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5 CHI È CAUSA DEL SUO MALE PIANGA SE STESSO - Mamma cede – 



di geppettino2003
04.03.2020    |    23.452    |    8 9.9
"“SMETTILA!” Reagisco stizzita, ‭ sfuggo alle sue provocazioni, mi sottraggo al suo forte abbraccio, privandolo del contatto di un debole corpo, ..."
Il rientro di mamma impone di ricomporci con particolare fretta. La sentiamo sfaccendare in cucina. 
Zia, raccoglie con erotico fare, tra le dita, il seme del mio piacere, portandolo alla bocca. Sorride maliziosa! Si ricopre del minutissimo costume.
Io, infilato il boxer, ancora piuttosto eccitato, mi accerto delle riprese fatte.

“Whou! Non mi dire mi hai ripresa!!!”

Sorrido anch’io.

“Non mi sono mai vista godere...”

Con entrambe le mani stringe forte un cazzo che non intende perdere vigore.

“Sarebbe bellissimo!”

Un focoso bacio, è il primo. Ancora non avevo saggiato la sua lingua che, perversa, mi trasferisce il mio piacere. Un lungo bacio che taglia il mio respiro.

Pochi secondi e raggiungo mamma, zia ha bisogno di qualche minuto per rendersi... presentabile. 

Sono incazzatissima, ‭ ‬nervosa,‭ guardo Roberto con la ferma intenzione di trasferirgli la mia altissima rabbia. Incurante (ed inconsapevole) nel suo ‬aiutarmi‭ ‬a‭ ‬conservare‭ ‬la‭ ‬spesa‭ ‬in dispensa, sfacciato, intende farmi apprezzare il grosso bozzo che ancora palpita, furioso, tra le gambe.

“SMETTILA!”

Reagisco stizzita,‭ sfuggo alle sue provocazioni, mi sottraggo al suo forte abbraccio, privandolo del contatto di un debole corpo, ‬mentre Marcella segue, maliziosa, la scena.

“Non volevi andare a mare!”

Una scusa per uscire da un impasse che mi vedrebbe, in sicura difficoltà, e poi devo parlare con mia sorella.

“Ok! Ma vi aspetto a mare…e non ritardate…”

La piccola spiaggetta prospiciente la nostra casa è un angolo di mare quasi privato, che ne fa una
specie di oasi deserta. Poca gente si avventura nel piccolo fazzoletto di terra, dove le onde vanno a
morire infrangendosi in piccoli scogli che, d’inverno, sono utile protezione contro i marosi. L’area è protetta da un costone quasi a strapiombo sul mare che ne limita l’accesso, praticamente ci si può
arrivare solo dal complesso di case del nostro villaggio, o percorrendo uno stretto sentiero piuttosto
tortuoso nascosto, ai più, da una fitta macchia mediterranea. 
La naturale bellezza mi impone di riprendere uno scenario come pochi. Sorrido al pensiero che è la
prima volta che sto utilizzando la mia telecamera per innocenti riprese, sicuramente più congeniali per essere riviste tutti assieme.

“Come hai potuto in casa mia… e per di più con mio figlio. Sei una volgare puttana!”

Furiosa mi rivolgo a Marcella, offesa (o più sicuramente, gelosa) per quello che ha fatto e a cui, inerme, ho assistito.

“Lo hai circuito per farti scopare!”

“Ed è stato bellissimo! Il nostro ragazzo è un uomo, e che uomo!”

È perfettamente inutile tentare ogni giustificazione al mio atteggiamento per cui reagisco, sicura che
è più la gelosia che comanda le parole di Assunta che non l’offesa per l’affronto familiare ricevuto.

“Ma anche tu hai goduto… stavi per cedere al mio invito, perché sei scappata?”

Tutto mi sarei aspettato tranne questa forma di accondiscendenza di Marcella che praticamente ribalta i termini del, vero, problema.

“Non ti avrei certo biasimato se anche tu ti fossi abbandonata alle tue esigenze di donna. So cosa significa essere sola, tradita da tuo marito ed offesa dal tuo nuovo compagno. Avresti soddisfatto il piacere della carne. E non dire che non è hai bisogno!”

“Ma stai parlando di mio figlio!”

“No! sto parlando di un ragazzo che ha accanto una donna bellissima e…in calore. Mi sono accorta
come ti segue, come ti abbraccia...come è sempre in tiro, e della tua difficoltà a sfuggire ai suoi morbosi attacchi.”

Resto basita! Meno male quanto meno, presa com’era a godere, non ha visto le mie immagini su quel maledetto computer. Marcella‭ ‬è, ormai, certa ‭ del‬la mia‭ ‬debolezza di femmina e delle mie preoccupazioni di mamma.
E Roberto, impegnato come era,fortunatamente, non si è accorto della mia presenza!

“Ed ora che intenzione hai?”

Angosciata le chiedo dei suoi prossimi propositi.

“Io? non ti devi preoccupare! Sai come mi piace vivere alla giornata, e non sono certo io a potermi ergere a giudice delle tue passioni….dai finisci di sistemare e andiamo a raggiungerlo…”

“Vai tu io sono troppo nervosa potrei dire, o fare, qualcosa e poi dovermene pentire…”

“Non essere sciocca, prendo le stuoie e andiamo…”

Aggiungendo, quasi, sussurrando

“... Quando si ama non c’è spazio per il pentimento!...”

Devo riconoscere che, in parte, è anche colpa mia. Come potevo sperare che l’irruenza sessuale di Roberto si sarebbe potuto acquietare! 

Finalmente inquadro le mie donne scendere in spiaggia.
Riprendo prima zia. Ha una espressione che dire estasiata è riduttivo. La razione di minchia di cui si
è sfamata sembra non abbia, comunque, appagato le sue erotiche voglie. Sculetta maliziosa, e provocante, mi è tangibile il suo essere femmina ancora in calore.

Non sono riuscita a resistere a quel suo intrigante gioco.
Guardandomi nelle sue riprese ho letto le sue peccaminose fantasie.
Volutamente ho frapposto a quella sua espressione carica di sfida, il mio essere ancora una gran bella gnocca. Ho così accentuato il mio essere sexy, pavoneggiandomi davanti a lui con il succinto brasiliano giallo piuttosto osé, indossato sulla mia provocante figura.
È nella mia indole provocare, atteggiamento che attuo per soddisfare la mia esigenza di femmina. Il mio carattere libertino mi impone, quando la voglia si impossessa del mio cervello, che nessun ostacolo si possa frapporre tra esso e l’esigenza di scopare. Guardandolo ammetto che è ancora forte quel mio bisogno di minchia.

Mamma, invece è come fosse assente, il viso tirato, ma è il corpo che richiama le mie riprese. La
leggere brezza scopre le belle cosce dal rosso prendisole. Chinandosi ammiro il profondo solco di
un seno intrigante, e nel girarsi l’accattivante disegno del suo fondoschiena, mi impone una perniciosa zumata.

“Ma spegni sta maledetta telecamera!”

Andando a sdraiarsi sul bagnasciuga.

Certo se mamma sapesse che neanche mezz’ora fa scopavo sua sorella, sono certo, farebbe un casino.

Solo con zia riprendo il suo distendersi al sole. La guardo compiaciuto!

“Zia è stato bellissimo”

La sua risposta è tutta nel suo penetrante sguardo

“... Merito suo!... è stato meraviglioso !!!...”

Con lo sguardo tra le mia gambe, provocante, mi chiede di spalmarle la crema protettiva. Con estremo piacere, mi accingo a farlo. Poggiata la telecamera, rigorosamente accesa, mi avvicino, interdetto, davanti a bellissime lunghe, e affusolate, gambe che richiamano il mio sguardo. Timido lo sguardo risale lo splendido culo che mi si presenta davanti. 
Un po’ di crema tra le mani e avvio intriganti massaggi. Dai polpacci risalgo, lentamente, le belle e tornite cosce, mi soffermo piacevolmente attratto dalla delicatezza della sua pelle, su glutei sodi e pieni friziono volutamente con maggiore pressione per gustare del piacere di natiche altamente erotiche, sfacciatamente libere dal perizoma che indossa.
Volutamente le dita sfiorano i primi ciuffetti a malapena coperti dal minuscolo triangolino giallo.
Ogni carezza suscita in me emozioni eccitanti.

“Devi essere più delicato” 
è l’ambiguo invito di zia, accortasi della mia iniziale irruenza.

“Zia sei veramente una gran fica”

“Non essere scostumato”

Continuo con studiata incisività la mia azione, salgo lentamente alle spalle, zia stende le braccia in avanti per agevolare i miei tocchi, sfioro a fil di pelle le mammelle che, compresse in terra, sembrano voler tracimare dal piccolo tessuto che le contiene.

“Si dai così … sei bravo … continua…piano…”

Zia maliziosa apprezza il mio fare. 
Riprendo i miei massaggi, friziono con vigore magnifici glutei che, al tatto, reagiscono plastici.

 “Mmmmmhhhhh”

 Credo cominci ad eccitarsi, ed io... anche!

“Zia mi è venuto duro…”

“Sei un bel mandrillo… non ti fermare...”

Il cazzo mi sta scoppiando.

“E tu sei davvero una gran maiala”

Mani diventate vigorose frizionano la schiena, le braccia scendono lente, intriganti, tra l’interno delle cosce, le dita maliziose passano leggermente sulla fica.
Nel divaricare, lentamente le gambe, leggo chiaro l’invito ad andare oltre.
Non so perché ma i miei occhi cercano mamma che, non lontano da noi, segue il mio fare mentre, uscita dall’acqua, si sdraia 
sul bagnasciuga.

I raggi del sole accarezzano la mia pelle. Amo la sensazione che mi procura la fresca acqua sulla pelle riscaldata dal sole. Devo confessare che il sole mi ha sempre fatto una strana sensazione, ha sempre scombussolato i miei ormoni, ed adesso faccio fatica a contenere quel vivo friccichio che dal basso ventre risale infido e lotta con il cervello che, stimolando la mia fantasia, accentua la mia sensualità esaltando la mia ritrovata femminilità. Tutto avrei potuto immaginare ma non certo di trovarmi in questa situazione.
Rivedo nello sguardo di mia sorella, l’assurdo invito ad unirmi ad un focoso amplesso. Tremo ancora all’irruenza di Roberto rapito dal corpo elettrizzato di Marcella. Rivivo la mia altissima eccitazione. Mi scuoto al pensiero di come, anch’io,‭ morbosa, ‬ho goduto alla mia espressione lussuriosa sul ‭suo ‬computer.
Ha ragione Marcella. È vero sono una donna sola. Una femmina che ha scoperto, godendone, il frutto del peccaminoso peccato. So che, adesso, sarà difficile difendermi!

Continuo con sottile trasporto la mia opera, con studiata provocazione mi soffermo sul bellissimo
culo praticamente nudo. Le dita intriganti si insinuano oltre il bordo del costume, tra le cosce sfiorano i corti ciuffetti neri, cercano le calde labbra. Le trovano.
La sua umida eccitazione mi resta tra le dita!
Sfrontato le porto alla bocca assaporando il nettare che mi sta regalando.

 “… Hai mani d’oro…”

Sento il suo corpo vibrare. I miei massaggi hanno eccitato zia, per come eccitano me. Sfacciato ostento, davanti alla sua bocca, provocatoriamente un magnifico cazzo pronto a regalarle il mio piacere.

Porto quel dito alla sua bocca, subito ad occhi chiusi lo succhia avida, assapora la sua eccitazione, la lingua scorre sul dito a mimare un sontuoso pompino.
Che troia!

“Scopami con il dito!”

Perentoria nell’invito. 

Pronto il dito, lentamente, scivola nella caldissima fica.

“Oooooooohhhhhhhhhh”

Sussulta, mentre un secondo segue il primo.

“Dio è bellissimo……”

Il suo calore si diffonde tra le mie dita e il suo corpo trema.

“Ssssssssssssiiiiiii…non ti fermare …….”

Le gambe ancor più divaricate sono un invito a possederle, contemporaneamente, anche il culo.
D’impeto infilo il pollice.
Sobbalza strozzando in gola un gemito.

“Aaaagggghhhhhhhhh……”

SANTO CIELO!!!
Contraggo naturalmente le natiche, con il dito che resta lunghi secondi a ruotare nel mio piccolo foro. Roby non sa che amo farmi possedere animalescamente, godo essere sottomessa per il mio piacere, e quel dito ora mi sta mandando in estasi!

“Dio mi fai morire”

Sorpreso di me stesso continuo veemente. Scopo, contemporaneamente, fica e culo!

“Continua…. NON TI FERM….AAAAAARRRREEE…….sssssssssiiiiiiiiii…….”

Gode trattenendo il respiro.

“Sto venendo……mmmmmmmhhhhhhhh…
Tesoro sei....grande”

Perdo il rispetto, incurante della presenza di mamma a pochi passi da noi
“Zia… prendilo in bocca...fammi godere”

“No! Vai da lei...”

“In questo stato?...”

“Falla godere!...”

Perfetta complice! Come sapesse!!

Raggiungo mamma, è sdraiata sulla battigia, mi siedo accanto, sfioro i lunghi capelli, accarezzo il viso e, a fil di pelle, il seno, con un fare che di filiale ha ben poco. Sfacciato nel farmi vedere nel mio eccitato stato.
Solo qualche istante e accompagno, delicatamente, la sua mano a saggiare il duro cazzo.

“Guarda ti desidera!”

Subito ritrae la mano.

 “Che stavi facendo?”

“Zia mi ha chiesto di passarle sul corpo con la crema protettiva….”

“... E a momenti le stavi schiaffando in bocca quel grosso coso che hai tra le gambe…”

 Cazzo se ne è accorta!

“Vi ho visto sai…ti sei scopato quella troia. Dovevo immaginarlo che sarebbe finita così, sei un porco… sempre in tiro... e quella non aspettava altro che soddisfare la sua voglia di cazzo.”

Porca puttana e ora cosa mi invento… un dato è certo ecco giustificato il suo risentimento. Mi ha visto godere del corpo della sorella.

…“Lei è veramente una troia!”

“…Una grande troia.. ”

Cerco di riprendermi, convinto che nella reazione di mamma vi sia più una componente di gelosia che di rabbia.

 “È colpa tua! Scopavo lei e pensavo a quanto sarebbe stato bello se ci fossi stata anche tu! Perché non ti sei
unita. ”

 “VERGOGNATI!”

Il minuscolo costume rosso, bagnato, rende la sua figura ancora più sensuale in tutto quel suo essere maestosa gnocca, conturbante, erotica. Ammiro gonfi capezzoli che, per l’effetto freddo, sembra vogliano bucare il minuto triangolino che li contiene. Il seno è reso ancora più tonico dall’acqua fredda, i neri riccioli, in trasparenza, sembrano voler avere il sopravvento sulla macchia di rosso che me li nasconde.

Mi sdraio davanti a lei, lasciando al lento sciabordio delle onde di spingere il mio corpo tra le sue gambe. 
Un, primo, lungo caldissimo respiro muore tra il suo intimo. Trema!
Il risucchio dell’acqua richiama il mio corpo, solo qualche secondo per apprezzare la sua sorpresa, e sono di nuova tra le sue gambe. A bocca piena lascio ai denti di mordere le intime labbra.
Stavolta è intenso il suo fremere. Mi lascio, di nuovo, trascinare dall’acqua e aspetto l’onda. Vogliosa la lingua spinge tra il taglio di invitanti labbra. Le mani sui suoi fianchi per prolungare l’eccitante momento.
La scopo con tutto il mio corpo!
Stringe forte le gambe, e non certo per inibirmi, ma per gioire dell’erotico mio attacco.

“Ti prego non continuare”

“Mamma ti desidero…”

Raccolgo residue forze e sfuggo alla sua provocazione rifugiandomi in acqua. Veloci bracciate e sono agli scogli.
Mi raggiunge e, sfrontato, senza darmi il tempo per capire, mi ritrovo a saggiare un cazzo liberato dalla costrizione del costume. Devo, mio malgrado, ammettere che è splendido!

“Va da lei e sfogati”
Ancora un tentativo per negarmi!

 “Adesso sono qui per te”

“Sei un maiale…”

Pur cupa in viso è già padrona del duro cazzo.

“Un bellissimo... porco!”

Voglio punire l’oggetto delle mie angosce, picchio sulla dura verga. L’effetto acqua però trasforma i miei colpi in particolari carezze, ed il piacere che lo assale deve essere sublime. Roberto si abbandona, offrendomi, compiaciuto, il pieno possesso del suo invitante uccello. 

Mamma materializza una violenza che perde, in breve, ogni forza. Stringe forte tra le mani un cazzo che pulsa frenetico sempre più tosto. 
Non oppone alcuna resistenza, quando, con fare sfrontato, infilo il dito medio tra le sue grandi
labbra percependo l’intimo calore che pervade la fica. 
Basta un attimo e si abbandona, lasciva con un respiro intenso e prolungato.

“Mmmmhhhuuu……..”

“Voglio scoparti”

 “Sei uno stronzo!”

Non riesco a reagire al suo perverso fare, raccolgo l’ultimo briciolo di forza!
Gli do le spalle.
Repentino‭ ‬si avvicina‭ ‬ stringendomi in un‭ ‬ ‭ ‬morboso abbraccio,‭ ‬con‭ ‬il‭ ‬ cazzo‭ ‬ben‭ ‬appoggiato tra‭ ‬le chiappe. A nulla serve il mio tentativo di svincolarsi. Sono, ormai, priva di forza. La sua è, invece, comandata da una enorme eccitazione. Con lo sguardo rivolto a Marcella, eccita la mia calda fica. Tento di reagire.

“Non puoi trattarmi così… non sono una puttana… sono tua madre!!!!….”

Un ultimo tentativo di oppormi! Le sue mani ben strette sul mio bacino con il duro cazzo che percorre subdolo il breve tratto che dal culo lo porta a sfregarmi la fica. Tocchi intriganti che incidono sul mio stato acuendo una perversa eccitazione.
Stringo forte le gambe, ma è inutile. Il suo pulsare inibisce ogni mia reazione. Le sue forti braccia mi bloccano, stringendomi più forte a lui. Una assurda esaltazione carnale ha il sopravvento.
Timorosa rivolgo, di nuovo, lo sguardo verso mia sorella.

“No! il troione di tu zia ci sta riprendendo…”

“Mamma voglio vederti porca!”

Pochi secondi per realizzare. Stavolta non scappo, ormai non ho più nulla da nascondere. Cedo. Libero la troia che è in me. Voglio essere sbattuta, scopata, desidero godere del suo cazzo, voglio confondere i miei umori tra la azzurra acqua di questo splendido mare, desidero ardentemente essere riempita della sua calda sborra e godere insieme del sublime momento.

“Sssss...copa...miiiiiiii…….”

Le sue mani sono padrone del mio seno, le dita giocano sui gonfi capezzoli. È intenso il piacere che mi procura pizzicandoli. Sento netto il palpitare della sua eccitazione tra le gambe. Al provocante contatto, con la fica accarezzo il cazzo che si intosta sempre di più tra
le mie cosce.

CHE TROIA CHE SONO!

“Scopami!”.......ooooohh....sssiiii ....”

Mi abbandono completamente, ogni limite al pudore è superato da una gran voglio di cazzo, lo sento entrarmi dentro, violento a pestarmi sulla fica, pulsare forte e scatenarmi una eccitazione altissima. Partecipo con tutto il corpo, agevolo il suo movimento spingendo ritmico il mio. Sconvolta, tremo ai suoi secchi colpi.
I nostri gemiti sono mascherati dallo sciabordio dell’acqua.
I nostri corpi avvinghiati in un abbraccio dove la libidine impera con l’acqua che ricopre ogni centimetro delle nostra pelle, è questo quello che più desidero, farmi trattare da quel gran puttanone che è dentro di me.
Spinge sempre più forte il suo cazzo teso. La sua bestiale foga riesce a farmi perdere ogni inibizione. È questo quello che più desidero in questo momento. I suoi gemiti si uniscono al mio respiro, adesso, affannoso, poi uno, più lungo e più forte, mi sento il cazzo quasi in gola.

Il sapere che potrò rivedermi nella mia lussuria accentua la mia eccitazione.Si stringe forte al mio corpo, lo sento vibrare di fortissima eccitazione.
Gemo! Sto per godere!!!

La sua eccitazione cresce in maniera più repentina della mia, il suo pestare aumenta costantemente, la sua voglia di scoparmi è così forte, sento tesi tutti i suoi muscoli.
Gemendo sborra! Mi inonda del caldo seme, schizzi che sento perforarmi, la fica si riscalda e la frescura dell’acqua nulla riesce a fare per lenire le fiamme che intimamente ivi ardono, giusto un momento prima che, anch’io, venga.

“Dai fammi godere”

Secondi che sembrano interminabili, con la mia eccitazione che sale ancora.
Percepisco netta i forti suoi schizzi, sono sconvolta da un orgasmo splendido, sbrodolo copiosa sul suo cazzo che continua a schizzarmi il suo piacere.

MI SENTO VERAMENTE UNA GRAN PORCA!

“Mamma sei una splendida troia!”

Si è vero mi sento finalmente quel gran puttanone che intimamente so di essere e che, stupidamente, ho sempre mascherato!

Lentamente, gocce di sborra risalgono in superficie sfacciata, con la lingua a pelo d’acqua, ne raccolgo alcune per gustarne il sapore misto all’acqua marina. La salsedine ne ha intriso la corposità restituendomi un sapore nuovo, altamente eccitante.
Lo guardo, nei suoi occhi c’è solo lussuria mentre infilo la lingua tra le sue labbra restituendogli il piacere della sua eccitazione.

Barcollando esce dall’acqua. Pochi secondi e la seguo confabulare con zia, e poi seguire il suo avviarsi verso casa.
Una lunga nuotata per riprendermi dall’estremo piacere vissuto e raggiungo zia che ancora armeggia con la mia telecamera.
Ho un solo pensiero : Quale sarà la reazione di mamma, ora che sa!

“Guarda...eravate bellissimi!”

Stranito dalla sua sfacciataggine, resto affascinato non già dalla erotica sequenza, bensì dall’espressione del viso di mamma, nel quale leggo la passione che il piacere riesce a materializzare.

“Tua madre sa essere una splendida amante...”

“E ora?”

“Dai andiamo da lei.”

Una frase carica di ambigua provocazione. Ho la certezza che, nel suo atteggiamento, zia cela una intrigante strategia che, da ora in poi, ci vedrà coinvolti in un gioco nel quale sarò vittima e complice nello stesso tempo. Un gioco che non governerò più, di cui però so essere l’attore principale. 
Un gioco particolare che, immagino, sia all’insegna della forte trasgressione.

Con questa riflessione
raggiungiamo mamma in giardino....
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