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L'Avventura in vacanza di "Coppiaberte"


di cuckold211
11.07.2018    |    4.646    |    4 9.8
"Giunti ai lettini, mentre si asciugava con il telo, mi informò che era stata invitata dal tipo a cenare a casa sua..."
Sono ancora qui a raccontare una storia particolarmente eccitante dell'utente del sito "coppiaberte". Il soggetto narrante è il lui di coppia.

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Sono Antonio, il lui 55enne di coppia regolare; mi va di rendere pubblica un'avventura capitata qualche anno fa, a me e mia moglie Angela, mentre eravamo in vacanza a Marina di Camerota.
Non faccio per dire, ma mia moglie, sebbene non più nel fiore degli anni (50enne) fa rizzare il cazzo anche ai morti: bella donna, che anche al supermercato, mentre gira fra gli scaffali e si piega a prendere qualche prodotto, fa venir voglia di passare una mano sotto la gonna, raggiungere il suo culo provocante e, poi, far scivolare la testa sulla sua grotta del piacere, a respirare tutti i profumi che emana (si ammirino le foto a corredo del profilo).
Ella, al mare, ben conscia del potere seduttivo del suo corpo, non disdegnava farlo contemplare da altri, anzi ne era lusingata a constatare l'effetto che provocava.
Un giorno di particolare calura, dopo essere stata a lungo distesa sul lettino, totalmente nuda, ed aver fatto impazzire dal desiderio più d'un bagnante, si alzò e si tuffò in mare a godere del refrigerio che solo esso poteva offrire.
Era stata notata da un signore, decisamente magro, che le si avvicinò e prese a parlare con lei,
A mia volta mi accostai a loro e cingendo con un braccio il corpo di mia moglie, le diedi un bacio.
Angela ricambiò e colse l'occasione per presentarmi il tipo che, notai, presentava un gonfiore di tutto rispetto sul davanti del costume. Angela, inopinatamente, disse:
"Dobbiamo rientrare... è tardi".
Giunti ai lettini, mentre si asciugava con il telo, mi informò che era stata invitata dal tipo a cenare a casa sua.
Io la guardai, cercando di interpretare il suo desiderio e le dissi:
"Vuoi andarci?" e lei "Ci andremo, se a te fa piacere".
"Ma, scusa - ripresi io - è solo te che ha invitato, o no?"
"Sì - rispose lei - ma, o noi insieme, o non se ne fa niente".
Ci stavamo rivestendo, quando fummo raggiunti dal tipo.
"Allora?" chiese e Angela "D'accordo, verremo entrambi. Alle 20,00 saremo al bar in centro per l'aperitivo".
Egli annuì, forse un po' sorpreso, se non infastidito, dalla risposta.
Dopo il rito dell'aperitivo, e dopo la cena a base di "souté" misto di frutti di mare, innaffiato da abbondante "Greco di Tufo" ben ghiacciato, ci sedemmo sul capiente divano del salottino del mini appartamento occupato da Giulio, questo il nome del tipo.
Il cazzo dell'ospite era inturgidito all'inverosimile e, passando prepotente sotto l'elastico dello slip, fece capolino. Angela era seduta al suo fianco e passò una mano sul glande, mentre faceva scivolare il corpetto del leggero vestito estivo al di sotto dei seni nudi: le mammelle, sfrontate, si mostrarono invitanti... Giulio le carezzò per, poi, assaggiarne i capezzoli.
Angela a quel punto fece scendere del tutto la seta che costituiva il suo abbigliamento ed emerse nuda, come in tanti avevano potuto ammirarla al mare.
Angela si inginocchiò dinanzi a Giulio e ingoiò la sua fava esacerbata; fece uscire il glande bagnato della sua saliva e lo dardeggiò con la lingua.
A piccoli colpi rapidi, scese verso i testicoli, che riuscì a contenere nella propria bocca.
Rifece la strada verso la sommità del prepuzio ed il glande tornò a strisciare sul suo caldo palato.
La base del cazzo era tenuta dalle sue dita, che, al tempo stesso, pressavano sui coglioni.
Io ero andato in bagno e, quando, di ritorno, inquadrai la scena, esclamai: "Volete divertirvi da soli?"
Mi precipitai su di loro ed Angela, nell'accogliermi, fece scorrere la sua mano sulle mie chiappe tonde, senza smettere di succhiare il cazzo di Giulio.
Poi, mi infilò un dito nel buco del culo, mentre ostentava con ingordigia il lavoro che stava facendo all'asta.
Il suo era un chiaro invito ad unirsi a lei nell'operazione, per cui mi avvicinai subito.
Ora sul fallo di Giulio le lingue erano due, così come erano due le bocche che si alternavano a succhiargli la cappella.
Giulio era teso al massimo e, forse, fra poco avrebbe eiaculato.
Non fu lunga l'attesa... e l'ospite emise un rantolo lunghissimo, mentre esplodeva :
un enorme getto di sborra, sembrò soffocare Angela, che fu costretta a far uscire il glande dalla propria bocca, continuando a menarlo con le mani furiosamente.
Un secondo getto fu accolto dalla mia bocca, che subito si era sostituita a quella di mia moglie e lì continuai a farlo eruttare, ingoiando con avidità il succo dei suoi coglioni.
Guardai mia moglie con occhi da cane devoto e riconoscente.
Ella spalancò le cosce e mi apparvero le labbra della fica rilucenti degli umori emessi.
Avanzai la testa ed affondai la bocca tra la peluria umida e vischiosa.
Angela mi incitava a leccare, pressandomi la testa sulla fica.
Giulio si riprese dalla forma estatica in cui era precipitato a seguito dello squassante godimento.
Vide il mio volto eclissato tra le cosce di mia moglie e fu preso da un immediato folle vigore: il suo cazzo svettava nuovamente voglioso.
Angela spostò la mia testa dalla sua fica e la rivolse in direzione del turgido cazzo di Giulio e, ancora una volta, quella verga varcò le umide labbra e penetrò a fondo nella mia bocca.
Il glande entrava ed usciva dalla mia bocca, nonostante cercassi di trattenerlo in gola.
Angela ammirava quella scena con gli occhi lucidi di lussuria.
Quindi fece scivolare il suo dito nel culo di Giulio, così da costringerlo a penetrare la mia gola più violentemente.
Angela si martoriava la fica con una mano, mentre il dito dell'altra slargava il culo dell'amante.
Angela si masturbava con inaudita frenesia e nel vedere le mie chiappe, goffamente rivolte al cielo, fu presa da una vampa di libidine che le fece dire:
"Giorgio, se mi vuoi bene... se merito la tua riconoscenza, devi soddisfare il più grande dei miei desideri: vedere un cazzo vero che penetra il culo di mio marito, avendolo, fino ad ieri, fatto io servendomi di uno strap-on. Quando ritieni di essere pronto a eiaculare, lo infilerai nel mio culo, affinché possa godere del tuo tributo a questa nostra straordinaria avventura".
Mi sentii invadere le viscere da quel magnifico randello, mentre mia moglie emetteva urletti di gioia.
Poi la sentii urlare per davvero. Giulio era uscito da me ed era entrato nel culo di lei:
"Sei pronto, porco, eh? Chiavami il culo... sborrami dentro... mio marito, dopo, me lo leccherà". Così fu.


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