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Mario: il mio amante 2 (dicarino)


di cuckold211
15.11.2014    |    5.069    |    3 9.6
"Avevamo percorso non più di un centinaio di metri, allorché chiesi a Mario di fermarsi, perché non mi sentivo bene..."
Malgrado i piaceri che godevo in casa, ad opera della mia maestra di sesso e vizio, continuavo la mia relazione bisessuale con Mario. Con lui si era aperto un romanzo dalle infinite sfumature: incontri gay, sesso di gruppo di soli uomini, poi - l'ho già raccontato - l'ingresso in un mondo etero e bisessuale di gran livello, quindi... l'eccitazione di andare a cercarseli... i cazzi. Si, andare a cercarseli i cazzi e, spesso, fermarsi in posti precisi, con particolari atteggiamenti, ad aspettare di essere avvicinati... come prostitute.
Immaginate, per un attimo, quale potesse essere la sensazione di essere... scelti e goduti, appena al riparo della macchina parcheggiata in un determinato posto?... Di chinarsi e dare ad un bel cazzo il culo fremente; sentirselo penetrato nell'intimità più assoluta, violato ed alla ricerca del massimo piacere, riempito alla fine, con dolci fremiti, di bollente sborra? Girarsi, prenderlo in bocca, fradicio di piacere e succhiarlo con avidità per carpirne il sapore, fino a lasciarlo asciutto?... Momenti di assoluta indescrivibilità... sensazioni che ti prendono e si godono, talvolta inconsapevoli, tant'è il languore che ti assale in simili momenti, in simili stati d'animo.
...Ne ho vissuti tanti... e tanto era il piacere nel darmi in qualunque modo a chi mi volesse. D'altronde, avevo un mentore che si adoperava in tutti i modi perché io mi dessi a tutti, dico a tutti i cazzi che mi volessero. E tutti li facevo godere... tanto. Il mio corpo, la mia bocca, il mio culo, le cosce... costituivano l'altare dell'amore sul quale mi si godeva senza alcuna remora.
Per me era la prima volta attendere la mezzanotte fuori casa, l'ultimo dell'anno, ospite di amici di Mario, dopo la rituale cena in famiglia. Egli passò a prendermi e, nel salutarci sull'uscio di casa, mia madre ci raccomandò di stare attenti e, rivolta all'amico, in tono ammiccante, gli chiese di adoperarsi affinché "non mi si facesse far male...".
Ella, dunque, aveva mangiato la foglia? Si era fatta un'idea di come avremmo trascorso la notte?....
Fui condotto in una casa piena di giovani, di uomini di età media... forse il più grande non superava i 40/45 anni.
L'immediata impressione che ne ebbi fu che mi trovavo tra gente di bell'aspetto, ben vestiti, educati, qualcuno affabile addirittura. Insomma un bell'ambiente ed una bella compagnia.
Qualcuno già ballava un lento al centro della stanza e, dopo qualche minuto, anche altre coppie si formarono e la stanza, che non era poi nemmeno tanto grande, diventò una sala da ballo. Balli lenti... da ballare stretti l'uno all'altro e così, era inevitabile, cominciai a sentire sotto la pancia, o in mezzo alle cosce, i duri rigonfiamenti delle patte dei pantaloni. E passai da partner a partner, sentendomi premuto sempre di più ed in maniera diversa per la varia consistenza di ciascuno. Era un gioco... un modo semplice e, tutto sommato, piacevole per entrare nell'atmosfera sensuale cui tutti ambivamo calarci completamente. L'insorta eccitazione mi faceva premere il cazzo contro la patta del calzoni ed ogni tanto ero costretto a toccarmelo per sistemarlo di lato e, nella manovra, indugiavo qualche attimo per sentirmelo bello, duro, nel cavo della mano... Mi accorgo che intorno a me si verificavano le stesse cose, gli stessi toccamenti, lo stesso strusciarsi l'uno con l'altro... Eravamo tutti al massimo della libidine... cominciarono a spogliarsi... ballando, c'era chi spogliava il partner e, così facendo, lo toccava, lo accarezzava, lo masturbava. La... festa stava iniziando e il nostro desiderio, il mio di sicuro, era al settimo cielo.
Ad un tratto mi sentii cingere i fianchi. Mi voltai. Era Mario, completamente nudo. Mi prese per mano e mi condusse nella stanza da letto dove c'erano il nostro ospite ed altri quattro amici, tutti nudi: due si accarezzavano reciprocamente i cazzi; degli altri due, uno stava facendo un pompino all'altro. Mario mi spogliò e, quando fui nudo, incominciò ad accarezzarmi il cazzo, impugnandolo con dolcezza, mi passava contemporaneamente il taglio della mano tra le chiappe, strofinando con forza sul buco... Ero eccitatissimo. Il cazzo mi fremeva e sussultava senza sosta, il buco del culo attendeva con ansia di essere penetrato... Quando fu pronto, Mario mi fece mettere alla pecorina sul letto e, senza indugio, con un sol colpo, mi entrò tutto nel culo. "Avanti - esortava al massimo dell'eccitazione - dateglielo in bocca. Non immaginate che pompini sa fare. Forza, dai, dai, fatti chiavare... che culo che hai... non si accontenta mai... e tu, datti da fare... ti piace come ti succhia?... Ehi, volete sapere chi gli ha insegnato a fare i "bocchini"... non sono mica stato io?... è stata quella grandissima zoccola della madre... E' vero? Diglielo, diglielo che ti chiava anche... lei...". Intanto continuava a fottermi alla grande, mentre si godeva lo spettacolo dei cazzi che mi entravano in gola e me la riempivano di sborra. Poi Mario si piegò con un sussulto sulla mia schiena - aveva goduto - mi aveva riempito il culo ed io sentivo i fremiti del suo cazzo - mi rimase dentro per qualche attimo, quindi si sfilò, molto lentamente, in maniera che godessi della sua lunghezza e mi disse: "Dai, fai come al solito. Come ti piace tanto...". Allora, lasciai il cazzo che stavo succhiando e - con molta malizia - mi girai e glielo presi tutto in bocca: era fradicio di sborra... me ne schizzò un'ultima goccia in gola... con un ultimo sussulto.
"Ti è piaciuto?... dimmi quanto.... ti piace farti chiavare e fare pompini?..." Questo accadeva mentre ero circondato da un bel numero di cazzi di tutte le dimensioni e, alcuni, davvero proprio grossi. Mi hanno chiavato, non so in quanti, uno dopo l'altro. Ricordo che fuori si sparavano i fuochi d'artificio della mezzanotte... dentro si sparavano seghe e schizzate di sborra. Il vedere intorno a me altri che allungavano le mani per ghermire cazzi, o curvi a succhiare e leccare, o supini a farsi inculare, non faceva che tenere alta l'eccitazione, cosicché continuavo a dare il culo e la bocca. Alla fine... - fuori i fuochi erano cessati da un pezzo - qualcuno cominciò a rivestirsi, imitato a mano a mano da altri e, così come ci eravamo spogliati, ci ritrovammo vestiti.
Mi sentivo lo stomaco in subbuglio. Una sorta di nausea che Mario pensò di compensare facendomi bere della "vecchia Romagna"... Ci salutammo e via... Avevamo percorso non più di un centinaio di metri, allorché chiesi a Mario di fermarsi, perché non mi sentivo bene. Il tempo di aprire la portiera dell'auto, mettere fuori il busto e vomitai... una specie di palla biancastra... Mi sentii subito meglio e risollevato.
Tornato a casa... dormivano tutti. L'indomani mi sentii svegliare. Erano le undici, mi disse mia madre... E, mentre si sedeva sulla sponda del letto, al mio fianco, introdusse una mano sotto le coperte e venne a prendermi il cazzo in mano... La guardai sorpreso e lei, sorridendo, disse: "Non preoccuparti siamo soli... (in effetti in casa abitavamo in quattro: mio padre, mia madre e mio fratello, oltre me, essendo mia sorella andata a convivere con un mio amico, che dopo qualche anno la sposò)... a tuo padre, stamattina, ho fatto il primo "bocchino "dell'anno. Il secondo lo voglio fare a te... ma prima voglio che tu mi racconti com'è andata: quanti pompini hai fatto, stanotte? in quanti ti hanno chiavato questo bellissimo culo? Ti è piaciuto? Come è stato?..."
... Lei era la mia maestra... potevo disilluderla o tradire le sue aspettative?...
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