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Da sola da Samba.


di cuckold211
04.05.2021    |    16.531    |    10 9.6
"Mi sveglio che è quasi mattina e, quindi, di corsa a cercare le poche cose che avevo addosso..."
Prosegue il racconto della vita da fidanzata dell'utente nick "La moglieporno".


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I giorni passano ed io non riesco a togliermi dalla testa quei bei cazzi neri.
Non riesco a non pensare a Samba.
Così una sera, dopo aver scopato con il fidanzato a casa mia, mentre lui si fa una doccia, io sono nel letto e, sul comodino, c'è il suo telefono.
La tentazione è forte, non resisto, lo prendo e cerco il contatto di Samba.
Così, di nascosto, lo memorizzo sul mio cellulare.
L'indomani, mentre sono al lavoro, gli invio un messaggio e lui, dopo un po', mi risponde; non si aspettava un contatto da parte mia e subito gli dico:
"Guarda che il mio fidanzato non sa nulla, quindi, se hai modo di sentirlo, non dirgli che ti ho cercato".
Lui mi rassicura su quell'aspetto e se la ride divertito…, poi mi chiede:
"Come mai mi contatti di nascosto da lui?!"
"Ho voglia di rivederti senza di lui; voglio essere tua come l'altra volta; voglio il tuo cazzo".
E lui subito dice:
"Come e quando vuoi, troietta. Sai dove abito, quindi vieni quando vuoi, perché, per me, sei sempre la benvenuta. Se ti va, possiamo passare la notte assieme e, al mattino, rientri a casa bella e soddisfatta. Se vuoi, questa settimana sono a casa per ferie, quindi libero e tutto per te, troia".
Al che gli chiedo: "E il tuo amico?"
"No, l'amico è fuori per lavoro; son solo, ma, se vuoi, invito qualcuno. Decidi tu"!
"No - rispondo - preferisco star soli, questa volta. Per te va bene giovedì?"
E lui: "OK, come vuoi tu".

Chiusa la telefonata, sono tremendamente eccitata.
Già immagino il suo cazzo che mi scopa in tutti i buchi.
Mi eccita da morire l'idea di andare da lui da sola, a farmi usare dal quel maiale.
Non ce la faccio più: devo andare in bagno e toccarmela; al solo pensarci, sono un lago in mezzo alle cosce, il mio perizoma è zuppo di umori, me la tocco, vi infilo le dita, mi faccio un ditalino e raggiungo un orgasmo straordinario.
Devo mettere un fazzolettino tra figa e perizoma, altrimenti avrei corso il rischio di macchiare la gonna.

Arriva il giovedì sera. Torno a casa dal lavoro e inizio a prepararmi per raggiungere Samba a casa sua.
Sono terribilmente eccitata; voglio essere una porca, ho voglia di esagerare stasera, perciò mi trucco molto pesantemente.
Indosso una guepière nera molto sexy, autoreggenti e rossetto rosso; sopra la mise indosso una tuta giusto per uscire di casa e fare la strada fino all'auto; prendo la scatolina di preservativi e metto un cappottino nero; dentro una borsa, i tacchi 18 con brillantini, regalatimi dal mio fidanzato per la "lap dance".
Quei 40 minuti che mi dividevano da lui li avrei trascorsi con ansia e, una volta arrivata da lui, prima di salire, sempre stando in auto, mi sarei trasformata da troia.

Parto, sono molto agitata e, nello stesso tempo, eccitata: il mio fidanzato sapeva che non uscivamo; di solito il giovedì era un giorno che si stava a casa.
Tutta questa situazione, in particolare quella specie di adulterio che ero pronta a mettere in atto, mi eccitava da matti.
Giunta sotto il suo palazzo, parcheggio in mezzo ad altre auto; mi tolgo la tuta e metto il capottino; ai piedi indosso le scarpe dai tacchi impossibili.
Avevo il cuore in gola, quindi mi faccio coraggio e scendo dall'auto; mi avvio verso il portone, sapevo a chi citofonare, suono e mi apre ...

Entro subito in ascensore, provando un'indicibile eccitazione nel presentarmi da troia.
Arrivata al piano, lui è fuori la porta ad aspettarmi. Nel vedermi, mi mette subito la lingua in bocca, mi abbraccia e mi tira dentro casa.
Poi dice: "Te l'avevo detto che saresti venuta a cercarmi, troietta".
Stappa una bottiglia, mentre appoggio la borsa e sbottono il cappottino. Giusto il tempo di bere un goccio di quello spumante e, al solo vedermi come ero abbigliata, mi fa appoggiare al tavolo e si mette dietro di me.
Dopo avermi stretto fra le braccia e strofinato il suo arnese duro tra i glutei, si abbassa e inizia a leccarmi figa e culo, come un pazzo, dicendomi che sono una troia.
Più leccava e più abbondava con il turpiloquio; non smetteva di dirmi che ero una troia, una puttana che va in giro a farsi scopare di nascosto dal suo uomo.
Mi ha tolto il bustino ed ha iniziato a strizzarmi le tette: me le palpava sempre più forte; aveva il cazzo durissimo e mi ha detto:
"Inginocchiati, puttana, e ciucciami il cazzo".
Mi scopava la bocca aumentando sempre più il ritmo, quasi fosse una figa; io sbavavo e lui mi rigira e mi mette appoggiata al tavolo.
Non capisco più nulla; mi tiene i polsi dietro la schiena e mi lecca ancora, fino a quando non decide che è ora di scoparmi, lasciandomi in quella posizione.

Lo stronzo mi infila il cazzo in figa in un colpo solo, facendomi emettere un urlo e, subito dopo, inizia a scoparmi con violenza.
Lo supplico di fermarsi e mettersi il preservativo, ma lui niente, continua come un pazzo.
Io non riesco a dire più nulla; sto godendo a più riprese; poi esce dalla figa e me lo mette in bocca, dicendo:
"Ciuccia, troia, assaggia i tuoi umori" dopo averlo ciucciato a lungo, mi mette a pecora sul divano e stavolta lo punta al culo, aggiungendo:
"Troia che non sei altro, ora ti rompo il culo. Vedo che non ti è bastata l'altra volta".
Sento molto dolore perché è dotato di un cazzo enorme. Entrava fino in fondo ed usciva, poi rientrava perché voleva gustarsi il mio buco, oscenamente allargato.

Così va avanti per un po'. Io sono veramente in delirio: quel suo modo di fare mi fa letteralmente impazzire.
Quando si è divertito abbastanza, lo affonda tutto nel mio culo e inizia a sbattermi forte.
Mi sculaccia le chiappe sempre insultandomi e dandomi della puttana. Mi tiene per i polsi dietro la schiena; io cerco di girarmi, voglio guardarlo in faccia, questo maiale e, ad un certo punto, mi dice:
"Dove la vuoi la sborra, puttana, dimmelo!"
Io gli rispondo: "In bocca" e così lui tira fuori il cazzo e mi fa inginocchiare.
Ho la bocca aperta e lo accolgo dentro fino in gola; inizia a scoparmi la bocca e, quando sta per sborrare, mi tiene la testa; sento il suo cazzo che esplode nella mia gola e quasi mi soffoca per la pazzesca quantità di sborra che mi ha scaricato in gola, quel maiale.

Dopo averlo leccato per bene sono stremata; rimango un attimo a terra per riprendermi un po', intanto lui ha riempito i bicchieri di prosecco: bevo tutto d'un sorso e ci mettiamo sul divano.
Parliamo un po' e lui mi dice che sono una ragazza molto determinata; che quella sera al locale aveva capito che, nonostante ci fosse il mio fidanzato, ero sempre io a condurre il gioco, concludendo: "Si vede che sei una libertina".
Abbiamo parlato a lungo, raccontandoci varie avventure di entrambi e, intanto, la bottiglia era finita e lui ha di nuovo il cazzo duro.
Io glielo tocco mentre parla e, ad un certo punto, mi abbasso e glielo prendo in bocca: lui parla e io ciuccio il cazzo.
Lo ciuccio con sempre più foga; mi piace troppo quel cazzo, ma lui decide che è ora di scoparmi ancora. Mi prende e mi mette di schiena sul tavolo della cucina e, con le mie gambe appoggiate al suo petto, inizia a scoparmi.
Sembra un animale, mi da delle sberle in faccia, mi mette le dita in bocca, ormai siamo su di giri tutti e due. Ha capito che con me può osare, e quindi si lancia oltre.
Ha capito che amo essere usata e lui esagera sempre di più nel possedermi. Dalla figa passa al culo e mi fotte sempre più forte, insultandomi e dandomi della puttana.
Io sono allo sballo, in completo delirio e gli chiedo di non fermarsi e continuare a sbattermi forte ….
Mi chiava con sempre maggior vigore, fino a quando esce dal mio culo e mi sborra sul seno. Allora avvicino la bocca e glielo lecco ancora: quel cazzo mi fa proprio impazzire.
Esausti, siamo tornati sul divano. Ormai sono le 3.00 di notte, ci mettiamo una copertina addosso e finiamo per addormentarci. Mi sveglio che è quasi mattina e, quindi, di corsa a cercare le poche cose che avevo addosso.
Devo rientrare a casa… mi metto il capotto e, sempre di corsa, vado via.
Dovevo andare al lavoro. Sono le 7.00 del mattino, entro in ascensore e, mentre sto per scendere, si ferma e salgono due uomini.
Se non fosse per i tacchi, sarei passata quasi inosservata !!!
Quelli mi rivolgono uno sguardo inquisitorio: mi guardano con un'insistenza che quasi mette soggezione.
Una volta giù, mi avvio verso la mia auto e mi metto in viaggio verso casa.
Sono distrutta; ho voglia di fare una doccia rilassante e cercare di dormire almeno un po'.


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