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Prime Esperienze

Una notte di baci e pene


di violettaselvaggia
25.04.2012    |    12.944    |    0 8.4
"Facciamo una pausa e poi voglio entrarti dentro..."
Torno sulla scena di “Annunci69” per raccontare le nuove esperienze sessuali vissute,da me, Violettaselvaggia, durante il periodo di assenza. Ho trascorso un pò di mesi in Germania. Ad Essen, in casa di un uomo meraviglioso al quale mi sono concesso senza pudore e con sfrenata passione. La nostra storia è finita alcuni giorni fa. Lui si è ricongiunto con la sua adorata mogliettina ritornata a casa dopo un fottuto tradimento con una donna. Heins –questo il nome del mio amante- aveva convinto la moglie ad una convivenza a tre. Ci abbiamo provato ma era tanta la mia gelosia che ha preferito rompere la storia. E tornare in Italia. Ma non dimenticherò facilmente quel che c’è stato con Heins. Anche lui mi ha dato tutto se stesso ed anche una vita agiata ed una “buonauscita”.
Inizio dal nostro primo incontro.Ho conosciuto Heins in Italia durante una sua ispezione quale manager centrale dell’azienda dove lavoro. Un uomo stupendo, maschio in tutto ma in privato anche “donna” capace di farti impazzire a letto. Alto, capelli brizzolati, bocca con labbra carnose, elegante nel vestire, raffinato nei comportamenti. E nel primo nostro incontro intimo ho scoperto dotato anche di un pene meravigliosamente lungo e sottile. Mai provato il minimo dolore quando lo prendevo nel mio culetto grazioso ed invitante.
Nel nostro primo incontro ci siamo guardati a lungo durante una riunione di lavoro. Mi fissava intensamente e con quegli occhi capivo che mi inviava messaggi. L’ho messo subito alla prova. Durante una pausa dei lavori mi sono avvicinato a lui e con tanta sfacciataggine gli ho rifilato trascritto su un pezzo di carta il numero del mio telefonino. Ho pensato: se è come credo mi chiamerà. Altrimenti quel pezzo di carta finirà nella spazzatura. Nelle ore successive nessun segnale da parte del bellissimo e desiderato tedescone. Sentivo una voglia incontenibile di essere posseduto da lui. Ad occhi aperti seduto alla mia scrivania immaginavo come sarebbe potuto essere una scopata con lui. Gli avrei fatto e dato tutto ciò che mi avrebbe chiesto. L’avviso di arrivo di un sms mi “svegliò”. Arrivava da un numero sconosciuto. Fui preso dal panico:se fosse lui? Era proprio lui. Messaggio lapidario: “ vediamoci questa sera alle otto al ristorante “Gaspare”. Non voglio alcuna risposta.” Da quel momento ho contato i minuti, le ore. Finalmente le venti, ma all’appuntamento arrivai con largo anticipo.
Heins parla benissimo e correttamente l’italiano. “Grazie per avere accettato il mio invito. Ci speravo ma spero anche che non si tratti di...lavoro. Sento che fra noi due può esservi qualcosa di più importante.”
Aveva prenotato il tavolo e la nostra cenetta fu un sogno. Avevo fatto veramente colpo sul tedesco che confessò di piacergli fare sesso soprattutto con i maschietti e che era alla ricerca di un compagno per vincere la solitudine ed il tradimento lesbico della moglie di cui mi raccontò ogni particolare. Mi chiese anche a bruciapelo se ero una puttanella checca o ero capace di dargli oltre che il mio corpo anche un pò di sentimento. La mia risposta fu perentoria: "Io checca? Non mi concedo facilmente. Il mio corpo è prezioso. Il mio culetto, divino. Ancora stretto. Sai se non trovo un cazzo che mi penetra con dolcezza mica lo prendo-Me lo vorrebbero infilare importanti personaggi. Ma non mi concedo se non riesco prima ad amare." E gli domandai:" Ma come metterla con la distanza che ci separa?" Mi assicurò l’immediato trasferimento ad Essen: “vivrai con me. Sei o non sei il mio amante italiano?” Gli sorrisi. E lui di rimando: “mi sembra di averti conosciuto da sempre. Sai al nostro primo scambio di sguardi ho sentito qualcosa di fisico. Ti desidero senza sapere niente di te. Ma l’istinto non mi ha mai tradito.” Mi propose di trascorrere il resto della serata e tutta la notte con lui in albergo. Ovviamente accolsi l’invito con un semplice: “ho paura!” Heins: “di cosa? Non ti sbrano.Sento che puoi essere importante per me.” Di rimando: “Mi puoi anche sbranare ma ho paura di innamorarmi di te. Anzi di esserlo già.”
Sentivo Heins mio. Fra poco l’avrei avuto accanto a me e poi sopra di me,dentro di me. L’albergo era vicino al ristorante. Entrambi non volevamo perdere altro tempo. L’unico desiderio era di appartenerci.
Al biurò Heins scambiò alcune battute con il portiere, prese la chiave e salimmo in camera.
Heins non perse tempo: mi attirò a se e ci lasciammo andare in un interminabile bacio. Le sue labbra erano umide e morbide. Lui morse le mie labbra, mi diede tutta la lingua, io d’istinto poggiai una mano sulla patta dei pantaloni. Un cazzo già durissimo. Ardevo dal desiderio di sentirlo in carne. Ci spogliammo contemporaneamente. Nudi sul letto. Lui si lasciò andare.Diventò silenzioso. Mi metteva alla prova.
Cominciai a lavorargli il pene di lingua. Gli leccai il roseo capocchione come fosse un godibilissimo gelato. Lui sussultava ad ogni mi leccata e lanciava piccoli gemiti. Gli feci un pompino al bacio e mi dissetai della sua sborra che schizzò copiosa. “Sono felice di aver goduto. Le tue labbra sul mio uccello sembravano di seta.Baciami.” Ci perdemmo in un bacio sensuale senza limiti di tempo. Una sua mano tastò il mio cazzo che era duro. Mi chiese: “ me lo dai dentro il culo?” Si mise alla pecorina ed io lo penetrai con la stessa grazia con cui lo faccio con Gianluigi, facendolo godere.
Heins sussurrava: “Piano, piano, non spingere e non venire. Dura il più possibile. E’ bellissimo.” Stavo per arrivare. Sentivo la sborra pronta ad uscire dissi soltanto: “Vengo” Un altro paio di colpi e lo inondai. Anche lui aveva goduto ancora una volta. Si girò ed il suo cazzo era bagnato. Colava nettare. Mi abbassai e lo presi in bocca succhiandolo. Heins mi propose di riposarci: “non sono di ferro. Facciamo una pausa e poi voglio entrarti dentro. Lo farò a modo mio.” Dopo il riposino in silenzio ricominciammo ad amarci e godere. E’ stata bellissima la penetrazione alla quale mi sottomise.
Da una valigia estrasse il tubetto di una pomata: “non voglio farti male,devi provare solo piacere.”Mi spalmo l’orifizio del culetto che mi era lavato per bene, poi si spalmò il cazzo. A furia di leccarglielo e accarazzarglielo era diventato grande. Non volle che mi mettessi alla pecorina ma su un fianco. Si avvicinò facendomi sentire il calore del suo corpo che premeva sul mio. Avvicinò la sua lunga e sottile mazza al mio culetto desideroso di prendere dentro Heins. Diede una spinta ed una volta ficcatomelo faceva roteare il cazzo dentro. Heins si lamentava con gridolini: “ti voglio, ti voglio, ahia,ahia.muoviti anche tu.” Lo accontentavo. “Sento di essere vicino. Si, si, adesso vengo.” Si impossesso del mio cazzo anche esso arrittato al massimo accarezzandolo e spingendo sempre di più dentro il mio culetto il suo, Io mi muovevo come di solito sa fare una donna quando deve accompagnare le ultime battute prima di far godere l’uomo. E Heins al colmo del piacere mi venne dentro. Provò un piacere immenso per come si liberò al momento di sborrare con un urlo maschio. Sborrai anche io. Ci appartenevamo. La notte fu lunga e la trascorremmo svegli a pianificare la nostra nuova vita. Avevo deciso dopo quella inculata di diventare il ragazzo di Heins. I giorni che seguirono gli impiegai a preparare il trasferimento che lui aveva fatto predisporre dalla sede centrale di Essen. E li cominciò la mia nuova vita lavorativa, di amante innamorato. Come Heins desiderava. Era talmente preso di me che non solo si concedeva a me come una donna sensuale e quando mi metteva dentro il suo pene mi faceva sentire sempre sensazioni nuove come ogni volta nuove erano le nostre notti. Intendiamoci non scopavamo tutte le sere. Eravamo capaci di amarci anche addormentandoci abbracciati ed appagarci con baci. Ma io il suo cazzo lo volevo sentire tutte le sere prime di addormentarci.
violettaselvaggia
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