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incesto

Soli in Casa: Liberi e Scatenati, 5


di ElegantiInsieme
06.07.2025    |    359    |    2 9.6
"" “Meglio uscire da quest’acqua, ” disse Elisa, alzandosi e aiutando Sara a fare altrettanto..."
Elisa tirò un sospiro di sollievo: "Bene, per un attimo ho pensato, di aver esagerato. Dai, Sara, andiamo nella vasca idromassaggio a rilassarci. Ti racconterò tutto."
Quando arrivarono alla vasca idromassaggio, Elisa si rivolse a Sara : "Stasera le regole della casa sono: niente vestiti. Va bene?"
“Okay, ma, Alice che fine ha fatto?”
“Alice? Tutto tranquillo.”rispose Elisa, iniziando a togliersi i vestiti con naturalezza.
Sara rise, cogliendo il sottinteso. “Anche Alice? Matteo ha già avuto un weekend impegnativo, vero?” disse, spogliandosi in fretta. “Dove sono?”
“Sono in salotto a giocare al computer”, rispose Elisa, osservando il corpo nudo di Sara che si immergeva lentamente nelle acque calde della vasca idromassaggio. “Accidenti, Sara, hai davvero un fisico da urlo. È fantastico.”
I suoi occhi indugiarono per un attimo sulla zona intima dell’amica, notandone l’accurata cura.
“Ti depili anche i cespugli?” chiese con un mezzo sorriso, maliziosa.
Sara arrossì leggermente. "Sì, se non lo facessi, sembrerebbe un'intera chioma lì sotto." Sara guardò Elisa entrare nella vasca.
"Cavolo, hai un bel seno, delle belle tette, vorrei che le mie fossero più grandi."
"Non lo so, penso che i tuoi siano molto belli", disse Elisa, prendendo in mano un seno di Sara . Il seno di Sara sembrava scolpito apposta per la fantasia di Elisa: due mezzi pompelmi perfetti, pieni, tonici, senza nemmeno l’ombra di un cedimento. I capezzoli, duri e sporgenti, sembravano sfidarla apertamente, come se le dicessero: “Dai, succhiaci.”
Elisa non riuscì a trattenere un sorrisetto impertinente. Le si avvicinò con sguardo complice e disse: “Sai che stanno proprio bene nel palmo della mano? E quei capezzoli,” fece una breve pausa, lasciando che lo sguardo parlasse da solo, “,sono i più provocanti che abbia mai visto. Con un maglione aderente e niente reggiseno? Altro che attenzione: manderesti la gente a sbattere contro i lampioni.”
Sara rise mentre si lasciava scivolare accanto a Elisa nell’acqua calda. “Grazie, e pensa che sono anche ultrasensibili.” Le fece l’occhiolino, poi si sistemò comoda e aggiunse, con tono curioso: “Ora tocca a te. Raccontami di te e Matteo.”
A Elisa piaceva molto Sara, e forse proprio per questo decise di non nasconderle nulla. Le raccontò tutto, senza filtri: della storia erotica trovata per caso sul computer, di come aveva svegliato Matteo e di quel rapporto travolgente che ne era seguito. Le disse anche di aver chiesto a Matteo dove avesse imparato a metterla sopra, a lasciarsi scopare da lei, e che lui le aveva risposto, candidamente, che era così che piaceva a Sara essere scopata.
“Non arrabbiarti con lui per avermelo detto,” aggiunse Elisa, abbassando un po’ la voce. “Mi è scappato, in quel momento aveva la testa da tutt’altra parte.”
Nella vasca idromassaggio, il loro corpo a corpo nell’acqua sembrava cancellare ogni differenza. Sara le passò un braccio intorno alle spalle, stringendola in un abbraccio caldo e spontaneo.
“Non sono arrabbiata con lui,” disse con un sorriso, posandole un bacio leggero sulla guancia. “Anzi, per come mi sento ora, sono felice che te l’abbia detto. Altrimenti, forse, noi due non saremmo mai arrivate fin qui.”
Poi le lanciò uno sguardo curioso e malizioso. “Ma, com’è finita con Alice?”
Elisa le raccontò di aver visto Alice spiarli dalla porta. Di come, più tardi, fosse andata in camera di Alice, l'avesse trovata a masturbarsi, e di come una cosa tira l'altra finché non si ritrovarono tutte e tre a letto insieme, scopandosi in tutti i modi possibili. Raccontò persino a Sara di come Alice si fosse fatta scopare il culo da Matteo quella mattina, e sebbene un po' dolorante, a Alice sembrava essere piaciuto.
Elisa rise: "Beh, è tutto. Non mi sento in colpa o altro. Ho fatto sesso solo con un altro ragazzo, David, e non è stato nemmeno lontanamente paragonabile a quello con Matteo". Elisa guardò Sara : "Okay, questa è la mia storia. Ora voglio sentire la tua".
Sara rise e si avvicinò un po' di più a Elisa, finché i loro corpi non si toccarono completamente, da un lato all'altro. "Va bene, ma più tardi voglio leggere quella storia al computer, okay?" Sara iniziò a raccontare la sua storia.
"Eravamo entrambi adolescenti Mamma e papà stavano andando a una cena politica con ballo e non sarebbero tornati a casa fino a tardi. Pensavano che fossimo abbastanza grandi, così ci hanno lasciati soli per la prima volta." Sara rise. "La mamma ha chiamato a casa solo tre volte per controllare come stavamo e assicurarsi che non ci stessimo combinando niente."
"Un'amica di mamma le aveva prestato una videocassetta a luci rosse. Sapevo dove l'aveva nascosta, quindi l'ho presa e l'abbiamo guardata. Era decisamente hard, Credo che Piero abbia avuto un'erezione per tutto il film. Continuava a cercare di accavallare le gambe e nasconderlo perché non me ne accorgessi. Appena finito il film, Piero è salito in camera sua."
Elisa e Sara cambiarono leggermente posizione e Elisa le mise un braccio intorno alla vita e la tenne dolcemente. Sara continuò: "Dopo aver rimesso la cassetta nella stanza della mamma, dove l'aveva nascosta, ho sentito dei rumori provenire dalla stanza di Piero, così ho aperto la porta senza bussare. Piero era sdraiato sul letto nudo, con gli occhi chiusi, e si passava la mano su e giù per il cazzo. Un cazzo piuttosto grosso, Piero era sempre stato grosso per la sua età, e anche il suo cazzo lo era. Ma la cosa buffa era che aveva preso un paio delle mie mutandine sporche dal cesto della biancheria. Le teneva addosso, coprendosi il naso e la bocca." Sara rise piano: "Immagino che stesse annusando la mia figa e cercando di assaggiarla, perché aveva il cavallo delle mutandine in bocca."
Elisa ridacchiò all'immagine che aveva in mente e strinse dolcemente la vita di Sara . "Caspita, dev'essere stato uno spettacolo", sussurrò Elisa.
Sara rise: "Lo era. Ero già eccitata dal film e avevo intenzione di masturbarmi con le dita, ma vedendo Piero, mi venne un'idea migliore. Mi tolsi silenziosamente pantaloncini e mutandine e andai a letto con lui. Piero aveva ancora gli occhi chiusi, così mi misi a cavalcioni sulla sua testa e gli premetti la figa in bocca. Gli dissi: 'Perché non assaggi quella vera?'. Gli sfilai le mutandine dalla bocca e gli premetti la figa sulle labbra. Si dimenticò di giocare con se stesso e iniziò a leccarmi la figa come un matto."
Sara ridacchiò, con una nota nostalgica nella voce: “Ripensandoci, non era nemmeno così bravo. Nessuno dei due sapeva davvero cosa stava facendo. Ma, in quel momento, sembrava perfetto.”
Si appoggiò un po’ di più a Elisa, lasciandosi andare al ricordo.
“Mentre mi leccava la figa, mi sono sfilata la camicetta e il reggiseno. Volevo che potesse giocare con le mie tette, e lui non se lo fece ripetere due volte. La sua lingua mi stava facendo impazzire, così ho deciso di provare quella posizione che avevo visto in un film: quella in cui lei è sopra.”
Un sorrisetto le attraversò le labbra mentre ricordava.
“Mi sono sistemata a cavalcioni, ho lasciato che il mio culo scivolasse lungo il suo cazzo, l’ho strofinato contro la mia figa, e poi l’ho fatto entrare, lentamente. Mi sono seduta su di lui, ed è stato come accendere una miccia.”
“Ho perso la verginità in fretta e non ho fatto poi così tanto male, anzi, è stato piacevole."
Sara ridacchiò, scuotendo leggermente la testa. “Piero è stato bravo solo per un paio di colpi prima di venire, ma poi è migliorato, col tempo. Quella notte ho avuto il mio primo vero orgasmo mentre scopavo, ed è stato diverso da tutto. Mi è piaciuto, molto più che quando lo facevo da sola, con le dita.”
Fece una breve pausa, come per assaporare il ricordo.
“Abbiamo scopato tre volte quella notte, e a un certo punto gliel’ho anche succhiato. Era la prima volta che assaggiavo lo sperma. Non sapevo cosa aspettarmi, ma, non mi è dispiaciuto.”
Si sistemò meglio nell’acqua, lasciando scivolare la mano lungo il bordo della vasca.
“Siamo stati fortunati, sai? Niente preservativi, niente protezioni. Niente di niente. Era pura incoscienza, lo so, ma non riuscivamo a fermarci. Dopo quella notte siamo diventati più attenti, certo, ma abbiamo continuato a scopare senza sosta per mesi.”
Poi alzò lo sguardo su Elisa, con un sorriso tenero e un filo d’orgoglio. “Fino a un anno fa, Piero era l’unico ragazzo con cui avessi mai fatto l’amore.”
“Dannazione, ti scopi Piero da quasi quattro anni?” sussurrò Elisa, un filo di invidia mista a curiosità nella voce. “Mi viene quasi voglia di sapere cosa provava Matteo per me, prima. Forse non avrei sopportato quel cretino con cui uscivo, se l’avessi saputo.”
“Ma come avete cominciato, tu e Matteo?” aggiunse, guardandola con interesse.
Sara rise piano, un suono lieve che sembrava venire dal profondo. “Quello è stato un vero caso di scambio di persona. Per tutto il liceo uscivo con qualcuno, potevamo anche spingerci un po’ oltre con il petting, ma scopare? Mai. Potevo anche fargli una sega, o se mi piaceva davvero tanto, glielo succhiavo, ma mai farlo davvero.”
Fece una pausa, lanciando uno sguardo malizioso a Elisa. “Ho mantenuto intatta la mia reputazione, almeno in quel campo.”
Poi scoppiò a ridacchiare, confessando con un tono quasi ribelle: “Non significa che non lo volessi, però. A volte tornavo da un appuntamento così accesa, così bollente, che quasi, quasi violentavo Piero, tanto lo desideravo.”
Sara tolse il braccio dalle spalle di Elisa e si voltò verso di lei, guardandola più direttamente. "Elisa, spero che questo non ti dia fastidio. A volte sono piuttosto brusca", disse Sara dolcemente.
Elisa strinse delicatamente la vita di Sara , sentì il lungo capezzolo del seno destro di Sara premere contro il suo seno. Era una sensazione molto erotica. "No, no, Sara , non mi dà fastidio. Davvero." Elisa ridacchiò. "Semmai, mi eccita. Continua pure così."
Sara posò la mano destra sulla coscia di Elisa sott'acqua. Sara le strinse delicatamente la coscia e disse: "Okay, volevo solo essere sicura".
“Una sera dell’estate scorsa,” continuò Sara, “ero con Antonio. Stavamo insieme già da un po’. Quella sera ho rischiato davvero di mandare a puttane la mia regola. Eravamo in macchina, appartati, e ci stavamo baciando come due che non si toccavano da mesi. A un certo punto gli ho tirato giù i pantaloni e ho cominciato a succhiarglielo, mentre lui mi scopava con due dita, profondamente. Ero fradicia.”
Si leccò lentamente il labbro superiore, poi riprese: “Poco prima che venisse, gli ho detto: ‘Leccami, fammi godere con la lingua’. E lui, proprio mentre mi veniva in bocca, mi ha sparato quella perla: che non avrebbe mai fatto sesso con una ragazza.”
Sara scoppiò in una risata carica di sarcasmo. “Se solo avesse accennato a infilarmelo, giuro che gliel’avrei fatto entrare tutto, senza pensarci due volte. Lo desideravo così tanto che avrei potuto venire solo a sentirlo spingere dentro di me.”
“Mi sono fatta riaccompagnare da lui, così sono rientrata a casa intorno a mezzanotte. A quell’ora dormivano già tutti. La disposizione delle stanze, da noi, è piuttosto comoda: la camera dei miei è da una parte della casa, mentre la mia e quella di Piero sono dall’altra, vicino al garage. Questo, diciamo, ci assicura una certa dose di privacy, e libertà di movimento.”
Sara ridacchiò piano, con un tono che era tutto tranne che innocente. "Era buio pesto quella notte, senza luna. Ero incazzata nera, frustrata, e bagnata da far gocciolare le cosce. Avevo un solo pensiero in testa: volevo sentire il cazzo di Piero dentro di me, forte e profondo, fino a strapparmi un urlo. Appena ho chiuso la porta di casa, ho cominciato a spogliarmi. Prima la maglietta, poi il reggiseno, e mentre camminavo lungo il corridoio mi sfilavo le mutandine, scivolate fino alle caviglie. Quando ho aperto la porta della sua stanza ero completamente nuda, il cuore in gola e la figa in fiamme.”

Fece una pausa, poi sorrise sfrontata. “Mi sono infilata sotto le lenzuola senza dire una parola e ho cercato alla cieca il suo cazzo. Lui dorme nudo, e appena l’ho trovato era già mezzo duro. L’ho preso in mano e ho cominciato a strofinarlo piano, sentivo ogni vena pulsare, diventava sempre più rigido, gonfio. Mi sono chinata sull’asta e gli ho sussurrato all’orecchio: ‘Non fiatare. Resta fermo. Stanotte ti scopo io e non ti mollo finché non mi supplichi di smettere.’”
Il tono di Sara si fece più caldo, quasi roco. “Gli sono salita sopra e me lo sono infilato tutto dentro con un solo affondo. Ho gemuto forte, perché mi spingeva in alto, mi riempiva da impazzire. Ho iniziato a cavalcarlo senza pietà, con le mani sul suo petto e i capelli che mi cadevano sul viso. Sentivo ogni centimetro sfregare contro le mie pareti, e più mi muovevo, più lo sentivo pulsare. Avevo il clitoride che scoppiava, e le cosce tremavano a ogni colpo.”
Si morse il labbro e poi concluse: “Gli scopavo l’anima, e lui non diceva una parola. Solo respiro pesante e il suo cazzo che mi martellava dentro mentre mi inarcavo e lo prendevo sempre più forte. Volevo solo venire urlando il suo nome.”

Sara incrociò lo sguardo di Elisa, con un sorrisetto indecente che le sfiorava le labbra. “Non ci crederai, ma era Matteo. Giuro, non avevo la minima idea. Al buio sembrava Piero, identico. Hanno la stessa altezza, lo stesso fisico, e io ero talmente eccitata che non ho pensato a niente. Non mi è passato nemmeno per l’anticamera del cervello che potesse essere qualcun altro. Solo dopo, quando ormai l’avevo dentro e stavo cavalcando come una pazza, ho cominciato a notare le differenze, ma ormai era troppo tardi.Ho pensato che il suo cazzo fosse un po' diverso, un po' più grosso e rotondo, ma pensavo che Piero stesse solo reagendo a me.
Fece una pausa, poi aggiunse, senza alcuna vergogna: “Gli sono salita sopra e me lo sono infilato dentro in un colpo solo. È entrato facilmente, ero fradicia, immersa nei miei succhi. Anche lì, ho sentito qualcosa di diverso: mi dilatava di più, mi riempiva in un modo che Piero non aveva mai fatto. Ma non ci ho dato peso.
Ho cominciato a scoparlo con foga, cavalcandolo forte, a ritmo serrato, con le mani piantate sul suo petto. Lo volevo tutto, e lo volevo profondo. Ero così eccitata che mi è bastato poco: dopo pochi colpi ho cominciato a venire, gemendo forte, con la fica che pulsava intorno al suo cazzo.”
Sara allungò una mano e strinse con decisione la coscia nuda di Elisa, abbassando appena la voce, calda e vibrante. “È stata una scopata pazzesca. Stavo già venendo per la seconda, forse la terza volta, quando l’ho sentito gemere, quel gemito profondo e roco che non era di Piero. Ed è lì che ho capito. Quello sotto di me era Matteo.”
Si morse il labbro, eccitata dal solo ricordo, poi continuò: “Un attimo dopo, la luce si è accesa. Era Piero. In piedi accanto al letto, con la mano sulla lampada. Era appena uscito dal bagno, e aveva visto tutto. Ma soprattutto, aveva ascoltato tutto. Era lì, immobile nell’ombra, mentre io cavalcavo suo amico come una troia affamata, e non ha detto una parola. Non mi ha fermata. Mi ha lasciato scopare Matteo davanti a lui, nel buio della nostra stanza.”
Elisa scoppiò a ridere, gli occhi scintillanti. “Matteo non mi ha mai detto una parola di tutto questo. E lui, cosa ha detto? Era arrabbiato?”
Sara rise, un suono morbido e sincero. “No, arrabbiarsi in mezzo a un orgasmo così, è un po’ difficile, diciamo. Quando Matteo ha cominciato a venire, mi ha stretto forte ai fianchi e ha iniziato a scoparmi sul serio, senza mezze misure.
E quando si è accesa la luce, ero già immersa in un altro orgasmo, uno di quelli davvero intensi. A quel punto non mi importava più chi fosse sotto di me.”
Fece una pausa, un sorriso malizioso che le attraversava il viso. “In fondo, Matteo mi era sempre piaciuto. Non avevo proprio motivo di preoccuparmi. Quella sera ero così agitata, così bramosa, che anche se avessi saputo che Matteo sarebbe rimasto a dormire, sarei saltata nel letto e li avrei scopati entrambi senza pensarci.”
Scosse la testa, ridacchiando sommessamente. “Alla fine è stata una bella serata. Dopo quella notte, ci ritrovavamo sempre, tutti e tre, almeno una volta a settimana, e a volte anche più spesso.”
“Dio, Sara,” mormorò Elisa, con la voce bassa e carica di desiderio, “il modo in cui lo racconti mi fa venire voglia di esserci stata davvero.”
Lasciò che il braccio intorno alla vita di Sara si sollevasse lentamente, finché la mano non sfiorò delicatamente il suo seno sinistro. Sentì il capezzolo duro premere contro il palmo, rigido e teso.
Elisa ridacchiò, maliziosa. “A giudicare da quanto è duro il tuo capezzolo, direi proprio che non sono l’unica a essersi eccitata ascoltando questa storia.”
Sara fissò Elisa negli occhi, scrutandola con intensità. Poi, lentamente, si chinò verso di lei e la baciò con delicatezza, sfiorandole le labbra.
“Sarai lì la prossima volta,” sussurrò, la voce bassa e promettente.
Con una mano scese morbida lungo la coscia di Elisa, fino a raggiungere il monte di Venere, dove la pelle si fece più calda sotto le sue dita.
Le prese la vulva tra le mani, accarezzandola con cura, poi infilò un dito tra le labbra, esplorando dolcemente. Senza fretta, aggiunse un secondo dito, sondando con delicatezza quel buco teso e invitante.
Elisa gemette dolcemente sulle labbra aperte di Sara , mentre le dita di Sara le penetravano la vagina. Girandosi verso Sara , Elisa la tirò contro il suo seno, sentendo i lunghi capezzoli di Sara premere contro i suoi. Elisa baciò Sara , infilandole la lingua in profondità nella bocca, stuzzicandosi a vicenda. In quel momento si udì un forte tuono e un lampo si vide attraverso i lucernari sopra la vasca idromassaggio. Sorprese, sentirono la pioggia, ora piuttosto forte, colpire i lucernari sopra di loro.
"Gesù, mi ha fatto paura", disse Sara . "Sembrava che mi avesse colpito molto vicino."
“Meglio uscire da quest’acqua,” disse Elisa, alzandosi e aiutando Sara a fare altrettanto.
Proprio mentre entrambe uscivano dalla vasca idromassaggio, Matteo, Piero e Alice entrarono nella stanza.
“Oh, guarda un po’,” disse Matteo con un sorriso divertito e carico di malizia.
Elisa rise, senza alcun imbarazzo. “Stavamo solo chiacchierando, niente di più.”
Ma non poté fare a meno di notare come Piero stesse già gonfiandosi vistosamente dentro i pantaloncini.
Proprio mentre Alice stava per dire qualcosa, ci fu un lampo di luce e un terribile scoppio di tuono che scosse letteralmente la casa, facendo sì che Alice lanciasse un breve grido di paura, poi le luci si spensero.
"Okay, Okay, niente panico", disse Elisa. "So dove sono le candele."
Elisa prese delle candele dalla cucina e le accese. Le candele e i lampi di luce davano abbastanza luce per muoversi. Si radunarono tutti nello studio. Elisa e Sara erano ancora nude.
"Quello che volevo dirti prima che andasse via la corrente è che il servizio meteorologico ha detto che siamo sotto allerta per forti temporali e tornado", ha detto Alice. "L'hanno appena trasmesso in TV."
"Sara , forse tu e Piero dovreste passare la notte qui. Non ha senso uscire con questo tempo, abbiamo un sacco di spazio", disse Elisa.
Sara sorrise, si alzò in punta di piedi e sfiorò le labbra di Elisa con un bacio veloce.
“Hai ragione, è una buona idea. Lascia che chiami i miei genitori.”
Poi, volgendo lo sguardo verso Matteo, Piero e Alice nella penombra, sorrise con aria decisa.
“Userò il telefono in corridoio. Ma attenzione: quando torno, se qualcuno sarà ancora vestito, quella notte dormirà da solo.”
Sara ed Elisa risero insieme mentre gli altri si affrettavano a spogliarsi. Elisa seguì Sara, portando con sé una candela per illuminare il percorso, e nel caso la mamma di Sara volesse dirle qualcosa.
Mentre si allontanavano dalla stanza, Sara si voltò e gridò alle loro spalle:
“Vediamo se riuscite a trovare qualcosa da fare finché non torniamo. D’accordo?”
Mentre componeva il numero, Sara sussurrò: “Perfetto, funziona.”
Parlò brevemente con sua madre, tenendo la voce calma e disinvolta. Poi passò il telefono a Elisa, che con tono rassicurante spiegò alla signora Martini che era tutto sotto controllo, e che con quel tempo era inutile far uscire Piero e Sara se non ce n’era reale bisogno.
Restituì il telefono con un sorriso, e Sara si trattenne ancora qualche minuto in conversazione, poi riattaccò lentamente.
Si voltò verso Elisa, gli occhi che brillavano nella penombra, un sorriso che prometteva guai.
“Dunque, dove eravamo rimaste prima di essere interrotte?”
Le prese la mano con naturalezza, le dita intrecciate. “Direi che gli altri sapranno tenersi occupati tra loro per un po’,” ridacchiò, trascinando Elisa verso la sua stanza. “Non credi anche tu?”
“Sono sicura che possono,” sussurrò Elisa, appoggiando il portacandele sul comò, la fiamma che proiettava ombre tremolanti sulle pareti.
Si voltò verso Sara, le prese l’altra mano e la tirò con sé sul letto. I loro corpi si trovarono in un attimo, pelle contro pelle, mentre si abbracciavano e si baciavano con crescente foga, le bocche che si cercavano come se non si vedessero da giorni.
Elisa fece scivolare una mano decisa sul seno di Sara, lo prese tra le dita e iniziò a stuzzicarle il capezzolo, già duro, passandoci sopra il pollice con movimenti lenti, circolari, quasi ipnotici. Sara gemette nella sua bocca, le labbra che tremavano appena mentre si lasciava andare.
Ma Elisa non si fermò. La sua bocca lasciò le labbra di Sara per scendere lungo il collo, tra i sospiri, fino al petto. Prese il capezzolo tra le labbra, lo succhiò piano e poi più forte, mentre la sua mano scendeva lungo il fianco di Sara, tracciando curve morbide fino all’interno delle cosce.
Sara spalancò appena le gambe, accogliendola, il respiro spezzato. Elisa le accarezzò la vulva con le dita, trovandola calda e già bagnata. Le sfiorò le labbra intime con lentezza, sentendole aprirsi sotto il tocco, poi vi affondò due dita, facendole scivolare dentro con dolce decisione.
Sara si arcuò contro di lei, ansimando, le mani intrecciate nei capelli di Elisa mentre i fianchi cominciavano a muoversi da soli, cercando più frizione, più profondità.
“Oh sì, così,” mormorò a fatica, mentre il piacere le saliva come un’onda, travolgente.
Elisa interruppe il bacio e fece scivolare la lingua lungo il collo di Sara fino al seno, prendendo il capezzolo rigido tra le labbra e iniziando a succhiarlo e a leccarlo delicatamente, mentre massaggiava e tirava delicatamente l'altro seno e il capezzolo di Sara con la mano.
“Oh, Elisa,” gemette Sara, con la voce rotta dal piacere, stringendole la testa contro il seno. “Fai l’amore con me. Ti prego, voglio che tu faccia l’amore con me.”
La sua voce tremava, carica d’emozione e desiderio. “Non l’ho mai fatto con una ragazza, ma lo voglio. Voglio te. Voglio sentire tutto.”
Un altro gemito le sfuggì dalle labbra quando Elisa le succhiò più forte il capezzolo teso, sensibile, facendolo vibrare tra le labbra.
“Oh Dio, Elisa, non posso credere a quanto ti desidero.”
Elisa alzò lo sguardo verso di lei, le labbra lucide e lo sguardo affamato. Poi ruotò il corpo con naturalezza, portandosi in una posizione speculare. Afferrò con decisione le cosce di Sara e le aprì lentamente, guardandole la figa bagnata e pulsante come se fosse un frutto maturo da assaporare. Si chinò e affondò il viso tra le sue labbra intime, respirandone il profumo intenso e dolce.
Con movimenti avidi e precisi, iniziò a leccarla, assaporandola a fondo, la lingua che guizzava tra le pieghe gonfie, il clitoride tra le labbra, succhiato con ritmo crescente.
Sara ansimava, ma non rimase ferma. Si lasciò scivolare sopra di lei, tremando, e si sistemò a cavalcioni sul viso di Elisa, mentre le mani le aprivano delicatamente le cosce. Poi abbassò la testa e affondò la bocca nella figa di Elisa, calda e accogliente.
Le loro lingue si muovevano in perfetta armonia, affamate, decise. Elisa gemeva con la bocca stretta sul clitoride di Sara, mentre sentiva la lingua della ragazza scivolare tra le sue labbra, morbida, insistente, finché anche lei non si lasciò sfuggire un gemito più forte, carico di piacere.
I loro corpi si muovevano all’unisono, ogni suono, ogni respiro, ogni leccata amplificava il desiderio reciproco, come se si scoprissero insieme per la prima volta, e niente al mondo potesse interrompere quella danza sensuale.
“Sara, Sara,” gemette Elisa, la voce impastata dal piacere, il respiro irregolare contro le cosce dell’amica. “Oh Dio, che sensazione meravigliosa,”
Il corpo le tremava sotto ogni leccata, e i suoi gemiti si facevano sempre più profondi. “Non succhiarmi troppo forte il clitoride,” implorò, con un filo di voce roca. “Vengo troppo in fretta, oh, oh sì, così basta, basta. Solo una leccata ogni tanto,”
Si mosse leggermente, guidando la bocca di Sara. “Così,” sussurrò Elisa, mentre a sua volta le accarezzava il clitoride con la punta della lingua, appena un tocco, provocante, preciso.
“Stuzzicalo, gioca con lui finché non senti di scoppiare, finché non puoi più aspettare,” mormorò, mentre continuava a leccare la figa di Sara, affondando la lingua nel suo canale, bagnato e caldo, spingendosi dentro quanto più riusciva, con lentezza e desiderio.
Sara gemeva, la voce sottile e tremante, come una vibrazione che attraversava l’aria. “Oh, Elisa, la tua figa è così morbida, così calda,”
Il tono era di meraviglia e bramosia. “Non sapevo che sarebbe stata così, così bella.”
Si chinò ancora più in basso, assetata, affondando la lingua con forza, cercando di entrare il più a fondo possibile, mentre con le labbra cercava di risucchiare l’intera figa di Elisa nella sua bocca, affamata del suo sapore, del suo piacere. Le mani le stringevano i fianchi con forza, il respiro spezzato e accelerato in una sinfonia reciproca di desiderio crescente.
Dopo qualche minuto, Elisa sentì un leggero tremore nelle gambe di Sara e poi Sara gemette: "Ohhhh, Elisa, sto per venire".
"Ora Sara , succhiami il clitoride, succhialo forte", gridò Elisa, mentre allargava ancora di più le gambe di Sara e iniziava a succhiare e leccare il clitoride ingorgato di Sara il più velocemente e con più forza possibile. Sentì la bocca di Sara avvolgerle la figa e aggredirle il clitoride pulsante come se volesse succhiarle tutta la figa in gola.
Elisa sentì il corpo di Sara iniziare a tremare, prima in piccoli scatti, poi in onde sempre più forti. All’improvviso, la ragazza spinse il bacino in avanti, premendo con forza la figa bagnata contro il suo viso, quasi schiacciandola, mentre le cosce le si chiudevano attorno alla testa come una morsa calda e morbida.
Il respiro di Elisa si fece difficile, ma non smise nemmeno per un istante. Poteva sentire i muscoli di Sara contrarsi in profondità, le vibrazioni del suo piacere irradiarsi dalle cosce fino al ventre, in un orgasmo che sembrava attraversarle entrambe.
Quel momento, quell’intensità, innescò anche il suo. Elisa gemette forte contro la figa di Sara, la bocca ancora incollata a quelle labbra pulsanti, mentre il suo stesso corpo veniva travolto da un’onda calda, potente, irresistibile. Le convulsioni la attraversarono in un crescendo che la fece stringere le cosce attorno alla testa di Sara, in un riflesso involontario di puro piacere.
Per qualche istante tutto si fece silenzio, tranne il suono dei loro respiri affannati, mescolati all’odore del sesso e della pelle ancora calda.
Elisa gemette piano, lasciando che il corpo si rilassasse mentre il picco si allontanava. Sentì Sara accasciarsi lentamente su di lei, poi rotolare su un fianco.
Elisa si mosse a sua volta, si distese accanto a lei e la attirò tra le braccia, stringendola dolcemente. Le accarezzò i capelli con un gesto tenero, poi le baciò la guancia, ancora arrossata dal calore.
Ridacchiò piano. “Per essere la prima volta, te la sei cavata benissimo.”
Sara ridacchiò e si voltò verso Elisa, stringendola tra le braccia. Le baciò le labbra con dolcezza, poi le stuzzicò con la lingua, giocando, ancora accesa da quel piacere che sembrava non volersi spegnere.
“Oh Dio, Elisa,” sussurrò con un sospiro felice. “Non avevo idea potesse essere così bello con un’altra ragazza. Certo, ho avuto ragazzi che mi hanno leccata, e sì, ho anche goduto. Ma un orgasmo così, così profondo, così intenso, non l’ho mai provato con nessuno di loro. Se non fosse che adoro scopare con Piero e Matteo, mi verrebbe da pensare di essere lesbica,” Rise piano, con le guance arrossate. “Dio, è stato davvero incredibile.”
Elisa rise con lei, il corpo ancora rilassato nell’abbraccio. “Lo so, alla fine, credo che sappiamo solo cosa ci fa stare bene. Io faccio semplicemente ciò che mi fa sentire viva.”
Le passò una mano tra i capelli e la strinse più forte a sé. “Dopo la mia prima volta con una ragazza — era più grande, avevo quindici anni — ho davvero pensato di essere lesbica. Non ero sicura, finché non ho cominciato a scopare con David. E ho capito che mi piacevano entrambi.”
Le sorrise, poi le baciò teneramente le labbra, sfiorandole con una delicatezza nuova.
“Ma sai, c’è qualcosa di speciale nel fare l’amore con una ragazza che ti piace davvero. A parte quella prima, tu e Alice siete le uniche con cui l’ho fatto. E non lo dimenticherò mai.”
Sara si appoggiò su un gomito e guardò Elisa negli occhi, poi la baciò lentamente e teneramente. Tirandosi leggermente indietro, Sara la guardò: "Dovremo trovare un modo per aggirare quella stupida regola, sei l'unica che voglio come coinquilina".
"Mia zia Beatrice potrebbe aiutarti, è professoressa associata all'università."
"Si chiama Rossetti? Non ci sono molte professoresse, Pensavo di conoscerne la maggior parte", disse Sara .
"Probabilmente usa il suo cognome da sposata, Beatrice Serra. Suo marito è professore ordinario lì."
“Davvero? È tua zia?” disse Sara, sorpresa. “Ho seguito il suo corso del secondo semestre, Introduzione alla letteratura italiana. È davvero in gamba, mi è piaciuta molto.”
Fece una breve pausa, poi aggiunse con tono più serio:
“Ha avuto una specie di incidente, se non sbaglio. L’ultima settimana di lezione e l’esame finale li ha gestiti un dottorando al suo posto.”
"Lo so. Sarà qui domani pomeriggio, la vado a prendere all'aeroporto di Linate, non poteva venire qui in macchina, ha dovuto prendere un aereo."
Sara diede a Elisa un bacio rapido sulle labbra, il sorriso ancora sulle sue. “Fantastico. Magari tua zia troverà un modo per aggirare quella stupida regola sulle matricole.”
Poi si fermò un istante, il tono improvvisamente più incerto. “Credo di essere partita per la tangente, come al solito, Non ti ho nemmeno chiesto se volevi davvero essere la mia compagna di stanza.”
Elisa scoppiò a ridere piano, poi le prese il viso tra le mani e la baciò a lungo, con trasporto e dolcezza. Le loro labbra si unirono, si cercarono, e i loro corpi si fusero come se stessero danzando nello stesso respiro.
Quando infine si staccò, con gli occhi ancora colmi di emozione, Elisa la guardò e sorrise.
“Se non l’avevi ancora capito dalla mia bocca, ecco la risposta a parole: sì. Mi piacerebbe tantissimo essere la tua compagna di stanza.”
Il volto di Sara si illuminò in un sorriso radioso, poi afferrò Elisa tra le braccia e la baciò con la stessa passione travolgente. Rimasero abbracciate a lungo, in silenzio, le labbra che si cercavano con dolcezza, i corpi incollati l’uno all’altro, immersi nel calore e nella complicità.
Poi, con il fiato ancora caldo contro la pelle, Sara si chinò all’orecchio di Elisa e sussurrò:
“Pensi che dovremmo andare a controllare i ragazzi? Perché se restiamo qui ancora un po’, finisce che ti faccio l’amore di nuovo.”
Le accarezzò lentamente il seno, i polpastrelli che sfioravano il capezzolo già teso. “Oh, Elisa, ti desidero ancora. Ti desidero tantissimo,”
Elisa ridacchiò piano, la voce morbida e provocante. “Sono quasi certa che Alice si stia godendo ogni singola attenzione che sta ricevendo laggiù,”
Poi abbassò la mano e la fece scivolare tra le gambe di Sara, trovandola ancora bagnata e pulsante. Le carezzò le labbra intime con lentezza, poi affondò un dito dentro di lei, sentendola accoglierla con calore e desiderio.
“E sinceramente,” sussurrò Elisa, mentre le labbra scendevano a giocare con i capezzoli eretti di Sara, “non credo proprio che sentiranno la nostra mancanza, se ci mettiamo ancora un po’ a tornare.”
(CONTINUA)

P.S. Grazie per aver letto il nostro racconto, spero che vi sia piaciuto e vi abbia ispirato! Lasciate pure un commento e un like se vi va, ci fa sempre piacere ricevere il vostro feedback! A presto, con il prossimo episodio. Alberto & Laura (coautori)
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