diego era affascinante, il suo accento spagnolo mi accarezzava e Alessio giocava il suo ruolo alla perfezione, stuzzicandoci entrambi con battute e sguardi. Ma sotto la superficie, la tensione cresceva. A un certo punto, mentre Alessio armeggiava con la borsa frigo, Diego si chinò verso di me, il suo respiro caldo sul mio orecchio.

"Ti ho vista ieri," sussurrò. "Dietro le rocce. Eri... incredibile." Il cuore mi saltò in gola, un’ondata di calore mi invase. "Davvero?" riuscii a dire, la voce tremante. "Sì," rispose, sfiorandomi la mano. "E voglio vederti così da vicino."

Prima che potessi replicare, Alessio tornò, sedendosi tra noi con un sorriso che diceva tutto. "Che ne dite di un bagno tutti nudi, come mamma ci ha fatto?" propose, ma nei suoi occhi c’era una promessa più oscura e peccaminosa.

Il tempo sembrò fermarsi. Sentii il sangue pulsarmi nelle vene mentre guardavo prima Diego, poi Alessio. Qualcosa di primordiale si stava risvegliando dentro di me.

"Perché no?" risposi con una voce che non sembrava la mia, più audace, più sicura. “Sono curiosa di vedere chi di voi due ha il cazzo più grande e magari, anche chi lo sa usare meglio!”

Diego rise, un suono basso e sensuale che mi fece fremere. "Una sfida interessante," disse, alzandosi con un movimento fluido. Iniziò a slacciarsi i pantaloncini da bagno con una lentezza deliberata, i suoi occhi scuri fissi nei miei.

Alessio mi lanciò uno sguardo complice, quel sorriso che conoscevo così bene, quello che significava che stava per superare ogni limite. Si sfilò la maglietta, rivelando il petto scolpito che conoscevo così intimamente.

"Vediamo se mia sorella sa giudicare bene," disse con voce roca, abbassando il costume.

Il mio respiro si fermò. Eccoli lì, entrambi nudi davanti a me, due corpi magnifici illuminati dal sole di Ibiza. Diego era più grande, più spesso, con una vena prominente che pulsava lungo tutta la lunghezza. Alessio era leggermente più lungo, più elegante nella sua forma. Entrambi già semi-eretti, e il pensiero che fosse per me mi fece bagnare.

"E tu?" mi sfidò Diego, un sopracciglio alzato. "È giusto che anche noi possiamo... valutare."

Mi alzai lentamente, il cuore martellava così forte che temevo potessero sentirlo. Con dita tremanti, slacciai il nodo del pareo, lasciandolo cadere sulla sabbia calda. Il bikini bianco era l'unica barriera tra me e loro, sottile come un segreto sussurrato.

"Su, non essere timida, vogliamo vedere tutto," mormorò Alessio, gli occhi scuri di desiderio.

Con un respiro profondo, mi sfilai il top. I miei seni, piccoli ma sodi, si liberarono al sole cocente, i capezzoli già turgidi per l'eccitazione. Sentii gli sguardi di entrambi come carezze sulla pelle. Poi, con un movimento fluido, mi abbassai anche la parte inferiore del bikini, rivelando il mio corpo completamente nudo.

Diego emise un suono gutturale di apprezzamento. "Dios mío, eres hermosa."

Mi sentivo potente e vulnerabile allo stesso tempo, in piedi tra due uomini che mi desideravano. L'aria tra noi vibrava di tensione erotica.

Alessio si avvicinò per primo, la sua mano che mi sfiorava il fianco. "Sei pronta ?" sussurrò al mio orecchio.

"Sì," risposi, la voce rotta dal desiderio. "Sono pronta a tutto."

"L'acqua ci aspetta," mormorò Diego, le sue labbra pericolosamente vicine al mio collo.

Camminammo verso il mare, tre corpi nudi sulla sabbia deserta, il sole ci baciava la pelle. L'acqua turchese mi accarezzò le caviglie, fresca contro la mia pelle rovente. Avanzai più in profondità, lasciando che le onde mi lambissero le cosce, poi il ventre, infine i seni. L'acqua sembrava amplificare ogni sensazione, ogni nervo del mio corpo era all'erta.

Alessio mi raggiunse per primo, circondandomi da dietro. Le sue mani scivolarono sul mio ventre, risalendo lentamente fino ai miei seni. Li accarezzò con familiarità, sapendo esattamente come toccarmi. Sentii la sua eccitazione premere contro il mio culo, mentre le sue labbra trovavano un punto sensibile tra il collo e la spalla che mi fece quasi svenire dal piacere. Chiusi gli occhi, abbandonandomi alla sensazione.
Diego non rimase a guardare. Si avvicinò frontalmente, l'acqua gli arrivava alla vita, il suo cazzo completamente eretto ora visibile attraverso il velo dell'acqua cristallina chiamava, anzi, mi reclamava. Mi guardò negli occhi, chiedendo un permesso silenzioso che gli concessi con un lieve cenno del capo.
Le sue mani si posarono sui miei fianchi, mentre quelle di Alessio continuavano a massaggiarmi i seni. Ero intrappolata tra loro, avvolta in un abbraccio di carne e desiderio che mi toglieva il respiro. Diego si chinò e catturò le mie labbra in un bacio profondo, diverso da quello di mio fratello, più esigente, più selvaggio. La sua lingua esplorò la mia bocca mentre le sue mani scivolavano sotto l'acqua, trovando la mia figa che si dischiuse al suo tocco.

"Dio," gemetti quando le sue dita iniziarono a muoversi con maestria.

"Ti piace, sorellina?" sussurrò Alessio al mio orecchio, mordendomi delicatamente il lobo. "Ti piace essere toccata da entrambi?"

"Sì..." ansimavo, il piacere che mi travolgeva come le onde del mare. Le dita impazienti di Diego danzavano tra le mie gambe, torturando il punto più sensibile del mio corpo che mi faceva tremare, mentre Alessio continuava a stuzzicare i miei capezzoli, pizzicandoli leggermente.
L'acqua amplificava ogni sensazione, facendomi sentire come se stessi fluttuando. Diego ne approfittò per donare la sua lingua alla mia bocca, iniziò una danza con la mia in un ritmo che rispecchiava il movimento delle sue dita. Sentivo l'erezione di Alessio premere contro di me, pulsante e calda nonostante l'acqua fresca.

"Torniamo sulla spiaggia," mormorò Diego, la voce roca di desiderio. "Voglio assaggiarti completamente."

Ci muovemmo insieme verso la riva, l'acqua scivolava dai nostri corpi. La sabbia era calda sotto i miei piedi, un contrasto sensuale con la pelle bagnata. Diego stese il suo telo più grande, invitandomi a sdraiarmi. Obbedii, il cuore mi batteva così forte che temevo potessero sentirlo, un mix di adrenalina e piacere che mi faceva tremare.

"Rilassati," sussurrò Alessio contro la mia bocca, "lasciati andare."

Diego si chinò tra le mie cosce, la sua lingua iniziò ad accarezzarmi con una maestria che mi strappò un gemito. Alessio, mi baciava il collo e poi scese sui seni, mordicchiando i capezzoli fino a farmi inarcare la schiena. Era troppo, il calore del sole, il rumore delle onde, le loro mani e bocche su di me e allo stesso tempo non abbastanza. Non avevo mai provato nulla di simile, un piacere così intenso da farmi quasi paura.
Poi Alessio mi fece cambiare posizione. Mi fece mettere a 4 zampe, sollevandomi i fianchi, e mi penetrò con una lentezza che mi fece impazzire, mentre Diego, riposizionandosi riprese a leccarmi, il suo ritmo che si sincronizzava con quello di Alessio era una tortura goduriosa. Mi sentivo piena, travolta, desiderata in un modo che mi mandava in estasi. I nostri gemiti si mescolavano al suono del mare, i loro corpi si muovevano con il mio in una danza perfetta. Diego si mise in ginocchio, offrendomi il suo cazzo duro e maestoso, e io lo presi in bocca, assaporando il suo gusto salato mentre Alessio accelerava, con le sue mani serrate che mi stringevano i fianchi.
La sensazione era indescrivibile, Alessio che mi riempiva da dietro, spingendosi sempre più profondamente, mentre io accoglievo Diego nella mia bocca, la sua mano tra i miei capelli che guidava delicatamente il ritmo. Era come se ogni nervo del mio corpo fosse stato acceso contemporaneamente, elettrizzato da questa doppia penetrazione che non aveva nulla di innocente.

"Così brava," mormorò Diego, la voce rotta dal piacere mentre io lo prendevo più a fondo. "Fammi vedere quanto ti piace il cazzo, troia!"

Alessio aumentò l'intensità delle sue spinte, ogni movimento mi spingeva più vicina all'abisso. Sentivo il suo respiro irregolare, sapevo che stava lottando per trattenersi.

"Gaia," ansimò mio fratello, "sei così bagnata, così stretta...La tua figa mi sta stritolando! Cazzo, quanto ti piace essere scopata da due uomini, sei porcellina insaziabile!"

Mi sentivo potente e vulnerabile allo stesso tempo, intrappolata in questo triangolo di carne e desiderio. I loro corpi mi circondavano, mi possedevano, mi veneravano. Era tutto così proibito, così intenso che non riuscivo a pensare ad altro che al piacere che mi travolgeva in ondate sempre più forti.

Diego si allontanò dalla mia bocca, un filo di saliva ancora ci univa. “Voglio scoparti anche io,” disse, gli occhi scuri come la notte di Ibiza. "Voglio sentirti gridare mentre ti prendiamo entrambi."

Alessio rallentò le sue spinte, permettendomi di rispondere. Il mio corpo tremava di anticipazione, di paura, di un desiderio così profondo che mi toglieva il respiro.

"No, solo Alessio mi può scopare “, la voce rotta dall'eccitazione. "Ti farò godere solo con la mia bocca."

"Come vuoi tu, bellissima," Diego rispose con un sorriso a seimila denti, accarezzandomi il viso.

"La tua bocca è già un paradiso."

Alessio rise dietro di me, le sue mani che mi stringevano più forte i fianchi. "Gaia è la principessa dei pompini," disse, rallentando le spinte per prolungare il piacere. "Ed è sempre golosa di sperma."

Mi sentii avvampare per quelle parole, un calore che non era solo vergogna, ma anche orgoglio perverso. Diego si posizionò nuovamente davanti a me, il suo cazzo pulsante a pochi centimetri dalle mie labbra. Lo presi tra le mani, sentendolo fremere al mio tocco.

"Guardami mentre lo fai," mi ordinò Diego, la sua voce roca di desiderio.

Alzai gli occhi, incontrai il suo sguardo infuocato mentre lo accoglievo nuovamente in bocca. Alessio scelse quel momento per riprendere il ritmo, spingendosi in me con forza rinnovata. Ogni sua spinta mi spingeva più a fondo verso Diego, creando un ritmo perfetto che ci univa tutti e tre.
Non riuscivo a prenderlo tutto in bocca. La cappella gonfia era come un frutto maturo, troppo grande per la mia gola. Usai la lingua per massaggiare la parte inferiore, sentendo pulsare la vena prominente contro il mio palato. Le mie guance si incavavano ad ogni succhiata, mentre le mani stringevano la base, torcendosi leggermente in un movimento che sapevo avrebbe intensificato il suo piacere.
Alessio aumentò il ritmo dietro di me, i suoi colpi profondi mi spingevano in avanti. Sentivo il suo respiro farsi più pesante, segno che stava per venire. Le sue dita affondarono nella carne morbida dei miei fianchi, lasciando segni che avrei portato con orgoglio nei giorni successivi.

"Sei una cazzo di dea," mormorò Diego, accarezzandomi i capelli mentre continuavo a succhiarlo. "Una diosa del placer."

Sentii l'orgasmo costruirsi dentro di me, una tempesta che cresceva con ogni spinta di Alessio. Era diverso dagli altri, più intenso, più selvaggio, alimentato dall'eccitazione di essere presa da mio fratello mentre soddisfacevo un altro uomo. La trasgressione rendeva tutto più acuto, più vivido.

"Sto per sborrare," annunciò Alessio, la voce era rotta dal piacere.

“Non venirmi dentro, voglio la tua sborra e quella di Diego in bocca.”

"I tuoi desideri sono un ordine per me" ansimò Alessio, rallentando le spinte ma mantenendo il ritmo profondo che mi faceva tremare.

Diego emise un gemito gutturale, le sue mani affondarono nei miei capelli. "Cazzo, non resisterò ancora a lungo con questa bocca divina."

Mi staccai da Diego, ansimante, le labbra lucide e gonfie. "Venite insieme," sussurrai, la voce roca dal desiderio. "Voglio assaggiarvi entrambi."

Alessio si sfilò da me con un movimento fluido, lasciandomi improvvisamente vuota e pulsante. Mi girai, mettendomi in ginocchio sulla sabbia calda, di fronte a loro. I loro corpi magnifici, lucidi di sudore e acqua di mare, si stagliavano contro il cielo azzurro di Ibiza. Le loro erezioni puntavano verso di me, turgide e impazienti.

Presi un cazzo in ciascuna mano, massaggiandoli con movimenti sincronizzati mentre li guardavo negli occhi. La mia mano destra conosceva alla perfezione il ritmo che faceva impazzire Alessio; con la sinistra imparai rapidamente cosa piaceva a Diego, guidata dai suoi gemiti e dalle sue espressioni di piacere. Il mio respiro era affannoso, l'eccitazione mi bruciava dentro mentre la mia mano libera scendeva tra le mie gambe, trovando quel punto gonfio e pulsante che implorava attenzione.

"Vi voglio entrambi in bocca," mormorai, gli occhi socchiusi per il piacere. "Voglio sentire il vostro sapore mischiarsi sulla mia lingua."

Li avvicinai, le loro erezioni che quasi si toccavano davanti al mio viso. Alternavo la bocca dall'uno all'altro, assaporando le loro differenze: Alessio più familiare, con quel retrogusto che conoscevo così bene; Diego più salato, esotico, nuovo.

"Sto per venire," ansimò Diego, il suo accento spagnolo più marcato nell'eccitazione.

"Anch'io," grugnì Alessio, i muscoli tesi nello sforzo di trattenersi.

“Bene prendete voi i vostri cazzi in mano e fatemi bere.”

Diego e Alessio obbedirono immediatamente, i loro pugni stretti attorno ai membri pulsanti, muovendosi con frenesia mentre io, inginocchiata davanti a loro, mi masturbavo con intensità crescente. I loro respiri affannosi si mischiavano al suono delle onde, creando una sinfonia erotica che mi faceva tremare.

"Apri la bocca," ordinò Alessio, la voce rotta dall'eccitazione.

Obbedii, spalancando le labbra, la lingua distesa in attesa. I miei occhi passavano dall'uno all'altro, godendomi lo spettacolo dei loro corpi tesi, i muscoli contratti, le espressioni contorte dal piacere imminente.

Diego fu il primo a cedere. Con un gemito profondo, il suo corpo si inarcò mentre fiotti caldi e densi di sperma schizzavano sulla mia lingua e sulle mie labbra. Il sapore salato e leggermente amaro mi inebriò, facendomi gemere mentre acceleravo i movimenti delle dita tra le mie gambe.

"Cazzo, sì," ringhiò Alessio, guardandomi mentre accoglievo il seme di Diego. Pochi secondi dopo, anche lui raggiunse l'apice.

Accelerai i movimenti della mano tra le mie gambe, sentendo l'orgasmo costruirsi dentro di me come un'onda di marea. I loro respiri si facevano più pesanti, sincronizzati in un ritmo primordiale che ci univa in quell'istante perfetto. La vista dei loro corpi tesi, i muscoli definiti che brillavano sotto il sole di Ibiza, e il sapore dei loro umori mescolati sulla mia lingua furono troppo da sopportare.
L'orgasmo mi travolse con una forza devastante, facendomi tremare dalle dita dei piedi fino alla punta dei capelli. Gemetti forte, senza preoccuparmi che qualcuno potesse sentirmi in quella caletta isolata. Il piacere si irradiò dal mio centro in onde concentriche, facendomi tremare incontrollabilmente mentre continuavo a leccare i resti del loro piacere dalle mie labbra.
Mi lasciai cadere sulla sabbia, il respiro affannoso, il corpo ancora scosso da piccoli fremiti di piacere. Alessio e Diego si sdraiarono ai miei lati, formando un triangolo di corpi esausti e soddisfatti. Per alcuni minuti nessuno parlò, l'unico suono era quello delle nostre respirazioni che lentamente tornavano normali e delle onde che si infrangevano dolcemente sulla riva.

"Sei incredibile," mormorò Diego, accarezzandomi il fianco con delicatezza. "Una vera puta."

Alessio ridacchiò, un suono familiare che mi fece sorridere. "Te l'avevo detto che era speciale," disse a Diego, scambiando con lui uno sguardo complice.

---Così non vi perdete gli altri capitoli---

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https://www.annunci69.it/racconti-erotici/incesto/Passione-a-Ibiza-Capitolo-2_158014.html

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Il mio amico(utente di A69) che rimarrà sconosciuto a voi, visto che desidera rimanere anonimo mi ha chiesto di scrivere una nuova storia incentrata sulla relazione che ha con la sorella. Mi ha raccontato brevemente di una loro vacanza ad Ibiza e io ho iniziato a tessere una ragnatela di immagini e situazioni che sono diventate alla fine un romanzo. Troppo lungo per essere rinchiuso in una sola storia. Quindi ho deciso di pubblicare ogni settimana 3 capitoli per rendere la lettura più piacevole e scorrevole. Vi ricordo che esistono altre due storie con Alessio e Gaia: Un gioco Proibito e il Segreto di Alessio e Gaia. Ho impiegato quasi un mese a scrivere questa storia e spero che vi possa piacere e soprattutto eccitare. Se poi riceverò tanti commenti positivi e tante letture, come normalmente accade, trasformerò questa storia in un romanzo vero e proprio che verrà pubblicato. Dimenticavo di dirvi che tutto quello che leggerete è tutto frutto della mia fantasia, che ha attinto a qualche mia esperienza reale del passato. Spero possa piacervi ed eccitarvi così tanto da scrivermi e propormi un’avventura tra di noi …
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Eccoci qua: tocca a voi decidere se sono un genio incompreso o solo un tizio che si illude di saper scrivere. Dai, un votino non me lo potete negare, non siate tirchi! E se vi va, buttate lì un commento: anche uno di quelli che strappa una risata, che male non fa.

Scrivo queste storie perché mi piace farvi viaggiare con la fantasia, ma, lo ammetto, anche per mettermi un po’ in vetrina. Sono tipo un venditore di sogni proibiti, di quelli che piazzano la bancarella all’angolo della strada. E sì, ho un debole per le donne, non lo nego, ma non ho un “tipo” fisso. Mi piace variare, sperimentare, buttarmi nel caos delle possibilità.

Se vi va di entrare nel mio club di fan (o meglio, di complici), fatevi avanti. Chissà, magari insieme possiamo inventare , o vivere, ancora meglio, una storia ancora più folle. Io sono un maestro della pubblicità subliminale, mi vendo tra le righe, ma il modo migliore per capirmi è conoscermi di persona. Poi si vedrà dove ci porta la corrente!

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