tradimenti
Il Gioco del Desiderio, 13

04.07.2025 |
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"Le sue mani si posarono con forza sulle sue cosce muscolose, e per un istante si guardò allo specchio..."
Quando il campanello trillò, Silvia trasalì. Si alzò piano, le gambe ancora molli, e si avviò verso la porta con un'andatura esitante, quasi colpevole. “Sto facendo la cosa giusta?”, si chiese, aggiustandosi distrattamente la cintura della vestaglia. Era la stessa di allora: bianca, morbida, seducente nella sua semplicità. E, proprio come allora, sotto non indossava nulla. Aveva passato ore dal parrucchiere, tra mani esperte, specchi e profumi, per sistemare i capelli, il trucco, le unghie. Davanti allo specchio dell’ingresso si concesse un ultimo sguardo: uno sguardo complice, come a dire ci siamo. Poi si voltò, il cuore che batteva appena più forte, e andò ad aprire. Quando il campanello trillò, Silvia trasalì. Si alzò piano, le gambe ancora molli, e si avviò verso la porta con un'andatura esitante, quasi colpevole. “Sto facendo la cosa giusta?”, si chiese, aggiustandosi distrattamente la cintura della vestaglia. Era la stessa di allora: bianca, morbida, seducente nella sua semplicità. E, proprio come allora, sotto non indossava nulla. Aveva passato ore dal parrucchiere, tra mani esperte, specchi e profumi, per sistemare i capelli, il trucco, le unghie. Davanti allo specchio dell’ingresso si concesse un ultimo sguardo: uno sguardo complice, come a dire ci siamo. Poi si voltò, il cuore che batteva appena più forte, e andò ad aprire.“Ciao, Mirko”, disse Silvia aprendo lentamente la porta, lasciando che la luce colpisse la sua figura avvolta solo da una vestaglia bianca, morbida, appena chiusa sul seno. Il giovane era lì, fermo sulla veranda, con quell’aria tesa e quel volto bello da impazzire. I suoi occhi la percorsero dall’alto in basso, si soffermarono un istante sulle gambe nude, poi risalirono lentamente. Il sorriso che gli affiorò sulle labbra fu eloquente: approvazione, desiderio, stupore.
Anche Silvia si prese il suo tempo per osservarlo. Indossava la solita maglietta attillata che gli delineava il petto, pantaloni harem leggeri e lenti, stretti da una cordicella sottile. Nulla sotto, intuì. Le scarpe da tennis stonate completavano quella strana divisa “da lavoro” che ormai sembrava una provocazione.
“Ciao, Mirko”, disse Silvia aprendo lentamente la porta, lasciando che la luce colpisse la sua figura avvolta solo da una vestaglia bianca, morbida, appena chiusa sul seno. Il giovane era lì, fermo sull’uscio, con quell’aria tesa e quel volto bello da impazzire. I suoi occhi la percorsero dall’alto in basso, si soffermarono un istante sulle gambe nude, poi risalirono lentamente. Il sorriso che gli affiorò sulle labbra fu eloquente: approvazione, desiderio, stupore.
Anche Silvia si prese il suo tempo per osservarlo. Indossava la solita maglietta attillata che gli delineava il petto, pantaloni harem leggeri e lenti, stretti da una cordicella sottile. Nulla sotto, intuì. Le scarpe da tennis stonate completavano quella strana divisa “da lavoro” che ormai sembrava una provocazione.
“Buongiorno, signora Moretti”, disse lui con tono formale, passandole accanto. L’odore della sua pelle le sfiorò le narici: un profumo maschile deciso, speziato, sensuale. Qualcosa che sapeva di pelle calda e tentazioni erotiche. Portava una valigia piena di provviste, ma Silvia non la guardò nemmeno.
“Silvia”, lo corresse con voce bassa, quasi un sussurro. Nei suoi occhi brillava una evidente eccitazione.
“Okay, uh, Silvia. Allora mi metto comodo e preparo il tavolo per..”
“Lascia perdere il tavolo, Mirko. Useremo il mio letto.”
Si bloccò. Il suo sguardo si piantò su di lei, incredulo, acceso. Per un attimo sembrò disorientato, come un ragazzo davanti a un sogno diventato realtà troppo in fretta. Era adorabile. E terribilmente eccitante.
Silvia gli rivolse un’occhiata spudorata, giù, proprio lì. Il rigonfiamento nei pantaloni era già evidente, pulsante sotto il tessuto leggero. La vestaglia si mosse appena mentre incrociava le braccia sotto il seno, lasciando intravedere qualcosa. Il suo corpo era caldo, vivo, pronto. Sentiva la pelle vibrare e il desiderio esploderle nelle vene.
In quel momento non c’era più spazio per esitazioni. Solo per lussuria. E gioco.
"Seguimi", disse Silvia, poi gli prese la mano e lo condusse alle scale. Quando arrivarono ai gradini, Silvia lo precedette, muovendosi rapidamente davanti a lui. Sentiva le sue labbra già gonfie iniziare a bagnarsi mentre saliva le scale. "Sto forse dondolando troppo i fianchi?" pensò mentre saliva i gradini. Sapeva che doveva avere una bella vista.
Mirko aveva davvero una bella visuale. Si trattenne un po', lasciando che Silvia salisse di un gradino o due. Un sussulto gli sfuggì dalle labbra quando vide che era nuda sotto la vestaglia. Poteva vedere le sue cosce morbide e il broncio del suo sesso rasato, con quelle labbra carnose, strette tra le gambe. Ricordava quelle labbra. Non ne aveva mai viste di così grandi prima. La sua bocca praticamente sbavava al pensiero di succhiarle.
Quando arrivarono in cima alle scale, il suo sesso già premeva, duro e impaziente, contro il tessuto dei pantaloni.
Claudio trattenne il fiato quando vide la luce accendersi in camera da letto e Silvia varcare la soglia con passo lento e deciso. Il cuore gli accelerò all’improvviso. Ma fu solo quando, un attimo dopo, vide Mirko entrare dietro di lei, a meno di due passi di distanza, che il colpo lo raggiunse davvero.
Se lo aspettava. Lo aveva immaginato. Ma un conto è immaginare, un altro è vedere con i propri occhi quel ragazzo giovane, bello, atletico, entrare nel cuore della sua intimità, nella stanza che fino a poco tempo prima era solo sua e di Silvia. La loro camera. Il loro letto.
Con Alessandro era stato diverso. Era rimasto a dormire in sala, lontano, sfiorando appena la superficie di quella trasgressione. Non l’aveva mai visto entrare lì. Questo invece era concreto. Carnale. Più diretto. Più invasivo.
Più eccitante?
Una parte di lui avrebbe dovuto reagire con rabbia, gelosia, orgoglio ferito. La maggior parte degli uomini, pensò, non avrebbe mai accettato di vedere la propria moglie entrare in camera con un altro uomo.
Ma Claudio era lì, immobile, incapace di distogliere lo sguardo. Travolto da un senso di attesa, turbamento, e desiderio.
E, nonostante tutto, profondamente emozionato.
Era così vicino a loro che temeva perfino di muoversi, come se un semplice respiro potesse tradire la sua presenza. Lo specchio, il loro specchio, funzionava alla perfezione. Lì dentro, nella penombra calda della stanza, Silvia e Mirko sembravano a pochi centimetri da lui. Non era solo un’immagine. Era realtà. Intima, palpabile, cruda.
Dagli altoparlanti sulla parete, appena sopra di lui, arrivavano i suoni morbidi del loro respiro, già spezzato dall’eccitazione. Claudio li sentiva come se fossero nella stessa stanza. E in un certo senso, lo erano davvero.
Solo che lui non poteva toccare. Solo guardare. Sentire.
E bruciare.
"Ehm, dovremmo, ehm, dobbiamo mettere qualcosa sul letto in modo che, ehm, l'olio non finisca dappertutto", disse Mirko, improvvisamente nervoso, mentre appoggiava la valigia.
Silvia si avvicinò al letto e si voltò, sorridendo al ragazzo e dicendo: "Non credo che avremo bisogno di tutto quell'olio, credo di essere lubrificata abbastanza". Guardò Mirko negli occhi mentre si sfilava lentamente la vestaglia dalle spalle e la lasciava cadere ai suoi piedi.
"Oh Dio", gemette Mirko mentre fissava il suo splendido corpo nudo. Il suo sguardo si spostò dal suo viso sorridente al suo seno prosperoso, ora muovendosi su e giù seguendo il suo respiro eccitato. Poi il suo sguardo si spostò sull'inguine. Un altro sussulto gli sfuggì quando vide il liquido lucido gocciolare dalle sue labbra gonfie. Poteva vedere fili di quel succo limpido pendere come una ragnatela setosa, attaccando le sue labbra sensuali alle cosce. Non aveva mai visto niente di così eccitante in vita sua.
Silvia aprì le braccia a Mirko.
Gli ci vollero tre rapidi passi per raggiungerla e stringere a sé il suo corpo nudo con passione. Ci furono tre gemiti mentre i due si baciavano; uno proveniva da dietro lo specchio.
Non appena Claudio lasciò sfuggire un gemito, si rese conto che doveva stare attento: un altro scivolone avrebbe potuto tradirlo. Eppure, sembrava quasi impossibile trattenersi. Come Mirko, anche lui non aveva mai visto nulla di così eccitante in vita sua.
Quando aveva visto Silvia baciare Alessandro, era buio e la distanza tra loro li proteggeva da ogni dettaglio troppo vivido. Anche quella sera al bar, con i due sconosciuti, l’oscurità aveva fatto da velo. Ma adesso era tutto diverso. La vista ravvicinata gli concedeva ogni particolare: le lingue che si cercavano, si intrecciavano, scivolavano una nell’altra, il calore dei morbidi seni di sua moglie premuti contro il corpo di Mirko.
Poi, come se Silvia avesse intuito i suoi pensieri più nascosti, le loro bocche si aprirono con audacia. Le lingue si sfidarono in un duello aperto, scambiandosi la saliva con un’intensità quasi oscena.
Claudio la osservò mentre succhiava la lingua di Mirko, poi cambiava posizione per lasciarsi succhiare a sua volta. Sembrava che stessero facendo l’amore con le bocche, pensò, incapace di distogliere lo sguardo da quel gioco proibito e ipnotico.
“Vieni qui”, disse Silvia, senza fiato, staccandosi da Mirko e prendendogli la mano con fermezza. Quando si trovarono davanti allo specchio a figura intera, lei gli sfilò lentamente la maglietta dalla testa. Si fermò un attimo a osservare quel corpo seminudo, scolpito alla perfezione, ammirando ogni curva con gli occhi. Le sue mani accarezzarono il petto sodo, caldo e abbronzato.
Non c’era dubbio: passava molte ore in palestra, pensò Silvia con un sorriso malizioso. Poi inspirò a fondo, colma di un’eccitazione che le bruciava dentro, e iniziò a baciare quel petto con dolcezza, scendendo lentamente, fermandosi a succhiare e leccare i capezzoli con sensualità.
Il cuore di Claudio batteva così forte da sembrare quasi un tamburo impazzito, e i suoi occhi erano spalancati dall’eccitazione, incapaci di distogliersi. Poteva quasi sentire quella lingua dolce e familiare, così carica di promesse, scivolare su quella pelle tesa.
Poi lo vide: la sua bellissima moglie inginocchiata davanti al suo futuro amante, mentre con labbra ardenti baciava il ventre muscoloso di lui, facendolo tremare di piacere. Claudio sentì il proprio ventre contrarsi, serrarsi in una morsa di desiderio e tensione che gli toglieva il respiro.
L'eccitazione di Mirko era così grande che riusciva a malapena a guardare la donna che lo baciava. Eppure, si sforzò di tenere gli occhi aperti e di guardare la sua lingua che gli si muoveva sul ventre, lasciandogli una scia umida di saliva sulla pelle calda. Non riusciva a credere alla sua fortuna. Anche se aveva fatto sesso con donne bellissime in precedenza, nessuna era così eccitante o entusiasta come Silvia.
Quando Silvia raggiunse la cintura dei pantaloni di Mirko, si fermò un attimo, fissando con uno sguardo malizioso il rigonfiamento che si delineava sotto il tessuto. Poi, con entrambe le mani, lo accarezzò lentamente, seguendo l’erezione pulsante che si faceva strada tra il cotone morbido. Strinse il tessuto attorno all’asta dura, tracciandone il profilo con dita esperte, carezzandolo con delicatezza e decisione.
Un sorriso le si dipinse sulle labbra quando notò la macchia umida comparsa proprio dove il bordo del tessuto incontrava la pelle. Spostò la testa in avanti e iniziò a baciare la punta, assaporando con lentezza e voluttà quel liquido salato e dolce.
Mirko gemette, gli occhi fissi sulle labbra e sulla lingua di Silvia, che impregnava il cotone di saliva calda e viscosa. Presto sentì il calore delle sue labbra filtrare attraverso quel velo sottile, scaldandolo fino al midollo.
Alla fine, Silvia si tirò indietro, il sorriso carnale ancora stampato sul volto. Lo strinse forte a sé, sentendo il suo pene pulsare carico di desiderio. Inspirò a fondo, le mani che scivolavano lente verso la cintura dei pantaloni, pronte a spingersi oltre.
Anche Claudio trattenne il respiro mentre osservava le mani curate di Silvia, le unghie dipinte di rosso, che con delicatezza slacciavano la cintura di corda di Mirko. Le dita scivolarono con sicurezza lungo i lati dei pantaloni, poi lentamente tirarono giù il tessuto dalla vita, facendolo scivolare verso il basso.
L’elastico in vita si impigliò nella testa gonfia, tirandola verso il basso con un leggero scatto. Improvvisamente, come se fosse una molla carica, il pene di Mirko balzò in alto e colpì lo stomaco di lui con un tonfo secco, spruzzando una goccia di liquido pre-eiaculatorio sul viso di Silvia. Lei ridacchiò, gli occhi però bruciavano di lussuria mentre fissava quel lungo membro pulsante, a pochi centimetri dalle labbra improvvisamente secche.
“Oh mio Dio”, sussurrò Claudio tra sé, col cuore che batteva forte, vedendo per la prima volta il grosso pene di Mirko. Si ergeva come una torre imponente, pulsando al ritmo del suo stesso respiro, con la punta cremisi che sfiorava quasi l’ombelico.
Silvia lasciò cadere con noncuranza i pantaloni di Mirko fino alle caviglie. Senza accorgersene, si leccò le labbra aride mentre fissava la testa sbavante. Poi, con mano leggermente tremante, afferrò il membro e lo guidò verso il basso, puntandolo verso la sua bocca.
“Guardami allo specchio mentre ti succhio il cazzo”, sussurrò con la voce roca dall’eccitazione, poi si voltò lentamente, fissando Claudio negli occhi. Quegli occhi scintillavano di lussuria pura, sfidandolo a non voltare lo sguardo.
I due amanti erano così vicini che Claudio poteva distinguere le vene pulsanti sul pene di Mirko, così vive e tese da sembrare quasi vive. Non era mai stato così vicino alle parti intime di un altro uomo.
“Oh, Gesù”, gemette sommessamente, mentre osservava sua moglie aprire lentamente la bocca e accogliere dentro il grosso glande di Mirko.
Improvvisamente, si dimenò sulla sedia, colto di sorpresa, quando incrociò gli sguardi di Mirko e Silvia, entrambi fissi su di lui, intensi e sfidanti.
Silvia emise un gemito profondo mentre assaporava di nuovo il dolce succo pre-eiaculatorio che le scivolava dalla fessura, fluido e caldo come un fiume. Tenne salda la grossa testa tra le labbra, le dita affondarono nei fianchi di Mirko, stringendo con forza le sue natiche muscolose, attirandolo più a fondo nella sua bocca, in un’attesa carica di desiderio.
Lo succhiò con tutta la profondità che riuscì a raggiungere, prima che un improvviso riflesso la colpisse, costringendola a lasciar scivolare lentamente fuori quel membro pulsante.
Gli occhi di Claudio non si staccarono mai dalla bocca di sua moglie. Poteva vedere le sue labbra spalancate all'inverosimile per accogliere il grosso membro. Osservò l'asta impregnarsi rapidamente della sua saliva che gocciolava incautamente sul pavimento. Poi, sentì Mirko gemere e lo vide afferrare possessivamente i capelli della moglie, guidandole la testa su e giù per il palo. L'asta di Claudio pulsava dolorosamente. Voleva disperatamente afferrarla, ma sapeva che se l'avesse fatto, sarebbe schizzato via in un secondo. Le sue dita stringevano forte i braccioli della sedia mentre il suo cervello lo spingeva ad andare avanti e masturbarsi.
Non ci volle molto perché Mirko mostrasse segni di essere sul punto di raggiungere l'orgasmo. I suoi fianchi sussultavano in piccoli spasmi mentre le sue mani muovevano avanti e indietro la testa di Silvia, desiderosa di piacere. Le sue dita si intrecciavano tra i suoi capelli mentre gemeva di eccitazione.
Silvia riconobbe i segnali e si ritrasse rapidamente, lasciando il suo pene pulsare nell'aria fresca. "Sali sul letto", ordinò.
Mirko obbedì senza dire una parola. Salì rapidamente al centro del letto e allargò le gambe in modo quasi osceno, le cosce forti che incorniciavano i testicoli che si contorcevano, il membro puntato verso il soffitto.
Claudio si sentiva quasi come se fosse a letto con loro. Poteva vedere ogni singolo pelo sui grossi testicoli di Mirko, che gli pendevano pesanti tra le cosce. Un'incredibile eccitazione lo percorse al pensiero di tutto lo sperma dentro quei testicoli. Sapeva che sarebbe finito da qualche parte dentro sua moglie nel giro di pochi minuti.
Quando Silvia raggiunse Mirko sul letto, gli salì a cavalcioni sul viso, barcollando leggermente sul materasso soffice, con lo sguardo fisso nello specchio di fronte. Si osservò un istante, poi si abbassò lentamente, trattenendo il respiro. Chiuse gli occhi quando sentì la propria carne gonfia spalancarsi dolcemente sulla bocca di lui.
Mirko era in estasi. Le labbra morbide e umide di Silvia gli si avvicinavano come una promessa proibita, e lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Le aveva desiderate dal primo momento in cui le aveva viste. Gemette piano quando il primo assaggio gli bagnò le labbra, caldo e generoso. Senza attendere oltre, la sua lingua cominciò a muoversi, decisa, affamata.
“Oh Dio, sì, così, Mirko, leccami”, gemette Silvia, la voce rotta dal piacere. Poi si lasciò cadere sul suo viso con decisione, aprendosi del tutto, affondando il bacino sulla bocca assetata di lui. La lingua di Mirko si insinuò profonda, esplorando punti che nessun altro aveva mai raggiunto, provocandole un fremito violento.
Silvia cominciò a muoversi lentamente, avanti e indietro, guidata dall’istinto e dal desiderio crescente. Ma non era solo per godere: voleva che Claudio vedesse ogni dettaglio, ogni scossa del suo corpo, ogni fremito di piacere che si dipingeva sul suo volto. E lo guardava, mentre cavalcava quel piacere.
Claudio osservava attentamente. Poteva vedere la lingua di Mirko scomparire nella figa di sua moglie e poi riemergere luccicante del suo succo. Osservava quelle bellissime labbra sensuali aprirsi sul viso di Mirko ogni volta che lei si spingeva verso il basso. Sapeva cosa si provava e poteva quasi sentirne il sapore.
Silvia stava ormai cavalcando il viso di Mirko con movimenti decisi, quasi frenetici, mentre i suoi umori le schizzavano sul mento e gli colavano caldi lungo il collo. Sentendo l’orgasmo avvicinarsi, si fermò bruscamente, poi si inclinò in avanti fino a portare il volto sopra l’asta tesa e pulsante di Mirko. Le sue mani si posarono con forza sulle sue cosce muscolose, e per un istante si guardò allo specchio.
Claudio intercettò il suo sguardo. Occhi pieni di desiderio, fissi nei suoi, carichi di un'intesa silenziosa e bruciante. Sentì un tuffo al cuore, un moto profondo e confuso tra gelosia e fascinazione.
Silvia prese il medaglione che portava al collo, lo sollevò con delicatezza, lo baciò con le labbra tremanti e mormorò un sussurro che solo Claudio poteva decifrare: “Ti amo”. Poi posò il ciondolo proprio alla base del sesso di Mirko, lasciandolo lì, in bella vista, mentre abbassava il viso.
Spalancò la bocca e accolse il membro di Mirko fino in fondo, lentamente, profondamente, quasi fino ai testicoli. Era la prima volta che prendeva così tanto, così a fondo. Il suo corpo tremò mentre cercava di controllare il riflesso del vomito, sentendo la testa spessa del pene spalancarle la gola come non era mai accaduto prima.
Mirko gemette, smettendo per un attimo di muovere la bocca tra le labbra gonfie di Silvia, sopraffatto dall’ondata di eccitazione che gli attraversava il corpo. Ansimava, cercando aria, mentre sentiva i muscoli della gola contrarsi, come in risposta al piacere crescente.
Silvia lo tenne dentro, ferma, con la gola che si adattava lentamente alla sua presenza imponente. Respirava appena. Fili di saliva cominciarono a scivolare dalle labbra tese, bagnandogli i testicoli e la base del sesso.
Claudio era al limite. Il desiderio gli martellava il petto. Avrebbe voluto distogliere lo sguardo, ma non ci riusciva. Rimase lì, a guardare. Sorprendentemente, Silvia riusciva a prendere quasi tutto quel membro nella bocca. E i suoi occhi, i suoi splendidi occhi, lacrimavano per lo sforzo, mentre fissavano lo specchio.
Fu in quell’istante che Claudio capì. Quel gesto, quella dedizione, lo stava facendo per lui.
Un brivido improvviso gli percorse la schiena.
Silvia si tirò indietro di scatto per riprendere fiato, ma non si concesse tregua. Tornò subito a ingoiarlo con ancora più foga, cercando di spingersi oltre, più a fondo. Tentava, falliva, poi si arrendeva e riprendeva a succhiare, con forza crescente, quasi con fame.
Nel frattempo, la bocca di Mirko riprese a muoversi contro la sua carne, cercando di contenere l’impulso di venire, ma il suo respiro affannoso e la tensione nei fianchi lo tradivano.
Silvia gemette, soffocando il suono attorno al sesso di Mirko, mentre la sua bocca veniva invasa dal piacere e il corpo vibrava sotto le carezze voraci di lui. Sentiva la lingua calda e decisa che le succhiava le labbra intime, che le esplorava ogni piega con una fame che sembrava impossibile da saziare. Era troppo. Troppo intenso. Troppo vero.
Ogni leccata, ogni affondo della lingua di Mirko, le accendeva un altro punto del corpo. E lei non si limitava a subire: lo prendeva in bocca con la stessa furia che sentiva crescere dentro, risucchiandolo come se volesse fondersi con lui, mentre il proprio piacere salisse in gola insieme a ogni respiro.
Era sull’orlo. Ma non solo dell’orgasmo.
Silvia sentiva dentro qualcosa di più profondo, qualcosa che bruciava. Era l’emozione, l’adrenalina, la consapevolezza di ciò che stava facendo. Solo qualche settimana prima si sarebbe vergognata anche solo a immaginarlo. E ora era lì, inginocchiata, il sesso di un altro in bocca, mentre lui la leccava come se volesse scolpirle il piacere dentro. E Claudio, Claudio li guardava.
Lo sapeva. Lo sentiva.
Eppure non distoglieva lo sguardo. I loro occhi si erano incrociati per un istante nello specchio, e in quel momento lei aveva capito tutto. Lo stava facendo anche per lui. Per vederlo tremare dentro. Per scuoterlo. Per amarlo in quel modo sbagliato, crudo, così tremendamente vero.
Mirko affondò ancora la lingua, più a fondo, e poi la ritirò per succhiarle con forza una delle sue labbra intime. Silvia si lasciò sfuggire un sussulto, il corpo percorso da una scossa. Le sue labbra erano gonfie, sensibili, piene di sangue e di desiderio. Quando sentì i denti sfiorarle la carne e poi la lingua cercare febbrile il suo clitoride, il mondo si fece lontano, sfocato, irreale.
E quando finalmente lo trovò, quel punto minuscolo ma carico di elettricità pura, Mirko lo sfiorò con movimenti rapidi, precisi, torturanti. Silvia si aggrappò alle sue cosce, la bocca ancora piena, e fu in quell'istante che capì: stava per crollare. Ma non di vergogna.
Di piacere.
All'improvviso, Silvia ritrasse la testa dal suo pene e gemette mentre il suo corpo iniziava a tremare di piacere. "Oh mio Diooooo!!!" urlò mentre un forte orgasmo la percorreva. I suoi fianchi premevano forte sul viso del giovane, il suo liquido schizzava fuori come pioggia, scorrendogli lungo le guance e il mento, quasi annegandolo.
Mirko deglutì velocemente per evitare di soffocare, ma il succo era troppo e cominciò a colargli dalla bocca. Nonostante ciò, Mirko ne prese quanto più poté e continuò a succhiare per averne ancora.
Non appena il corpo di Silvia smise di tremare, la sua bocca tornò a posarsi sul pene pulsante di Mirko. Ora era come una pazza, succhiava e leccava il suo membro pulsante, la testa che saltellava su e giù, prendendolo di nuovo in gola. Più volte si guardò direttamente allo specchio, con la bocca piena del suo pene, le labbra spalancate, un rivolo viscido di saliva che colava dagli angoli, il medaglione d'oro che gli rimbalzava sui testicoli.
Claudio era ormai oltre ogni immaginazione. Tremava mentre fissava il bellissimo viso di sua moglie, le sue labbra avvolte attorno al pene di uno sconosciuto e il simbolo del loro amore adagiato sui suoi testicoli. Quando vide quei testicoli contrarsi sotto il medaglione, capì che Mirko era vicino. Osservò le gambe del giovane allungarsi e i muscoli delle sue cosce tendersi. Claudio pensò di essere sul punto di raggiungere l'orgasmo quando vide la base del pene di Mirko pulsare, i suoi testicoli contrarsi e udì il suo forte gemito. Poi vide gli occhi di Silvia chiudersi per il piacere. Eppure, non era sicuro di cosa stesse succedendo.
Quando Silvia riaprì gli occhi, li puntò dritti su Claudio. Il suo sguardo era acceso, febbrile, saturo di lussuria. Le mascelle serrate, le labbra incurvate in un mezzo sorriso mentre ancora avvolgevano il sesso pulsante di Mirko. Poi, con una lentezza quasi teatrale, si staccò dal suo membro, lasciando andare un leggero schiocco umido mentre chiudeva rapidamente le labbra, come a custodire un segreto appena ricevuto.
Con il volto rivolto allo specchio, mantenne lo sguardo fisso, poi spalancò la bocca il più possibile, offrendosi allo specchio, a Claudio, al desiderio.
Claudio sussultò, come colpito in pieno petto. “Oh mio Dio,”gemette, quasi senza fiato. Il cuore gli martellava nel petto mentre l’immagine di sua moglie, la sua Silvia, gli si stampava nella mente con una potenza devastante.
La sua bocca era colma della densa crema bianca di Mirko. Il seme traboccava quasi dalle labbra, lucido e spesso, tanto da nascondere completamente la lingua. Bolle lente salivano in superficie, come se quel calore fosse reale, vivo, liquido e impossibile da ignorare.
Claudio sentì le ginocchia cedere. Era tutto troppo. Troppo bello, troppo sporco, troppo desiderato.
Non avrebbe mai creduto che un uomo potesse venire così tanto, eppure, lì, davanti ai suoi occhi, c’era la prova più indecente e sconvolgente: la bocca aperta di sua moglie, colma fino all’orlo, offerta a lui come un dono osceno e meraviglioso.
Senza mai staccare lo sguardo dallo specchio, Silvia chiuse la bocca e deglutì una volta, poi ancora e ancora, spingendo il liquido denso in gola. Un lungo rivolo di sperma le colava dall'angolo della bocca e le colava dal mento.
Claudio trattenne il respiro quando vide i muscoli della gola di sua moglie lavorare per inghiottire la densa secrezione. Improvvisamente, senza che nessuno lo toccasse, il pene di Claudio diede un potente sussulto, la punta si espanse come se stesse per scoppiare, e poi lo sperma iniziò a schizzare fuori come una fontana. Schizzò su per tutto il corpo e lo colpì in faccia con un tonfo. Poi, ogni sussulto successivo gli inviò un filo di sperma sul petto e sullo stomaco, quasi bruciandogli la pelle. Infine, i filamenti di sperma si accorciarono fino a diventare solo una goccia. I suoi testicoli erano finalmente vuoti. Si accasciò esausto sulla sedia, con gli occhi appena aperti. Attraverso una nebbia di stanchezza, Claudio vide Silvia leccarsi le labbra e sorridere sognante. Sollevò persino il medaglione e leccò una goccia di sperma dalla superficie dorata.
(CONTINUA)
P.S. Un grazie di cuore per aver preso il tempo di leggere la nostra storia! Speriamo che vi abbia catturato l'immaginazione e vi abbia lasciato un ricordo piacevole. Se volete condividere le vostre impressioni, un commento o un like sarebbero molto apprezzati. Il vostro feedback è sempre prezioso per noi! A presto, con il prossimo episodio. Laura.
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