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Gay & Bisex

Cogli l'attimo.


di passbari
26.10.2014    |    8.254    |    2 8.8
"Mi tira schiaffi sul culo e mi preme la testa verso il basso..."
Forse le cose improvvise, sono le migliori.
Quelle che non ti aspetti, quelle che non immagini e non ti prepari.
Prima di incontrare qualcuno, che sia per lavoro, per amicizia o per sesso, penso sempre a cosa dire, cosa fare, come presentarmi e come affrontare le solite domande che la vita ci impone di fare.
Quando invece tutto accade senza un motivo, senza un perché, è tutto più semplice.. molto più naturale e rilassante!
Era una sera dei primi di settembre. Mi trovavo a Bari, in un bar con il mio gruppo di amicizie. Una sera particolare, eravamo li per salutare un nostro amico che il giorno dopo sarebbe partito per continuare gli studi fuori. Ero intento a mangiare il mio cornetto alla cioccolata accompagnato dal caffè decaffeinato che ormai bevo e tra una chiacchiera e l'altra il mio cellulare comincia a vibrare. Era un messaggio su una di quelle applicazioni che si usano per incontrare gente a te vicina. Solitamente non incontro mai nessuno che mi contatta li, non per cattiveria, ma perché spesso si presenta gente senza foto, non disposta a fare un passo verso il prossimo.
Il suo nickname mi incuriosisce.
Soprannome da maschio, magari attivo e possente. Ciò che desidero.
Come già precedentemente detto, sono solamente passivo e trovare un vero attivo è davvero difficile purtroppo.
Ci scambiamo qualche messaggio. Lui è bisex, attivo e poco più che trentenne. E' disposto ad incontrarmi in quel momento stesso, per cui gli spiego che sono impegnato e che non so a che ora potrei liberarmi. Un messaggio tira l'altro e si accende in me la voglia di incontrarlo, di spogliarlo e di avere quello che lui dice "un bel cazzo" tra le mie mani.
Lui è molto disponibile e gentile. Mi ha detto che è già in cammino e sta arrivando al luogo d'incontro. Io dal canto mio, faccio il possibile per movimentare e affrettare il tutto della serata e farmi riaccompagnare a casa. Dopo un'ora eccomi fuori all'hotel del mio paesino pronto per incontrarmi con quest'uomo tanto gentile quanto maschio. Un colpo di luci ed eccomi in quella macchina bianca. Ci presentiamo, mi scuso per l'orario anche se ormai è tarda notte e mette in moto la macchina cominciando a percorrere il lungomare. Arriviamo in un posto deserto, poche luci e poche probabilità di incontrare gente. Chiacchieriamo di ciò che facciamo nella vita e di ciò che vorremmo fare e abbassa il suo schienale mettendosi comodo.
Troppe parole sono state usate a sproposito. La cosa migliore da fare è abbassarsi tra le sue gambe e sbottonargli i jeans. Ma non lo faccio, aspetto che sia lui a cedere e a farlo impazzire di voglia. Gli faccio i grattini sul petto peloso, amo i peli, non troppo.. il giusto.
Amo leccare un bel petto. Lecco i suoi capezzoli, poi passo alle sue braccia e mi stendo con il capo sulla sua patta dura che sento pulsare sul mio collo. Comincia ad accarezzarmi il petto e a sbottonarsi i jeans. Lascio uscire il suo cazzo e lo sento accanto alla mia guancia. Sento l'odore inconfondibile di uomo. Odore di pulito, di cazzo. Odore che mi fa quasi cedere e far salire la voglia di scappellare quella mazza ma no, non lo faccio. Dev'essere così eccitato da prendermi e farmi suo.
Avvicina la sua mano al mio viso per farmi prendere tra le grosse labbra quel palo di carne ma prendo le sue dita e le dirigo nella mia bocca. Le lecco e succhio come se fossi impegnato con un cazzo vero, anzi tre, visto che ho tre grosse dita nella mia bocca.
Lui è all'estremo della resistenza e non riesce più a controllare la sua eccitazione. Sento il suo cazzo pulsare e bagnarsi.
Con un colpo rapido toglie le tre dita dalla mia bocca, mi gira il volto e mi pianta in gola il suo cazzo. Mi manca il respiro ma è giusto così. Ha aspettato troppo ed è ora che si ribelli. Mi tiene fermo qualche secondo su quel pacco, i peli che circondano la sua asta mi solleticano il naso e le sue gonfie palle sono sul mio mento. Gli scappello il cazzo con la bocca e comincio a solleticarli il frenulo.
Poi lascio tutto e scendo alle palle. Sembrano due pesce molto grosse e piene. Chissà da quando non le svuota. Torno su, lecco e risucchio quella grossa cappella come fosse la punta di un gelato in piena estate, pronta ad esplodere e a far colar fuori la sua sborra. Mi chiedo come potesse essere, ma non smetto di leccarla. Mi incita a continuare e geme tanto, forte come piace a me. Amo sentire i sospiri, le grida di piacere quando mi impegno in qualcosa.
Decide di prendere in mano le redini del gioco e di dettare lui il ritmo.
Mi scopa la gola come se fosse una fica. Mi allarga le labbra con le mani e gioca al suo interno col suo cazzo duro.
Va sempre più veloce non curante dei miei lamenti. Anche se, più che lamenti potrebbero sembrare dei gemiti "mmmmm mmmm" si sente nell'auto. I vetri sono appannati e la sua voce è strozzata dal godimento.
Mentre sono impegnato a farlo godere con la mia bocca lui ha cominciato a chiamarmi "puttana" e a schiaffeggiarmi il corpo. Mi tira schiaffi sul culo e mi preme la testa verso il basso. Sento che se continua di questo passo verrà in un batter d'occhio quindi provo a rallentare il ritmo ma lui non me lo permette.. "hai giocato tu, ora gioco io, zoccola" mi scopa forte e violento. Con una mano mi blocca le braccia e con l'altra mi preme la testa. Sono con la testa ferma sui suoi ricci neri e lui geme, velocemente esce il cazzo dalla mia bocca e faccio in tempo a chiudere gli occhi che uno schizzo mi colpisce il naso e tanti altri mirano il mio viso. Non so quanti schizzi siano arrivati sul mio viso, so solamente che mi sento completamente bagnato e ora sento che con la sua cappella sta distendendo il suo dolce nettare ovunque.
Fortuna ho i fazzoletti con me. Mi ripulisco alla meglio e ci risistemiamo. Senza fiatare mi riporta al luogo d'incontro. Scendo dall'auto. Mi saluta con un "grazie della bella nottata, sei unico".
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