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Mario: il mio amante (dicarino)


di cuckold211
06.11.2014    |    8.637    |    3 9.4
"Ed il buco cominciava a cedere..."
...Lei sapeva che Mario era il mio "amante" e, la cosa, non le dispiaceva. In fondo, da quando ero stato sverginato, era stata la mia maestra di sesso e di vizio.
Lo conobbi una sera, a cinema. Fu la prima volta che godetti di un pompino fatto da un uomo. Fino ad allora avevo goduto sempre nella bocca meravigliosamente voluttuosa di mia madre, colei che mi aveva trasmesso tutto quanto il vizio e la lussuria che l'avevano resa una stupenda, espertissima "troia".
Orbene, con Mario mi si aprì un nuovo scenario. Egli era un bell'uomo, molto simpatico, gioviale ed abbastanza esperto della vita. Di circa otto anni più grande di me, parlava correttamente l'inglese ed era al 4° anno fuori corso di medicina. Lavorava, intanto, come informatore scientifico per una nota casa farmaceutica. Ciò che, in seguito, determinò, che quasi tutti i giorni, passava a prendermi e mi portava con sé, un po' dappertutto, in visita a medici e farmacisti. Il nostro rapporto si era ormai consolidato. Sapeva tutto di me... proprio tutto: dall'inizio... ai rapporti con mia madre. Ero un libro aperto con lui e quando mi possedeva, quando facevamo sesso, in qualsiasi momento egli era consapevole di chi stesse godendo e sapeva farlo godere. Anch'io, d'altra parte, mi ero adeguato ai suoi gusti e sapevo come goderlo... fra noi, quindi, si era stabilita una complicità assoluta, resa ancora più completa ed intima dal suo modo di sollecitare la mia curiosità e, sopratutto, la mia predisposizione al vizio. Mi fece godere momenti di grande emozione ed insospettabile piacere. Non fu difficile lasciarsi andare psicologicamente e, ad esempio, farsi inculare da lui sotto gli occhi di un gruppo di uomini che attorniavano una prostituta... però mi piacque tantissimo. Poi, nei cinema a luci rosse... farsi spompinare in bella mostra... farmene succhiare ed ingoiarne altri... offrire a chi volesse il "mio culo di burro"... come soleva chiamarmi.
Poi, un giorno, cominciò a parlarmi di un certo personaggio molto importante, che viveva in una bella villa. Un nobile - diceva - ultimo discendente di una dinastia di baroni di origini austro-ungariche. Mi spiegò che era appassionato di... giovani, di bei ragazzi (ed io, modestamente, ero molto ben fatto) e che lui, Mario, che era suo amico e frequentatore di vecchia data - se capitasse e valesse la pena - poteva portargli qualche nuovo amico da... sverginare. Insomma, mi diceva, lo fai così bene e ti piace tantissimo darlo ed averlo, che, nel posto dove intendo portarti, se vorrai, potrai dare sfogo a tutta la tua sensualità e... libidine. Alla fina mi convinsi... in verità non è che facessi molte resistenze. Mi parlò del personaggio, dell'ambiente, delle persone che avremmo potuto incontrare e di quel che sarebbe accaduto. Mi raccomandò, però, di fare in modo di apparire come fossi vergine. Fare in modo di stringere il buchetto, come meglio mi potesse riuscire, per opporre una certa resistenza... E, per questo, mi fece fare numerose prove con il suo cazzo, che non deludeva certamente... Al barone piaceva essere lui, il primo!
Andammo, allora, e fummo introdotti in un ampio salone, solennemente arredato con preziosi mobili d'epoca, con divani e poltrone, splendidi tavoli apparecchiati con cibarie e bevande d'ogni sorta. Mario mi lasciò solo, per qualche istante, per andare a salutare il barone, che si intratteneva con delle persone ed io mi sentii subito gli occhi addosso, sguardi curiosi, interessati e accenni di sorrisi... Oramai ero presente a tutti. Mi si era creato intorno un circolo di uomini e donne che - lo intuivo - aspettavano di potermi avvicinare, conoscere.
Mario ed il barone si fecero largo. Il nostro ospite mi venne incontro con un ampio sorriso, gli occhi ridenti e la mano tesa a darmi il benvenuto. Ci presentammo, indi lui, con molta cordialità, mi cinse i fianchi con un braccio e, rivolto al gruppo dei presenti (saranno stati una quarantina tra uomini e donne, parecchi giovanissimi) disse: "Amici, vi presento un nuovo amico; da questo momento è... amico di tutti. Il primo, come sempre,... sarò io". detto fatto, mi diede una carezza sul viso, quindi, con l'aiuto di Mario, iniziò a spogliarmi. Anche tutti gli altri, nel frattempo, iniziarono a denudarsi. A torso nudo, il barone cominciò a succhiarmi con forza i capezzoli, tanto da farmi male. Se ne rese conto e si scusò, ma riprese con la stessa vigoria. Io, già eccitato, pensando a ciò che Mario mi aveva detto mi sarebbe accaduto - nel momento in cui lo stavo vivendo, in un ambiente cui non avrei mai pensato, in mezzo ad una folla di uomini e donne, tutti gradevoli davvero che mi apparivano stupendamente nudi ed eccitati, con tanti bei cazzi ritti e pronti a godere - mi sentivo come frastornato.
Stavo vivendo un particolarissimo momento della mia giovinezza ed era come se non me ne rendessi conto.
Solo quando fui completamente nudo e Mario si chinò ad imboccare il mio cazzo per farlo indurire al massimo, mi resi conto, davvero, che stavo per vivere un'avventura... un'avventura meravigliosa.
Il barone mi fece piegare con la pancia sulla spalliera di un divano, dalla parte posteriore. In quella posizione, il mio culo era in bella mostra, sodo, tondo e spudoratamente invitante.
La solita passata di saliva sul buco e... puntata la capplla, il primo colpo, non tanto forte. Il barone non voleva farmi male... io mi ero leggermente lamentato... (ero vergine, no?) Quindi, ancora qualche colpetto con relativo lamento... ed il buco cominciava a cedere. Poi un colpo deciso ed entrò... tutto! Emisi un grido e finsi un sussulto. Mi sentii entrare nel culo, fino alle palle, un paletto di ferro. Mi stette dentro fermo. Intanto tutti avevano cominciato a godersi in tutti i modi. Parecchi, tuttavia, uomini e donne, erano lì intorno a noi; indugiavano a godersi lo spettacolo. Vidi diverse mani di donne che impugnavano i cazzi dei presenti. Qualcuna che, inginocchiata sul tappeto, faceva un pompino...
Ad un certo momento, mentre il barone mi stava ancora dentro fermo, Mario salì sul divano in maniera da portare il suo cazzo all'altezza della mia bocca, se avessi drizzato la schiena. lo feci: mi era venuta una voglia incontrollabile di succhiarlo. Mi entrò tutto in bocca, fino in gola. A questo punto, come se lo spettacolo del bel cazzo di Mario nella mia bocca gli avesse dato una scarica elettrica, il barone cominciò a muoversi nel mio culo che si era aperto al massimo... avanti... indietro... prima molto lentamente, in maniera da farmi godere della meravigliosa sensazione della lunghezza e della grossezza di quel cazzo, poi sempre più velocemente e... violentemente.
Ad un certo punto, Mario non resistette oltre e mi sborrò in gola con un gran sospiro: "Tieni - mi diceva - prendi, succhiami tutto... sei un pompinaro eccezionale... quella zoccola di tua madre ti ha insegnato a fare pompini straordinari..." Ingoiai molta sborra, ma era solo l'inizio. Un altro cazzo si fece avanti e lo accolsi in bocca fino alla sborrata... "Si, dateglielo tutti - incitava Mario - gli piace ingoiare la sborra... fatevi succhiare fino all'ultima goccia". Contemporaneamente, anche il barone, che aveva resistito il più a lungo possibile, se ne venne gridando "Toh, tieni. Ti sto riempendo il culo; te l'ho sfondato... che culo che hai... che bel culo!"
E anche con quello seguitai a godere... In parecchi vi si alternarono. Non so quanti. Non ho mai ricordato quanti pompini ho fatto e quanti mi hanno sborrato nel culo. Quando finimmo, mentre altri continuavano a chiavare e scambiarsi, ammucchiandosi, sentivo la parte indolenzita e colante sborra. Mi misi semisdraiato sul divano per riposarmi un po', allorché mi si avvicinò una donna, completamente nuda. Era una bella donna molto giovane... (in seguito, entrambi, diventammo jolly ed in seguito spiegherò che significa). Si piegò sulle ginocchia avanti a me, mi fece allargare le gambe e cosce in aria in maniera da mostrare il culo e, allargatimi i glutei con le dita, tirò fuori la lingua e me la ficcò nel culo aperto e fradicio di sborra. Succhiò a lungo... dietro di lei, in piedi, il marito si godeva lo spettacolo, menandoselo. Anch'io mi ero toccato... e sborrai sussultando violentemente. Era la seconda volta.
Quando rientrai a casa era quasi l'alba. mia madre mi stava aspettando... "Non ho chiuso occhio per l'ansia... Dimmi, com'è andata? Ti è piaciuto? Come ti hanno trattato? Dai racconta: sono così... così eccitata"... Forse sapeva dove Mario mi aveva portato?.....
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