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Incesto al mio matrimonio - l'epilogo -


di geppettino2003
11.07.2011    |    84.454    |    1 9.3
"Mamma ha le labbra strette tra i denti nel vano tentativo di comprimere i suoi gemiti..."
Continui abbracci mi sfibrano, inizia ora il calvario più pesante di questa giornata ma occorre, giustamente, sorridere a tutti; alla fine dei conti è la mia giornata e tutta questa gente vuole condividere con me parte della mia gioia.
Finalmente gli invitati cominciano il loro pellegrinaggio verso il ristorante. Al San Domenico di Taormina, li aspetta una sontuosa cena. Noi invece ci fermiamo in paese per il rituale delle foto. Desidero tanto poter ricordare il mio particolare momento nei bellissimi luoghi che mi hanno visto crescere.
A mia suocera spetta il compito di fare gli onori di casa in attesa del nostro rientro, mamma mi accompagna ed insieme a noi Turi.
Ai piedi ci incamminiamo verso i posti più caratteristici di un paese piccolo piccolo ma zeppo di storia e di posti splendidi. Dalla rocca del vecchio maniero restiamo affascinati dal crescere della luna che rifrange i suoi deboli raggi su quel mare che così lontano sembra talmente vicino tanto, quasi poterlo toccare.
Santo, il fotografo, scatta ripetutamente immagini, impone la sua verve, Mimì mi abbraccia forte, mi guarda con occhi zeppi di amore, ma non so perché continuo a seguire l’espressione di Turi, mi appare sempre più intrigante, mentre quello di mamma sempre più complice! Tra uno scatto e li seguo parlottare in disparte. Vedo mamma coprirsi più volte il viso con le mani.
Dio come amo mio marito. Mimì sarà il mio domani. L’uomo con il quale andrò a condividere ogni momento… ma oggi ci sono mio fratello e mia madre!

Anche stavolta il risalire in macchina impone un provocante strip non voluto, ma necessario. Ancheggio plastica il bacino per favorire il salire della stretta gonna, ma stavolta lo faccio con uno spirito diverso, meno pudore e più sfacciataggine.
“Minchia che bel culo che tieni…”Mimì è estasiato dalle mie forme, ed incurante della presenza di mia madre e di mio fratello, manifesta il suo pensiero.
“per quello dovrai… aspettare ancora un po’…”
Turi ride, sembra abbia calmato i suoi ardori, ma la sua considerazione è, però, piuttosto ambigua.
In macchina mamma, stavolta accanto a mio fratello ha, stranamente, il viso tirato. Ciò che è successo in queste poche ore deve averla sconvolta. Piacevolmente sconvolta in un crescendo dove libidine e lussuria si sono fusi in momenti di altissimo coinvolgimento carnale! Il sudore dei nostri corpi permea ancora l’abitacolo, percepisco, elettrizzata, la fragranza di sesso di cui è pervaso. È ancora vivo, e sento forte quel mio intimo calore riprendere a spargersi infido tra le gambe.

Il viaggio è abbastanza veloce. Al ristorante un breve saluto agli invitati sorseggiando un aperitivo, preferisco quello moderatamente alcolico, lo trovo più adatto per l’euforia che dovrà essermi complice più tardi.
Ho necessità di rifarmi il trucco. Un salto con mamma in camera.
“Siamo siamo state delle pazze…”
il silenzio assoluto accompagna la riflessione di mia madre
“mamma… è stato bellissimo……”
Le confesso quel mio erotico desiderio represso per anni.
“si proprio na bedda figghiola…” (sei proprio una bella ragazza”)
Le accarezzo il viso raccogliendo, delicatamente, una lacrima che impenitente intende solcare il suo bel viso “è stato eccitante, io non la dimenticherò mai… erano anni che ti desideravo…”
“È to frati che mi duna pensieri…” (è tuo fratello che mi preoccupa...)
Non ribatto alle sue considerazioni, mi chiedo come potrei. Un pensiero sconvolge la mia mente quello che è successo è la vendetta dell’esigenza carnale invocata due corpi, per anni repressa, che oggi si ha sconfitto quel raziocinio che per anni ha condizionato la nostre menti.
In assoluto silenzio abbandono definitivamente il velo, lo scialle, che ha coperto in chiesa il mio procace decolletè, è già sul letto, guardo la guepiere è sfiziosa e intrigante nello stesso tempo, e mi dona una carica sensuale che non ha eguali.
Mamma ammira la mia figura mentre mi propongo al suo profondo sospiro, intendo confermarle che ciò che oggi è successo, per me non è stato solo un momento, bensì un inizio. L’inizio di nuove sensazioni, di piccanti esperienze e saffici momenti e chissà cos’altro!
Riesco a rubarle un sorriso che spezza il suo singhiozzare.

Splendida nella mia femminilità mi impongo alla attenzione dei miei invitati. La mia prorompente sensualità è motivo di forte apprezzamento, il corpetto civettuolo esalta il mio seno e l’intrigante taglio sul laterale della gonna scopre una abbondante porzione di coscia. I tacchi a spillo danno al mio portamento quel lieve ancheggiare che mi rende terribilmente sensuale.
Al tavolo degli sposi io e Mimì al centro, alla mia destra Turi con accanto mamma, al lato del mio sposo sua madre con accanto mio suocero.
L’espressione di Mimì è di forte desiderio il suo sguardo stralunato si perde tra il solco delle mie mammelle mentre una sua mano, protetta dal tavolo, avvia intrigante la ricerca di un piccante contatto.
“ehi… mi devi portare rispetto…”
Risentita lo invito a non fare il porco e saper aspettare il suo momento. E poi tutta questa gente.
La nostra è una terra strana, la donna è sempre succube del marito, ma adesso ci siamo emancipate, abbiamo riconquistato la giusta considerazione, gli faccio intendere che solo più tardi arriverà il suo momento.
ADESSO E FINO A QUEL MOMENTO HO ALTRO A CUI DEDICARMI!
Tra un brindisi e l’altro seguo Turi che, perverso, fa scorrere la lingua lentamente sul contorno delle sue magnifiche labbra, ripete a fil di voce “il tuo culo mi fa morire…”
Fremo, non riesco ad oppormi alle sue provocazioni mentre legge il ricco menù della serata arricchendolo di perversi commenti:
- delicate crepes al fresco gambero di nassa in vellutata besciamella alla crema di pistacchio “…la mia minchia è più dura…”
- Banane di stagione in camicia di dolce caramello “…la mia minchia è più grossa…”
- Cannolo siciliano con fresca ricotta “…la mia sborra è più dolce…”
Sussurra sfacciato i suoi commenti al mio orecchio “Smettila!!” provoca la mia reazione. Ma non riesco ad oppormi alla sua sfacciataggine.
La punta della sua lingua percorre lenta e a fil di pelle, la piccola distanza tra la base dell’affusolato collo e il lobo dell’orecchie. Non mi ribello, non manifesto dissenso, prigioniera di una debolezza carnale figlia di anni di privazioni. Contemporaneamente prende una mia mano e mi fa saggiare un qualcosa di veramente mastodontico nascosto tra le sue gambe.
La mia resistenza è sconfitta dal pulsare ripetuto tra le dita di un cazzo nella sua massima erezione “…voglio incularti...”
Resisto un po’. Sgomenta faccio scivolare via la mano. Attimi lunghissimi e la riprende, stavolta la presa è forte, e il contatto è veramente perverso. Ha sfoderato l’enorme minchia, protetta da quella mia culottes raccolta in macchina ed ancora intrisa dal calore del piacere che mi donato la lingua di mia madre. Accarezzo una cosa che batte violenta tra le dita.
Rabbrividisco di piacere.
Mio fratello è veramente impazzito dalla voglio di scoparmi!
NO! È IMPOSSIBILE!
La mano di mamma si unisce alla mia in una presa morbosa. I nostri occhi si incrociano. Mi basta un attimo per leggere un’altissima lussuria nel suo sguardo. Contemporaneamente accompagna la mia mano a saggiare la corposità di un muscolo bestiale.
Turi ride perverso! Il suo è un cazzo che continua crescere al nostro contatto. Geme, ed i suoi mugolii sono assorbiti dalla continuo vociare dei presenti, a me giungono diretti ed, in un nonnulla, arrivano alle grandi labbra della fica che reagisce bagnandosi ancora.
Le mani scorrono su un asta che vibra con forza, le mani di Turi invece cercano contatti morbosi dividendosi tra le mie e le cosce di mamma. Stringo le gambe mamma, invece, le divarica in maniera oscena.
Le nostre mani veloci percorrono su e giù il suo uccello, veloci e ritmiche nello stesso tempo.
Stupenda e, nel contempo, esaltante è la sensazione che vivo. Continuo ad accarezzare la verga, con mamma che complice accompagna la mia mano.
Mi sono estraniata dal contesto. Mimì è distratto da sua madre mentre continuo a stringere con più forza le mie dita su un muscolo che ho desiderato per molti notti.
Mamma ha le labbra strette tra i denti nel vano tentativo di comprimere i suoi gemiti.
Qualche secondo di morbosi contatti, e sento riscaldare la mia mano di un liquido caldo. Turi gode succube dalla nostra masturbazione. Il suo piacere si raccoglie tra le nostre dita e la delicata seta della mia culottes.
Due dita percorrono le mie labbra, ne seguono il percorso e trasferiscono il caldo e corposo seme. La lingua ne saggia il dolce sapore.
“desidero godere, voglio riempirti la bocca… e tu vuoi farti fottere da me…”
Un continuo sviscerare, senza sosta, assurde richieste. Vuole essere il primo a cogliere quel mio frutto da lui tanto ambito.

Il vino bianco nella sua freschezza scorre a fiumi e, si lascia apprezzare per l’esaltante bouque. Bevo continuamente e non solo per dissetarmi.

Mi alzo, devo dedicarmi ai miei ospiti. Lascio Turi e mamma al tavolo.
Nel loro sguardo la concupiscenza di qualcosa di morboso. Eccitata fantastico su quel cazzo e su come potrebbe soddisfare, stasera, le sue voglie, fremo al solo pensiero sul sicuro, peccaminoso, momento che vedrà mia madre sbattuta da quel potente uccello!
Mimì è al tavolo dei suoi amici. Ridono. Sicuramente sono l’oggetto della loro ilarità. Io mi avvicino a mia suocera, la bacio, mi chino verso il suo viso. Donna Rosetta è veramente radiosa. Mia suocera è una donna che nonostante i suoi sessant’anni è particolarmente attraente, è veramente una bella donna. Oggi unisce alla sua gioia un particolare fascino.
“…nun mi sciupari u me beddu figghiolu…” (non mi sfiancare il mio bel ragazzo)
“Donna Rosetta aiu a stari accorta ca nun mi sciupi iddu…” (Donna Rosetta devo stare attenta che non mi sfianchi lui…)
“ i nostri fimmini annu a purtari sempri rispettu all’omu di casa…” (le nostre donne devono portare sempre rispetto all’uomo di casa…)
Riflessioni di donna che del concetto patriarcale ha fatto virtù di vita.
In tutto questo nostro pur parlè Turi mi è un’altra volta alle spalle, mi cinge i fianchi, il suo non è un abbraccio ma, di nuovo, un perverso contatto.
Incurante della tanta gente, senza alcun pudore appoggia il suo cazzo al mio fondoschiena. Un magnifico cazzo. Ne percepisco forte il pressante pulsare. Spinge il suo corpo al mio, lo sento forte tra le mie chiappe. Avverto fisicamente la corposità del muscolo premere infido tra il solco stretto del mio culo. Il suo crudele strusciare accresce, sadico, il mio desiderio.
Sollevo lo sguardo incontro i suoi occhi, li fisso, la sua è una sfida.
Brevi attimi di una crescente eccitazione.
Mi assalgono ricordi sulle mie tante privazioni, quante notti mi è mancato il coraggio di seguire i miei carnali impulsi, ed adesso cedo ai miei pensieri, sconfitta da una grande voglia di farmi fottere.
Mi assale, infatti, frenetica una perversa voglia di cazzo.
DEL SUO CAZZO!

Mamma ha percepito la mia debolezza. Si alza, dirigendosi plastica verso la piccola stanzetta a noi riservata dall’albergo. Tutti ammirano la sua figura avvolta dal seducente abito, le alte scarpe danno maggiore risalto allo stupendo paio di gambe velate di nero. L’ancheggiare di mamma richiama l’interesse di Turi che abbandona il porco contatto, e si accinge a seguirla.
Nel suo sguardo la conferma un perverso desiderio.
Nei lunghi minuti che trascorrono lotto contro una assurda eccitazione, sono ossessionata da un pensiero lussurioso. Cedo a me stessa. Li raggiungo!

L’ambiente è al buio, cerco un segnale della loro presenza. So che sono qui, entrambi avvinghiati l’uno all’altra. Con gli occhi scruto ogni angolo della stanzetta, le orecchie tese alla ricerca del pur minimo rumore.
Ho un attimo di esitazione, sento qualcosa, un lieve gemito mi fa sussultare. Lunghi sospiri, ascolto emotivamente coinvolta, mamma bisbiglia
“…stringimi i minni…” (stringimi il seno)
“…e tu carizza sta minchia…” (e tu carezza questa minchia)
sono entrambi rapiti da una irrefrenabile voglia di fottere. Nel silenzio, percepisco l’affanno di respiri agitati. Le loro lingue si staranno cercando. Immagino le mani di Turi sul seno di mamma che, smaniosa, cerca il suo uccello, accarezza con frenetica voglia il possente muscolo del figlio. Il cazzo deve essere teso, duro e grosso, mentre il seno deve sicuramente ostentare i grossi capezzoli già cresciuti dal piacere.
La vedo, è appoggiata al tavolino. Il bacino proteso, le mani scivolano sulle cosce, alzano la gonna si offre alle dita di Turi alla ricerca di un perverso contatto. Mamma ansima impaziente mentre la mano supera il bordo del suo intimo indumento. Turi avverte al tatto il bel pelo nero. È sicuramente bagnato, irrigidisce due dita, le sovrappone cerca lo spacco della fica, lo trova, ma non la possiede. Gioca dolcemente con le grandi labbra.
Un intenso gemito di mamma mi scuote intimante.
“figghiu sugnu anni che sognu sta bella minchia….notti longhe e interminabili….a sfantasiari e a goderi sula….” (figlio sono anni che sogno questa bella minchia….notti lunghe e interminabili …a fantasticare e a godere sola…)
Mentre spinge tutto il suo corpo contro le dita di Turi. Le gambe oscenamente allargate, Turi la penetra facendola sobbalzare. Mamma solleva di più il busto per fare entrare tutte le dita nella disponibile fica.
Turi comincia a stantuffarla
“siiii… toccami…”
Scena di intensa eccitazione. Il mio respiro comandato da una sensazione che mi sta sempre di più turbando, gli occhi socchiusi e le labbra strette per non gemere. Le gambe si divaricano in maniera del tutto naturale. Devo trattenermi per evitare di cominciare a toccarmi. Tutto il mio corpo freme.
Turi ha appoggiato la grassa cappella alla fica di mamma, che geme di piacere. È impazzita nella sua eccitazione.
“che bellu sticchiu ca si” (che bella fica che sei)
Sono morbosamente eccitata!
Mamma si china guarda estasiata un muscolo veramente enorme.
È sorprendentemente divino, è un cazzo grosso e potente, le sue mani smaniose cercano disperatamente di impugnare un qualcosa di spaventosamente gonfio. Lo afferra delicatamente e inizia un lento gioco di languide carezze, le mani percorrono tutta l’asta, su e giù, le mani stringono la pelle gonfiando la rossa cappella.
“che bella minchia…” (che bel cazzo…)
Tornano alla mia mente le mie più morbose fantasie che m hanno visto per anni succube della mia eccitazione e il mio cuore riprende quei suoi forti battiti.
Osservo mamma appropriarsi completamente del grosso cazzo di mio fratello portandolo alla bocca. Ne percepisce gli erotici profumi, si china ancor di più, stringe l’enorme asta tra le labbra, e inizia a spompinarlo con un trasporto coinvolgente
“minchia… mamma ho voglia di fotterti…”
È l’espressione volgare di Turi.
Mamma smania con tutto il cazzo di Turi in bocca, si muove ritmica alternando colpi profondi ad altri più leggeri. Geme morbosa con la magnifica asta di mio fratello tutta in bocca.
“…suca… suca… suca sta bedda minchia…” (…succhia…succhia… succhia questo bel cazzo…)
Mamma spompina Turi. Veemente lavora di lingua facendola scorrere su tutto il muscolo, la minchia le scivola tutta in bocca.
Mamma continua a pestare di bocca sul cazzo di mio fratello, lo ha ripreso nuovamente in bocca, lo lecca frenetica, sta completando il sublime pompino. Lo stringe tra le labbra, succhiando con passione.
La conferma è tutta nei gemiti di Turi.
“ti piace il culo di tua sorella, vero?”
CHE COSA??? Ma che dice mia madre!
“si ma ora mamma … suca sta minchia” (si ma ora mamma succhia questo cazzo)
“glielo vuoi mettere in culo…sai me ne sono accorta…ma oggi non puoi oggi Concetta è tutta del suo sposo”
“allora voltati e dammi il tuo culo ….”
Turi non ha nessun rispetto per nostra madre
“si! stasira ta accontetari du me culu…… ti piaci?.…” (si! Stasera ti devi accontentare del mio culo… Ti piace?....)
Mamma intende sacrificarsi per la mia completa purezza. Lentamente si volta divaricando in maniera veramente oscena le gambe offrendosi all’innaturale passione.
Tutto mi manda in estasi.
Vedo quel potente uccello gonfio, nel massimo desiderio, appoggiato nel solco di un culo invitante
“mmhhhhh SPACCAMI”
i colpi ritmici sulla porta sono la reazione di mamma all’impeto di Turi, colpi forti, ripetuti. Il potente muscolo che pompa nel culo di mamma. Lei si dimena come un’ossessa. Il piccolo ambiente rimbomba del loro piacere.
“aaaiiiiiaaah…… mamma che minchia che tieni”
Sono terribilmente eccitata. Così infoiata da non capire più niente. Il solo pensiero che quel cazzo vuole devastarmi il culo spingono le mie dita a devastarmi la fica.
Turi geme, è pronto a scaricare tutto il suo piacere e mamma è pronta a riceversi lo sperma di suo figlio. Sente pulsare il cazzo tra natiche invitanti e si china di per riprendere il cazzo tra le sue fameliche labbra
“si sborra… dai sborra”
“BOTTANA… SSSSSIIII”
Turi inonda la bocca di mamma di sperma. Mamma lecca ossessa, tutta la minchia di suo figlio. La lingua impazza perversa su un cazzo che sputa ripetutamente sul suo volto.
Godo anch’io unendo i miei gemiti al loro piacere che, scellerato, scatena la mia eccitazione. Vengo scuotendo il capo, le labbra ben serrate, vorrei urlare la mia presenza, farmi coinvolgere in quel turbinio di corpi sudati ed eccitati.
I loro occhi incrociano i miei, la loro soddisfazione è tutta nell’espressione del viso.
Mamma sfiancata mi riporta alla realtà del mio lussurioso momento. Si avvicina, mi bacia appassionatamente. Mi lascia assaporare il calore di mio fratello.
“dai vieni tutti stanno aspettando te…”

La cena continua, e con essa Turi nelle sue provocazioni. Il sacrificio di mamma non ha rasserenato i suoi istinti sessuali, mentre Mimì comincia a non stare più nella pelle. I suoi occhi vitrei sono il segnale di una intensa eccitazione che sta crescendo in previsione di una notte di passione.
Io sono sempre eccitata, tremendamente eccitata.
Finalmente la cena volge al termine, sono quasi le tre del mattino. Il gran vociare, lentamente, lascia il suo spazio al silenzio.
Gli ultimi saluti e anche noi ci ritiriamo nelle nostre camere. Mamma mi accompagna mentre Turi è già in camera sua. Il suo ultimo abbraccio però mi raggela; “preparati…”

Mimì si intrattiene giù con i suoi per un ultimo saluto. È comunque forte il suo desiderio a deflorarmi, in notte dove la passione sarà nostra unica compagna.
Anch’io mi accingo alla mia preparazione da vergine pronta al suo carnale sacrificio.
“Concetta” mi madre mi chiama, apro la porta che separa i nostri ambienti.
Resto di sasso! La vedo lascivamente rannicchiata a terra, ai piedi del letto, è nuda. Come una antica vestale, solo le calze e il reggicalze coprono le sue magnifiche grazie, Turi le è accanto, anche lui nudo, il solo boxer maschera le sue enormi doti. Mamma abbraccia le sue muscolose gambe, con una mano che lenta va a nascondersi sotto l’esile boxer.
“ti stavamo aspettando…”
Non riesco a reagire, i miei sensi hanno il sopravvento, e per la prima volta nella mia vita mi comporto come mai avrei potuto immaginare. Turi si avvicina lento, lo guardo, stringo tra i denti le labbra e la lingua ne sfiora i contorni come una volgare puttana.
Questo fare da troia manifesta il mio essere femmina di Sicilia.
Il morbido vestito scivola lentamente a terra, il mio corpo piacevolmente assapora ancora i suoi calori.
Le mani di mamma risalgono lente tra le cosce di Turi mentre cinge i miei fianchi stringendomi con passione a se. Vibro mentre le nostre lingue si uniscono in un incestuoso bacio. Sciolgo tutta la tensione in un primo intenso gemito. Gemito che ho represso per lunghi anni!
Mamma, per l’ultima volta, mi priva del corpetto, inginocchiandosi ai miei piedi, la lingua scorre giù, raggiunge il mio fondoschiena nudo, lo bacia, morde a lungo le natiche, si sofferma quasi estasiata, affonda delicata la punta della lingua tra il solco che divide il punto del morboso desiderio di suo figlio.
Una scossa elettrica mi percorre la schiena e pulsa tra la fica.
Turi prende tra le dita i miei capezzoli, li stringe forte, unendo il suo bacino al mio, è un contatto inebriante.
Un contatto sognato e rifiutato per troppo tempo.
Mamma bacia delicatamente la pelle morbida, e spinge una lingua che vibra in una perversa ricerca.
Mugolo. Tremo. Gemo.
Abbraccio Turi per sostenermi, il corpo vibra di voglia, allargo lentamente le gambe, agevolo il suo cercare. Un calore riprende a scorrere tra le mie cosce.
La lingua di Turi percorre lenta le mie carnose labbra, apro la bocca lo lascio entrare, avvolgo la mia alla sua e contemporaneamente la risucchio.
È pura passione, i sensi sconfiggono la ragione.
Tengo alto il culo per favorire al meglio il leccare di mia madre. Sento la punta della lingua farsi finalmente, strada dentro di me. Piccoli colpetti mi fanno sobbalzare dal piacere.
Godo intensamente.
È meraviglioso.
Sono completamente bagnata.
Percepisco le dita di mamma risalire lente dalle cosce, si accostano al buchetto, ci giocano intorno, si infilano dentro, prima un dito, facendomi crescere forte il desiderio di essere… inculata.
Muovo il culo, non riesco a stare ferma, subito un secondo dito segue il primo, nessuna resistenza da parte mia, gemo mentre spingo indietro il bacino, stringo le gambe ma solo per percepire meglio una sublime violenza.
Un primo orgasmo si materializza nei miei gemiti.

Mamma cede il suo posto a Turi. Si accosta, la vedo appoggiare la schiena alla parete, le gambe allargate e due dita spariscono tra l’intima fessura, l’altra mano martorizza il seno, geme intensamente, mentre volgo le spalle e imploro Turi
“inculami, ti voglio dentro, anch’io ti ho desiderato in tutti questi anni. Adesso fammi godere dai fottimi…”
Sento la punta del cazzo, lo sento durissimo tra le mie natiche, sento la sua potenza, premere con forza, muove il bacino ritmico, mi massaggia il culo con il cazzo e contemporaneamente stringe, al limite del dolore fisico, il seno. I capezzoli si gonfiano tra le sue dita.
Completamente fradicia divarico le gambe.
Non mi trattengo, aspetto il cazzo nel culo tenendolo aperto con le mani sulle natiche. Si appoggia, sento il cazzo pulsare tra il solco delle chiappe sode. È pronto a scoppiare, sento la verga che preme prepotente fra i glutei, la cappella entra lentamente, un lamento di goduria si diffonde nella stanza, fremo di contemporaneo desiderio e paura
“si… si allargami il culo… dai sfondami… fottimi il culo”.
poi un colpo secco.
Stringo le labbra per non urlare, e mi dimeno come la più volgare delle troie.
Mi sento porca. Finalmente porca!

Lentamente ritmico comincia a pompare. Incredibile sento il battito velocissimo del suo cuore pulsare nel mio culo… un dolore assurdo ma un piacere immenso, libero i miei gemiti lunghi e profondi, sto impazzendo dal piacere, stringo il buco del culo attorno al cazzo. Lo voglio sentire tutto.
Il seno reagisce impetuoso ai colpi secchi di Turi, le mani in alto, appoggiate agli stipiti della porta, le gambe divaricate come una esperta puttana.
Mamma smania masturbandosi perversa, geme rapita da una assurda libidine.
Sto arrivando all’orgasmo.
“fammi godere… si oraaa… godooo coosii”
mi lascio andare completamente a desideri per tanto tempo voluti ma repressi, sento il pulsare della dura minchia spaccarmi le viscere. Ogni colpo mi procura sensazioni assurde.
“Turi spaccami tuttaaaa”
lo sento crescere ancora dentro di me, il cazzo mi dilata il culo, lo sento gonfiarsi enorme dentro di me, pompa forte, un colpo secco, subito un secondo, si ferma qualche attimo, raccoglie le forze facendo leva sui miei fianchi, ecco lo sento, schizza impetuoso fiotti di caldissima sborra.
“TURI sii, è bellissimo dai… riempimi di sborra”
Scarica la sua incontenibile potenza dentro. Anni di perversi desideri in potenti contrazioni di piacere, schizzi di sborra si perdono nel profondo del mio culo.
“MMMMMMMMM…”
Vorrei gridare ma non posso
Mamma al mio fianco sta impazzendo, Turi sfila il potente cazzo che lascia il mio culo e lei aspetta trepidante il suo turno. Comincia a succhiare, veemente. Raccoglie la sborra, la fa scorrere sulla sua lingua, succhia avida mentre Turi schizza prorompente nella sua bocca, lei beve famelica. Anch’io mi approprio di parte del nettare in un perverso pompino.
Beviamo con immenso desiderio rapite da una libidine che non ha confini.

Solo qualche minuto mi separano dal desiderio di Mimì. In fretta indosso la sola vestaglia di seta bianca, nello stesso istante che il mio amore rientra in camera, faccio appena in tempo a richiudere l’uscio alle mie spalle.
Sono pronta a sciogliere il mio fioretto, in una notte che deve essere il coronamento di una giornata meravigliosa.

Tremo tra le forti braccia del mio sposo mentre percepisco, intensi, i sospiri di mamma che geme sotto la ritrovata potenza dei colpi del bel cazzo di Turi.
Amo Mimì ma la mia famiglia ha bisogno di me o… meglio del mio corpo.
Come potrei mai continuare a… trascurarli.
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