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"Sei proprio certo che le vuoi...." 2a parte


di cuckold211
28.08.2020    |    33.514    |    14 9.7
"Lei mi guarda con espressione compassionevole e mi dice: "Dai..."
Dopo quell'avvincente racconto, non riuscivo a capacitarmi che tutto era davvero avvenuto; avrei dovuto sentirmi soddisfatto delle "corna", che ormai mi appartenevano, ma sentivo che mancava ancora qualcosa.
Volevo che lei mi facesse assistere, mentre scopava con il suo titolare e che, soprattutto, godesse nel sapere il piacere che mi donava facendomi partecipare alla sua performance.
Come recita l'adagio "l'appetito vien mangiando", e anche per mia moglie, a quella volta ne seguirono diverse altre ed io sempre lì a sborrare mentre, durante il suo racconto, mi si materializzavano nella mente, le scene di quelle sue strepitose chiavate.

Era evidente che dopo l'inizio della storia con il titolare, mia moglie era diventata ogni giorno sempre più disinibita. Ogni sera mi raccontava qualcosa di nuovo che, inesorabilmente, ci portava a concludere con un pompino o una scopata.
Abbandonati gli iniziali dubbi, ora si fidava di me e si eccitava, a sua volta, quando mi raccontava cosa faceva con lui.
Un giorno le chiesi che ero curioso di conoscerlo; avrei voluto vedere e parlare con chi mi aveva fatto cornuto e, in questa prospettiva, lei riferì al titolare che quel giorno sarei andato io a prenderla in agenzia, essendo la sua auto in officina per riparazioni.

Fu così che conobbi il tipo. Ci presentammo e scambiammo qualche parola, poi egli mi fa i complimenti per mia moglie, lodando la sua bravura per aver subito compreso come gestire il lavoro che le era stato affidato.
Dopo aver fatto la sua conoscenza, presi a chiederle di voler assistere alle sue scopate con lui, ma lei oppose un netto rifiuto, adducendo che la farebbe sentire troppo umiliata.
Poi, inaspettatamente, un sabato mattina, mentre sono in auto e lei era con lui al villino, mi vedo arrivare una foto che ritraeva lei col cazzo sul viso e che leccava una cappella enorme: a momenti uscivo fuori strada per la sorpresa.
Quando è rientrata, mi sono fatto trovare a casa; eravamo soli e l'ho scopata in cucina piegata sul tavolo;,fu lì che mi accorsi che era talmente larga da non avvertire il contatto del pene sulle mucose della figa.

La sua voglia di trasgressione era ogni giorno più evidente, fino a divenire quasi sfrontata. Eravamo in agosto e ci concedemmo una breve vacanza, in concomitanza del matrimonio a Firenze di un mio cugino.
Approfittando di quell'invito, lasciammo i ragazzi da mia suocera e partimmo in auto. Nel mentre si viaggiava, ci fu un tira e molla di battute a sfondo erotico continuo: lei mi raccontava delle cose che magari non sapevo, ed io che insistevo perché volevo assistere ai suoi amplessi; ad un certo punto lei, abbandonando quella posizione di rifiuto totale, mi dice:
"Con lui, no; ma non è detto che non possa nascere un'avventura, tipo mordi e fuggi".
Il mio cervello si mise subito in movimento: avrei potuto contattare un single su "annunci69", o portarla in un prive'?; propendo per quest'ultimo, ben sapendo che sarebbe stato difficile farle accettare un singolo sic et sempliciter.

Mentre ero preso da queste elucubrazioni, giunti sulla Salerno/Napoli, ci fermammo in un Autogrill, per prendere un caffè e andare in bagno.
Proprio qui, mentre ero davanti agli orinatoi a muro, notai che al mio fianco si era piazzato un ragazzone sui 30 anni, munito di un gran bel cazzo.
Una volta terminata la sua minzione, noto che se lo scrolla, poi tira fuori dalla tasca un fazzolettino umidificato e se lo pulisce.
Uscii dal bagno e trovai mia moglie che curiosava fra gli scaffali; andiamo al banco per il caffè e incontro di nuovo quel ragazzo che non staccava gli occhi da mia moglie, devo dire, particolarmente sexy nel vestitino che indossava.
Risalimmo in macchina e, solo qui, mi dice:
"Hai visto come mi guardava quel ragazzone?" ed io, ridendo, gli racconto quello che avevo visto dentro il bagno.
Nel frattempo lo vediamo salire su un tir: egli rivolge il suo sguardo su di noi, poi sale sul mezzo e parte. Dopo un po' partimmo anche noi e mi venne spontaneo chiederle se il tipo le piaceva; lei, con la testa, fa cenno di "Sì".
A quel punto allungo una mano, le scopro le cosce e comincio a titillarle le labbra della figa. Lei comincia a bagnarsi e, quando noto che siamo quasi a ridosso del tir, accendo le luci di cortesia all'interno dell'auto e, giunti all'altezza della cabina di guida, infilo un dito dentro di lei; dopo di che accelero e sorpasso.
Con un lungo strombazzare ci comunica d'aver visto e poi comincia a lampeggiare con i fari.

Ero a circa 300 m. davanti al tir, quando espongo a mia moglie le mie intenzioni. Non mi risponde, ma scorgo libidine nei suoi occhi.
Un cartello indicava una piazzola di sosta; metto la freccia e vedo che anche lui l'aveva attivata.
Appena dentro mi accosto al riparo di un albero, fuori dalla visuale dell'autostrada.
Lì per lì notai che mia moglie s'era lasciata prendere dal panico, ma io la rassicurai, facendole sentire la mia presenza: le infilo una mano fra le cosce, sposto il perizoma e infilo un dito in figa; lei si inarca in preda al piacere, mentre il ragazzone si avvicina alla macchina dal lato passeggero.
Tira fuori il cazzo e, mostrandolo con orgoglio, le dice in dialetto napoletano:
" Tiè, 'o vuò 'o pesce?" (=Tieni, lo vuoi il cazzo?)" e diceva questo, mentre accostava il membro al finestrino mezzo aperto.
Al che lo abbasso del tutto e, rivolto a lei, dico:
"Dai... prendiglielo in mano", ma lei aveva già aperto lo sportello e lui le si era messo davanti. In pratica, mentre io mi occupavo della figa, lei aveva preso a segare il camionista; però egli, non contento e, con fare deciso, le prende la testa, facendo pressione verso il cazzo. A quel punto lei si gira verso di lui e glielo prende in bocca.

Era la prima volta che vedevo mia moglie con un cazzo in bocca che non era il mio, da quando avevamo cominciato a trasgredire; ancora non era passato un anno.
Il tipo la tirava per la nuca, scopandole la bocca, ma la posizione non era delle migliori; infatti lei non era limitata nei movimenti.
Allora scendiamo dalla macchina: lei si mette vicino allo sportello aperto, si abbassa sui talloni e riprende il pompino; ora era lei che se lo tirava, avendogli messe le mani sul culo, e pompava come una troia; io ero letteralmente affascinato: non l'avevo mai vista in quel modo, e nemmeno sapevo quanto fosse diventata brava a fare i pompini; con me si comportava in maniera sempre uguale.

Dopo un bel po' egli tira fuori un preservativo e le dice di girarsi: lei obbedisce e si appoggia al sedile; lui le alza il vestito sulla schiena, sposta il perizoma e con il preservativo infilato, comincia a scoparla.
A me il cuore batteva a 1000: mai provata un'eccitazione tanto forte.
Mentre la scopava, egli mi guarda e, con un risolino sornione, mi dice:
"Che magnifica troia che hai, cornutone".
Lei si gira verso di me e, sorridendo, mi dice:
"Me lo sta facendo arrivare in gola". Il ragazzone, quando si rende conto che manca poco alla sua eiaculazione, le chiede dove preferisce che si scarichi, e lei, con una spudoratezza che non credevo potesse appartenerle, dice:
"In faccia"; e così, in un attimo, lei si gira e si mette in ginocchio, lui si sfila il preservativo ed il primo schizzo la coglie sulla fronte, il secondo su naso e labbra e, infine, glielo infila in bocca, dove completa la sua interminabile sborrata.
Io ero basito; non capivo più niente; sembrava che stesse per venirmi un infarto. Dopo la sborrata, ero convinto che lei sputasse, invece ingoiò tutto, provvedendo anche a pulirgli il cazzo.
Dopo di che, egli prende dalla tasca dei fazzoletti monouso umidificati, si pulisce, poi ci guarda e mi dice:
"Amico, con questa hai voglia di collezionare corna! Te ne ritroverai più di un cervo", e se ne andò.

Quell'esperienza fu per me illuminante; mi aveva fatto capire tante cose e, quando siamo ripartiti, lei mi ha guardato e mi ha detto:
"Non era così che mi volevi?" ed io, guardandola con gli occhi dell'amore, le risposi:
"Sì, ti amo da morire".

Dopo l'avventura col camionista, mi si è aperto un nuovo universo; qualcosa è cambiato fra me e lei: se prima ero io a chiedere, adesso era lei a proporre; voleva che la guardassi, mentre si faceva scopare: era chiaro che quell'esperienza aveva lasciato il segno.
Però ne voleva la regia: non accettava che potessi esser io ad organizzare.
Il sabato mattina era dedicato al suo titolare e, quando ritornava, era sempre una goduria infinita.

Io continuavo ad insistere nella richiesta di volerla vedere mentre scopava col suo boss, e lei, in certi momenti, si dimostrava più propensa ad accontentarmi.
Infatti, cominciò a dirmi: "Fai fare a me e vedrai che, prima o poi, riuscirò a realizzare questo tuo desiderio".
Ma non mi comunicava mai quelle che potevano essere le sue intenzioni.

Un giorno mi dice che ha invitato il titolare a cena; i bambini li ha lasciati dalla mamma, sia per cena che per dormire, aggiungendo: "E' meglio che non ci siano".
La cosa mi ha insospettito: cosa le passava per la testa?
Allora le manifestai la mia curiosità e lei, con il suo solito sorriso sardonico, mi dice: "Tranquillo... vedrai che passerai una bella serata".
E' il suo modo di fare: mi racconta tutto, ma dopo averlo realizzato.

Con il titolare, in quasi un anno, ci eravamo visti e scambiato qualche parola, una decina di volte e sempre in agenzia.
La sera dell'invito, quando è arrivato, mia moglie indossava un grembiule di jeans, tutto abbottonato davanti che le arrivava sul ginocchio, senza maniche e con i primi due bottoni aperti.
Era vestita da casalinga, ma, su di lei, anche uno straccio diventava sexy.
Lui, appena arrivato, la saluta con un bacio sulla guancia e le porge una bottiglia di prosecco, raccomandandole di metterla in frigo.
Saluta me con una stretta di mano e ci sediamo in salotto su ordine della padrona di casa, finché non avrebbe chiamato perché pronto in tavola.

Per rompere il ghiaccio e cercare di stabilire un minimo di confidenza, gli chiedo come va il lavoro. Egli si lamenta un po' della concorrenza sui social e tutte le offerte che mettono in rete, ma poi mi dice una frase che mi colpisce: "Meno male che ho Angela per collaboratrice; ci sa fare coi clienti - poi con un sorrisino sotto i baffi, aggiunge - e col titolare; mi aiuta davvero tanto".
Nel mentre, giunge la chiamata di mia moglie; aveva anche predisposto i posti a tavola: loro due, uno accanto all'altra, io di fronte a loro, dal lato apposto.
La familiarità raggiunta era tale che sembrava quasi che loro fossero la coppia ed io l'ospite.
Egli era molto gentile con lei: le faceva complimenti in continuazione e, a volte, le carezzava un braccio o il viso.

Dopo cena, mia moglie ci dice:
"Adesso andate a sedervi in salotto, che il caffè ve lo porto lì - e, sottovoce, aggiunge - amore, siediti nella poltrona in modo da lasciarmi il posto accanto a lui sul divano".
Quel tipo di intrigo, in cui lei sembrava trovarsi a suo agio, cominciò a procurarmi una certa tachicardia, ma ero felice di assecondarla in ogni sua richiesta.

Quando lei venne col caffè, si sedette accanto a lui e, dopo averlo sorbito, si alzò per portare le tazze in cucina, ma, prima di andare, rivolge uno sguardo a lui e gli dice:
"Io vado a rassettare la cucina; vi lascio soli, perché penso che dobbiate chiarire qualcosa fra di voi".
Io la guardo alquanto sorpreso, ma egli interviene dicendo:
"Tranquilla vai... intanto noi parliamo un po'"
Appena lei esce, egli mi fa:
"Allora, Ciccio, io so tutto di te e so anche che tu sai che, da quando lavora per me, mi scopo tua moglie. Angela mi ha raccontato tutto e vorremmo che questa cosa rimanesse fra noi; ella mi ha detto che a te piace vederla scopare e che godi nel sentirti fatto "cornuto".
In quel momento, avrei voluto sparire, sprofondare, mi sentivo umiliato.
Egli, però, capendo il mio stato, aggiunse:
"Puoi stare tranquillo, perché questa condizione sarà un segreto fra noi. Angela è una bella donna e ti vuole bene, ma, ovviamente, adesso vuole cogliere dalla vita tutto il bello che c'è; vuole godersi la sua libertà ed è importante che tu sia consapevole e la assecondi, anche perché, al contrario di te, io sono abbastanza dominante nel sesso"

Nel mentre, entra mia moglie; si era cambiata ed ora indossava una vestaglia trasparente, con sotto il solo perizoma: era uno schianto con quel suo seno svettante ed il culetto in piena mostra.
Appena entrata, andò a sedersi accanto a lui e, rivolgendoglisi, chiese:
"Allora, tutto ok? Avete parlato?".
Ed egli: "Sì, tutto chiarito; Ciccio è un marito comprensivo e condiscendente".

Lei mi guarda con espressione compassionevole e mi dice:
"Dai... non fare quella faccia... sembra che ti sia caduto il mondo addosso; non sentirti umiliato... fra noi non cambierà nulla... solo che adesso sai che lui sa e, quindi, qualche volta potrai esser presente".
Al che lui, interrompendo la conversazione, dice:
"Bene, adesso dobbiamo brindare a questa nostra intesa. Ciccio vai a prendere la bottiglia in frigo e porta i bicchieri".
Mi alzo, vado in cucina e, mentre esco dalla stanza, li sento allegri; di proposito perdo un po' di tempo per lasciare i piccioncini a tubare; quando rientro con il vassoio e con i bicchieri, li trovo abbracciati che si baciavano: lei a cavalcioni su di lui, che la reggeva per le chiappe.

E' lui a vedermi per primo ed esordisce:
"E' arrivato il prosecco". Lei, allora, si rimette in piedi; prendiamo i bicchieri e facciamo un brindisi al nostro accordo complice.
Mia moglie, da gran troia, assaggia un po', poi dice:
"Lo finisco dopo".
Si mette in ginocchio a terra davanti a lui; gli sbottona i pantaloni; infila la mano al loro interno e tira fuori un'autentica "sberla" di cazzo; mentre lo scappella, mi guarda e mi dice:
"Ricordi? Te l'avevo detto che era enorme?"
Poi prende a leccarlo, mentre egli, con una manovra un po' impedita dalla posizione, si leva pantaloni e mutande; lei scende sui coglioni, che erano più che gonfi per l'eccitazione e, mentre lei si dedica a leccare il tutto, si toglie anche la camicia, rimanendo nudo.

Io, seduto sulla poltrona di fronte, guardavo la scena ed avevo un'erezione che mi faceva un male del diavolo; non osavo tirar fuori il mio cazzo, allo scopo di evitare un confronto sfavorevole per me.
Quando egli giunse al massimo dell'erezione, chiede a mia moglie di salirgli sopra; lei si alza, si sfila il perizoma, si sputa nella mano, la strofina sulle labbra della figa e poi sale su di lui. Prende a strofinare il cazzo sul suo gioiello fin quando non se lo infila; a quel punto mi sposto per guardare meglio: che spettacolo! Era meglio di un film porno vedere quel cazzo mentre entrava nella figa di mia moglie.
Dopo un po' lui la fa mettere a pecorina sul divano; le si mette dietro e le spennella un po' la figa, per poi rientrare.
Anche se fra mia moglie e lui c'erano quasi 30 anni di differenza, la vedevo travolta dal piacere e quasi stremata, come se le fosse passato un treno addosso.
Ad un certo punto, Angela gli dice:
"Quando stai per sborrare, avvertimi".
Il tizio la fa girare di nuovo nella posizione del missionario e mettendosi le sue gambe sulle spalle, riprende a scoparla; mia moglie gridava come una troia al macello; gli diceva;
"Bastardo, me lo stai facendo uscire dalla bocca". Ed a me che mi ero avvicinato, dice:
"Cornutone, l'hai mai vista cosi?"

Poi avverte che è pronto a sborrare e le chiede dove vuole essere irrorata.
Ella, con decisione, afferra il bicchiere contenente il prosecco lasciato e vi dirige gli schizzi dentro; poi gli prende la cappella in bocca, ripulendolo per bene; infine agita il bicchiere così da farne un cocktail e, con uno sguardo da perfetta maliarda, dice:
"Auguri per la vita a questo nostro magnifico trio" per poi bere tutto.
A quella vista mi ero sborrato nei pantaloni, senza toccarmi; lui mi guarda e mi dice:
"Hai visto che troia ne ho fatto?".
Ero rimasto come ipnotizzato; non credevo che una donna/moglie potesse cambiare a quel modo.

Dopo che l'ospite fu andato via, lei si distese accanto a me, con la testa sopra le mie gambe e il viso all'altezza del cazzo; vista la macchia, mi guardò sorridendo e disse:
"Cazzo... sei sborrato senza neanche toccarti?"

Poi mi raccontò come eravamo arrivati a quella serata.
Mi disse che, viste le mie insistenze per vederla scopare con lui e, poiché l'esperienza avuta con il camionista, le aveva fatto comprendere quanto era bello farsi ammirare dal marito mentre godeva con l'altro, si era determinata ad escogitare il piano, poi perfezionato giorno dopo giorno in ogni particolare, concludendo:
"Oggi, tesoro mio, potrai assistere ad ogni mia scopata, e ti assicuro che saranno tante, perché non posso più far a meno di sapere che ti stai eccitando vedendomi godere come la più incallita delle "puttane".

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