Gay & Bisex

La doccia


di Federossetta
21.10.2018    |    31.163    |    20 9.6
"All'epoca avevo 17 anni e le prime settimane di estate ero fisso nel mio paese..."
Era una giornata estiva, un venerdì. All'epoca avevo 17 anni e le prime settimane di estate ero fisso nel mio paese. Come me anche altri miei amici non erano ancora partiti per le ferie, motivo per cui venerdì avevamo deciso di trovarci per giocare a calcetto. Arrivai puntuale al campo eppure c’erano già tutti ad aspettarmi. Si stavano scaldando e provavano alcuni tiri. La nostra squadra era formata da 5 persone tutte della stessa età, mentre i nostri avversari che conoscevamo erano un anno più piccoli. Quando tutti furono presenti cominciammo la partita. Io ero tra i più tecnici nonostante fossi mingherlino, riuscii prendere la squadra sulle spalle e a portarla a vincere.
Una volta vinta la partita, ci guadagnammo una birra regalo dagli avversari e andammo a fare la doccia. Le docce erano quelle classiche di uno spogliatoio, però erano unite. La nostre squadre si lavarono in spogliatoi diversi. Quando ci spogliammo mi accorsi che non avevo ancora avuto modo di vedere il membro di due miei amici. Degli altri due lo avevo visto più volte quando andavamo durante l’anno a giocare a calcio dilettantistico, mentre gli altri due facevano pallavolo e mai avevamo fatto la doccia insieme. Quando fummo tutti nelle docce con i nostri peni al vento, lanciai un’occhiata ai miei amici. Come sempre quello di Giorgio, il mio migliore amico, era in una quasi erezione. Non mi ero mai domandato il perché questa erezione ogni volta che facevamo la doccia insieme, ma qualche dubbio sulla sua sessualità lo avevo. L’altro mio amico calciatore era più timido, straniero e cazzo moscio. Poi vidi prima i muscoli, e poi il cazzo degli altri due e mi meravigliai. Nella mia vita avevo già fatto dei bocchini a dei maschi, in particolare ad un mio amico che ritenevo “ l'amico di sesso”, e a mio cugino, ma mai avevo avuto così tanto voglia di succhiare quei cazzi. Quello di Mattia in particolare era l’unico depilato e sembrava il più lungo della compagnia, i suoi muscoli forgiati in palestra erano stupendi. Mentre ci lavavamo feci finta di niente, non partecipando alle risate di gruppo e mantenendomi concentrato affinché il mio pene non andasse in erezione. Uscii quasi per primo, insieme all'amico timido.
Dopo poco ci seguì l’altro mio compagno di calcio. Dalla panchina su cui ero seduto si scorgevano le docce. In particolare vidi Mattia di schiena. Aveva il culo depilato, ed era bello sodo, ora avevo una voglia matta. Con la scusa che mi ero sporcato di nuovo, entrai in doccia e cominciai a chiacchierare del più e del meno con Mattia. Dopo alcuni minuti l’altro mio amico abbandonò le docce per andare a cambiarsi. Quando sentii che tutti erano finalmente usciti dallo spogliatoio, smisi di parlare e strofinandomi con la spugna mantenni il silenzio per un po’. Finché non fu Mattia a violare la calma. “Ti è mai capitato di avere il cazzo duro quando stai vicino ad una persona qualunque?”
“Oh sì” lo tranquillizzai “Parecchie volte, guarda che è normale. Sono i nostri ormoni che comandano.”
“Ma anche in presenza di maschi?”
“Si soprattutto in presenza di maschi”
“Oh allora è normale”
Mi insospettii. Era girato verso il muro e non mostrava il suo membro. Allora gli chiesi “Ma perché me lo chiedi?”
Lui si girò e mi guardò con aria sconcertata. Aveva una semi erezione di 15 cm.
“Sai che è una cosa normalissima, poi ci si abitua” tentai di rassicurarlo.
“Come hai fatto tu?” “Dando cura e fidandomi dell'erezione. Ho avuto una persona importante che mi ha fatto provare piaceri che una donna non è capace di dare.”
“Oh, che fortuna.” Fece una pausa e rifletté un attimo. “Non è che… boh… hai voglia di fare provare a me le stesse sensazioni? Ne sarei curioso.”
“Volentieri” lo accarezzai “Hai un bel fisico ed un bel cazzo, fidati che ti daranno il piacere che desideri. Ora lasciati semplicemente andare, al resto penso io.”
Chiusi il getto della doccia e ne aprii un altro lontano per coprire i rumori. Allora continuai ad accarezzare i suoi muscoli. La sua rigidezza pian pianino cessò finché non mi resi conto che si era completamente lasciato andare. Ero un po’ più basso di lui. Allora salii in punta dei piedi per arrivare alla bocca. Le nostre labbra si toccarono e lui fu più svelto infilandomi la lingua in bocca. Essendo però io l’esperto dettai i ritmi. Lui afferrò saldamente il mio ciondolo, come se non volesse che mi staccassi. Sapeva baciare bene, non penso ne fosse a conoscenza, in più aveva dalla sua la strapotenza fisica che dava un senso di dominazione. Capii che era arrivato il momento di inaugurare il suo cazzone. Sfruttando i suoi pettorali, scesi con la lingua lungo il suo corpo e mi fermai ai capezzoli che mordicchiai avidamente.
Sentivo che man mano Mattia diventava sempre più sicuro, finché non mi posò le mani sul culo. Presi questo gesto come una campanella d’allarme e allora continuai la mia discesa finché non mi ritrovai in ginocchio davanti a lui. Siccome era la sua prima volta volevo fargliela godere sotto ogni aspetto. Perciò lentamente leccai le sue palle, eseguendo dei movimenti rotatori con la lingua. Poi iniziai a baciare amorevolmente la sua asta e infine il suo glande. Con grande attesa poi iniziai finalmente il bocchino. Un miscuglio di sapori mi avvolse, il gusto del suo bagnoschiuma era il più forte. Il mio ritmo nel mentre stava aumentando, lui era del tutto inebriato da questa sua prima esperienza, allora alzai la posta in gioco allungando le mani verso il suo bel culo. Lo stesso culo sodo che avevo adocchiato poco prima e che mi aveva dato la voglia di essere fottuto dal mio amico. Dapprima lo palpai, apprezzando la sua consistenza, poi ebbi l'ardire di inoltrarmi prima con una, poi con due dita nel suo buchetto. Il mio bracciale d’argento a contatto con il suo gluteo doveva dare una bella sensazione. Non sapendo come avrebbe preso questa mia decisione decisamente omosessuale, mi interruppi per un attimo. Ma lui, probabilmente galvanizzato da questo rapporto affondò le mani nei miei capelli dettando un ritmo ancora più serrato. Dalla rapidità del bocchino perdevo quantità imprecisate di saliva che colavano sul mio mento e sul tappetino della doccia.
I miei gorgoglii si fermarono quando mi tirò a sé in un lungo e profondo bacio. Avevo le mie due collane attaccate al petto per via della copiosa saliva che avevo perso. Pure l'elastico per capelli che portavo al polso era fradicio, per cui ne approfittai e mi legai i capelli lunghi in un codino.
“Vieni devi ancora provare una cosa” gli sussurrai. Per mano lo condussi fuori dalle docce fino alle panche dello spogliatoio vero e proprio. Siccome lì eravamo scoperti e un nostro amico poteva entrare ad esortarci di fare in fretta da un momento all'altro, dissi a Mattia di aspettare un secondo e urlai ai nostri amici che aspettavano fuori. “Andate pure, noi ci stiamo cambiando! Ordinate le pizze, ci troviamo a casa mia tra 20 minuti” La risposta non si fece attendere è una voce ormai spazientita urlò: “Va bene ma fate in fretta!” Sentii dei passi che si allontanavano, allora mi fiondai alla porta e la chiusi a chiave.
Mi girai e guardando Mattia gli dissi: “Ora possiamo riprendere da dove ci siamo interrotti.” Avevo intenzione di sverginarlo, in modo da violare quel suo culetto tanto bello e invitante. Allora dal portafoglio nella borsa presi un preservativo che spacchettai lentamente. “No ti prego non farlo.” Mattia si stava spaventando “Cioè… non mi sento pronto, è la mia prima volta”
“Capisco” con fare furbetto aprii la confezione “però ormai l’ho aperto, che facciamo?”
Rispose proprio ciò che mi aspettavo: “Lascia che lo usi io.” Allora glielo sporsi e poi mi sedetti sulle sue gambe, rivolto verso di lui, il suo cazzo che toccava il mio. Lo accarezzai per un momento, poi incontrando le mie labbra con le sue, mi alzai un goccio per cercare con il suo cazzo il mio ano. Quando lo trovai scesi di colpo, non mi ero reso conto quanto la mia voglia era cresciuta. Mi avvinghiai al suo collo e con il bacino andavo su e giù. Ad ogni stantuffata provavo un piacere immenso, stessa cosa che provava lui secondo quanto dicevano i suoi ansimi. Quando atterravo sulle sue gambe mi allungavo a mordicchiandogli il labbro inferiore. I miei ciondoli segnavano il ritmo ad ogni colpo con un tintinnio sordo.
Dopo poco tempo (purtroppo) mi fermò: “Sto venendo” furono le sue timidi parole. Allora mi staccai a malincuore e mi inginocchiai tra le sue gambe, la testa che spuntava proprio dal suo membro turgido. Sfilai il preservativo e poggiai la bocca sulla cappella. Con un caldo e lungo fiotto Mattia venne nella mia bocca. Con piacere accolsi tutto il suo sperma, e lui ne rimase sorpreso. Mi stavo ancora pulendo la bocca con le dita, quando fui stupito dal sentire queste parole: “Non mi sembra giusto che solo io prova piacere dopo tutto il tuo lavoro sporco” Mi fece alzare per poi farmi coricare sulla panca. Allora anche lui si coricò, su di me però, e grazie alla posizione del 69 mi diede il culo da leccare, mentre lui provava il sapore del cazzo. Anch'io venni ma non nella sua bocca, per cui ci ributtammo nella doccia, ove rimanemmo abbracciati a lungo, almeno finché il responsabile degli spogliatoio non bussò alla porta chiusa a chiave. Alla fine di quella emozionante esperienza concordammo di conservare la nostra amicizia, senza avere alcuna relazione che fosse stata seria, ma con la promessa di incontrarci ancora.
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