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Quel gran porco di mio suocero. parte 2


di Clelia_Rocco_coppia
08.10.2024    |    18.096    |    29 9.9
"Che bastardi! Padre e figlio erano, dunque, d’accordo? Rifletto in un secondo su chi sono io per negare a questo cornuto di mio marito il desiderio di..."
I giorni successivi, presa dai sensi di colpa, evito mio suocero. La notte, però, esaspera la fantasia e la trasforma in visioni porno in cui continuo a godere con quel porco, perverso del padre di mio marito. Una scena in particolare rivivo spesso, lui che mi monta come una vacca a qualche metro di distanza da mio marito ignaro di avere una gran troia per moglie che brama di farsi chiavare da quel gran maiale di suo padre.
Non mi sfugge, tuttavia, una strana circostanza in cui mio marito parla fitto fitto con suo padre. Una scena simile è già successa al resort. Per qualche secondo confabulano e subito dopo mio marito sceglie di farmi andare da sola con lui nella sauna. Non ho dato alcuna importanza allora, ma questa volta rimango dubbiosa e pensierosa.
Il sabato sera successivo siamo invitati a casa dei suoi e senza un motivo apparente scelgo abito sensuale, scarpe tacco 12, trucco pronunciato e con fica e culo nudi e senza reggiseno. Sono inspiegabilmente eccitata.
Il vestito sta su solo per via del mio seno ancora sodo e tonico, fasciandomi il culo e fianchi in modo da risaltare. Per un momento rifletto che dovrei andarci vestita da suora per evitare guai; invece, decido di disturbare il “can che dorme”.
Sì, avete perfettamente ragione; sono proprio una gran troia, una vera baldracca e il solo pensiero che tra poco sarò lì, con lui che mi fotte con lo sguardo, mi fa già bagnare. Entrati in casa dei suoi, mia suocera mi caga appena, abbracciando e stringendo mio marito per un tempo esagerato; questo dà a mio suocero la possibilità di stringermi, mettermi le mani sul culo e sussurrarmi all’orecchio:
-“Brava la mia Troia. Nuda e con l’odore della tua fica bagnata che si sente a distanza.”
Sentirmi dare della “troia” e che il profumo della mia fica è intenso mi fa sentire proprio una gran puttana, una che ama far rizzare i cazzi ai maschi.
Anche se mi libero da quella stretta la mia fica langue ed è già fradicia. Tuttavia, noto che a mio marito non è sfuggito l’abbraccio poco filiale di suo padre.
La madre di Davide e lui stesso si recano in cucina per gli ultimi preparativi della cena poi mia suocera urla.
-“Amanda, Antonio, andate in tavernetta a sceglier il vino? Tra poco è pronto in tavola.”
Ecco; la cosa che temevo di più - o forse desideravo - si è verificata; restare da sola con mio suocero.
Un sorriso beffardo mi testimonia che sto per diventare la sua preda e lo percepisce anche la mia fica che riceve un’altra fitta di eccitazione al punto che posso sentire colare i primi umori lungo le cosce.
La tavernetta si trova al piano di sotto e quando siamo ancora sulle scale quel mio suocero, solleva il vestito, infila una mano tra le cosce, palpandomi il culo e facendo scivolare le dita nel solco tra le natiche fino alla mia fica già un lago.
Un gemito di piacere mi sfugge dalla bocca e il fatto che io glielo permetta senza protestare so che fa di me una gran puttana vogliosa che non sa resistere alla sua voglia di cazzo.
Finalmente arriviamo in tavernetta e appena varcata la soglia mi blocca con la schiena sulla parete accanto alla porta. Una mano sul collo e l’altra tra le cosce. Sento le sue dita entrare e scoparmi, lento, profondo a scavarmi la fica. Rantolo per il piacere e non riesco ad oppormi. Soprattutto non lo desidero e quel modo di trattarmi da grande baldracca, mi fa perdere ogni pudore e anche l’ultimo dei freni inibitori; praticamente l’idea che al piano superiore mio marito e sua madre potrebbero insospettirsi o sentirci, invece di dissuadermi mi fa arrapare ancora di più.
-“Vieni, troia, piegati sul tavolo e allarga le cosce. Tanto so già cosa vuoi e come lo vuoi, cagna”.
So di meritare ogni insulto che lui mi rivolge perché è proprio così come mi descrive che io mi sento: Troia, cagna, puttana.
Eseguo ogni suo ordine senza proferire parola e lascio che lui sollevi il vestito fin sopra i fianchi, scoprendomi completamente il culo. Una mano sul collo mi obbliga a piegarmi e tenermi la testa bloccata sul tavolo non potendo guardare la porta della tavernetta. Non si dilunga in discorsi inutili, impugna il suo grosso cazzo, sfrega la cappella sulla fessura e dopo diversi passaggi, la punta in fica, penetrandomi, lentamente, ma fino in fondo, quasi a farmelo sentire in gola.
-“Ahahahahahaha… Bastardo, mi stai aprendo in due.”
Mi sento piena, mi sento totalmente satura del suo cazzo e quando inizia a muoversi, afferrandomi per i fianchi, e affondando lentamente, ma imprimendo violenza nell’ultimo tratto della penetrazione, mi strappa rantoli di piacere ad ogni colpo infertomi.
Che posso farci? mi piace, mi eccita, mi sento sempre più la sua puttana, la sua baldracca, la sua troia, la sua cagna. Per di più, come se mi leggesse nel pensiero lo sento dirmi.
-“So già a cosa pensi, che nonostante non dovresti essere qui a farti fottere da tuo suocero; non puoi negare a te stessa di essere così vogliosa, così troia, così puttana e cagna da non poterci rinunciare. È così?”
Rifletto sul fatto che se non rispondo subirò una qualche conseguenza, pertanto, in un sussurro, rispondo.
-“Sì, è così!”
-“Non ho sentito e voglio che tu lo ripeta e lo dica più forte; e non mi importa un cazzo se possono sentirti di sopra.”
Mentre lo dice inizia a percuotermi forte le natiche con manate sempre più brucianti che però si trasformano in tante fitte di piacere in fica. Quindi mi affretto a rispondere.
-“Sì, Sì, cazzo; Sì! sono una troia, sono una puttana, sono una cagna e sono tua. Ma tu sei e rimani un porco bastardo!”
Lui, però, non mi lascia il tempo di finire la frase e inizia a fottermi forte, insultandomi in ogni modo e facendo crescere la mia lussuria e il mio desiderio di essere posseduta come una cagna. Il piacere mi devasta la fica e la mente; percepisco gli occhi che ruotano dentro le mie orbite e intanto, mi godo quei momenti di sfrenata lussuria. Mi prende per i capelli e mi impone di girare la testa dalla parte opposta solo perché possa guardare mio marito, suo figlio, davanti alla porta mentre si sega il cazzo. Osservare che suo padre sta montando sua moglie come la più lurida delle vacche e la più puttana delle femmine deve eccitarlo tantissimo ed eccita anche me da impazzire farmi impalare davanti a lui.
La prima reazione é di togliermi da quella posizione di dominio a cui mi obbliga il bastardo di mio suocero.
Lui, però, ha previsto la mia reazione e mi blocca ancora al tavolo con una mano sul collo e l’altra sulla schiena, mentre non smette di fottermi, anzi aumenta il ritmo, eccitandomi a dismisura.
Che bastardi! Padre e figlio erano, dunque, d’accordo? Rifletto in un secondo su chi sono io per negare a questo cornuto di mio marito il desiderio di vedermi trapanata su un tavolo dal suo paparino. Questa consapevolezza insieme alla vista della mano che si agita su quel cazzetto ridicolo, mi fanno arrapare al punto che adesso non intendo rinunciare a questo straordinario piacere che, quello che da adesso è il mio padrone bastardo, mi sta regalando.
Mio suocero deve averlo compreso, perché non mi blocca più al tavolo e prendendomi per i fianchi mi sbatte con sempre più veemenza. Inizio a gemere sempre più forte incurante di essere sentita; rivolgo uno sguardo di sfida al mio cornuto e mio suocero rendendosene conto lo rimarca.
-“Osserva tua moglie, Davide. Gode col cazzo del tuo paparino. Le piace proprio, la minchia! E avevi ragione quando mi hai detto che la tua non le sarebbe bastata meglio che sia uno di famiglia a farla godere piuttosto che un estraneo.”
Il cornuto si avvicina, rimane incantato nel vedere il cazzone di suo padre che entra ed esce dalla mia fica. Continua a segarsi e guardarlo mentre con quella mano si sega convulsamente il suo microscopico cazzo, non mi provoca più irritazione, invece mi arrapa da morire. Quel cornuto, tuttavia, merita una lezione e do inizio alla mia provocazione.
-“Che gran cornuto sei amore; vedo che ti piace osservarmi col cazzo di tuo padre ficcato tra le cosce e ti eccita proprio vedere tua moglie mentre gode con la minchia di un altro; di tuo padre, poi!
La sua risposta non tarda ad arrivare.
-“Si mi eccita vederti mentre lui te lo sbatte in fica, trattandoti da puttana; era quello che desideravo e quando gliene ho parlato, da gran porco non si è fatto pregare.”
Questa risposta stranamente non mi provoca rabbia ma uno sfrenato e lussurioso desiderio di essere posseduta davanti a lui.
-“Lurido, piccolo porco, perverso. Allora guarda come gode questa troia con la minchia del tuo paparino che la riempie tutta.”
Finisco appena la frase perché un urlo esce dalla mia bocca mentre un orgasmo devastante mi distrugge di piacere, facendomi sussultare e fremere fica, culo, seni e ogni centimetro di pelle. Il piacere è fortissimo ma mio suocero è ancora col cazzo di marmo. Non mi dà tregua; mi fa girare mi solleva come un fuscello per le ascelle, sistemandomi sul tavolo; poi mi spinge giù, obbligandomi a distendermi sulla schiena, mi afferra per le caviglie facendomi scivolare con le natiche sul bordo del tavolo. Mi sputa sul buco del culo e, con le mie gambe in spalla, si accinge a realizzare il mio sogno da sempre: essere inculata da lui.
Mi sistema la cappella sullo sfintere e inizia a premere, facendola entrare lentamente. In breve, mi ha infilato la sua mazza dura nel culo fino alle palle. Urlo per il dolore, ma solo il pensiero di essere stata inculata da suo padre davanti a lui mi fa perdere il controllo.
-“Mi hai rotto il culo, porco e lo desideravo da tempo, visto che questo minchia-morta di tuo figlio non ne è mai stato capace. Ora fottimi, aprimi il culo, ma fammi godere mio padrone”.
-“Prendilo tutto, cagna. Tu non sei donna per un solo uomo, quindi, dopo averti scopata in ogni buco, se lo vorrai, ti farò divertire con altri bei cazzi grossi.”
Questo ennesimo insulto nel definirmi una puttana da strada e una cagna in calore mi carica ancora di sfrenata lussuria e consapevole di essere prossima a un altro devastante orgasmo, fisso il cornuto negli occhi e lo insulto ancora una volta.
-“Guardami! La tua moglie puttana sta per godere come una cagna con un gran cazzo nel culo!”
Ho solo il tempo di vedere spruzzare dal suo piccolo cazzo qualche goccia di sborra che inizio a urlare come un’ossessa, schizzando sborra come una fontana addosso a mio suocero, sul tavolo e sul pavimento. Anche Lui è ormai arrivato al limite e, rantolando come un montone, mi riempie il culo di sborra calda. Appena suo padre esce la sua minchia dal mio culo, mi allargo le natiche e ordino al cornuto di leccarmi culo e fica grondanti della sborra mia e del suo paparino. Ormai sottomesso, si inginocchia e inizia a leccare profondamente, provocandomi ancora una intensa eccitazione e da quella cagna che sono diventata, mi sditalino fino a raggiungere il terzo straripante orgasmo con la sua lingua che lecca la mia sborra e quella che esce ancora dal mio culo.
Nel giro di pochi minuti, ci sistemiamo, appena in tempo per vedere comparire sulla porta mia suocera che ci comunica che è già pronto in tavola.

Fine.
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