trio
il venditore di frutta e verdura
di xbisex
28.05.2024 |
12.193 |
7
"Mi piace incularti anche se non sei un vero frocio”
Mi chiavò per diversi minuti senza che arrivasse alcun cliente per fortuna mia, poi lo estrasse e si..."
Incrociamo per una ennesima volta quel camion a bordo strada fermo in una piazzola di sosta. Le sue mercanzie tutte esposte alla vista dei clienti, ma anche alla polvere e ai fumi delle auto di passaggio. “Aldo, fermati che voglio prendere un po' di frutta”
“Mara, cristo!” imprecai fermandomi di botto con una manovra sgarbata, raccogliendo una giusta strombazzata di clacson dietro di me “Avvisami un po' prima!”
“Oh quante storie, poi le mani tienile sul volante e non tra le mie cosce”
Oggi era una data da segnare sul calendario: la moglie dopo i tanti calzoni prettamente invernali indossava ora un vestitino leggero scollato e piuttosto corto che scopriva le sue graziose gambe, forse per festeggiare l’arrivo di una già calda primavera. E dato che non le vedevo da un bel po', era una prassi consolidata di poterle smanazzare un poco ..anche mentre guidavo.
“Guarda un po' ..mi hai infilato le mutande dentro la passera a furia di spingere con le tue dita!” con un qualche movimento indecoroso e a gambe larghe riuscì a sistemarsi gli slip e il vestito spiegazzato. Manovra che stuzzicò ancora di più il mio uccello per cui uscii dalla macchina con un bel ‘pacco’ piuttosto visibile.
Svelto girai attorno alla vettura e aprii la portiera del passeggero.
“Oh che gentile ..” iniziò a dire la moglie, ma subito si zittì quando vide il mio uccello spuntare dalla cerniera.
“Ma qui? .. adesso? .con tutto il tempo che abbiamo avuto prima” obiettò Mara.
Ma fu solo qualche attimo di indecisione mentre si guardava attorno e accertandosi di un momento di pausa del traffico e la copertura seppur limitata della portiera semi aperta, da brava zoccola fece scivolare le bretelline del vestito che si ripiegò sotto il seno ora scoperto, con i capezzoli tesi e puntuti. Così mezza nuda e le gambe aperte per far posto alle mie, svelta si chinò sulla cappella e fece scivolare le labbra fino alla stoffa dei pantaloni.
Era sempre eccitante fare quei nostri giochetti arditi e da brivido. Da brava troia continuò il su e giù anche con le macchine che passavo a pochi metri di distanza da noi e dal ragazzo che ignaro serviva i clienti.
Non pretendevo di gustarmi un vero pompino completo, ma come altre volte ad un limitato momento erotico e passionale. E quindi dopo nemmeno qualche minuto ritirai il cazzo e lo rimisi nei pantaloni con una debole protesta della moglie che in quei pochi istanti si era come sovra eccitata.
“Giuro, la prossima volta ti do un morso se me lo cavi di bocca così bruscamente!”
“Dai che ti piace anche a te queste piccole digressioni” dissi cercando di mitigare il suo disappunto. Mentre cercavo di sistemarmi i calzoni notai una vistosa chiazza di bagnato sulla patta: la signora mi aveva donato tutta la sua saliva nel sollazzarsi in quel pompino mancato. “Accidenti! ..diranno che mi sono pisciato addosso!”
“E ben ti sta!” esclamò Mara “Impari a voler fare le cose fatte per bene” disse mentre ripristinava il vestito e rimetteva il seno al suo posto “Dai andiamo a vedere cosa hanno da venderci” e così si incamminò a culo dritto ancora un po' scocciata dell’orale interrotto.
C’era solo un ragazzo a servire ed era ancora alle prese con un cliente prima di noi, così avemmo il tempo di sbirciare tutta la sua mercanzia offerta.
Inevitabilmente guardai con una bizzarra vena nostalgica quei vegetali di forma oblunga allineati nelle ceste esposte. Osservavo sorridendo quei cetrioli e quelle grosse melanzane che mi fecero rammentare i miei primi ‘esperimenti’ di penetrazione anale dell’adolescenza. Poi sostituiti, qualche decennio più avanti, da veri cazzi adulti e dai dildo della moglie.
Incredibilmente percepii che quei lontani ricordi mi avevano stimolato ancora di più ‘quel tipo’ nei pantaloni. Mi imbarazza un po' perché cominciava ad essere evidente quel mio gonfiore sotto i pantaloni di lino leggero ..che erano anche bagnati.
Oltretutto notai che Mara invece di guardare la frutta, squadrava piuttosto interessata quel giovane ragazzo che serviva i clienti. Era un classico esempio di uomo del sud alle prese con il suo faticoso lavoro stagionale ed errante: barba incolta, spettinato, vestito con solo una maglietta non molto pulita e dei minuscoli calzoncini corti che comunque non mortificavano il suo fisico asciutto e muscoloso.
Io e Mara ci scambiammo una occhiata intensa, che per noi voleva significare un rapido accordo mentale e ovviamente erotico. Intesa già collaudata come in altre occasioni. Il che voleva dire: vogliamo tentare un approccio? .. dall’espressione sfrontata della moglie non avevo dubbi!
Il ragazzo terminato con l’altro cliente si rivolse a noi. Notai che sembrò puntare il suo interesse alle gambe scoperte di Mara ed anche un rapido sguardo curioso per quella mia evidente chiazza di umido sulla stoffa.
“Signurì come vi posso servire? .. frutta, verdura freschissime, dite pure” sorrideva un po' sornione. Forse aveva intuito quel nostro momento di intimità dietro la portiera?
“Intanto mi dai le arance che immagino siano le ultime di stagione” ordinò la moglie.
“E’ vero, ma sono dolcissime e con poca buccia. Quante ve ne do?”
“Prendo tutta la cassettina” disse puntualizzando “Ma se non sono buone te le riporto!”
“Io sto qua, mattina, sera .. e notte” quell’ultima parola sembrò quasi intenzionale, che fa ci provava anche lui, mi dissi mentre il cazzo mi diventa sempre più eretto e visibile.
“Ci dai anche dei cetrioli, quelli belli grossi” intervengo per lanciare una specie di esca, o presunta tale, mentre la moglie mi guardò con una occhiata divertita, aveva inteso quel mio giocare all’equivoco.
“Quali vuole? Quelli lisci o quelli bitorzoluti?”
“Quelli belli bitorzoluti, io li preferisco così” dissi mentre con noncuranza mi palpavo la patta dei calzoni mandando un altro messaggio per testare il ragazzo.
“Ha ragione .. quelli danno più soddisfazione, quanti ne vuole?” rispose sogghignando.
“Due belli grossi, ecco quei due lì”
Il ragazzo imbustò e ci fece il conto. A quel punto provai ad imbastire qualche chiacchera per sondare il tipo e capire dove si potesse andare a parare.
“Da dove vengono frutta e verdura?” chiesi per iniziare un discorso.
“Da Salerno e dintorni, dove abito anch’io”
“E’ un bel viaggetto” esclamò Mara. ”Poi quanto stai qui?”
“Eeeh, almeno una settimana ,, poi dipende da quanta roba vendo e cosa mi rimane”
“Stai quindi in qualche pensione per la notte?” chiese sempre più interessata.
“Scherzate! Con quello che costa!” risponde ridendo “Ho la mia cameretta qui sul camion”
“Ma guarda” lei finse curiosità “Mi piacerebbe vedere com’è. Sarà come in un camper immagino” lanciai un rapido sguardo a Mara sorridendo ed approvando il suo tentativo.
Il tipo a quel punto mangiò la foglia e tutto il resto.
“Venite a vedere, vi faccio salire sul camion adesso che non c’è nessuno”
Aprì la portiera e con tono scherzoso invitò Mara ad arrampicarsi sulla cabina. ”Prima le signore” gustandosi lo spettacolo delle sue mutandine bianche tra le cosce in movimento. In quell’ attimo si udì un clacson e il ragazzo girò attorno al camion per servire un cliente in quel momento inopportuno.
“Salga pure anche lei” mormorò in fretta strizzandomi un occhio “Arrivo subito”
Fui un poco incerto su come si potesse evolvere la questione. Non era la prima volta che ci capitava di essere ospiti di un ‘bisonte della strada’. C’eravamo avventurati qualche anno fa in un parcheggio autostradale e avevamo dei bei ricordi, specialmente per Mara che si era divisa con me e due autotrasportatori dell’est Europa.
Qualcosa mi cadde sulla testa. Erano le mutandine di Mara umide di sudore e aromi.
“Cosa aspetti? Vieni su” mi esortò ridendo mentre la vedevo che si sfilava il vestitino leggero per rimanere del tutto nuda, i capezzoli già dritti e gonfi.
Dietro la cabina di guida un tendino nascondeva il classico minuscolo lettino di cui Mara si era già appropriata, la mano tra le cosce a titillare la vagina già bagnata da prima.
“Che fai spogliati, mi sembra che abbia finito con il cliente” fui rapido ad obbedire togliendomi calzoni, mutande e maglietta sedendomi al posto di guida, appena in tempo che il ragazzo entrò in cabina.
“Signurì avete fatto bene a mettervi comodi, solo che potrò stare con voi un po' ad intermittenza, dovrò seguire i clienti, capite vero?” Si allungò verso il lettino tirando indietro tutta la tenda, tanto i vetri della cabina erano già tutti occultati da altre stoffe per non farlo diventare un forno ed occultare certe situazioni.
“Signora, siete una vera bellezza!” mormorò entusiasta il ragazzo che tirò fuori il cazzo dai calzoncini corti e con un movimento unico si sistemò sopra la moglie infilandoglielo dentro. Sentii Mara sospirare eccitata, lo sciacquio della sua figa era significativo del suo godimento. Io intanto mi smanettavo l’uccello sperando di non essere considerato solo uno spettatore.
Scopavano solo da pochi minuti che si sentì arrivare un altro cliente che chiamava. Il ragazzo si staccò bruscamente provocando uno strillo di disappunto da Mara. Fu veloce a mettere il cazzo lucido di umori nei pantaloncini e di allacciarsi alla vita un grembiale un po' sudicio ma coprente.
“Uffa! ..mi stato divertendo, il ragazzo ha un bel cazzo lungo. Credo mi sia arrivato allo stomaco! … ora vieni tu da me intanto che è impegnato” Non mi faccio pregare ma quando sono vicino la faccio girare.
“Ma dai! .. anche il culo adesso?” protestò “Ce l’hai il gel?”
Non risposi alla troia, le allargai i glutei e le regalai due sputi abbondanti.
“Oh, povera me! .. anche il ragazzo vorrà il mio culo appena torna” mormorò con un falso sospiro di sopportazione.
“Non ti lamentare, lo so che ti piace avere il culo pieno” gli dissi mentre scivolavo dentro di lei con un solo suo minuscolo urletto di dolore.
“Si mi eccita essere così troia .. ma mi piace di più quando tu guardi mentre mi faccio chiavare o succhiare un cazzo”
“Io spero” gli sussurrai nell’orecchio “Che il ragazzo accontenti anche un po' il sottoscritto” il mio uccello intanto scivolava veloce nel suo culo, inumidendo tutto l’ano con il mio abbondante precum.
Sentimmo il termine della trattativa dall’altra parte del camion e il ragazzo rientrò svelto nella cabina.
“Signurì, sono qui” dice scherzando” Vedo che suo marito ha preso il mio posto .. ma ha la bocca libera per me, vero signora?”
“Mi chiamo Mara e mio marito Aldo .. vieni a riempirmi la bocca ..tu come ti chiami tesoro?”
“Piacere io sono Salvatore” rispose mentre si sfilò il cazzo dai calzoncini ancora tutto umido da prima e lo spinse tra le labbra di Mara che subito lo inghiottì.
Il giovane aveva un cazzo non troppo grosso ma decisamente lungo .. già mi venne l’ansia nell’immaginarlo anche nella mia bocca o nel mio culo.
“Signora Mara vedo che lo prende dietro .. dopo posso entrarci anch’io?” chiese con una buffa e insolita cortesia. Al momento la moglie non rispose, con la bocca impegnata a tenere quel lungo uccello. La vidi strabuzzare gli occhi mentre le sue labbra arrivarono a fine corsa tra le palle di Salvatore. Misi una mano sotto il suo collo e sentii perfettamente la sagoma di quel lungo cazzo che le aveva riempito la bocca fino alla gola. E brava Mara, sopportava quella ingombrante presenza senza un minimo senso di vomito. Una pratica, il bukkake, che con infinita pazienza le avevo insegnato in tante sessioni orali .. e che pure io avevo imparato.
Mentre Salvatore faceva su e giù in bocca alla moglie io mi chinai verso il suo viso. Le girai la faccia facendo sfilare quel lungo cazzone e presi a baciarla in bocca con passione.
Il sapore di cazzo era come un afrodisiaco! Mi staccai da lei e il ragazzo fu svelto a ritornare nella sua bocca. Dopo pochi minuti rifeci il giochetto. Ormai era chiaro che mi piaceva quel sapore di saliva mista ad aromi maschili. E con quella goliardia tipica napoletana Salvatore mi apostrofò così.
“Voi siete un poco finocchio?” esclamò ridendo mentre io limonavo la moglie e lui nel frattempo si smanettava in attesa.
“Signurì, non abbiate timore, ogni tanto frequento anche qualche ‘femminiello’ a Napoli “ e così dicendo puntò la sua cappella tra le nostre labbra unite. Io fui più svelto a prenderlo in bocca con il disappunto di Mara. Ma il godimento fu di breve durata, un altro cliente era in attesa di essere servito. Il cazzo di Salvatore sfilò tra le mie labbra e con movimenti rapidi si ricompose prima di scendere dal camion.
“Così impari per come sono inconcludenti quei pompini che mi fai fare a metà!” disse la moglie con una certa soddisfazione “Togliti dal mio culo che voglio quello di Salvatore quando ritorna”
“E chi ti dice che non preferisca il mio di culo!” replicai “Hai visto che pure lui ha certe tendenze omo”
“Allora dai” dice mettendosi a ridere “Sdraiati di fianco a me a culo in alto, così vediamo chi preferisce!”
“Ma che troia sei! .. e poi è una cosa che abbiamo già fatto con quel bull bisex .. ti ricordi?” Ubbidiente mi sfilai dal suo culo generoso e mi piazzai accanto a lei.
Ci guardammo entrambi esaltati e carichi come due adolescenti. Lei avvicinò il suo viso al mio e mi baciò teneramente.
“Ti amo Aldo, lo sai” mi bisbigliò “Sono una puttana con il corpo ma i miei sentimenti sono solo per te”
“Anch’io amore” le rispondo con assoluta sincerità. Le accarezzai il viso e ricambiai il bacio da innamorato.
Stemmo a guardarci con occhi languidi per qualche attimo, consci della situazione un po' assurda. Scambiandoci tenerezze mentre eravamo tutti e due nudi e disponibili ad essere penetrati nella propria intimità da una persona appena conosciuta.
“Sono qui signori belli!” esclamò Salvatore rientrando in cabina “Jamme bell ! .. ben due culi a mia disposizione?” rise di gusto mentre tornò a sfilare dai calzoncini il suo lungo uccello.
“Non te la prendere signor marito di questa splendida femmina, ma come ho già detto: prima le signore!” ripeté ancora una volta, allungando la mano in un marsupio per prendere un flacone di quel gel che conoscevamo già da tempo.
“Però sei attrezzato bene per queste situazioni” dissi un po' sorpreso “Scommetto che combini qualcosa con le casalinghe che fanno la spesa da te”
“E si, c’è stata qualche donna che non si è accontentata dei cetrioli” disse ridendo il ragazzo mentre spalmava il gel tra le chiappe di Mara che da brava esperta dell’anale aveva stirato i glutei con la mani.
Il ragazzo iniziò a penetrare dentro di lei .. ero affascinato da quella specie di serpente che le scivolava nel culo senza interruzione. Guardavo quella troia che godeva intensamente nel farsi riempire e parve anche un po' stupita di dove quel lungo cazzo le fosse arrivato dentro il suo corpo. Mi guardò con gli occhi luccicanti di piacere e godimento.
“Aldo ecco anche per te” disse Salvatore spalmandomi un po' di gel tra le mie chiappe e infilandomi un dito, poi due dentro il culo. “Sei il primo uomo che ospito nel camion.. fra un po' vengo anche da voi”
Continuò ad inculare Mara finché un malaugurato clacson non richiamò ancora una volta il ragazzo alle sue vendite.
“Che cazzo lungo!” esclamò la moglie “Giuro che mi è arrivato negli intestini!”
“Cos’è ti lamenti rotta nel culo che non sei altro?” risi di gusto regalandole qualche schiaffo sonoro nei glutei.
Il ragazzo rientrò in cabina e noi lo guardammo con un senso di aspettativa morbosa.
“Signora Mara la offendo se inculo un po' suo marito? E’ diverso tempo che non lo metto dentro ad un ..’femminiello’ “ tirò fuori il suo cazzo già dritto e umido da prima, ormai i suoi calzoncini erano impregnati del tutto di precum e altri fluidi di Mara. Almeno quando usciva aveva l’accortezza di mettersi quel suo grembiule in pelle che nascondeva quegli indumenti ormai umidi e il suo lungo uccello bagnato.
“Dai Salvatore, sono pronto” mi allargai i glutei e sentii immediatamente la sua cappella che scivolava senza indugio dentro di me. Lo sentii scorrere e riempirmi del tutto. Non era grosso ma estremamente lungo, forse più d 25 centimetri!
Mi lasciai sfuggire un lamento quando le sue palle si schiacciarono sui miei glutei e provai quasi un senso di fastidio sentendolo tutto dentro. Mara non scherzava quando diceva che le era arrivato negli intestini!
“Ti piace Aldo?” mormora mentre si sdraia sopra di me “Hai un culo bello stretto e muscoloso .. mi piace incularti anche se non sei un vero frocio”
Mi chiavò per diversi minuti senza che arrivasse alcun cliente per fortuna mia, poi lo estrasse e si dedicò alla moglie che raggiunse un sofferto orgasmo quando finalmente anche Salvatore le venne nel culo. Almeno in parte, perché in quel preciso momento ci fu l’ennesimo scocciatore e scivolando in fretta fuori da Mara il suo uccello pareva un piccolo idrante carico di sperma! Gli schizzi le bagnarono la schiena fino ai capelli. Riuscii ad intercettare al volo con la bocca il suo uccello, mentre produceva le ultime gocce, glielo succhiai così bene che poté presentarsi al cliente senza imbarazzanti gocciolii.
Approfittai che Mara era ancora un po' stordita e rilassata dall’ultimo godimento che fui svelto a rimetterglielo in culo sebbene protestasse un poco. Fui però bravo a leccare lo sperma del ragazzo sparso lungo la sua schiena, poi diedi solo qualche colpo di reni e gli sborrai anch’io dentro il culo. Almeno avevo fatto felice anche il mio pisello!
Ci rivestimmo poi con una certa fretta, con il desiderio più impellente di farsi una bella doccia bollente. Mara mi sembrava come incerta e quasi preoccupata.
“Che hai?” chiesi.
“Ho la pancia che mi brontola” si lamentò “Dovevi proprio venire anche tu nel mio culo?”
“Ma dai, non è certo la prima volta che ti riempiono l’ano” dissi conciliante.
“No Aldo .. non ce la faccio a trattenere!” disse con voce stridula, mi lanciò le sue mutande e si tirò su il suo vestitino.
Fu un fulmine che scivolò giù dalla cabina e si liberò sbrigativamente accanto alla ruota del camion che copriva parzialmente la visuale.
“Cristo!” esclamai “Sarà meglio ad affrettarci intanto che Salvatore ha dei clienti”
Sospettavo che il tipo non sarebbe stato troppo contento dell’'omaggio' di Mara.
Un rapido strofinare di fazzolettini e poi a passo di corsa girammo attorno al mezzo e ci infilammo con discrezione nella nostra macchina parcheggiata poco distante.
Salvatore ci vide mentre mi immettevo nella strada principale, gli facemmo dei gran saluti mentre lui ci guardò un poco sorpreso.
Mara cominciò a ridere a crepapelle per quel suo finale quasi comico mentre cercava di sistemarsi i capelli imbrattati di sperma.
“Ma quanto ha sborrato quel ragazzo!” disse tra un singulto e l’altro.
“Be, anche tu gli hai lasciato un generoso ricordo ..come quelle mucche delle Dolomiti” esclamai ridendo e continuammo a ridere tutti e due fintanto che non arrivammo a casa.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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