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Con mia madre, e i miei fratelli 1.


di Clelia_Rocco_coppia
14.10.2024    |    23.359    |    43 9.8
"Dopo quella esperienza ne sono seguite altre sempre più lussuriose e il sesso potrei dire che è diventato uno dei miei interessi principali, in realtà ne ero..."
Mi chiamo Agnese e ho 28 anni, sposata con due figli e quella che sto per raccontare non è una fantasia.
È una storia che a molti ben pensanti potrà sembrare torbida, morbosa, perversa e in realtà è così! È tutte queste cose; a larghi tratti surreale, ma è ciò che ho cominciato a vivere da quando avevo 13 anni.
Inoltre, senza dover citare statistiche, ho potuto constatare che i siti specializzati che pubblicano storie erotiche, fantasie porno come la mia, sono pieni di racconti come questo, torbidi, perversi, morbosi e surreali!
Posso solo dire a mio favore che nessuna delle esperienze di cui tratterò in questo racconto mi ha segnato in modo negativo, anzi da esse ho ricevuto i giusti stimoli e molti insegnamenti.
Il perno di tutta la vicenda è mia madre, la mia famiglia in generale e attorno a loro ruota molto di ciò che scriverò.
Mia madre sin da giovanissima è stata sempre uno spirito libero e questo fatto, dopo essersi innamorata di mio padre e aver dato alla luce me, un fratello e una sorella, è stato uno degli elementi che ha fatto fallire il loro matrimonio. Con uno degli uomini con cui si è legata successivamente ha avuto Sandro, nostro fratello di secondo letto.
Nonostante questa esistenza movimentata e la presenza di diverse figure maschili, abbiamo avuto una infanzia e una adolescenza “normali” e, addirittura, con uno dei suoi compagni in particolare ho coltivato un rapporto quasi filiale, pur non essendo mio padre.
Ma se non dico che il mio modello, il mio punto di riferimento di donna e di femmina è da sempre stata lei, potreste fare fatica a capire tutto ciò che vi racconterò.
La mia storia inizia a 13 anni, prossima ai quattordici. A 11 anni ho avuto il mio primo ciclo mestruale e, forse per colpa degli ormoni, e del testosterone in eccesso che il mio corpo produceva e produce, ho iniziato ad avere le mie prime pulsioni sessuali. Una mia cugina, più vecchia di me di tre anni, mi ha iniziato al sesso, spiegandomi come darsi piacere e non avevo compiuto tredici anni e già mi masturbavo da mesi e avevo preso coscienza di come si poteva raggiungere il piacere con un uomo. Pur essendo piccola di statura, dimostravo più anni di quanti ne avessi e alle feste alle quali mia cugina mi portava con sé, quasi sempre attiravo l’attenzione dei maschietti già grandi e già con voglie da adulti che non banali seghe. In uno di questi eventi, per la prima volta un ragazzo mi fa un ditalino, facendomi godere e dove, sempre per la prima volta, mi fa sentire sporca ma felice di esserlo. Pensavo che si accontentasse di una menata al pisello, ma i suoi 18 anni gli hanno dato la sicurezza e l’autorità necessaria per ordinarmi di inginocchiarmi e spompinargli il cazzo. Già da allora essere trattata così mi provocò una nuova fitta alla fica, ma, soprattutto, fu un primo campanello d’allarme perché potessi poi capire quale fosse la mia vera natura. Aveva un gran bel cazzo e, pur non avendolo mai fatto, ma solo visto in uno dei tanti video porno che guardavamo spesso con la mia cugina troia, mi sono data da fare e quasi soffocavo quando, godendo e rantolando come un maiale mi ha riempito la bocca di sborra. Ho ingoiato quanto potevo e ancora presa dalla foga, ho continuato a segare, leccare e succhiare al punto che il ragazzo mi ha detto.
-“Cazzo, basta, basta così. Rischio che mi fai sborrare di nuovo; devi essere proprio affamata di minchia.”
Quello che doveva essere un insulto, in realtà mi ha fatto eccitare al punto che, non appena rimasta da sola, mi sono masturbata furiosamente, godendo come una piccola cagna in calore.
Dopo quella esperienza ne sono seguite altre sempre più lussuriose e il sesso potrei dire che è diventato uno dei miei interessi principali, in realtà ne ero quasi dipendente; come fosse una droga.
È in quel periodo che anche in casa alcune cose sono cambiate. A quel tempo dividevo la camera con mia sorella di un anno più piccola, mentre i maschi stavano in un’altra. La parete della mia stanza confinava con quella di mia madre e in quel periodo lei stava con l’uomo che io avevo imparato ad apprezzare e continuo ad ammirare tutt’ora. Non so se mia sorella fosse in grado di riconoscere la natura dei suoni che venivano dalla stanza attigua, ma io avevo chiaro ciò che accadeva; facevano sesso e anche in modo sfrenato. Ero così concentrata nell’ascoltare ciò che accadeva accanto a me che Il silenzio a un certo punto della notte era tale da farmi distinguere i gemiti di mia madre e gli insulti che lui le rivolgeva e alle quali lei replicava, incitandolo ad essere più porco, a fotterla, e metterglielo nel culo. Nella mia fantasia riuscivo a “vedere” ogni cosa. Lei a pecora, con la testa schiacciata sul letto dal suo uomo; mentre si allargava le natiche, invitandolo a incularla; lui che impugnava il suo grosso cazzo e le trapanava il bellissimo culo che ho sempre amato di mia madre insieme ai suoi seni pieni, ai capezzoli grossi, duri con le meravigliose areole scure, da leccare e succhiare.
Una sera d’estate andai oltre l’ascolto; non appena li sentii agitarsi e gemere, uscii sulla veranda che comunicava esternamente con la loro stanza; le porte finestre erano spalancate per il caldo e per non farmi vedere mi sistemai in ginocchio dietro una sedia per spiarli comodamente. La luce flebile del loro abatjour illuminava, comunque, la stanza, dandomi una visuale completa di loro sul letto. Mia madre era distesa sulla schiena e lui le leccava la fica, succhiandole il clitoride, infilandole due dita dentro. Lei era bellissima, stravolta dal piacere e ammirare le sue nudità, la sua fica che teneva aperta con le mani per lui, il buco grinzoso del suo culo che si contraeva per effetto dell’eccitazione che quelle dita e quella lingua le provocavano, mi eccitò terribilmente.
Anche lui era bello da vedere. Gran fisico, maschio, un ventre ben definito, un gran cazzo, lungo, grosso, con una bellissima cappella violacea e lucida. Amai subito quella bellissima minchia.
Per quanto lei cercasse di non farsi sentire, era troppo eccitata e non riusciva a contenersi; ascoltarla e vederla così arrapata mi provocava una eccitazione straordinaria. Senza rendermene conto, la mia mano corse tra le cosce sotto la lunga t-shirt e inizia a torturarmi il clitoride. Dopo averla vista godere, schizzando sul viso del suo compagno una gran quantità di umori, la vidi sollevarsi, inginocchiarsi davanti al suo cazzo, prenderlo in bocca e avviare un pompino magnifico, maestoso da vera professionista, da gran puttana, insomma. Decisi che avrei fatto tesoro di quella prestazione e, intanto, mi godevo quel palo pulsante, fradicio della sua saliva, entrare e uscire tutto fino alle palle, con la lingua che ad ogni affondo cercava di raggiungerle e leccarle. Ero affascinata ed estasiata e guardarla in quella straordinaria performance fu una delle cose che mi fece amare ancora di più mia madre.
Dopo qualche minuto di quel trattamento, il suo uomo stava per godere e non avendola ancora scopata in fica e nel culo, si staccò dalla sua bocca, la costrinse a pecora e glielo infilò tutto in fica, strappandole un forte gemito di piacere perché la sentii pronunciare un “sììììììììì” intenso e prolungato. Vederla montare come una vacca mi sconvolse e mi fece arrapare così tanto che la mia mano ormai si muoveva in modo convulso, martoriando il clitoride, gonfio, duro, scappucciato. Avrei voluto godere, ma sapevo che ancora mancava la parte clou di quella scopata ed era veder sparire in quel maestoso culo la minchia del suo uomo. Lui le strizzava i capezzoli forte, la prendeva per i capelli, insultandola e chiavandola come una cagna in calore. Non avrei potuto resistere oltre, iniziai a godere, presa da un orgasmo intensissimo, mai provato. Tremavo e godevo ma non riuscivo a fermarmi; era come se la mano appartenesse a un’altra persona. Continuai a masturbarmi lentamente, con tutto il palmo della mano, massaggiandomi la fica e il clitoride. Mi sentivo sporca, troia, puttana e mentre lo pensavo ascoltavo lui che lo diceva a mia madre e io replicavo sussurrando “si, lo sono”, eccitandomi perché immaginavo che lo stesse dicendo a me.
Finalmente il momento della serata che aspettavo arrivò, dopo il secondo o il terzo orgasmo di lei; lui le ordino di aprire le natiche con le mani il più possibile, dicendole.
-“Apri quel culo da troia che te lo voglio rompere col mio cazzo!”
Solo sentirlo mi provocò una nuova fitta alla fica e quando lo vidi entrare e sparire in quel buco profondo, fu come se lo avesse infilato nel mio di culo perché gemetti così forte che mia madre per un momento si girò nella mia direzione, ma senza riuscire a vedermi. Questa sua distrazione durò solo un paio di secondi, perché quella minchia nel culo la fece letteralmente impazzire e dopo qualche minuto li vidi e li sentii urlare e godere come animali, in preda a rantoli di piacere e convulsioni. Come in sincrono arrivò anche il mio orgasmo, devastante, intenso, travolgente. Schizzai per la prima volta tanta sborra sul balcone che, lo seppi il giorno dopo, mia madre lo aveva scoperto, dando probabilmente una spiegazione al rumore di voci della sera prima e cioè che qualcuno, IO, l’avesse spiato mentre faceva sesso col suo uomo. Non disse nulla per un po’ di tempo, ma poi, il giorno che lo fece ebbi un ulteriore motivo per cui continuai ad amare mia madre in modo sempre più intenso.
Ma questo sarà oggetto del prossimo capitolo se questo vi sarà piaciuto. Scrivetemelo!

Continua...?
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