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"Sei proprio certo che le vuoi...." 3a parte.


di cuckold211
30.08.2020    |    32.351    |    14 9.9
"Egli era fuori di sé dalle sensazioni che gli trasmettevo: mi guardava con gli occhi pieni di desiderio e mi riempiva di complimenti, dicendomi: "Che..."
Erano passati quasi tre mesi da quella sera.
Un giorno il capo di mia moglie mi chiama al telefono e mi dice che deve parlarmi.
Gli chiedo se è successo qualcosa, ma mi tranquillizza e mi dice:
"Niente, stai tranquillo, ma Angela vuole che parli con te in merito ad una cosa che le ho proposto".
Gli chiedo dove vederci ed egli precisa che può andare bene pure quella sera stessa a casa. Verrà dopo cena.
Chiedo ancora se Angela lo sa ed egli risponde:
"Sì, è qui, accanto a me".
Resto un po' interdetto, ma decisamente incuriosito.
Quando rientra mia moglie, le chiedo cosa deve dirmi, ma lei non mi dà spiegazioni, dicendo:
"Stasera parlerete fra voi, così sarà lui a dirtelo".

La sera, come la prima volta, lei manda i bambini da sua madre; facciamo una cena leggera, poi lei si va a cambiare: mette una mini gonna jeans e una fascia che le copre il seno.
Prima che egli arrivi, provo di nuovo a chiedere di cosa si tratta, ma lei non si sbottona; dice solo:
"Tu valuta quello che proporrà: se per te va bene, accettiamo, altrimenti dici di no e non se ne farà niente".
Suonano al citofono, lei va ad aprire, lui entra, la bacia sulle labbra e a me dà una stretta di mano.
Ci accomodiamo in salotto; dopo i soliti convenevoli; lei si allontana per preparare il caffè.

Egli fissa i suoi occhi nei miei e mi dice:
"Sono qui per chiederti se possiamo organizzare una serata un po' diversa dal solito".
Gli chiedo spiegazioni e lui mi dice:
"C'è il direttore generale della compagnia di assicurazioni, che è venuto un paio di volte in agenzia e s'è invaghito di Angela. Io ci terrei particolarmente, perché la cosa può comportare maggiori utili all'agenzia e, naturalmente, un consistente aumento di stipendio anche per tua moglie".
Questa cosa mi diede molto fastidio e gli precisai con determinazione:
"Forse non ti è chiaro che mia moglie lavora per svago e per una sua indipendenza economica, quindi non per soldi; inoltre scopa con te solo per piacere e trasgressione, e non per altro".
Egli, chiedendo scusa per aver, forse, impostato male il discorso, aggiunge:
"Guarda che quello è un tipo che intriga molto Angela e che, per correttezza nei tuoi confronti, prima di organizzare qualcosa, Angela ha voluto che tu sapessi e le dessi il tuo consenso".
Questo direttore era del nord e veniva a Palermo un paio di volte al mese, per verificare il corretto andamento dell'Agenzia.
A quel punto, non mi restò che chiedere ad Angela quale fosse il suo proposito. Ella ci guardò entrambi e rispose:
"Se ci sarà anche mio marito, per me va bene".
Egli ha da obiettare la circostanza che solo noi tre eravamo a conoscenza della consensualità del marito, ma Angela, sul punto, è irremovibile e insiste:
"Se c'è mio marito, bene, altrimenti niente".
Al che lui:
"Dovrò trovare un modo per dirglielo?"
"Macché - aggiunse mia moglie - tu non dirgli niente e, quando sarà, ci penso io a come far decollare la serata"; che sarebbe stata organizzata nel solito villino al mare.

A quel punto, Angela, per rasserenare gli animi dopo quella specie di scontro verbale, andò a sedersi sulle gambe del boss e gli disse:
"Dai... non farla difficile... organizziamo per divertimento, non per altri scopi".
Egli le passa un braccio dietro la schiena e la tira a sé, per un bacio passionale. Quel bacio è servito anche per abbassarle la fascia sul seno, scoprire quel ben di Dio e prendere a succhiarle i capezzoli, ben ritti, mentre una mano le si infilava sotto la gonna, fra le cosce divaricate. Fu solo un attimo: le mise due dita dentro la figa e lei, saltellando, se le godeva.
Poi, lui la sposta, si alza e si mette davanti a lei, che provvede subito a sbottonargli i pantaloni e, insieme a quelli, abbassa anche le mutande.
Afferra il cazzo con tutte e due le mani e prende a leccare e succhiare.
Magnifica quella sua testa che andava su e giù nel pompino!
Dopo un po', lei abbandona la presa, si alza e si mette in ginocchio sul divano.
Egli tira la gonna sulla schiena, le abbassa le mutandine, con il cazzo inalberato spennella un po' la figa e lei ha giusto il tempo per dire:
"Fai piano", che lui le era entrato dentro.
Lei, aggrappandosi al divano, insisteva nel dirgli:
"Fa piano, per la miseria... hai deciso di aprirmi in due?" e lui.
"Di', a questo cornuto di tuo marito, che ti sta chiavando un vero maschio".
Lei ansimava ed i suoi "Sììì, sìììììì" non smettevano di udirsi.
Dopo una frenetica bordata, egli si gira verso di me e mi dice:
"Allora, cornuto, la faccio scopare dal direttore e tu starai lì a guardare?"
Io ero in uno stato di ipnosi totale.
Lui infieriva ancor più a scoparla e lei sembrava che stesse per svenire.
Le uniche parole che riusciva a dire, erano:
"Sìììì, mi stai distruggendo!"
Quando fu sul punto di sborrare, la fece girare, le infilò la cappella in bocca e vi svuotò tutta la sborra; poi le lasciò la testa e le disse:
"Va a baciare il cornuto".
Lei viene da me e mi bacia, rilasciandomi in bocca una buona dose di sborra che egli mi dice di non sputare, ma ingoiare.
Io, quasi come un bambino impaurito, ingoio tutto.
Lui guarda compiaciuto, come se avesse preso possesso di me. Poi dice:
"Ora dovrò vedere se il direttore accetta di scoparsi tua moglie con te presente; altrimenti, tu resti a casa e noi ce la fottiamo".

Quando egli andò via ed io e mia moglie ci siamo ritrovati soli, manifestai il mio disappunto sul comportamento da lui tenuto: quello che egli intendeva condurre non era più gioco, ma dominazione, possesso.
Lei fu d'accordo con me e mi tranquillizzò dicendo:
"Domani mattina chiarirò tutto, con lui".

L'indomani, al lavoro, lei affronta l'argomento e minaccia di licenziarsi, chiudendo così, definitivamente, ogni rapporto con lui.
Mia moglie mi raccontò che mancò poco che egli non si metteva in ginocchio a pregarla; le disse che c'era stato un malinteso, in quanto pensava che ci piacesse la sottomissione; che era disposto a tornare quella sera per chiarire ogni cosa e chiedermi scusa.
Prima che ciò avvenisse, Angela ne volle parlare con me; ci consultammo ed accettai di rivederlo.

Arrivò dopo cena con una bottiglia di vino; dopo i convenzionali saluti, ci sediamo tutti e tre sul divano in salotto, ma, questa volta, con mia moglie al mio fianco: era stata una sua decisione per dar ad intendere, una volta per tutte, chi era il suo uomo.
Lui prende a parlare, e chiede scusa per aver avuto quel comportamento che, in realtà, credeva fosse quello gradito a noi altri.
Avemmo modo di chiarire un po' tutto: che il nostro era gioco e non doveva confliggere con la vita privata di ognuno; gli confermai che non mi dispiace essere umiliato e che, nel gioco, mi poteva dileggiare sia verbalmente che fisicamente, ma, dopo l'orgasmo finale, era ovvio tornare alle maniere gentili da persone per bene, quali eravamo.
Mia moglie andò a prendere il vino e brindammo alla nostra amicizia.
Poi, ritornò sul discorso del direttore e questa volta, con i dovuti modi, spiegò che non gli andava di dire che siamo un trio; e che anzi, se Angela accetta, neanche lui sarà presente, perché, avrebbe spiegato, non avrebbe tanta confidenza con la dipendente.
Io, rivolgendomi a mia moglie, le dico: "Decidi tu cosa fare!" E lei, rivolta a lui,
dice: "Ne parleremo domani in agenzia".
Poi egli saluta e se ne va.

Una volta da soli, guardai mia moglie e le chiesi:
"Che intenzioni hai? Sei sicura di questo direttore? Che tipo è?"
Lei mi disse che lo ha visto in agenzia; che è un tipo sui 50 anni, alto quanto il titolare, giusto per farmi capire, ed aggiunge che somiglia all'onorevole Fini.
Costui, quando si è presentato in agenzia, è sempre stato molto gentile e galante con lei, le ha sempre fatto tanti complimenti e la lusinga con garbo.
Le chiedo di nuovo: "Che vuoi fare?" e lei: "Non lo so, poi vedremo; lui verrà fra 15 giorni".
Da quella sera non ne abbiamo più parlato; dopo qualche settimana Angela mi comunica di aver invitato il titolare a cena.

Quella sera, a cena, c'era un'aria serena; mia moglie indossava il grembiule in jeans; eravamo tutti e tre in cucina, mentre mia moglie preparava.
Noi, seduti, sorseggiavamo un aperitivo ed il capo di Angela era di buon umore. Poi lui, con chiaro tono di sfottò, le chiese:
"Ma, sotto quel grembiule, mica hai messo i mutandoni della nonna?"
Lei ridendo, gli rispose per le rime, dicendo:
"Mica ho la tua età?"
Poi si gira e, da perfetta spudorata, alzò il grembiule: non aveva niente sotto; era magnificamente e stupendamente nuda.
Io, guardandolo, gli dissi: "Ti ha fregato!"
Finito di cenare, andiamo a sederci in salotto come al solito, mentre lei sparecchia e prepara il caffè.
Egli, con espressione seria, mi disse che il prossimo lunedì sarebbe arrivato il direttore generale e, alla sua richiesta di poter restare con me ad attendere il rientro di Angela dall'avventura con il direttore, gli opposi un netto rifiuto, intendendo riservare quei momenti per noi soli, per la nostra intimità.
Egli si mostra comprensivo e mi chiede:
"Posso almeno vederla, quando rientrerà a casa?"
Ci pensai un attimo e gli dissi di sì, ma a condizione che lo volesse anche lei, altrimenti avrebbe solo potuto salutarla, senza nemmeno toccarla.

Il sabato, prima dell'arrivo del direttore, mia moglie si vede con il suo capo.
Quando ritornò aveva due borse piene di tanti bei pacchetti. Le chiedo come mai, e lei mi precisò che non erano andati al villino, ma a fare shopping.
Prima di lasciarsi, si erano comunque fermati in un parcheggio per coppie, dove gli aveva fatto un succulento pompino.
Poi tornando sul contenuto delle borse, aggiunse che egli conosce i gusti del direttore e le aveva preso delle cose particolari affinché fosse all'altezza della situazione, giusto per farlo impazzire.
Tutto questo mi dava fastidio; avvertivo quello stato di possessione, come se mia moglie fosse stata una Escort. Lei, però, accortasi del mio disappunto, mi abbracciò e mi disse:
"Dai, amore, non prendertela.... ridiamoci su... è un gioco: io me lo scopo e tu godrai delle ulteriori corna subite.
Decisamente aveva la capacità di farmi eccitare anche con due sole parole buttale lì per caso. Ancora mi chiedevo come era possibile che una donna/moglie potesse cambiare a quel modo; ripensavo, infatti, a qualche anno prima, quando ancora mi prendeva per malato mentale, alle mie oscene proposte.

La domenica passò tranquillamente in famiglia: i due colombi si erano solo scambiati un paio di messaggi: lei a chiedergli come mai non avesse voluto scoparla, cui egli rispose per far sì che il direttore le trovasse la figa più stretta.
"Cazzo - mi venne da pensare allorché mi fece leggere il messaggio - ha pensato anche a fargli trovare la figa stretta? Davvero incredibile!".
Il lunedì mattina lei si sveglia un po' più presto e, dopo la doccia viene in camera a prepararsi; si toglie l'accappatoio e rimane nuda; comincia a spalmarsi la crema su tutto il corpo; si guarda la figa con uno specchio più piccolo, per osservare che la depilazione sia perfetta; poi indossa un perizoma che era tutto un programma: bianco con davanti un pezzetto di velo e dietro un filo interdentale, che entrava fra le chiappe e, praticamente, spariva; più sopra un reggiseno abbinato al perizoma.
Una gonna a tubino nero sopra il ginocchio, una camicia bianca trasparente con un bottone aperto, che offriva alla vista una magnifica scollatura, una giacca abbinata, ed ai piedi, rigorosamente nudi, un paio di scarpe tacco 12.
Un trucco leggero ed una borsetta piccola, completavano la preparazione di quel capolavoro di donna che era mia moglie Angela.
Quando l'ho vista pronta per uscire, mi son sentito veramente orgoglioso di avere accanto una donna di tal fatta.
Quando mi ha salutato, le ho detto:
"Non tenermi sulle spine... fammi sapere qualcosa, appena possibile".
Lei mi guarda e, sempre con quel suo modo malizioso, mi disse:
"Non so... vedremo...."
L'ho seguita con lo sguardo dalla finestra, mentre saliva in macchina e partiva.

Quella giornata per me è durata un secolo; verso le 13.30, mi arriva un messaggio e mi avvisa:
"Sono a pranzo in un ristorante sul mare"; provo a saperne di più, ma non ricevo risposta.
La sera feci dormire i ragazzi della nonna, per avere più libertà nel parlare.
Verso le 19.30 mi chiamò e mi avvisò che stava ritornando.
Mi chiese dei ragazzi e, quando le dissi che li avevo portati a dormire da sua madre, mi ringraziò.
Dopo un po', eccola lì: aveva due borse sotto gli occhi, quasi come un'anemica.
Appena entrata in casa, si lanciò sul divano e si tolse giacca e scarpe.
Poi con l'abituale suo intrigante sorrisino mi disse:
"Amore, ho avuto proprio una giornata faticosa; sono a pezzi".
Le proposi di bere qualcosa, ma mi rispose che aveva bevuto anche troppo; ora era solo stanca.
Ma lei sapeva bene che io mi aspettavo il resoconto della giornata; mi propose di riempirle la vasca da bagno e così, mentre si riprendeva dalla stanchezza, mi avrebbe raccontato ogni cosa.
La accontentai immediatamente: le preparai la vasca con acqua bella calda, in cui avevo messo dei sali profumati rilassanti.
Lei arriva e si spoglia; tolta la gonna, notai che non aveva le mutandine; la curiosità mi spinse a chiederle se le aveva perse, ma mi disse che le aveva in borsa
Sotto il seno, presentava una macchia di sborra secca e le labbra della figa erano arrossate.
Si distese nella vasca, mentre io, preso lo sgabello basso da toilette, mi siedo accanto a lei e comincio a praticarle abluzioni.
Lei mi prese una mano e mi disse:
"Non immagini quanto ti amo, amor mio; riuscirò mai a ripagarti di tutti i piaceri che mi permetti di godere?"
E cominciò a raccontare.
Questa mattina il Direttore è arrivato in agenzia verso le 11.00; appena giunto, nel salutarmi, mi ha riempito di complimenti, poi si è chiuso dentro l'ufficio del titolare
Dopo qualche ora si apre la porta e mi chiamano: il titolare esce e io entro; egli, con fare galante mi invita a pranzo; mi dice che è solo, che questa sera dorme qui e che il titolare gli aveva offerto il suo villino, ma non voleva pranzare da solo.
Ovviamente io accetto e dopo mezz'ora partiamo a bordo della sua auto, una BMW x 6.
Egli si comporta da perfetto gentiluomo e mi dice:
"Angela, non puoi non esserti accorta che ti desidero da quando ti ho vista la prima volta e, conoscendo bene quel mandrillone del tuo titolare, ho capito subito che fra voi c'è qualcosa; ne abbiamo parlato perché fra noi c'è abbastanza confidenza e egli mi ha detto che non sei una donna facile, che hai famiglia, ma ha anche detto che ci si sarebbe provato a proporti un pomeriggio con me e non puoi immaginare il piacere che ne ho avuto al sapere che c'è riuscito.
Durante il pranzo, se così lo si può chiamare, atteso che non abbiamo mangiato quasi niente.
Io gli ho risposto che per me era una condizione assolutamente nuova; che, prima di andare a lavorare in quella agenzia, non potevo mai immaginare che avrei potuto tradire mio marito e di accettare avventure di quel genere.
Egli mi prende la mano e mi dice:
"Vedrai che il piacere non fa che bene, nella vita".
Quando finiamo di pranzare, andiamo al villino e lì si muoveva con la dimestichezza di chi conosceva a menadito l'intera casa, quasi ne fosse il padrone: la conosceva meglio di me, per le tante volte che vi ero stata.

Apre il frigo e prende una bottiglia di prosecco con due bicchieri; andiamo in salotto ed io, prima di sedermi, levo la giacca, mentre lui leva giacca e cravatta.
Ci sediamo accanto e, dopo un po', mi invita a sedermi sulle sue gambe.
Appena a contatto, gli passo un braccio intorno al collo e ci baciamo come due innamorati; nel mentre, egli mi sbottona la camicetta, penetra con una mano sotto il reggiseno e mi tira fuori una tetta.
Aveva appena cominciato a leccare e succhiare il capezzolo, che avvertii qualcosa di duro, sotto.
Con una certa ironia, gli dico:
"Mi sa che questa sedia sia diventata anche troppo scomoda; c'è qualcosa che preme qui sotto".
Egli se la ride, divertito, e controbatte:
"Mi sa che dobbiamo cambiare camera".
Quando arriviamo in camera da letto, ho appena il tempo di spogliarmi che me lo trovo con la testa fra le gambe e prende a leccarmi la figa in modo esaltante, fra il delicato e l'irruento: il primo orgasmo l'ho avuto con la sua lingua. Senza smettere, prosegue nel suo cunnilinguo finché non si accorge che sono di nuovo in eccitata. A quel punto, si alza e mi dice:
"Adesso tocca a te".
Mi presenta un cazzo bellissimo, non grosso, come quello del boss, ma ben messo e di colore più scuro; gli ho fatto un pompino con tutto il gusto di cui sono capace e l'ho fatto eiaculare in gola. Poi ha alzato un po' le gambe e, tenendosele da sotto con le braccia, ha voluto che gli leccassi il culo: non l'avevo mai fatto, ma mi ci son messa d'impegno.
Sentirlo uggiolare, ma metteva fregola addosso, per cui, oltre al culo, risalivo con la lingua per prendergli in bocca le palle e, subito dopo, gli ho imboccato tutto il cazzo, pompando come una forsennata.

Dopo un po', mi ferma, mi fa distendere e comincia a scoparmi alla missionaria: si è rivelato un vero professore del sesso; mi faceva entrare il cazzo in figa in modo lento e, quando era tutto dentro, si muoveva in maniera come se mi avesse infilato un mestolo; sembrava voler mescolare gli umori che producevo all'interno della figa; avvertivo, dentro, come il movimento di una trivella che rimescolava. Poi usciva e rientrava, per farmi desiderare le sue spinte, finché sono stata io stessa a tirarmelo dentro, andando, con il bacino, incontro a quell'asta che tanto piacere mi donava; insomma mi scopavo da sola.
Egli era fuori di sé dalle sensazioni che gli trasmettevo: mi guardava con gli occhi pieni di desiderio e mi riempiva di complimenti, dicendomi:
"Che donna fantastica, sei! Hai una figa che dovrebbe sempre e solo scopare e sai usarla come solo una Femmina con effe maiuscola sa fare.
Girati, voglio prenderti da dietro.
Appena girata, si abbassa e comincia a leccarmi figa e culo: mi apriva le chiappe e mi scopava il culo con la lingua.
Dopo un po' si mette in posizione e mi entra la minchia tutta in figa; questa volta senza badare alla delicatezza: ogni stoccata mi faceva sbattere la testa contro la spalliera del letto.
Tutto questo è durato un 20 minuti; poi mi fa girare e mi mette il cazzo in bocca, dicendomi:
"Prendila tutta... non ingoiare... quando avrò finito, mi farai vedere quanto ti ho riempito la bocca, così, poi, potrai ingoiare".
Non so come ho fatto a resistere: quella sua non era la sborrata di un uomo, ma di un toro. Stava quasi per uscirmi dal naso. Avevo la bocca piena all'inverosimile ed è mancato poco che mi strozzassi.
Dopo averla vista, mi ha detto di ingoiarla. Poi si è disteso al mio fianco, mi ha tirato a sé, abbracciandomi, e ci siamo baciati. Poi ha esclamato:
"Mai nessuna donna è riuscita ad ingoiare la mia sborrata per intera".

E ti credo, pensai, ne fai quanto un cavallo?!
Siamo stati una mezz'ora abbracciati a letto; egli mi ha raccontato un po' di sé, che con sua moglie non va più da anni, che è certo che lei abbia un altro.
Mentre parlava mi toccava il culo ed io giocavo col suo cazzo, finché non è diventato di nuovo duro: da perfetta golosa, mi sono chinata sul suo ventre ed ho cominciato a succhiarglielo. Egli accompagnava con una mano il mio movimento di su e giù. Quando si è ripresentato in tutto il suo fulgore, ci son salita a cavalcioni e, dopo averlo infilato in figa, comincio a cavalcare, mentre egli mi palpava ed allargava le chiappe.

Eravamo in quella posizione, quando suona il telefono: lui risponde, era il boss che si informava come andava; egli me lo passa e quello mi chiede se poteva venire. Io resto di sasso: mi aveva, quindi, mentito, quando diceva di aver riferito al Direttore che egli non aveva quel tipo di intimità con una dipendente.
Riferisco al direttore ciò che era la sua intenzione ed egli risponde:
"Se per te non è un problema?"
A quel punto capisco che i due marpioni si erano messi d'accordo.
Io, però, ero letteralmente presa e gli ho detto di si.

Mentre mia moglie raccontava, mi ero spogliato ed ero accanto a lei nudo: lei in vasca e io seduto.

Al mio assenso, mi sono alzata dal letto per andare a fare una doccia rinfrescante; anche egli si è alzato ed ha indossato i boxer.
Così, io in accappatoio e il Direttore in mutande, aspettiamo il boss in salotto.
In me la curiosità la faceva da padrona, per cui, mentre attendevamo l'arrivo dell'altro, gli chiedo se era la prima volta e se, per caso, era stato tutto pianificato fra lor. Egli, sorridendo, conferma ogni cosa, compreso il fatto che non era la prima volta che giocavano assieme con qualche donna.

Quando arriva il titolare, la sua prima domanda fu se era tutto ok.
Il Direttore gli sorride e afferma:
"Mai vista una donna così", il titolare mi abbraccia e mi dice:
"Ne ero certo, sei unica".
Mi vado per girare e ci ritroviamo a baciarci in bocca.
Lo guardo e gli dico:
"Ho appena finito di bere un bicchiere intero di sborra e ancora non ho pulito la bocca". Ed egli, senza esitazione, dice:
"Non mi creo problemi per queste cose"
Poi, mi apre l'accappatoio e comincia a succhiarmi le tette.
Contemporaneamente prendeva a spogliarsi e quando fu nudo mi fa abbassare: comincio a leccare, mentre anche il Direttore di leva i boxer e si avvicina a noi. Alternavo a succhiare con entrambi i cazzi, solo che quello del Direttore me lo gustavo per bene, mentre l'altro lo leccavo senza entusiasmo.

Dopo un po', il boss mi fa alzare mentre, piegata in avanti, proseguo il pompino al Direttore. Egli allora mi si mette dietro e, dopo un po', si fa strada tra le mie chiappe; mi tenevano, uno per i fianchi e l'altro per la testa, cosicché con le spinte da dietro, il cazzo del direttore mi sprofondava in gola.
Abbiamo continuato per qualche ora a cambiare posizioni e cazzi; poi hanno voluto sborrarmi in faccia tutti e due contemporaneamente.
Dopo avermi fatto ripulire le due minchie, ci siamo rivestiti per andar via.
Il Direttore è rimasto lì, mentre io son tornata con il titolare; recuperata la mia macchina, son venuta a casa.

A quel racconto ero al massimo: mi alzo e, mentre lei è dentro la vasca, le infilo il mio cazzo in bocca e vi sborro; lei beve tutto e guardandomi mi dice:
"Amore, la tua è sempre la più gustosa".


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