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Gay & Bisex

L'estate di Gianni - 3 Aldo e Giacomo


di Ettoreschi
06.10.2008    |    10.455    |    1 7.4
"Poi cominciò a pompare prima lentamente, poi sempre più freneticamente..."
Durante il week end c’erano i genitori e quindi Gianni faceva loro compagnia nella spiaggia dove i nonni avevano una cabina e un ombrellone con lettini. Forse non era neanche male avere due giorni di pieno riposo dopo una settimana che avrebbe ricordato per la vita e che comunque lo aveva spompato. Gli dispiaceva che Vanda fosse andata via: era stata la sua nave scuola paziente e ricca di sensibilità, di consigli, di esempi. Lui aveva capito che gli piaceva molto lavorare con la lingua e con la bocca (era ancora nella fase orale?) e, per certi versi era dispiaciuto che con Ermanno non fosse riuscito ad andare oltre quel timido inizio di pompino il primo giorno.
Con in testa alcune certezze ma anche qualche incognita si ripresentò il lunedì in quella che oramai considerava la sua spiaggia. La popolazione era cambiata, ma c’erano alcuni punti fissi: le due donne secche e i due bonazzi. Gli sguardi oramai indugiavano sempre qualche istante più del dovuto e d’altra parte Gianni sapeva di loro qualcosa che loro non avevano coscienza che conoscesse e forse uno dei due aveva intuito qualcosa di lui ed Ermanno e sicuramente ne aveva parlato all’altro. Quando si piegò per stendere lo stuoino volutamente voltò loro le spalle facendo fare capolino al suo buchetto. “Comincio ad essere proprio un bel porcone” pensò e comunque non gli dispiacque affatto di causare qualche pensiero sconcio nella mente dei due.
Un quarto d’ora più tardi arrivò anche Ermanno con il suo borsone da dove tirava sempre fuori qualsiasi cosa fosse utile, anche il lubrificante anale. Chiacchierarono come fossero amici di lunga data su come fosse andato il week end. A Gianni piaceva che l’uomo non gli facesse pesare la differenza di età e di esperienza, anche se amava scherzare sulla sua mancanza di previdenza per le cose pratiche, ma d’altra parte c’era Ermanno per cui di cosa doveva preoccuparsi?
Dopo un paio d’ore videro i due bonazzi allontanarsi verso la loro solita baia e allora Ermanno si rivolse al compagno allungandogli un tubetto “Vai a lubrificare un po’ il buchino, che mi hai lasciato in bianco per due giorni e devo ancora insegnarti molte cose” Con un sorriso il giovane raccolse la pomata e raggiunse un luogo discosto coperto alla vista degli altri. Si accucciò e cominciò con sapienti e oramai esperti movimenti a cospargersi il buco di lubrificante. Si preoccupò soprattutto di preparare le pareti interne alla oramai imminente penetrazione. Tornò dal compagno e, riconsegnando il tubetto, gli venne in mente una cosa “Guarda che voglio provare a fare un pompino. E poi mi farai provare cosa si prova a inculare un uomo?” Accidenti ma cosa gli era uscito dal cervello? L’altro scoppio fortunatamente in una fragorosa risata “Sei proprio un puledrino vivace e intraprendente. Penso proprio che non ti potrò tenere nascosto niente di importante!” E con questa implicita promessa imboccarono il sentiero impervio che portava alla “loro“ baietta.
Prima si dedicarono un po’ a qualche coccola poi l’occhio esperto del più anziano individuò un posto adeguato. Sistemò il giovane amico a gambe larghe su due scogli appena sommersi in modo che gli porgesse le spalle, lo tirò a sé in modo che si potesse tenere su alcune protuberanze rocciose che sporgevano. Ora Gianni era in una posizione che ricordava per certi versi quella che aveva visto la prima volta fare al tipo castano. Ermanno armeggiò un po’ con la punta dell’uccello per scegliere bene l’angolatura poi cominciò a penetrarlo. Passarono i primi due minuti a riabituare l’intestino del ragazzo al solito ospite e a trovare la giusta posizione, poi il più anziano cominciò a stantuffare il proprio pistone di carne nel canale del giovane.
Cominciarono a sospirare dopo qualche minuto di tenero avanti e indietro, poi Gianni ebbe l’impressione che il rumore delle onde non fosse sincrono come prima e all’improvviso si ritrovò al proprio fianco il bonazzo castano che con un sorriso malizioso gli si avvicinò all’orecchio, lo leccò voluttuoso e poi gli sussurrò “Hai visto i guardoni cosa hanno imparato a fare. Ti aiuto io ora” Gianni voleva sparire ma era anche lanciato verso il coronamento di un piacere atteso da tutto il week end, l’uomo poi non sembrava ostile ma piuttosto uno che cerca anche lui la sua parte di godimento e poi c’era quel benedetto bastone che lo stava pompando dopo aver avuto un attimo di pausa. Lasciò -e che altro poteva fare?- che l’uomo si infilasse fra le sue gambe ed ebbe la piacevole sorpresa di sentire il proprio uccello risucchiato in una bocca calda e ben insalivata. Sentiva parlottare alle proprie spalle ma non poteva seguire quello che dicevano, era circondato davanti e dietro.
Dopo circa un minuto in cui a Gianni sembrava di essere crocefisso dai turbini delle sensazioni rimase per un attimo basito quando il suo ospite posteriore lasciò il suo caldo anfratto. Ma non passarono molti istanti che una nuova presenza si impossessò nuovamente dei suoi intestini. Il giovane capì che era il cazzo di un altro diverso da Ermanno, forse il moretto, perché aveva nervature diverse e soprattutto non era ancora al massimo della consistenza. Fu preso da dietro con uno stile che non conosceva, una potenza e un ardore che forse sole i giovani possono avere. Che non fosse più il suo naturale compagno di scopate lo ebbe confermato dal fatto che egli gli si mise al fianco offrendo il proprio bastone all’impugnatura esperta del giovane castano.
Accidenti pensò per un attimo, prima niente di niente e adesso addirittura in quattro! Ma fu solo il pensiero di un attimo perché venne presto travolto dalle sensazioni che lo assalivano dai punti dove veniva attaccato. Davanti il suo uccello stava subendo un pompino incredibile, forse per certi versi migliore di quelli che la buona Vanda gli aveva propinato quando gli insegnava i segreti del 69. Dietro avvertiva i potenti colpi del trapano che gli stava letteralmente alesando il condotto anale trasmettendo così fasci di scariche elettriche di goduria al suo cervello. E poi la presenza di Ermanno al suo fianco che si stava facendo segare dal castano rendevano ancor di più elettrica e piena di sesso la situazione. Oramai godeva da tutti i pori e fu per questo che gridò il suo piacere mentre il frutto di esso veniva raccolto nella vorace cavità orale del nuovo partner per poi essere spalmata nuovamente lungo tutta la canna. Anche il moretto accelerò i colpi fino ad arrestarsi quando la sua corsa verso il pieno appagamento sessuale non ebbe raggiunto il traguardo sperato.
Fu stupito e ammirato quando il giovane castano si precipitò a cogliere anche il frutto del piacere di Ermanno nella sua bocca cercando di non farne cadere neanche una goccia. Era lì in piedi stremato, con il respiro che lentamente riacquistava il suo ritmo regolare quando il giovane si tirò su davanti a lui e con uno sguardo da porcellino si avvicinò e lo baciò con la bocca e la lingua piena dello sperma dei due uomini che aveva soddisfatto. Aveva già baciato Ermanno ma questo era un bacio diverso, un bacio carico di sesso, di promesse di future porcate insieme, un bacio con una carica erotica al massimo. E a questo bacio, ai sapori sconosciuti che stava imparando a gustare, il ragazzo si abbandonò abbracciando il suo partner. Avvertì contro il proprio ventre la potente erezione che ancora non aveva trovato soddisfazione e, come se fosse la cosa più naturale, Gianni impugnò l’asta e lasciò che fosse l’altro a cogliere il proprio diletto con colpi decisi dentro la sua mano, quasi che la stesse scopando.
Ora la furia del desiderio sessuale si era calmata in tutti i protagonisti e si guardarono un po’ stupiti delle modalità del loro incontro. Si diedero una veloce lavata in mare e rientrarono in gruppo. Avvicinarono gli stuoini e fecero conoscenza l’uno dell’altro. Il giovane castano con i capelli lunghi si chiamava Aldo ed era magro, con il ventre piatto, un filo di peluria che scendeva da sotto l’ombelico per poi allargarsi nella foresta che sovrastava un uccello normale, forse non molto grosso ma quasi sempre con un principio di erezione latente che lo rendeva intrigante con quella sua gobbetta verso il basso. Giacomo era il più anziano dei due perché aveva superato i trent’anni, capelli neri ricci, più robusto, come uno che facesse sistematicamente palestra, un accenno di peli sul petto e una bella foresta di ricciolini neri a circondare un uccello dalla pelle prevalentemente scura ma che, pur a riposo, prometteva di essere bello bitorzoluto e anche di una lunghezza forse superiore alla media.
Parlarono a lungo per conoscersi meglio dopo l’avventura che li aveva fatti avvicinare così intimamente. I due erano piemontesi e avevano a *** un negozio di attrezzature sportive comprato con i soldi dei genitori di Aldo che, a detta di Giacomo, era il vero imprenditore e lui faceva solo il ragazzo da bottega. Gli occhi di Aldo brillarono maliziosamente poi lui cercò di concentrarsi su Ermanno e come adescarlo, mandando comunque a Gianni degli sguardi di complicità. Per il ragazzo era la prima volta che assisteva ad una corte gay e doveva riconoscere che Aldo aveva stile e stoffa. Giacomo invece sornione aveva puntato gli occhi sul neofita. I due avevano un appartamentino in affitto proprio in centro al paese e proposero un incontro serale lì che era terreno neutro. Gianni aderì però precisando che doveva tornare presto a casa dei nonni, mentre Ermanno guardò prima Aldo, poi Giacomo e con un sorriso sulle labbra disse “Ho paura che oggi mi spomperete troppo e che dovrei darvi buca, ma comunque vediamo” Giacomo gli rispose “Ci sono molti modi di partecipare anche senza spomparsi troppo … “. “Ah beh allora …” Andarono a pranzare nel solito posto e mentre mangiavano ridevano, scherzavano, si facevano la corte e sembrava che si stessero definendo le coppie per il prossimo amplesso: Ermanno oramai irretito nella rete di Aldo, mentre Giacomo lanciato a cogliere il frutto acerbo di Gianni che aveva solo sbocconcellato in precedenza.
Quindi quando Giacomo gli disse “Vieni che ti faccio vedere un bel posto” tendendogli una mano per farlo alzare meglio, il giovane la afferrò e spensierato si avviò verso il suo nuovo destino di conoscenza. Per un po’ tornarono indietro poi presero un sentiero nascosto da una delle rarissime piante mediterranee presenti su tutta la scogliera, e salirono lungo un percorso difficile e impegnativo. Trovarono infine l’imbocco di quella che sembrava una caverna stretta e lunga, ma, dopo circa cinque metri essa si aprì in una radura piana cosparsa di massi di varie altezze e con in fondo una apertura verso l’esterno da dove entrava il sole e il profumo del mare sottostante. “Questa è la mia alcova. Ti piace?” Gianni si guardò intorno e compiaciuto per la frescura e la pace presenti rispose “Certo è proprio figa!” Si girò verso il nuovo amico e fu afferrato con forza tra le sue braccia e baciato. Un bacio diverso da quello di Aldo, un bacio da dominatore, un bacio di chi sa quello che vuole, che lo ottiene.
E Gianni si lasciò andare e cedette alla dolce prepotenza di quel bacio schiudendo le labbra e offrendo la sua lingua a suggellare ulteriormente l’unione. Le mani di Giacomo intanto stavano tormentando il suo petto, tirando i capezzoli, accarezzando vogliose le tettine, abbrancavano poi i glutei sodi e ben formati, per poi risalire lungo la schiena. Si sentiva oggetto di desiderio come non aveva mai provato e questa nuova sensazione si impadronì di lui e ora non ci fu altro che il desiderio di soddisfare colui che così prepotentemente lo stava desiderando. Venne disteso sopra un masso e ora le mani furono affiancate anche dalla bocca vorace. Il giovane ricordò il piacevole trattamento che Aldo gli aveva riservato al mattino e cercò con la bocca il cazzo semi eretto fino a prenderlo dentro di sé. Finalmente riusciva a togliersi la curiosità di leccare fino in fondo un uccello. Si ricordò di quello che gli aveva fatto Aldo al mattino e cercò di ripetere gli stessi movimenti con la bocca, la lingua, la mano. Si stavano eccitando entrambi e i loro randelli lo dimostravano. Per Gianni era una sensazione conturbante sentire pienamente la rigidezza dell’attrezzo di Giacomo in bocca ed esplorarlo completamente con la propria lingua.
Ora si trovò con una mano che gli stuzzicava i capezzoli e le tette e con l’altra che stava preparando il culo alla prossima penetrazione e la bocca piena del suo imminente violatore. Il suo compagno era molto più determinato e veloce di Ermanno, non aveva la sua pazienza a preparare l’introduzione e fu così che dopo pochi minuti gli vennero prese le caviglie e messe sopra le spalle del moretto che con un ghigno assatanato sul viso gli puntò l’uccello ancora umido di saliva all’imboccatura. Il tempo di sistemarsi e di rilassare i tessuti e fu preso quasi completamente. Gli mancò per un attimo il respiro: cazzo era proprio doloroso! Fortunatamente Giacomo non iniziò subito la sua cavalcata ma lasciò che le viscere si adattassero al nuovo ospite e riprese a carezzargli il petto e la pancia con le mani voraci di sensazioni tattili.
Nuovamente il suo canale venne violato non appena il nuovo amico percepì che i muscoli erano riusciti a rilassarsi. Furono prima dei movimenti lenti e profondi, accompagnati da rotazioni del bacino quando l’asta affondava completamente, poi prese un ritmo frenetico, quindi rallentò ancora una volta. “Hai il culo come burro! E’ meraviglioso!” Gianni si accorse di arrossire al complimento cui non era abituato, mentre cercava di mantenere le proprie viscere, ma soprattutto gli anelli sfinterici, il più rilassati possibile per evitare che i violenti colpi gli slabbrassero completamente il culo. Non era abituato a questa specie di violenza, alla rabbia con la quale veniva pompato, ma, anziché provare un crescente fastidio, si accorse che essere così pienamente dominato dal desiderio sessuale di Giacomo stava facendo riaffiorare le ragioni del piacere dai propri lombi. E allora si abbandonò alla forza dei colpi sperando che lo trafiggessero con scariche di goduria crescenti e di questo implorò il suo impilatore “Sì, dai, ti prego, ancora, più forte” Con voce distorta dalla lussuria si sentì incitare “Ti piace cucciolo? Ti piace un bel cazzo piantato nel culo? Adesso te lo sfondo. Oggi sei la mia troia” Mai aveva sentito un linguaggio così duro e scurrile ma esso ebbe l’effetto di accrescere le stille di piacere che stavano saturando il suo cervello.
Quando Giacomo lanciò gli ultimi disperati colpi nel compimento del proprio orgasmo Gianni si accorse che il suo ventre si stava coprendo della propria sborra che, senza alcun aiuto manuale, sgorgava liberatoria dal suo pisello duro come non mai. Con le ultime percussioni il suo violatore di intimità gli si avvicinò e lo prese a baciare. E tra le labbra, vicendevolmente trovarono la quiete del respiro, la calma dopo la passione, l’appagamento che solo il sesso fatto bene sa dare. Gianni spostò le gambe ad abbracciare il tronco dell’uomo e tenerlo a se, e ricevette in cambio delle carezze sul petto, carezze che cominciavano a piacergli, soprattutto per l’intensità e la passione che veniva profusa in questo gesto semplice ma al tempo stesso profondo.
Si staccarono e scesero dove avevano lasciato gli amici. Li trovarono stesi e addormentati con Aldo accovacciato tra le braccia di Ermanno dandogli le spalle. Gianni provò un po’ di gelosia e anche invidia nei confronti di Aldo che aveva goduto delle attenzioni di Ermanno, cui lui era molto legato, ma poi si ricordò che anche lui si era sostituito al giovane castano e quindi tacitò il suo animo. “Lasciamoli in pace” sussurrò Giacomo. Raccolsero le loro cose e andarono in spiaggia. Le due inglesi secche li guardarono con un moto di stupore ma loro se ne fregarono e si stesero vicini a parlottare del più e del meno quasi a voler creare a posteriori una confidenza che avrebbe dovuto precedere l’atto sessuale. Fu così che Gianni venne a sapere che i due si erano sempre accorti di essere osservati “E non solo da voi. Ci sono state le due coppie, poi anche le inglesi hanno sbirciato più di una volta. Evidentemente lo spettacolo gli era piaciuto. Comunque abbiamo sentito i vostri respiri e pensavamo di farvi una sorpresa ma poi avete cominciato a farvi con quella signora e abbiamo lasciato perdere. Ma oggi …”. Gianni lasciò che le parole scivolassero su di lui, sulla sua pelle ogni giorno più abbronzata, e si assopì, sazio nel corpo, sotto il calore del sole.
Mezz’ora dopo furono raggiunti dagli altri due e decisero di non fare niente durante il bagno e giocarono piacevolmente facendosi cullare dalle onde oppure lanciandosi in lunghe nuotate. Una volta asciugati si misero d’accordo per la serata. Appuntamento alle 21 in casa dei due piemontesi. Anche Ermanno si era fatto convincere con la promessa che non avrebbe dovuto fare niente di particolare. Tutto questo incuriosiva Gianni che nuovamente pensava –quindici giorni fa niente, e ora addirittura in quattro!- Una rapida doccia a togliersi il salso, poi la cena con nonni e sorellina (sempre una frittata con abbondanti uova, non sapeva se i nonni sospettassero che avesse una intensa vita sessuale, ma finché non parlavano tutto bene!). Prudentemente si informò dove Elisa contava di passare la serata e venne a sapere che sulla spiaggia principale si riunivano un sacco di ragazzi a cantare e ballare dopo aver acceso un bel falò. “C’è mezzo paese” confessò Elisa. “Può darsi che faccia un salto più tardi, sempre se non disturbo!” fece Gianni tanto per gettare fumo negli occhi sulla sua reale intenzione. “basta che non vieni a rompere a me e alle mie amiche!” “Ma se siete delle mocciose!” “Non è vero ho delle amiche che hanno anche sedici anni!” “Uh che vecchie! Ma come fai a divertirti con quelle matusa?” “Stronzo!” “Zitta cretina!” “Basta ragazzi” Bene era la loro normale baruffa quotidiana che non avrebbe fatto sospettare nessuno dei suoi su dove contava effettivamente di recarsi.
Camminando verso l’appuntamento si chiedeva come sarebbe stata la serata, ma non aveva ancora raggiunto il livello di malizia che ci si aspetta dagli scopatori sapienti e anche un po’ viziosi e allora sereno e felice suonò al portone, senza paure, né aspettative. Venne accolto in un piccolo appartamentino, una stanza giorno con angolo cottura, tavola, divano e scaffale con televisione, un bagno con doccia e infine una stanza da letto con un lettone matrimoniale e un armadio e due comodini. Sbirciando dalla porta vide sui comodini tubetti (lubrificante) e preservativi e pensò questi sono proprio attrezzati. Aldo indossava solo un pareo che gli cingeva la vita e faceva vedere la lunga e sottile gamba, forse sotto era completamente nudo, mentre Giacomo era addobbato con un paio di boxer neri. La sorpresa venne quando comparve Ermanno abbigliato per bene: era proprio un bell’uomo. Gianni si rese conto che era la prima volta che lo vedeva vestito e lo aveva sempre visto nudo con il suo batacchio in bella vista, ed era strano stasera vederlo agghindato.
Evidentemente i due ospiti si erano parlati ed accordati prima perché Aldo, sinuoso e malizioso come sempre, si avvicinò a Gianni e gli chiese “Perché non ti metti comodo visto che qui dentro fa tanto caldo?” mentre Giacomo accompagnava in camera Ermanno con la scusa di mettere via bene il suo vestito. La porta si chiuse e nella sala pranzo rimasero solo i due più giovani. Aldo si appiccicò a Gianni come una ventosa e cominciò a denudarlo prima nella parte superiore. Indugiò, come aveva fatto anche Giacomo alla spiaggia, sulle sue tette e sui capezzoli e poi gli slacciò la cintura e con mosse sapiente ed esperte lo ridusse in nudità in pochissimo tempo. Aderendo contro di lui i due uccelli sbatterono contro e Gianni ebbe la conferma che Aldo non indossava proprio niente sotto il pareo.
Si lasciò accompagnare sul divano e si stesero baciandosi. Aldo baciava benissimo ma a parte questo si nominò istruttore di Gianni con questa frase “Allora cucciolone hai voglia di scoparmi, perché così ti insegno tutto quello che vuoi sapere e anche quello che nemmeno immagini!” La risposta fu nascosta da un mugugno di assenso e di libidine. Cominciò allora l’educazione sessuale del giovane milanese. Prima una lunga dissertazione sul pompino con esempi pratici ed esercizi da ambo le parti. Poi il discorso era scivolato sulla lubrificazione anale e per la prima volta Gianni fu chiamato a leccare il buco del culo di un uomo. Sentiva i suggerimenti dell’amico e prontamente li metteva in pratica e capiva, dalla voce che si faceva sempre più roca, che stava imparando proprio in fretta. Passò poi a preparare il buco con le dita impregnate di lubrificante e, anche se non c’era necessità di una lunga preparazione vista la frequenza di esercitazione del maestro, egli da buon insegnante dedicò lungo tempo a questo esercizio fondamentale.
Aldo poi si posizionò a pecora e allargandosi le chiappe invitò Gianni a profanarlo. Quando sentì la punta dell’uccello all’ingresso del suo paradiso, con la mano mostrò come puntare bene l’uccello e quale angolatura tenere e poi con un sospiro si spinse verso il batacchio del giovane. Gianni venne risucchiato nella cavità calda e umida di desiderio del maestro e per qualche momento rimase fermo in fondo, assaporando la presa di possesso del posteriore. Poi cominciò a pompare prima lentamente, poi sempre più freneticamente. Fu con sua grande sorpresa che Aldo lo fermò dopo qualche minuto e gli disse “Ora esci e stenditi sul divano a pancia in su” Obbedì e vide l’altro che si accovacciava su di lui, con una mano libera puntava il duro attrezzo all’imboccatura e vi ci si calava sopra infilandoselo tutto fino alla radice. Gianni si sentiva racchiuso in una piacevole prigione che non gli lasciava molto spazio per muoversi ma che invece consentiva solo alcuni movimenti con il bacino. Ma non doveva agitarsi più di tanto perché il suo dominatore era libero di agire come credeva e lo riempiva di attenzioni. Si chinò su di lui a baciarlo (Accidenti come baciava bene!), poi mosse il bacino con spostamento circolare, infine prese ad andare su e giù impalandosi ogni volta sempre più a fondo.
Le movenze si fecero più intense ma anche molto più irregolari e questo creava nel sottomesso un acuirsi dei sensi che erano stati destati a cogliere ogni inattesa variazione che veniva impressa. Afferrò i glutei dell’uomo e ne assaporò le forme rotonde, la consistenza, la tonicità, ne accompagnò il movimento su e giù lungo la sua asta oramai infuocata. Quando l’orgasmo travolse Aldo per Gianni fu come essere colpito da uno tsunami e anche lui cominciò a schizzare la propria sborra mentre l’amico gli stava imbrattando tutto il petto della propria. Una volta calmati, il maestro, guardandolo con occhio malizioso, si impregnò le dita del proprio seme e se le portò alle labbra per leccarle voluttuosamente. Poi intinse ancora una volta le dita nella bianca crema solo che stavolta le portò alle labbra del ragazzo su cui continuava a stare a cavalcioni. E una volta ancora egli si abbandonò ad assaporare questo dessert che cominciava ad apprezzare nonostante l’iniziale asprezza.
Rimasero a coccolarsi sul divano per lunghi minuti ancora fino a che la porta della stanza a fianco non si aprì e ne uscirono Ermanno, vestito completamente, e Giacomo interamente nudo. Il più anziano salutò con un lungo bacio il moretto poi venne verso il divano e baciò con intensità prima uno poi l’altro dei due occupanti, quindi salutò e si avviò per tornare nel suo vicino paese. Gianni guardò l’ora e comprese che bisognava cominciare ad affrettarsi. Chiese di farsi una doccia veloce e Aldo una volta ancora gentile lo accompagnò nel bagno. Solo che non volle restare fuori e si lavò anche lui. Ed era tutto un insaponarsi a vicenda, senza lasciare nessun centimetro di pelle priva di una bella carezza e della sua dose di sapone liquido. Ovviamente gli uccelli e i culi dei due furono oggetto di particolari attenzioni tanto che risultarono alla fine pulitissimi. Oramai Gianni era quasi nuovamente in tiro e anche Aldo dimostrava una particolare predisposizione al bis, ma l’orario era tiranno e desistettero.
Una volta pronto Gianni, come saluto e ringraziamento per la serata, andò a baciare i suoi ospiti. Giacomo, ancora nudo, lo abbracciò stringendogli per bene le chiappe e facendogli sentire il proprio pacco già sulla via di una pronta ricrescita. Aldo invece fu molto carino e salutandolo con un “A presto dolce cucciolone!” lo guardò questa volta con uno sguardo tenero, quale quello che una sorella maggiore ha verso la sorellina minore. E così tornando a casa dai nonni, pensava che anche questa era una giornata da incorniciare e da ricordare: il suo secondo uomo lo aveva scopato e per la prima volta aveva inculato un uomo. Stava proprio diventando una vacanza da incorniciare!
Nei giorni seguenti i quattro furono inseparabili, anche perché era l’ultima settimana di vacanza per tutti gli adulti, l’unico che sarebbe rimasto era lo studente. E con tutta la giornata a disposizione e la sera fino a quasi mezzanotte le possibilità di incroci erano molteplici. In quei giorni Gianni trascorse piacevoli incontri con Aldo che era particolarmente disposto a insegnargli veramente tutto su come scopare e farsi scopare. Nei loro convegni amorosi c’era sempre una atmosfera rilassata e intrigante. Con lui finalmente completò il suo primo bocchino e riuscì anche ad ingoiare una buona parte della crema del giovane con i capelli lunghi. Ma imparò anche ad acquisire una certa sensibilità nella valutazione delle persone. Spesso passavano insieme in rassegna le persone presenti in spiaggia e cercavano di ricavare, da piccoli particolari, le caratteristiche dei loro bersagli, quali nazionalità, gusti sessuali, eccetera.
Quando invece Gianni si accoppiava con Giacomo l’elemento principale era costituito dalla dominazione che il moretto metteva nelle sue prestazioni, ribadita dalla forza e dalla potenza dei colpi inferti. Allora il giovane si abbandonava ai desideri ciechi del suo partner e lasciava che il piacere fluisse attraverso le mazzate che riceveva nel suo culo che oramai cominciava ad essere spesso ospitato da bollenti stantuffi.
Per Ermanno Gianni provava un affetto quasi filiale visto che era stato lui che lo aveva preso per mano, letteralmente, e lo aveva accompagnato passo dopo passo a provare quanto di più piacevole esistesse nel sesso, gli aveva aperto la mente a cogliere il piacere dovunque esso potesse albergare, ed infine lo aveva lanciato a farsi le sue esperienze da solo. Quando stavano insieme, in realtà poche volte, veniva preso sempre con una grande delicatezza che finiva con il procurargli un godimento superiore a quello dello sfondamento deciso di Giacomo. Una delle ultime giornate che trascorrevano insieme, Gianni prese il coraggio a quattro mani e chiese al suo mentore “Sai avrei tanta voglia, prima che tu parta, di provare ad incularti. Tu vorresti?” “Ah benedetto ragazzo! Tutto ti devo insegnare? Ma se hai già assaggiato un bel culo giovane come quello di Aldo perché vuoi perderti tra le mie chiappe cadenti?” “Potrei risponderti perché me lo avevi promesso, ma non è per quello, è che voglio dimostrarti la mia gratitudine e,forse, anche il frutto di quello che mi hai insegnato” Un sorriso dolce e comprensivo si disegnò sul volto dell’anziano amico che gli prese la mano e lo avvicinò a sé “Dai fammi vedere quello che ti ho insegnato e cerca di non farti rimandare a settembre!”
Fu una scopata intrisa di molto sentimento perché Gianni voleva veramente dare a Ermanno tutto quello che aveva ricevuto e imparato da lui e voleva esprimergli la propria eterna gratitudine. Fu così che si dedicò con cura e attenzione alla lubrificazione e alla preparazione del canale intestinale. Lo fece poi stendere sulla schiena e gli sollevò le gambe portando le caviglie sopra le spalle. Gli puntò l’uccello e poi attese le contrazioni che lo invitavano ad entrare. Quando fu completamente dentro di lui si dedicò a carezzare le tettine e strizzare i capezzoli mentre Ermanno facevo lo stesso con i suoi. E poi lentamente cominciò la cavalcata alternando galoppate frenetiche a calme passeggiate. Infine sentì che non poteva aspettare e cominciò a cercare il coronamento della sua voluttà con colpi sempre più profondi. Vide lo stomaco del partner coprirsi delle gocce bianche della sua soddisfazione, e allora accelerò ancora alla ricerca della propria. Lo pompò ancora per un paio di minuti e fu con sorpresa che lo sentì rantolare ancora come se avesse avuto un altro orgasmo e così, mentre uno godeva di culo, l’altro godette nel didietro dell’amico.
Una volta ricomposti e stretti uno tra le braccia dell’altro Ermanno se ne uscì con un “Insomma qui l’unico che non lo prende mai nel culo è Giacomo!” Dicendo così rivelo allora cosa avveniva tra loro due quando si accoppiavano. Gianni ebbe una idea “Perché non coinvolgiamo Aldo e ci mettiamo d’accordo perché almeno uno di noi lo scopi?” Il piano era lanciato e trovò l’adesione convinta del partner della vittima predestinata. Venne studiato in ogni particolare e si passò alla fase operativa quella sera stessa.
Fu Aldo a lanciare l’idea di una ammucchiata in quattro nel lettone con Ermanno al centro delle attenzioni perché lui era il più anziano e non aveva sempre le cartucce pronte. Giacomo allora lo sistemò in mezzo al letto con un cuscino sotto la schiena a favorire la penetrazione che non esitò a donargli. Gianni si mise a cavalcioni del viso di Ermanno offrendo alla sua bocca l’attrezzo inturgidito e a quella di Giacomo il suo buchino. Aldo si era invece posizionato alle spalle del moretto e gli stava leccando sapientemente la rosellina increspata posta all’ingresso dell’anello sfinterico. Sapeva come prenderlo e comunque Giacomo si sentiva sicuro di avere Aldo alle spalle, così egli poté dedicarsi alla lubrificazione dello sfintere. Quando lo ritenne pronto fece un cenno a Gianni che si sfilò dalla sua posizione e scivolò alle spalle della vittima predestinata. Attese che Aldo tappasse la bocca dell’amico con il proprio uccello quindi puntò brevemente il glande turgido all’ingresso dell’inviolato (forse) buco di Giacomo, quindi spinse. Lo sentirono tutti irrigidirsi per l’inattesa invasione, ma era circondato e non poteva togliersi dalla morsa dei tre e quindi dovette subire le potenti bordate di Gianni che, colpo dopo colpo, abbatterono le sue difese fino a che il piacere non cominciò a sopraffarlo. E allora staccò la bocca dal cazzo dell’amico e cominciò a implorare di essere violato, più a fondo, sempre più a fondo. L’urlo liberatorio del piacere dato e ricevuto giunse quando dal cazzo di Aldo, che si stava segando, cominciarono a partire i primi schizzi di sborra.
Giacomo allora si gettò assatanato sull’uccello dell’amante per non perderne nemmeno una goccia. Erano tutti soddisfatti perché avevano fatto capitolare la fortezza inespugnabile. Aldo carezzandolo gli disse “Forse adesso sarai un po’ meno violento!” Gianni ricevette i complimenti da tutti ma il più contento era proprio lui perché si era per certi versi “vendicato” della durezza che a volte Giacomo aveva dedicato al suo culo. Oltre al fatto di essere riuscito a inculare così il terzo maschio della sua breve carriera.
Il venerdì sera Gianni non poté dare l’ultimo saluto agli amici che partivano perché arrivavano i suoi e con grande nostalgia li salutò scambiando indirizzi, email, cellulari con tutti per un improbabile ma forse non impossibile incontro. A mezzanotte ricevette da Ermanno un sms: “Hai aperto una breccia nel culo di Giacomo! Stasera si è fatto inculare da me a panino con Aldo e poi anche Aldo lo ha fiocinato! A presto e ricordati la crema!” Un sorriso compiaciuto increspò il volto del ragazzo. Spense la luce e si addormentò felice.
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