Racconti Erotici > trans > Quella volta in montagna
trans

Quella volta in montagna


di Lararomano
25.02.2021    |    604    |    1 9.6
"L’unico problema di Roberto è che non era abbastanza alto, se indossavo i tacchi lo baciavo dall’alto verso il basso e qui si mi sarebbe piaciuto avere un bel..."
Roberto è una persona meravigliosa, un vero uomo che sa come trattare una donna. Lo frequento da alcuni anni, purtroppo a causa dei suoi impegni ma soprattutto dei miei, riusciamo a vederci una volta ogni 2/3 mesi. Il più delle volte in estate. Roberto è un uomo di circa sessant’anni con ancora tanta voglia di divertirsi. Dice di essere innamorato di me, ovviamente sono cose che si dicono però non nego che il suo affetto mi fa molto piacere. Non è il tipo che vuole incontrarmi per una botta e via, quando esco con lui mi preparo al meglio, cerco di essere una vera femmina, anche se una femmina con il cazzo come dice a lui. Quando ci vediamo facciamo sempre un bel giro per la città di Monza. Passeggiamo tranquillamente per le vie del centro mano nella mano o a braccetto. Guardiamo le vetrine e fantastichiamo insieme guardando scarpe o abiti femminili e poi, solo dopo che mi ha permesso di vivere liberamente la mia femminilità, diamo sfogo alle nostre voglie.

Proprio questa sua sensibilità ci ha permesso di vivere un’avventura emozionante. Roberto è sposato e ha una casa in montagna, nelle prealpi bergamasche dove passa le vacanze con la moglie. Un giorno mi disse che gli sarebbe piaciuto portarmi in montagna con lui ma che sarebbe stato troppo pericoloso perché in montagna i vicini lo conoscevano molto bene e aveva il dubbio che qualcuno avrebbe spifferato qualcosa alla moglie. Quindi ne parlammo per un po' ma poi alla fine non se ne fece nulla, anche se questa fantasia ci tornava spesso in testa e la voglia di viverla era davvero tanta. Un giorno decisi di affrontare il discorso, anch’io volevo passare una notte con lui, essere la sua donna, la sua fidanzata per almeno una notte. Parlando e parlando trovammo il modo per vivere questo sogno. E finalmente arrivò quel giorno. Arrivai a casa sua a metà pomeriggio di un sabato di novembre, non c’era molta gente in giro. Lo avvisai telefonicamente che ero fuori casa sua: una serie di villette a schiera. Alcune erano chiuse, in altre vi erano cenni di vita. Aspettai un momento tranquillo quando non c’era in giro nessuno e in abiti maschili, con il mio borsone e tutto il mio cambio, mi diressi verso la porta della casa di Roberto. Roberto non mi aveva mai visto in abiti maschili e non volevo mostrarmi. Eravamo d’accordo che al mio arrivo avrei suonato il campanello, sarei entrata e mi sarei chiusa in bagno per cambiarmi. Lui nel frattempo sarebbe uscito a fare un giretto e per fare un po' di spesa, si sarebbe fatto vedere al bar e poi sarebbe venuto a casa per cena. E così avvenne. Mi preparai con calma e dopo circa un paio d’ore verso le 18 Roberto fece ritorno a casa. Al suo rientro lo sentii chiamarmi “Lara ci sei?”. Andai in salotto o me lo trovai davanti. Guardandomi rimase a bocca aperta “Che figa che sei Lara…” mi disse e subito dopo venne a salutarmi. Manco a dirlo ci baciammo subito, un bacio appassionato. Io e Roberto ci facevamo delle gran limonate, passavamo le ore a limonare come due adolescenti. Si parlava e ogni tanto ci scappava il bacio con la lingua, una toccatina e via con un nuovo bacio appassionato. Mi aveva già tolto tutto il rossetto e come al solito glielo feci pesare. A lui non interessava niente del rossetto, lui aveva voglia di me. Fece un passo indietro per ammirarmi. Indossavo un abito maglione con maniche lunghe verde scuro con collo alto, scarpe con tacchi neri e sotto… beh pero ora diciamo che si notavano le calze nere. La parrucca e un trucco accurato facevano il resto. Inutile dire che mi sentivo molto femmina. Dopo i saluti iniziali e le prime coccole sul divano, niente di troppo spinto visto che per quello avremmo avuto tutta la notte arrivò il momento di preparare la cena. Roberto aveva pensato di organizzare una bourguignonne. All’epoca non avevo idea di cosa fosse, conoscevo la fonduta di formaggio ma lui aveva pensato alla carne. Insomma si cuoceva la carne in una pentola con olio e la si mangiava con salsine varie. Io preparai la tavola e da buona femmina romantica misi sul tavolo anche candele e una piantina che avevo trovato in casa. Ci trovammo a mangiare tranquilli come due fidanzati, sorseggiavamo il vino e ogni tanto Roberto si alzava e veniva a baciarmi. Come donna mi piaceva eccitarlo e ogni tanto partivo con un piedino o togliendo le scarpe gli accarezzavo il pacco che sentivo già bello duro. Quando facevo così Roberto mi dava della troia e la cosa non mi dispiaceva affatto, perché in fondo era vero.

Avevamo quasi finito. Roberto era molto eccitato, mi disse che aveva una vecchia cassetta con dei lenti. Accese la musica e iniziammo a ballare. L’unico problema di Roberto è che non era abbastanza alto, se indossavo i tacchi lo baciavo dall’alto verso il basso e qui si mi sarebbe piaciuto avere un bel maschio alto a cui lanciare le braccia al collo. Va beh però era un amante eccezionale e non lo cambierei con nessuno. Ballavamo, ci baciavamo e man mano le sue mani salivano sotto il vestito. Mi accarezzavano il sedere e si infilavano nelle mutandine andando a sollecitare il mio buchetto. Sentivo il suo cazzo duro nei pantaloni premere sul mio basso ventre. Capivo che non ce la faceva più. Inizia a spogliarlo fino a lasciarlo in mutande. Lui fece lo stesso con me, mi sfilò il vestito e rimasi con il mio body nero in pizzo e le mie inseparabili autoreggenti.

Feci sedere Roberto nudo sul divano e iniziai e prendere in bocca il suo cazzo, lo leccavo e poi lo prendevo fino in gola, poi di nuovo con la lingua a leccarlo e di nuovo in bocca al caldo ciucciandolo come un dolcetto. Roberto ansimava di piacere ma aveva voglia di passare all’azione. Mi portò in camera da letto, mi fece stendere a pancia in giù, slaccio i bottoncini del body e iniziò a massaggiarmi il buchetto. Ero bagnata ed eccitata, lui inizio a leccarmi. Sentivo la ruvida barba stimolare il buco e la lingua leccare il tutto. Ogni tanto con il dito provava a sentire se era abbastanza umido da fare entrare qualcosa senza troppa fatica. Era arrivato il momento, il suo cazzo duro premeva sul mio buchetto, non fece molta fatica, con una breve spinta Roberto entrò dentro di me. Iniziò a scoparmi da dietro. Io ero sdraiata sul letto a pancia in giù e lui sopra di me mi scopava. Lo sentivo entrare e spingere sempre di più. Cambiammo diverse posizioni e finimmo nella classica posizione del missionario. Era la mia posizione preferita perché potevo vedere il mio uomo che mi scopava, che si eccitava a farlo e potevo vedere i suoi occhi pieni di desiderio. Con la lingua fuori dalla bocca lo baciai. Lui inizio ad ansimare fino a quando venne copiosamente dentro di me. Non fu l’unica scopata di quella breve vacanza ma fu sicuramente la più bella, una delle più belle scopate che ricordo ancora oggi e che solo a pensarci mi fanno venire voglia di toccarmi…. come appunto sto facendo adesso.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Quella volta in montagna:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni