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1 (BDSM) Buon Dio Sono Mamma!


di geppettino2003
30.04.2022    |    44.095    |    6 9.3
"Un angolo appartato di un ristorantino, al suo continuo appezzare il rosso disegno delle mie delicate labbra, sapientemente alludere al piacere di una calda..."
1.1 il primo giorno

Un volo tranquillo mi consente di ritornare a leggere quel suo invito, averlo fatto già più volte cercando di interpretare il significato del suo lungo scritto.
- Mamma vorrei mi raggiungessi a Parigi, sarebbe un’occasione per scuoterti dal torpore del tuo immenso dolore, vorrei, tanto, che quella tua,sopita, seducente indole rifiorisse.
È tempo di farlo!
Vorrei abbandonassi il tuo ruolo, e
ti ritrovassi nel tuo essere. Non puoi continuare a vivere solo di ricordi, quelli bellissimi ti appartengono, sono il tu passato. Il tempo aiuta a dimenticare, e stare accanto a chi ti vuol bene può essere quella occasione per te….e per me! -

Sorpresa da un originale modo di volermi per tre lunghi giorni a Parigi. È tanto che volevo andarci ma il mio tempo, il mio fare, e la tragedia subita, non me ne hanno, ad oggi, dato l’opportunità.
Il suo seguito:
- Mi piacerebbe mi offrissi l’opportunità di vivere l’emozione di avere accanto la donna, e non la mamma, poter apprezzare il tuo ritrovato charme, farmi rapire della tua naturale bellezza. Vorrei poterti ammirare, e restare ammaliato dal fascino che sai trasmettere, sentirmi invidiato nell’aver la bellissima donna accanto, e condividerne con te gli effetti. -
Una piacevole forma di adulazione che mi fa sorridere anche se, è da ammettere, un po’ azzardata per un figlio.
Ma devo dargli ragione, è vero devo scuotermi, e lasciarmi alle spalle un grande dolore al quale non c’è come porre rimedio.

Leggo e, con la mente, torno al mio ieri. Un matrimonio d’amore, lungo e felice. Io, nell’intimo, donna calda pronta a cedere alle carezze del mio uomo e, ai suoi baci, lentamente la passione diventare piacere.
Poi negli anni quell’ardore assopirsi, diventare tranquillo, trasformarsi in rispetto. Quindi le sue prime, piccanti, richieste: Volermi sempre femmina anche nel mio quotidiano fare, rendere intrigante la nostra unione, vivere quell’erotismo che vivacizzasse il nostro rapporto, e così spezzare quella pericolosa routine verso la quale ci si stava indirizzando.

Inizialmente sorridere ma rinunciare!

Alle sue continue insistenze abbandonare i miei sobri tailleur, le serie gonne, rigorosamente sotto il ginocchio, lasciare i larghi maglioncini ed accentuare il disegno del mio delicato seno, indossare la lingerie particolarmente sexy che, sempre più spesso, lasciava sul nostro letto, e riscoprirmi sensuale nell’ammirarmi, per la prima volta, vestita solo con uno striminzito string abbinato ad un prezioso reggiseno in pizzo nero.
È bastato poco per riaccendere la nostra frenesia erotica.

Solleticare il suo desiderarmi, sentirmi guardata, e adulata da altri, interpretando sicure perniciose fantasie aveva, in poco, trasformato l’iniziale pudore in intriganti, piacevoli, emozioni.
Lentamente materializzare quelle piccole trasgressioni che ci facessero uscire dai soliti schemi di coppia, un piacevole gioco per ritrovare l’ardore. Al suo apprezzare il mio diverso essere, piano piano, spingermi ad esagerare, e scoprirmi sempre più calda rapita da una eccitante passione. Vivevo intensamente il piacere, sentendomi dominata dalla sua fantasia e, per questo, osare sempre di più.
Ammettere che quel mio intrigante trasformarmi aveva dato nuovo, forte, impulsò ad un diventato statico rapporto, sino ad arrivare a fremere nel farmi prendere tenendomi per le spalle,. con la forza e la determinazione dell’uomo eccitato. Più volte abbiamo rischiato, anche in casa, di essere scoperti in amplessi rapiti dall’incontrollabile salire della lussuria.

Ma subentrare quella recondita forma di rispetto dovuto a me stessa nel sentirmi offesa.
Una sera, particolarmente sensuale, provocarlo con charme mista a seduzione, con la mente fantasticare con quale sua fantasia sorprenderlo.
Un angolo appartato di un ristorantino, al suo continuo appezzare il rosso disegno delle mie delicate labbra, sapientemente alludere al piacere di una calda bocca, scivolare sotto il tavolo, slacciare i pantaloni, estrarre un meraviglioso membro duro.
Provare, per la prima volta, brividi intensi, in ginocchio, in un ambiente pubblico, nell’avvicinare le mie morbide labbra al suo sesso teso, portarlo sul viso, accarezzarlo con la punta della lingua, accoglierlo in bocca, spingerlo sino in gola e succhiare avidamente come una esperta puttana.
Fremere al suo gemere e, disponibile, ricevere il caldo piacere in bocca. Ingoiare imperiosi schizzi, inebriarmi al maschio sapore ed ascoltare il suo sussurrare - Troia, ti voglio così, sempre più puttana! -
Immediato il mio ritorno ad una più consona realtà e reagire, quasi scomposto, nel prendere atto che il mio fare poteva dargli ragione, ma non ero, ancora, pronta per quella completa trasformazione. Ma dover ammettere l’immenso piacere vissuto!
Nei giorni a seguire il terrore assalirmi, non per quello che mi aveva detto, ma chiedermi quale la mia reazione se qualcuno mi avesse visto, o ancor peggio riconosciuta.

Ma non aver avuto il tempo di accertarmene. Il crescere di quella, intensa, passione all’improvviso spezzarsi causa un tragico incidente e, sola, dovermi duolere per non avere avuto il tempo per concretizzare tutti gli eccitanti, possibili, successivi risvolti.

Con la mente tornare a quei momenti piccanti, trasgressivi e per questo piuttosto intriganti.
Aver scoperto quel mio lato nascosto, quell’essere che mi faceva godere nel sottomettermi a fantasie tanto eccessive da non riuscire ad immaginarne nemmeno l'esistenza. Il tutto in contrasto con il mio essere di ogni giorno, vita di una inavvicinabile, seria, riservata, stimata, rispettata e rispettabile, professionista dedita anima e corpo al mio lavoro. Ed ero pur sempre una amorevole mamma!

Sul tablet rileggo ancora:
- Desidero momenti solo per noi…sai del mio amore…tre giorni, per stare accanto ad una donna diversa, e Parigi è sicuramente il posto adatto per avere quel qualcosa di più. -

Nel trascorrere dei miei lunghi giorni, sola, chiedermi cosa nascondesse quel suo chiedere - di più -, cercare il senso del suo invito, con forte il salire di una piacevole emozione. Quelle parole risuonare nelle mia mente, farmi tornare al mio passato di femmina sensuale. Ricordi con inevitabili effetti sul solitario mio corpo!

Il mio primo giorno a Parigi.

Mi ritrovo stretta in un fortissimo lungo abbraccio al Charles de Gaulle. Le sue mani carezzarmi delicato il viso, scostare i lunghi capelli, continuo il suo baciarmi, sulla fronte
“Desidero vederti felice come tu hai resa felice me accettando il mio invito. Condividiamo questa occasione. Sono certo che lontano dal tuo bigotto mondo, potrai, volendo, offrire quello che ogni uomo desidera da una bellissima donna. Mamma in questi giorni voglio accanto a me la femmina!”
Nel suo baciarmi netta la sensazione che umide labbra sfiorassero, più volte, le mie……..

Interpreto i suoi pensieri come una richiesta:: Essere quella che vuole che io sia!

Tre soli giorni a disposizione per apprezzare il tutto possibile di una delle più belle città del mondo, con itinerari concentrati per ammirare le più belle attrazioni da godere passeggiando.
L’intero pomeriggio trascorso in un piacevole camminare abbracciati lungo il Triangolo d'oro di Parigi, incrocio di viali che dagli Champs-Élysées, si diramano nella splendida Parigi. Soffermarsi davanti alle vetrine dei lussuosissimi negozi, le splendide facciate liberty di bei palazzi e restare affascinata dalla semplice potenza che trasmette il maestoso Arco di Trionfo.

All’imbrunire avviarci all’albergo.
Pochi minuti e mi ritrovo sola in camera, felice e disponibile ad abbandonare quel mio pudico ruolo, dissociando il mio essere dal mio volere. Giusto il tempo di una calda doccia, e mi lascio scivolare indosso uno stretto tubino rosso, due solo centimetri sotto il ginocchio, braccia e spalle scoperte, un frivolo spacchetto laterale scoprire una ammiccante porzione di coscia, la cintura sui fianchi accentua l’accattivante fondoschiena, che lascio si esalti su di alti tacchi. Allo specchio un delicato trucco e rivedo quella bella cinquantatreenne, mora, longilinea, lunghe gambe, un culetto ben sodo su tornite cosce valorizzate da velatissime autoreggenti nere. Il delicato seno, da coppa di champagne, impreziosito dai frivoli ghirigori di un reggiseno a fascia in pizzo il cui bordo traspare da una allusiva scollatura.
Solo un attimo per fugare un momento di sconforto nel ritrovarmi sola in tiro con ancora l’intrigante figura che, complice, sapeva come essere seducente.
Ma oggi è diverso, e non è il caso esagerare nell’offrirgli la sensuale femmina del mio passato.
Sono sua madre!

Nel raggiungerlo nella hall, forte stringermi a lui con un sussurrato commento:
“Dio come ho desiderato poter ancora ammirare la tua figura trasformata dal compito quotidiano essere, nell’affascinante donna che ho davanti che sa essere incredibilmente sexy.”

Resto basita al suo confessare ciò che una mamma non dovrebbe mai sentirsi dire!

“Ti voglio bene mamma!”
“Tesoro anch’io, e tanto.”

È galante il suo accompagnarmi nel sedermi sull’alto SUV, nel farlo devo, forzatamente, sollevare forse un po’ troppo la stretta gonna, scoprendo una intrigante porzione di coscia.
Attimi, con qualche titubanza, e molta difficoltà, la tiro verso il basso senza ottenere nessun diretto vantaggio.
Nel suo lento guidare più volte incrocio uno sguardo, forse un po’ impertinente, su quella porzione di coscia trasparire dall’orlo pudico della gonna. Arrossire al suo palese compiacersene.

Lento sopraggiungere un pensiero: in fondo non c’è nulla di male, che guardi le gambe della bella mammina. Non me ne curo più e, felice, appoggio la testa sulla sua spalla con i suoi occhi sempre più spesso tra le mie gambe e la netta percezione che la mano sfiori, più volte, la delicata seta che le impreziosisce.

Un pensiero lasciarmi sorridere tornare ai miei ricordi e, in quei penetranti sguardi, vivere quel sottile piacere nel sentirmi lusingata, adulata, ammirata nel mio saper essere, piacente femmina.
Scendendo dall’auto faccio poco per riaggiustarmi l’abito che, per un attimo, diventa ancora più corto.

Al ristorante, al tavolo poco riservato, quell’intrigante spacchetto favorisce ancora alla stretta gonna di risalire oltre il giusto lecito. Palpabile il mio disagio nel dovermi sforzare per inibire, a più sguardi interessati, l’ammirare l’affascinante signora, in compagnia del giovane ragazzo.
Cerco atteggiamenti normali.

La mia mano tra le sue, ascolto una voce calda e suadente:
“Ricordo il tuo tempo, di come creavi quelle complici situazioni, di quali emozioni riuscivi a trasmettere e che, purtroppo il destino ti ha sottratto troppo presto. Non è ancora il tempo che ci rinunci. Mamma lascia che tutti apprezzino il tuo vero essere e mi invidiano per aver una bellissima donna accanto a me.”

Al piacevole lusingarmi, i miei ricordi, prepotentemente, assalirmi, quel mio tempo diventare presente e, piano piano, indebolirmi, togliendomi ogni volontà e, come allora, complice spingermi ad assecondarlo. Lentamente, quel fastidio abbandonarmi, diventare l’emozione di quel mio perso passato. Cosi con fare naturale, ritrovo la mia dimenticata sensualità e, con una diversa emozione crescere, condividere gli interessati sguardi alla mia figura e arrossire accorgendomi che non è per vergogna.
Difficile mascherarne gli effetti!

Una piacevolissima cena, accompagnata dal brioso fresco perlage di un ottimo champagne, ed ascoltare il suo ricordarmi come quei miei sorrisi al mattino, l’espressione di occhi felice, la gioia nella mia espressione rendessero chiaro l’intrigante trascorrere delle mie notti.
Un attimo di sconforto al ricordo di quei felici momenti.

Uscire dal ristorantino abbracciata a lui con un mio naturale ancheggiare favorito dagli alti tacchi. Un intenso brivido percorrermi la schiena non certamente riconducibile alla frizzante aria notturna di una bellissima notte parigina.

“Voglio offrire alla mamma la bellezza della Parigi di giorno, e proporre alla donna quelle particolari sorprese che solo qui, di notte, si riesce a vivere nella sua parte più trasgressiva ed intrigante.”

Al suo malizioso sorriso, nel propormi una notte giovane nel suo inizio, curiosa lascio che mi conduca verso mete a me sconosciute...
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