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Lo Scambio (capitoli 3 e 4)


di Federossetta
24.10.2018    |    3.913    |    2 9.9
"Mi lavai non perdendo l'occasione di toccarmi e mi sistemai..."
Lo Scambio, cap. 3-4 su 14

Capitolo 3: Mattia

Al pomeriggio mi svegliai a causa di un telefono. Era sul comodino e quindi in teoria era il "mio". A chiamare era un tale salvato come "Mattia ♥". Non risposi rendendomi conto di non aver ancora testato il mio timbro di voce. E se non lo avevo cambiato insieme al corpo? Cosa avrebbe detto quello dall'altro capo della cornetta? Ok, mio padre mi aveva risposto senza avvertire niente, ma a quanto pareva non era molto affidabile.
Lasciai suonare a vuoto una prima volta, dopodiché presi l'iPhone e stranamente azzeccai subito la password come se la sapessi già. Probabilmente non tutto era da scoprire totalmente. Feci un sopralluogo dei contatti e riconobbi quella che doveva essere la migliore amica e molti ragazzi salvati con un cuoricino. Poi registrai la mia voce: "Sono Deny e sono porca ma figa"
Risi e sollevato sentii che la voce era femminile.
Richiamai Mattia. "Pronto?"
"Ciao Deny, allora per oggi mi confermi alle 4 a casa tua?" Di sottofondo si sentivano delle voci che dovevano essere gli amici di lui.
"Ma certo amore, la casa è libera, solo per noi due." Avevo notato masturbandomi che Denise aveva perso la verginità. E da quella conversazione capii il motivo ma soprattutto che non tutti i miei insulti del giorno prima erano infondati.
Ero eccitato. Avrei fatto sesso dall'altra faccia della medaglia. Incredibile.
Mi lavai non perdendo l'occasione di toccarmi e mi sistemai. Trovai un girocollo di seta sottile blu con una campanellina in un cassetto che sembrava essere quello delle attrezzature delle scappatine. C'erano anche alcuni preservativi.
Aggiunsi il girocollo alle altre collane caratteristiche della mia personalità e indossai dei collant.
Alle 4 meno 10 suonò il campanello.
Alla porta si presentò un ragazzo palestrato, due volte il mio vecchio corpo e con muscoli che io appena mi sognavo. I capelli castani ondeggiavano al vento. Aveva un buon odore.
Da come ero vestita era ovvio che volevo arrivare subito al sodo. Ma lui ci sapeva fare e dettò subito le regole.
"Ciao Denise. Sei stupenda." Mi baciò sulla guancia e io ricambiai.
"Ho portato delle birre e se ti va della vodka per stasera. Mi confermi che tuo padre non ci sarà fino al weekend?" Questo non lo sapevo. Ma risposi lo stesso di sì, un po' perché ero rimasto senza parole, un po' perché se Denise "vera" gli aveva detto quello prima dello scambio, doveva essere realmente così.
E così parlammo tutto il pomeriggio, giocando un po' a carte e scherzando su di noi. Alla sera ordinammo le pizze. Il mio lato femminile era innamorato. Innamorato innanzitutto della sua organizzazione, ma anche del suo fisico e del suo sorriso.
Il mio lato maschile invece un po' ripudiava queste cose anche se si sentiva preparato a cosa sarebbe successo dopo.


Capitolo 4: Solo Un Assaggio

Suonarono al campanello.
"Vado io" dissi. Erano le pizze. Pagai e tornai in casa dove rimasi sconcertato. Mattia si era tolto tutto per rimanere in boxer. Si intravedeva un grosso rigonfiamento. Io durante le chiacchere del pomeriggio mi ero coperta di nuovo anche perché poi ero andata a ricevere le pizze.
"Hey, cosa c'è?" disse Mattia ridendo "Mi sento un po' in imbarazzo, adesso se anche tu ti spoglieresti mi sentirei meglio."
Io avevo ormai capito il gioco.
"Eh no, caro mio. Mi piace vederti soffrire. Facciamo così: ogni trancio di pizza che mangio mi tolgo qualcosa. Per rimanere in mutande e reggiseno ovviamente" risi complice e lui con me.
"Ma come è cattiva la mia Deny. Va bene farò come mi dici capitano. Ma ricordati che qua chi comanda sono io."
Sorrisi e lo baciai. Le labbra erano più carnose del mio amico Edoardo e la lingua molto più veloce. Mi piacque.
La cena continuò come avevo predetto finché non rimasi in biancheria intima. Sparecchiammo, lui che mi cercava con il corpo e io che mi allontanavo scherzando.
Ad un certo punto cominciammo a correre finché non mi prese e mi sbatté sul sofà con forza. Un gridolino uscì dalla mia bocca.
"Solo un assaggio" dissi. E cominciammo a baciarci. Dapprima ero timoroso, poi man mano presi coraggio ed arrivammo a baciarci passionatamente. Eravamo coricati sul divano, lui sopra ed io sotto, come aveva voluto specificare più volte. Non era il mio solito sottostare a qualcuno, specie nell'amore, ma la sua indole era talmente forte da lasciarmi trasportare.
Ad un certo punto scese fino alla mia vagina (depilata per l'occasione) e cominciò a leccarla. Per la prima volta mi strinsi forte le tette mentre godevo. Lui sapeva dove cercare e nonostante avessi fatto pratica quella mattina scoprii nuove cose. Una volta che la sua lingua rallentò, capì che era il mio turno. Lui si sedette e si tolse da solo i boxer. Aveva un cazzo meno lungo di quanto me lo aspettassi, 18 centimetri buoni, e per un certo senso rimasi delusa dalle aspettative, ma per larghezza superava tutti quelli che avevo visto in ogni spogliatoio della mia giovane vita.
Mi inginocchiai per terra davanti al divano e lo presi con due mani andando su e giù.
Il crepitìo del camino era l'unico rumore che si intervallava tra gli ansimi di lui e il rumore delle mie mani aggraziate contro le sue poderose palle.
Senza accorgermene lui prese all'improvviso la mia testa e me la posò sul suo cazzo turgido. Senza possibilità alcuna aprii la bocca e cominciai a succhiare. Il gusto era più buono, se mai può essere più o meno buono, di quello di Edoardo e in poco tempo presi piacere a ciucciarglielo. Non appena mi lasciò la testa, feci per conto mio, esibendo le mie doti. Feci scorrere la lingua lungo l'asta ritmicamente su e giù senza mai sfiorare la cappella. Quando vidi che non ne poteva più, non rischiai e raggiunsi il glande. Questa volta pulsava, il mio lavoro era stato fatto bene.
Per ultimo presi a succhiargli le palle, cosa che non avevo mai fatto con Edoardo.
Lui allora colse il momento per tirarmi su e mettermi a pecorina.
In quell'istante cominciai ad avere paura seriamente. Non ero mai stato penetrato da qualcuno, neanche dal mio migliore amico, infatti ritenevamo la nostra pratica non come amore ma come allenamento, visto che eravamo attratti entrambi dall'altro sesso.
Spinto da una strana determinazione lo fermai prima che entrasse in me.
Si arrabbiò e io rimasi stupito quando mi tirò uno schiaffo sonoro. Quindi il rapporto tra lui e Denise non era mai andato oltre il fare l'amore. Povera ragazza.
Sempre silenziosamente però lo feci di nuovo coricare sul divano e tirai fuori la mia "arma segreta".
Mi tolsi il reggiseno, finora rimasto in quanto mi aspettavo me lo levasse lui, e cominciai a segarlo con le tette. Il suo cazzo andava su e giù e toccava il ciondolo con la foto della madre che portavo al collo. Per un momento iniziai a sentirmi in colpa verso la vera proprietaria del mio corpo ma poi lo vidi prendere piacere e allora continuai finché non tolse lui il suo membro dalle mie tette per sbattermelo in faccia una, due, tre volte. Allora lo presi in bocca e continuando il movimento mi venne direttamente lì.
Il suo liquido sembrò sgorgare come nettare, non ne avevo mai ingoiato così tanto. Tossii e mi accoccolai vicino a lui.
"Woo, baby non mi ricordavo fossi così brava" sorrisi contento del complimento.
Guardai l'ora: 11 meno un quarto.
L'assaggio era durato più di un'ora.
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