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pelle nera (3)


di no_name
07.09.2007    |    17.004    |    1 7.5
"Lucie si mise dietro di me, e, in ginocchio pure lei, infilò una mano tra le mie cosce per toccarmi le palle da dietro, mentre con la lingua mi leccava il..."
“Sentite ragazze: mi è venuta in mente una cosa. Il mio cane deve mangiare anche lui poverino. Me n’ero dimenticato. Volete venire a fare un giro fino a casa mia che così vi faccio vedere dove abito? Però vi chiedo di non spaventarvi perché la casa è in disordine: me l’ha lasciata una mia zia che non abitava più lì da un po’ di tempo, io mi sono trasferito e adesso la sto rimettendo a posto… cosa ne dite?”
Risposero di sì, contente della proposta. Finimmo di mangiare, mettemmo a posto tutto quanto, ci facemmo una doccia e poi via, in macchina, verso casa mia.
Loro si erano vestite “da domenica”, con due abiti molto carini che probabilmente avevano portato dall’Africa. Avevo Lucie di fianco mentre Annette era seduta di dietro. Mentre guidavo toccavo le cosce di Lucie e Annette mi carezzava i capelli.
Arrivammo a casa dopo poco: il cane fece una festa inusitata. Gli diedi da mangiare e andai a cambiarmi, mentre Lucie e Annette perlustravano la casa.
“Ti aiuteremo a metterla a posto.”
“Voi da oggi non siete più solo le mie donne … siete i miei due amori.”
Sorrisero, tutte e due felici. Ci abbracciammo e ci baciammo a lungo, mentre i nostri sensi si risvegliavano ancora una volta.
Staccandomi, dissi loro:
“Ragazze: oggi però è domenica e non si lavora. Conosco un posto qui vicino con un laghetto, dove si puì stare al sole e fare il bagno. Volete andare a passare qualche ora lì?”
“Siiiii …” esclamarono le due.
Preparammo qualcosa da mangiare da portare con noi, una bottiglia di vino bianco da mettere al fresco, degli asciugamani da stendere sul prato e poi, in macchina, partimmo. Il posto distava pochi minuti. Una volta arrivati posteggiai la macchina sotto un albero e proseguimmo a piedi per l’ultimo pezzo di strada. Il posto era magnifico: uno specchio d’acqua circondato dalla vegetazione, nascosto agli occhi di tutti che avevo trovato per caso, girovagando qualche settimana mentre facevo fare un giro al mio cane.
“Se volete potete spogliarvi ragazze. Qui non viene mai nessuno. Ci possiamo mettere in libertà.”
“Ci aiuti tu Paolo?” Disse Lucie strizzando l’occhio ad Annette.
“Da chi comincio” Chiesi?
“Da me … sono io che ho chiesto” E venne vicino a me. Lucie era proprio splendida, e Annette non era da meno. Le presi il vestito da sotto e glielo alzai. Lei alzò le braccia per farselo sfilare del tutto, restando solo con le mutandine. Allora feci cenno ad Annette di avvicinarsi per togliere il suo vestito, che aveva una cerniera sulla schiena. Una volta aperta quella e scostate le spalline, anche lei rimase solo con le mutandine. Che spettacolo! Le attirai tutte e due a me abbracciandole e baciandole. Loro mi avevano fatto passare le mani dietro la schiena e mi stringevano. Infilando le mani sotto le mutandine le feci scendere simultaneamente, scoprendo i loro sessi, quelle due foreste che ormai cominciavo a conoscere bene. Toccai le loro due patatine. Erano ancora bagnate e pronte, per l’ennesima volta, a ricevere il mio palo di carne dura.
“Adesso tocca a voi ragazze…”
Indossavo solo una maglietta e un paio di pantaloncini. Mi tolsero prima la maglietta carezzandomi il petto, poi scesero a togliere i pantaloncini. Il mio cazzo, finalmente liberato, svettava come un pennone. Annette si inginocchiò e cominciò a leccarmi la cappella, roteando la lingua e facendomi sentire il calore delle sue labbra. Lucie si mise dietro di me, e, in ginocchio pure lei, infilò una mano tra le mie cosce per toccarmi le palle da dietro, mentre con la lingua mi leccava il buco del culo.
Io mugolavo di piacere.
“Ragazze … così non duro molto …. Mi fate venire …. Noooo …. Non ancora … voglio scoparvi le fighe … alzatevi, venite con me.”
Le misi a pecorina tutte e due, passando ora di qua ora di là. Il cazzo entrava in quelle fighe incandescenti senza fatica. Le feci venire tutte e due, poi dissi loro che volevo sborrare nelle loro bocche mettendomi sdraiato sul prato. Cominciò una leccata a due lingue, mentre la mano di una mi segava l’asta e la mano dell’altra mi massaggiava i coglioni. Durai poco perché ero già eccitato al massimo. Sborrai sui loro volti mentre loro due bevevano tutto quello che si poteva, ripulendomi il cazzo. Poi si dedicarono alle loro facce, ripulendosele con la lingua fino a che non rimase più nessuna traccia. Io le guardavo estasiato. Subito dopo ripreso a leccarmi per farmi tornare duro l’arnese, che sottoposto a quel trattamento rinvigorì in men che non si dica e di nuovo, iniziarono a turno a l’una a cavalcarmi mentre l’altra si faceva leccare la figa sistemandola proprio sopra la mia bocca. Vennero più volte, con la lingua e col cazzo, mentre io duravo a lungo a causa dei tanti orgasmi. Alla fine, mentre Annette mi riempiva la faccia di umori, sputai le poche gocce di sborra che mi erano rimaste dentro la figa di Lucie, che le accolse con un altro orgasmo.
“Adesso possiamo riposare un po’…” disse Lucie “Tu ci distruggi …”
Ridendo dissi “Sono io che distruggo voi o siete voi che distruggete me? I miei coglioni sono completamente vuoti … devo fare rifornimento …”
“Mi scappa la pipì” disse Annette …
Si scostò un poco e si accucciò con le gambe bene aperte, facendo i suoi bisogni senza inibizioni. Lucie la imitò subito e anche a me venne lo stesso stimolo, così mi alzai e cominciai ad annaffiare il prato, a destra e sinistra. Non finivo più. Le due ragazze corsero verso l’acqua tuffandosi nel laghetto e io le rincorsi raggiungendole. Facemmo il bagno tra palpate di culi e di tette, io con due mani in pianta stabile attaccate al mio cazzo. Ci divertivamo come dei bambini. Poi andamo a stenderci al sole per asciugarci. Mentre Annette e Lucie parlavano tra di loro, io mi appisolai. Quando mi svegliai avevo fame. Prendemmo il cibo che avevamo portato e cominciammo a mangiare.
“Sentite ragazze” esordii “sapete, non voglio separarmi da voi. Ieri e oggi era festa, ma domani è di nuovo lunedì e io voglio andare avanti con i miei lavori. Forse mi prenderete per pazzo, ma vorrei tanto che veniste a casa mia. Sempre che la confusione che c’è non vi spaventi … cosa ne dite?
Praticamente mi buttarono le braccia al collo e cominciarono a baciarmi.
“siiii …” diceva una “siiii …” faceva eco l’altra
“Però ricordate che mi avete promesso di aiutarmi, ok”
“Certo” rispose Annette seria “però io devo anche lavorare … se no niente soldi …”
“Non so nemmeno che lavoro fai Annette…”
“Ho trovato un lavoro qui in campagna … è duro, ma è la sola cosa possibile”
“A che ora ti alzi?”
“Alle cinque … prestissimo”
Sapevo già che Lucie faceva la baysitter per il piccolo mostriciattolo.
“A che ora arriva il mostriciattolo Lucie?
“Alle otto.”
Rispose lei.
“Ok … allora siamo d’accordo. Domani mattina andremo tu e io a prenderlo a casa tua e poi trtoneremo da me … da noi, volevo dire. E adesso bisogna festeggiare … o no?”
Dissi strizzando l’occhio. Capirono subito quello che volevo dire. Si avvicinarono e iniziarono a toccarmi. Il mio cazzo stava riprendendo consistenza. Le fermai.
“No … prima voglio fare io una cosa a voi due.”
Le feci stendere e inizai a leccare alternativamente le loro bellissime fighe. Un po’ di qua un po’ di là e dove non stavo con la bocca continuavo con il dito. Gemevano, mugolavano, si contorcevano e allungavano le mani sulle loro tette. Io ero troppo occupato più in basso per arrivare fino ai piani superiori. Venne prima Lucie, e mentre veniva mi teneva la testa piantata contro la sua figa. Mi dedicai allora ad Annette, che venne pure lei finendo di bagnare la mia faccia, ormai completamente fradicia.
“Ora tocca a voi ragazze…”
Pareva che il loro sport preferito fosse quello di calvalcarmi, l’una, mentre l’altra si faceva leccare mettendosi sulla mia faccia, per scambiarsi ogni tanto i ruoli. Nemmeno nei miei sogni più audaci avevo mai immaginato di essere scopato così selvaggiamente da due bellezze nere, e invece questo succedeva davvero.
“Leccatemi il cazzo … voglio sborrarvi in bocca … voglio che bevete tutto…”
Si misero all’unisono a leccarmi. Una dava due colpi e poi cedeva il passo all’altra. Lucie era più brava, ma anche Annette ci sapeva fare.
“Leccatemi le palle … mmmhhh … mmmmmmmhhhh”
E Annette si diresse subito lì. Io inarcavo la schiena, e lei ne approfittò per leccarmi il buco del culo. Un attimo dopo, quando era bene insalivato, appoggiò il suo dito e lo fece entrare, adagio adagio, fino in fondo. Il contatto all’esterno con le labbra di Lucie e all’interno con il dito di Annette.
“Vengo… vengooooo …. Bevi …. Bevi tutto … siii …. Mmmmmhhhh”
E sborrai di nuovo nella bocca di Lucie. Non so da dove veniva tutta quella sborra, dopo tutte quelle scopate, ma era una quantità.
Annette, che voleva berne anche lei, si mise sotto la testa di Lucie, che aveva ancora tutta la sborra in bocca e aprì la sua al massimo. Allora Lucie gliene fece scendere nella bocca della un po’, che l’altra raccoglieva sulla lingua. Poi si baciarono mescolando la mia sborra alla loro saliva.



Questo è solo l’inizio della storia…

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