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Il collega camionista - 2


di cpromagnolamatura
09.08.2018    |    25.576    |    6 9.3
"Ammetto che inizialmente c’era un certo imbarazzo, considerando che l’ultima volta che mi aveva visto mi aveva mostrato beffardamente le orna da dietro il..."
Il collega camionista 2
Accesi il motore ed uscendo dal parcheggio feci in tempo ad intravedere al di là del vetro del camion il collega di mia moglie che ridendo mi faceva un inequivocabile gesto di corna!
Quali fossero i miei pensieri e le mie urgenze e la voglia di sapere cosa avesse combinato Anna nella cabina del camion credo sia facile da comprendere, ma dall’altra parte non riuscivo a capire se mia moglie , stando in silenzio mentre tornavamo a casa, si facesse gioco di me oppure no: innanzitutto, sì, è vero che l’avevo un po’ provocata, ma è anche vero che in effetti non aveva poi esitato molto ad accettare la sfida. Guidando le osservavo le gambe e la gonna che era salita abbastanza, per cui mi venne naturale allungare la mano per rendermi poi conto che era tornata dal camion senza slip. Si vede che la mia sorpresa la si leggeva in faccia perché Anna scoppiò a ridere dicendo che Franco (il camionista collega) aveva voluto un ricordino! Rotto il ghiaccio mi raccontò che era salita sul camion più per accettare una sfida con me che per l’interesse che poteva avere per il collega e che in effetti si era attardata nella sua cabina, proprio perché voleva farmi un po’ friggere di gelosia. Con Franco si era chiarita subito che voleva appunto farmi uno scherzo e quindi si erano messi a parlare, ma poi lui aveva cominciato a lusingarla dicendole che era certamente la più carina dell’ufficio , che da tempo l’aveva notata e che se non fosse per la differenza d’età l’avrebbe corteggiata.
Mia moglie incuriosita gli aveva poi detto che avevamo notato come sul suo camion fosse salita una donna accompagnata dal marito che l’aspettava in auto e Franco si era schernito dicendo che ogni tanto si concedeva qualche incontro, fuori dal menage matrimoniale, perché sua moglie, secondo lui, non era interessata molto al sesso. Mentre Anna raccontava io guidavo lentamente ma con la mano destra le accarezzavo la coscia, sentendomi eccitato. Intanto Anna mi raccontava come nella cabina l’atmosfera si fosse di fatto scaldata quando lei gli aveva chiesto se poi fosse vero che era un superdotato. Noi maschi, mi ci metto anch’io, siamo un po’ suscettibili su questo aspetto e così evidentemente lo era anche Franco perché un po’ sfrontatamente le aveva detto che c’era solo u modo per sincerarsene…..e vedendo che mia moglie per nulla turbata aveva fatto il gesto di aprirsi i calzoni. Anna, detto da lei, si era quindi avvicinata per vedere meglio, dicendogli per l’appunto che voleva solo vedere…. A questo punto l’uomo si era sbottonato la patta mettendo in mostra, a dire di Anna, un cazzo notevole, neppure in erezione.
-Beh immagino che non hai resistito dalla tentazione di toccarlo! –dissi a questo punto, allungando la mano tra le sue cosce. In breve Anna mi confessò che sì lo aveva toccato sentendolo irrigidirsi come se fosse dotato di vita propria. A quel punto Franco le aveva preso la mano facendole stringere il membro alla base e le aveva chiesto di fargli un bocchino , perché altrimenti sarebbe esploso.
Poiché in ogni donna c’è un animo da crocerossina Anna si era trovata nel caso di non potersi rifiutare nel compiere un’opera buona e si era quindi chinata per prenderlo in bocca. Anna , sarà perché originaria di Bologna, è stata sempre molto brava nel sesso orale e immagino che anche in quell’occasione non abbia voluto sfigurare. – Ma che sensazione ti ha dato? – le chiesi. Mia moglie ammise che non le era stato facile, specialmente quando lui, mettendole una mano sulla testa con il palmo aperto a scorrere tra i suoi capelli, l’aveva attirata verso di sé, per cui si era inizialmente sentita soffocare, ma poi a forza di baci , leccatine e succhiamenti, aiutandosi con la mano aveva sentito l’uomo irrigidirsi e tra le dite aveva percepito un istante prima il montare dello sperma all’interno del sesso. Accomiatandosi poi Franco aveva voluto un ricordo dell’incontro e mia moglie sfilandosi gli slip, probabilmente fradici della sua eccitazione, penso io, glieli aveva donati .
Nella settimana successiva ogni tanto le chiedevo se poi al lavoro avesse avuto modo di incontrare Franco, ma mia moglie chiudeva il discorso che il lavoro era una cosa e quello che era successo quella notte non c’entrava per nulla. Fu così però che Franco cominciò a far parte delle nostre fantasie notturne, anche se Anna ebbe sempre l’accortezza di non accennare mai ad un confronto con me. Devo dire che il fotogramma delle corna mi era rimasto impresso in maniera indelebile nella mente, ma più che irritarmi alla fine finiva per eccitarmi.
Abbiamo una casa al mare sulla nostra costa e fu così che un giorno proposi a mia moglie di invitare Franco per una cena, ovviamente con la moglie aggiunsi io. Anche in quell’occasione avevamo parcheggiato i bambini dai nonni e ci eravamo ritagliati il sabato sera con l’idea di fermarci poi a dormire al mare e tornare per l’ora di pranzo della domenica. Anna affaccendata in cucina stava preparando per la cena quando Franco ci telefonò per dirci che sfortunatamente la moglie non stava molto bene e che quindi non era il caso che venisse da solo. Feci segno a mia moglie di insistere perché venisse lo stesso e fu così quindi che alla fine si decise lo stesso e quindi sarebbe venuto senza la consorte.
Verso le 7 e mezza si presentò quindi con una bottiglia di vino e lo feci accomodare in sala per un aperitivo precena. Ammetto che inizialmente c’era un certo imbarazzo, considerando che l’ultima volta che mi aveva visto mi aveva mostrato beffardamente le orna da dietro il finestrino del camion, ma io, ben sapendo quello che probabilmente stava pensando, facevo finta di nulla, elogiando mia moglie che aveva preparato una cena niente male. La conversazione in questi casi vola alto su argomenti tutto sommato neutri, per cui parlammo del tempo, della difficoltà di allevare i figli e del tempo sempre scarso per noi. Seppi così che la moglie di Franco era in realtà la seconda moglie e che aveva avuto un figlio dalla prima, che ormai aveva 24 anni. Con il progredire della serata in effetti trovavo molto simpatico Franco e la conversazione procedeva spedita come se ci conoscessimo da tanto tempo. Dopo cena ci accomodammo nel salotto aspettando che Anna ci servisse il caffè. Mia moglie avevo notato che si era cambiata mettendosi un vestito più semplice, una sorta di tunica rossa con la gonna abbastanza corta , una spanna sopra il ginocchio. Devo dire che faceva la sua figura e anche Franco lo aveva notato perché oltre a farle subito dei complimenti avevo notato che continuava a guardarla di sfuggita anche quando parlava con me. Mi resi conto quindi che Anna non portava il reggiseno perché i capezzoli premevano con evidenza sulla stoffa. Con Franco seduto nella poltrona e mia moglie ed io seduti a fianco sul divano di fronte all’ospite intanto la conversazione, come si dice, si stava scivolando su tematiche abbastanza intime, tanto che Franco, parlando della moglie accennava che era sessualmente un po’ freddina. Fu lì che mia moglie, non so se volutamente oppure no, accennò all’episodio del camion e del fatto che avevamo visto Franco far salire una signora, quella sera. Un attimo di silenzio da parte mia e di Franco fu il momento che cambiò la serata perché ormai non potevamo più fingere. Colsi l’occasione per fare una battuta su mia moglie, che poi era salita anche lei nella cabina di Franco! – e non dirmi che non avete fatto nulla! –dissi ridendo –mi ricordo ancora come mi hai salutato quando siamo andati via! Il nostro ospite forse non se lo aspettava o forse ci sperava, fatto sta che si sentì libero complimentarsi con me per l’abilità ora di mia moglie. Stando seduto a fianco di Anna ne approfittai anche per scoprirle le gambe e mi resi conto che anche stavolta non portava gli slip. “Donne donne eterni dei” pensai citando mentalmente l’Opera di Rossini! Evidentemente anche mia moglie si era preparata per qualcosa di più trasgressivo. Tenendo alzato il lembo della tunica mi rivolgevo a Franco chiedendogli che ne pensava dello spettacolo e di mia moglie un po’, un po’… -Zoccola? – aggiunse Franco. – Si un po’ zoccola come piace a me – proseguii. .
A questo punto Anna si alzò in piedi, tra noi due e facendo una piroetta ed un inchino prese armeggiare con i bottoni della tunica muovendosi con fare seduttivo. Sia io che Franco sembravamo ipnotizzati dalle movenze di Anna e dal suo spogliarello improvvisato. Senza musica, ma noi la sentivamo lo stesso, la tunica rossa si apriva lentamente lasciando intravvedere le mammelle candide e la grande areola raggrinzita per l’eccitazione, mentre Anna un po’ si copriva ed un po’ si teneva a coppa il seno, sbucando con il candore della sua pelle tra i lembi della tunica, ora aperta che le cadevano sui fianchi. Noi maschietti quasi inavvertitamente passavamo la nostra mano sul pacco dei calzoni, come a calmare l’urgenza di una erezione che stava montando al ritmo dello strip di mia moglie. Anna sorreggendo i lembi della tunica che scendendo le coprivano le gambe con la mano ci fece segno di seguirla e si avviò verso la nostra camera matrimoniale. A questo punto ci fu un attimo di imbarazzo tra me e Franco e, sebbene fosse chiaro come si stesse evolvendola serata, c’era ancora da capire quale sarebbe stato il mio ruolo; in effetti da quello che mi aveva raccontato Anna avevo un po’ di timore di sfigurare al confronto, perché comunque sentivo il dovere di reclamare il mio ruolo di marito, ma al tempo stesso ero anche rapito da questa situazione insolita, dove un altro uomo, non solo aveva visto mia moglie spogliarsi davanti a lui, ma sicuramente ne avrebbe reclamato a per sé il fiore. Feci segno a Franco di precedermi in camera da letto e questo, se mai avesse avuto un dubbio, servì ad incoraggiarlo ulteriormente, per cui mi accodai per poi sedermi sulla poltrona posta nell’angolo opposto alletto. Anna intanto, liberatasi della tunica si era stesa sul letto offrendo al nostro sguardo il suo sesso. Franco si era quindi liberato della maglietta e dei calzoni ed era rimasto in slip. Non mancai di notare in effetti la dotazione del nostro ospite ed ancor di più quando, avvicinatosi a fianco del letto, mia moglie aveva provveduto ad abbassargli le mutande . Anna mi guardò un attimo, come a volermi evidenziare le dimensioni di quel sesso e presa a cingerlo tra le dita prima di baciarlo ed iniziare a solleticarlo tra le sue labbra. Ammetto che vederla all’opera, la mano con la fede nuziale che brillava alla luce della lampada sul comodino che seguiva il movimento della sua testa segandolo lentamente, gli inevitabili rumori di risucchio ed i gemiti di Franco contribuì ad aumentare al massimo il mio livello di eccitazione, per cui mi sbottonai i calzoni e cercai di darmi un po’ di sollievo.
Franco si girò verso di me dicendo che mia moglie avrebbe potuto soddisfarci entrambi e quindi di farmi più vicino, perché tanto non gli dava fastidio, anzi il sapere che io ero consenziente aumentava in lui il piacere. Mi alzai allontanando i calzoni e le mutande e sebbene fossi consapevole che il confronto diretto mi avrebbe penalizzato avvicinai il mio sesso alla bocca di Anna. Mia moglie sembrava avesse fatto quello da sempre e senza scomporsi iniziò a segarci e a succhiarci il sesso insieme. D’altronde ho sempre pensato che la sua origine bolognese per certe cose fosse un marchio di garanzia non solo per i tortellini.
-Se proprio una zoccola – sentii dire a Franco. Le parole e certe espressioni hanno indubbiamente un potere afrodisiaco in queste occasioni ed il sorriso malizioso dipinto sul volto della mia consorte me lo confermò.
Anna si staccò dai nostri membri e girandosi sul letto si dispose carponi portando in alto il sedere ed appoggiandosi con le spalle e la testa sul letto: un’offerta spettacolare accentuata dalle dita della sua mano che da sotto aprivano le piccole labbra scure del suo sesso evidenziandone il rosso della mucosa, lucida e leggermente edematosa. Franco si dispose allora dietro di lei avvicinando il membro al pertugio che gli veniva esposto. Mi disposi a fianco di mia moglie rivolto verso Franco tenendo le mani sulle rotondità posteriori di Anna. L’attesa era palpabile: immaginatela con io che osservo, le dimensioni del membro di Franco, specie per il diametro decisamente fuori scala; Anna che manifestava la propria urgenza ad essere posseduta, mostrando tra l dita della mano l’interno della propria intimità; ed io con le mani appoggiate sul culo di mia moglie, pronto a facilitare la penetrazione….
Franco avvicinò la punta lucida e violacea alle labbra del sesso di Anna che sentendone il contatto spinse il bacino indietro, consentendo al glande di entrare , abbracciato dalle labbra vaginali attorno all’asta . Al termine della sua corsa Franco si arrestò, ben piantato dentro mia moglie che sentendosi finalmente piena gemette con un breve suono gutturale, come di chi sta compiendo uno sforzo. Per alcuni secondi il nostro ospite rimase fermo, lasciando che Anna godesse della sua penetrazione , poi cominciò a muoversi con movimenti decisi, come se dovesse piantare un chiodo, ottenendo da mia moglie un gemito sordo ad ogni fine corsa. Osservavo il volto di Anna, concentrato nel piacere, piantato sul letto con il posteriore rialzato che ad ogni assalto si opponeva come a voler facilitare il piantarsi del membro dentro le sue viscere.
Con una mano provai ad intromettermi tra i due, per sentire fino a che punto Anna veniva infilzata e me la sentivo schiacciare completamente ad ogni affondo. Franco ci sapeva fare perché quando sembrava che Anna stesse per raggiungere l’orgasmo rallentava i colpi per riprenderli più velocemente non appena mia moglie sembrava rilassarsi. L’amplesso durò ancora per diverso tempo finchè sentii Anna contarsi in un orgasmo liberatorio. A questo punto Franco, ancora rigido se ne uscì da suo sesso e glielo porse chiedendole di finirlo con la bocca. Anna a questo punto si distese sulla schiena consentendo all’uomo di porgerle il membro che prese a succhiare segandolo. Pochi secondi furono sufficienti affinché Anna si trovasse la bocca ed il seno bagnati dallo sperma .
Anna sorridendo soddisfatta, con ancora il membro di Franco in mano, continuando a segarlo lentamente mi guardò chiedendomi che ne pensavo della mogliettina:- Sono stata una brava zoccola? – disse.
. -Una grande dolcissima zoccola! – aggiunse Franco, - ma adesso sarebbe giusto che lo prendesse anche da te, perché mi dà l’idea che non le sia bastato, almeno finchè non mi sono ripreso! – Dicendo questo si era alzato dal letto sorridendomi ed indicando verso il corpo nudo abbandonato di mia moglie. Anna allargò le gambe mostrando il sesso decisamente tumefatto per l’assalto subito facendomi segno che era il mio turno. –Dai scopami, stasera voglio essere la vostra puttana – mi disse. Inutile dire che la montai alla missionaria ,ma senza durare affatto, perché ero talmente eccitato che le venni dentro dopo neppure un minuto.
La serata proseguì fin verso le due quando Franco, dovendo tornare a casa, fu costretto a lasciarci. Mia moglie ed io ci addormentammo abbracciati, ma quello fu l’inizio di una amicizia particolare. Devo dire che ancora oggi, passati quasi vent’anni, non mi capacito dell’energia sessuale di quell’uomo. Adesso che ho pressappoco gli anni che aveva lui allora difficilmente penso che sarei in grado di avere la sua vitalità (di quella e delle volte successive, aggiungo).
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