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Il Segreto di Alessio e Gaia


di Membro VIP di Annunci69.it giorgal73
28.04.2025    |    24.762    |    4 9.9
"Quando finalmente Gaia si solleva, il mio sperma inizia a colare lentamente lungo le sue cosce..."
Mi sveglio con la luce del mattino che filtra attraverso le tende, illuminando il salotto dove io e Gaia ci siamo addormentati dopo la nostra notte proibita. Siamo ancora abbracciati, mezzi nudi, i nostri corpi intrecciati sotto un lenzuolo leggero. Sento il calore di mia sorella contro di me, e la mia erezione mattutina spinge contro il lenzuolo creando una montagna, impossibile da ignorare.
Gaia apre gli occhi e nota subito il mio stato. Un sorrisetto malizioso le attraversa il viso mentre allunga una mano sotto il lenzuolo, afferrandomi il membro turgido. Comincia a masturbarlo lentamente, guardandomi dritto negli occhi.

“Buongiorno,” sussurra, mordendosi il labbro e aumentando il ritmo.

Gemo piano, scivolando una mano tra le sue cosce. La trovo già bagnata e le infilo un dito dentro, poi un altro, sentendola stringere attorno a me.

“Così mi fai impazzire,” ansimo mentre lei mi pompa più forte.

“Dove sono i preservativi?” chiedo, la voce roca.

“Non servono,” risponde Gaia, spingendosi contro le mie dita. “Sono nel periodo sicuro, e voglio sentirti... tutto.”

Resto senza fiato. L’idea di prenderla senza barriere mi fa pulsare ancora di più nella sua mano. “Sei sicura?” chiedo, anche se il mio corpo già brama di sì.

Invece di rispondere, mi zittisce con un bacio, premendo il bacino contro di me. La sua lingua calda e umida si intreccia con la mia, e ogni pensiero razionale svanisce. Si mette a cavalcioni sopra di me, mirando il glande teso della mia erezione. Con una spinta decisa si impala fino in fondo e chiude gli occhi per l'intensità del piacere. La sensazione è meravigliosa, la mia cappella entra lentamente, facendosi strada nella sua vagina stretta e calda. Afferro i suoi fianchi, guidando i suoi movimenti mentre lei salta su e giù, la pelle che sfrega contro i miei peli pubici.

"Oh Dio, Gaia..." esplodo senza controllo quando la vedo torcersi e spremere i suoi capezzoli duri.

È una furia sopra di me, il suo corpo si muove selvaggio e libero. Sento che non resisterò ancora per molto. Con uno scatto mi metto seduto e la stringo forte contro il mio petto, affondando dentro di lei da questa nuova angolazione.

"Godo!" grida Gaia al culmine dell'orgasmo, stringendo le gambe attorno a me.

Vengo subito dopo con uno spasmo violento, svuotandomi dentro di lei e riempiendola del mio calore. Restiamo avvinghiati, i corpi sudati e sfiniti, respirando all'unisono. Il mio pene continua a pulsare dentro di lei, godendo del calore e dei piccoli spasmi della sua vagina. Quando finalmente Gaia si solleva, il mio sperma inizia a colare lentamente lungo le sue cosce.

“Cazzo, solo a guardarti mi diventa duro nuovamente, sei pazzesca,” mormoro, ipnotizzato da quella vista. Sorride, raccogliendo un po’ del mio sperma con le dita. Con uno sguardo provocante, le porta alla bocca e le lecca.

“E tu sei delizioso,” sussurra.

Il desiderio mi travolge di nuovo. La afferro per la nuca e la bacio profondamente, assaporando il nostro gusto mescolato. Poi lei mi spinge via, esausta ma felice, e mi sdraio accanto a lei, riprendendo fiato. Un tepore ci avvolge, la tensione svanita.
Gli occhi di Gaia trovano i miei. “Stanotte ci ho pensato,” dice, la voce carica di desiderio. “Voglio continuare. Ma deve restare il nostro segreto.”
Il cuore mi batte forte. “Va benissimo,” rispondo, tremando di eccitazione. Mi chino su di lei, baciandola con fame, e la mia mano scivola tra le sue cosce, trovandola di nuovo bagnata. Con foga, ricomincio a masturbarla, le dita rapide e sicure. Lei geme, inarcandosi, e io tormento il suo clitoride col pollice.

“Ancora,” sussurra, aprendosi a me. “Non fermarti.” Continuo, osservando ogni sua reazione. Le mie dita scivolano dentro e fuori, lubrificate dai nostri umori.

“Ti piace così?” chiedo, curvandole per colpire quel punto speciale che sono sicuro la faccia impazzire.

"Sì… cazzo, sì," ansima, aggrappandosi a me.

Le pizzico un capezzolo con l’altra mano, e lei grida, travolta da un altro orgasmo. Il suo corpo trema sotto le mie dita, e io prolungo il suo piacere finché non mi implora di fermarmi.

“Sei incredibile,” dico, leccandomi le dita. Restiamo lì, ansimando, finché non guardo l’orologio.

“Merda, è tardi!” esclamo. “Abbiamo il pranzo dalla zia fra un’ora.”

Gaia ride e salta su. “Forza, muoviti!” dice, correndo in bagno. Ci laviamo in fretta, resistendo alla tentazione di toccarci. Io metto shorts e maglietta, lei esce con una gonna cortissima e un top scollato che mi fa quasi perdere la testa. Vorrei prenderla lì, ma il telefono squilla: è mamma che conferma l’orario.
Usciamo, e prima di andare faccio una sosta in farmacia. Torno con una scatola di preservativi in tasca. Gaia, al telefono con mamma, mi sorride complice.
Il pranzo dalla zia è una tortura. Parenti ovunque, noi seduti uno di fronte all’altra, fingendo normalità. Ma i nostri sguardi si incrociano, e sotto il tavolo lei accavalla le gambe, mostrando un po’ di pizzo. Io mi agito, tentando di nascondere l’erezione.
Dopo il dolce, Gaia mi chiama in cucina con la scusa dell’acqua. Appena soli, si preme contro di me.

“Non ce la faccio più,” sussurra. “Ti voglio.”

La spingo contro il bancone, sollevandole la gonna. Trovo il suo perizoma bagnato e non resisto alla tentazione. La penetro con un'urgenza che ci lascia entrambi senza fiato. È rischioso, eccitante, proibito. Dobbiamo morderci le labbra per non fare rumore mentre i parenti chiacchierano a pochi metri da noi. Con una mano le copro la bocca, sentendola gemere contro il palmo mentre la scopo con furia controllata. L'adrenalina rende tutto più intenso, e veniamo quasi contemporaneamente, i nostri corpi che tremano per lo sforzo di mantenere il silenzio. Il mio cazzo è una bomba pronta ad esplodere e dopo un paio di spinte potenti, lo tiro fuori per eiaculare sul suo ventre, ma lei mi attira verso di se e rientro dentro. Sento il mio seme pulsare dentro di lei mentre i suoi muscoli interni mi stringono, prolungando il mio orgasmo. Ci baciamo ferocemente per soffocare i gemiti, consapevoli del pericolo di essere scoperti.

"Sei pazzo," mormora Gaia quando finalmente ci stacchiamo, sistemandosi velocemente la gonna. "Potevano entrare in qualsiasi momento."

"Sei stata tu a iniziare," rispondo con un sorriso, sistemandomi i pantaloni. "E poi, ammettiamolo, il rischio lo rende ancora più eccitante."

Torniamo in salotto con le guance rosse e i respiri affannosi, portando una brocca d'acqua come alibi. Nessuno sembra accorgersi di nulla, ma ogni volta che incontro lo sguardo di Gaia durante il resto del pranzo, vedo nei suoi occhi il ricordo di quello che abbiamo appena fatto.

"Tutto bene, Gaia? Sembri accaldata," chiede zia Maria con sguardo preoccupato.

"Sì, sì," risponde mia sorella con disinvoltura. "Fa solo un po' caldo oggi."

Io nascondo un sorriso dietro il bicchiere d'acqua, godendomi il suo imbarazzo e la complicità che ci lega. Il resto del pranzo sembra durare un'eternità, con le conversazioni che ci scivolano addosso mentre i nostri pensieri sono altrove, intrappolati in quella cucina pochi minuti prima.

Tornati a casa nel tardo pomeriggio, ci lasciamo cadere sul divano, esausti ma ancora carichi di quella tensione erotica che sembra non abbandonarci mai.

"Dobbiamo stare più attenti," dico, passandomi una mano tra i capelli. "Se qualcuno ci scopre..."

"Non succederà," mi interrompe Gaia, posandomi una mano sul petto. I suoi occhi brillano di desiderio e determinazione.
"Siamo bravi a fingere. E poi, non voglio smettere. Tu?"

Scuoto la testa, incapace di mentire. "No, non voglio smettere. Ma dobbiamo stabilire delle regole. Tipo, non farlo in posti dove possono beccarci."

Gaia ride, un suono che mi fa vibrare dentro. "Ok, niente cucine di zie. Ma qui a casa? Siamo liberi."

"Completamente liberi," sussurro, attirandola a me.

Le sue labbra sono morbide contro le mie, e in un attimo siamo di nuovo uno sull'altro, le mani che vagano frenetiche sui nostri corpi. Questa volta è diverso, più lento, più consapevole. Le sollevo la maglietta e mi perdo nell'osservare il suo corpo perfetto. I suoi seni sembrano fatti apposta per le mie mani.

"Voglio assaggiarti," sussurro, facendola sdraiare sul divano.
Mi posiziono tra le sue gambe, sollevandole delicatamente la gonna. Il suo perizoma è ancora umido, una testimonianza di quanto accaduto in cucina. Lo scosto con le dita e affondo il viso tra le sue cosce.

Gaia geme al primo contatto della mia lingua sul suo clitoride. Le sue mani si infilano tra i miei capelli, guidandomi dove vuole essere toccata. Il suo sapore è intossicante, un mix del suo nettare e delle tracce del mio seme rimasto dentro di lei. Questa consapevolezza mi eccita ancora di più.

"Alessio... cazzo," ansima mentre la mia lingua esplora ogni piega, ogni recesso del suo sesso. Le sollevo leggermente i fianchi per avere un accesso migliore e la sento tremare quando raggiungo un punto particolarmente sensibile che la fa sciogliere.

Inserisco due dita dentro di lei mentre continuo a lavorare con la lingua, sentendo i suoi muscoli contrarsi attorno a me. La sua respirazione si fa più veloce, più irregolare, e so che è vicina.

"Non fermarti," mi implora, spingendo il bacino contro il mio viso. "Ti prego, non fermarti. Mi stai facendo godere come una troietta in calore!"

Intensifico i movimenti della lingua, alternando pressione e velocità finché non la sento irrigidirsi sotto di me. Un gemito lungo e profondo le sfugge dalle labbra mentre l'orgasmo la travolge, facendola tremare dalla testa ai piedi. Continuo a leccarla dolcemente, accompagnandola attraverso le onde del piacere finché non mi tira i capelli, troppo sensibile per sopportare altro.

"Vieni qui," mi dice, tirandomi su per baciarmi. Assapora se stessa sulle mie labbra.

“Sei stato bravo! Ora direi di tornare un po’alla normalità e andare a dormire.

Sento un leggero senso di delusione. "Dormire? Davvero?" chiedo, guardandola con desiderio. Il mio membro è ancora duro come il marmo.
Gaia ride, notando la mia espressione frustrata. "Povero fratellino," dice con voce maliziosa. Si alza dal divano e mi tende la mano.

"Ho detto dormire, non ho specificato dove e soprattutto non ho detto da solo."


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Sono stato contattato da un utente che desidera rimanere anonimo di questo portale tramite Tele-gr-am. Affascinato dai miei racconti mi ha chiesto di raccontare con le mie parole la sua storia. Mi ha fornito un breve racconto sul rapporto tra lui e sua sorella. All’epoca avevano vent’anni; oggi, a distanza di vent’anni, i ricordi sono ancora vividi, e non solo quelli. Il loro legame, intimo e complesso, è intriso di emozioni profonde. Questo è il secondo racconto, a livello temporale si svolge alla mattina successiva rispetto agli eventi narrati nel racconto “Un Gioco Proibito”
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Eccoci qua: tocca a voi decidere se sono un genio incompreso o solo un tizio che si illude di saper scrivere. Dai, un votino non me lo potete negare, non siate tirchi! E se vi va, buttate lì un commento: anche uno di quelli che strappa una risata, che male non fa.

Scrivo queste storie perché mi piace farvi viaggiare con la fantasia, ma, lo ammetto, anche per mettermi un po’ in vetrina. Sono tipo un venditore di sogni proibiti, di quelli che piazzano la bancarella all’angolo della strada. E sì, ho un debole per le donne, non lo nego, ma non ho un “tipo” fisso. Mi piace variare, sperimentare, buttarmi nel caos delle possibilità.

Se vi va di entrare nel mio club di fan (o meglio, di complici), fatevi avanti. Chissà, magari insieme possiamo inventare , o vivere, ancora meglio, una storia ancora più folle. Io sono un maestro della pubblicità subliminale, mi vendo tra le righe, ma il modo migliore per capirmi è conoscermi di persona. Poi si vedrà dove ci porta la corrente!

Potete contattarmi qui su A69 o su Te. le. gr. am, stesso nick: giorgal73. Proposte, idee, commenti, o magari un invito a una serata o un club per scrivere insieme il prossimo capitolo – sono tutto orecchi. P.S.: se preferite la vecchia cara email, parte con giorgal73, poi la chiocciolina, e chiude con gmail.com. Facile, no?
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