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Prime Esperienze

La cinepresa è uno strumento erotico


di cpromagnolamatura
02.08.2018    |    7.030    |    5 9.2
"Anna si guarda compiaciuta e scioglie la cintura dell’accappatoio sì che nel riflesso dello specchio si vede il suo bel corpo incartato nella lingerie avorio..."
Credo che moltissime coppie come noi ci abbiano provato almeno una volta e se vogliamo la tecnologia dei filmetti fai da te si è giovata molto del fatto che nelle camere da letto siano entrati i freddi occhi delle macchine fotografiche prima e delle cineprese dopo. D'altronde ognuno di noi possiede sia una certa dose di esibizionismo che di voyeurismo. Adesso con il fatto che i cellulari sono dotati di ottime macchine da ripresa e che ci accompagnano in ogni momento della nostra vita, aspettando pazienti sul comodino il fenomeno delle riprese casalinghe è un dato di fatto. Non così 25-30 anni fa, quando fare foto “private” era un problema perché o te le sviluppavi a casa o dovevi darle ad un fotografo fidato, senza però la certezza di loro copie , diciamo per uso personale da parte del fotografo e dei suoi eventuali clienti. Noi conserviamo ancora dei filmini in superotto girati in cui Anna mostra fugacemente le gambe alzando la gonna o ammicca scoprendosi rapidamente il seno. Sono peccati di gioventù, da fidanzati ancora un po’ imbranati ma con la voglia di giocare. Devo ammettere che buona parte della mia eccitazione nasce sempre in maniera visuale: l’occhio vuole la sua parte ed il mio occhio ci vuole vedere chiaro. Anna secondo me ha capito fin da subito come eccitarmi e come il vedere e il non vedere fossero due aspetti della stessa medaglia. Mi diverte ed eccita ancora una uscita al mare con lei che indossava una camicetta con delle geometrie verdi su verdi e di come ogni tanto un bottone di troppo strategicamente si aprisse facendomi vedere le rotondità del seno, l’incavo stretto un un reggiseno verginale. Devo dire che alla vista seguiva una progressiva e veloce risposta del mio sesso ed ho sempre immaginato come l’impulso visivo viaggiasse dal seno di Anna al mio cervello, attraverso gli occhi e si ritrasmettesse quasi istantaneamente in basso, correndo lungo la spina dorsale per poi scatenarsi fino ai corpi cavernosi del mio sesso. Adesso, passati i 50 da un po’ di anni devo dire che ho bisogno di stimoli ben più tosti, ma all'epoca la cosa era fisiologicamente sufficiente.
Anche la polaroid è stata una grande strumento erotico, non fosse altro perché ad ogni sua posa seguiva l’ansia di vederla apparire sulla fotografia, man mano che si sviluppava: ho foto di Anna nuda sul divano, in posa che sorride gustando una banana tra le labbra e sguardo malizioso, primi piani del suo sesso e addirittura una foto di lei sopra di me, con la ripresa delle sue tette dal basso mentre mi cavalca. Sono ricordi conservati gelosamente in una scatola, sotto le lettere d’amore che le scrivevo ed altri souvenir.
L’acquisto della cinepresa per videocassette è stato poi un passo in avanti, anche se adesso riguardandole con nostalgia sto notando che si stanno degradando, i colori sono meno vivaci e talvolta si ingarbugliano con il rischio di perdere pezzetti della nostra vita famigliare ed ovviamente anche delle nostre riprese intime.
Il giorno che la portai a casa mi ricordo che passammo tutto il tempo a fare delle riprese tra noi, dei figli, dei fiori del giardino, del nostro gatto. Doveva essere lo strumento per immortalare la nostra vita famigliare e poi in effetti lo è stato , almeno in parte: abbiamo filmini dei compleanni, delle vacanze al mare, dei primi viaggi, delle riunioni famigliari ed amici. Insomma. Non sono un grande regista per cui poi alla fine preferisco sempre la macchina fotografica. L’idea di riprenderci tra noi ovviamente l’avevamo, ma certamente più io di Anna, per cui mi ricordo che, approfittando del fatto che i figli non erano presenti, ma al mare con i nonni, tornai a casa alla sera con un piccolo pacco regalo per mia moglie. Avevo programmato una seratina tra noi due e quindi aspettando che anche lei tornasse dall'ufficio avevo apparecchiato nella veranda di casa e preparato da mangiare per noi due, con le candele. Anna ama molto le atmosfere romantiche e so che sono un ottimo preludio per una serata piccante. Tralascio i particolare della cena per arrivare al clou della serata quando , dopo essere stato in camera un attimo con una scusa, ritorno porgendole il pacchetto, ben confezionato. Mia moglie sa che a me piace farle della piccole sorprese e devo dire che tutte le volte, ancora oggi, sa ancora fare la parte di quella che si stupisce e gradisce riconoscente. Scartabella con il fiocco, scuotendo il pacco come a voler indovinare dal suono il contenuto. Lo libera dalla carta e vede subito che è un capo di lingerie di marca. Le ho regalato un completino della Perla bianco avorio, con le coppe di pizzo e le calotte anch'esse di pizzo. Mi guarda come per dirmi che potevo anche spendere un po’ di meno, ma capisco chele piace molto. So per certo che non avrebbe mai spesso tutti quei soldi se se lo fosse dovuto comprare lei, ma in fin dei conti, le dico che è un regalo per tutti e due, perché anche i migliori cioccolatini devono avere un bell'incarto per essere apprezzati.
Anna ripone il completo nella confezione e inizia a sparecchiare, ma si accorge che rimango un po’ deluso e infatti mi guarda e sorniona mi dice che se sarò bravo più tardi se lo metterà, anche se solo per farselo vedere addosso perché un capo della Perla non è fatto per poi andare a dormire. Capisco l’antifona e la bacio approfittando di toccarle un po’ il seno. Rassettata la cucina ci mettiamo sul divano per guardare la televisione. Sullo schermo danno una replica di uno sceneggiato che abbiamo già visto, ma si sa che d’estate è difficile che la TV trasmetta qualcosa di nuovo. Anna che intanto si era alzata dicendo che andava in bagno torna nel tinello vestita solo della lingerie che le avevo regalato. Devo dire che in intimo mia moglie ha sempre fatto la sua figura, se poi l’intimo è di quelli giusti, né troppo casti né volgari, la cosa mi eccita moltissimo. Anna fa un giro su se stessa, soddisfatta di come le calza il reggiseno e mi guarda silenziosa aspettando il mio giudizio. A questo punto mi viene in mente una scena di un film con Mastroianni e la Loren dove le si spoglia e lui fa una serie di espressioni eccitate: non dico che fossi il Mastroianni della situazione, ma sicuramente dovevo avere uno sguardo particolare perché Anna ridendo mi disse che avevo una espressione da “porcellino”.
Scusatemi tanto, ma che espressione deve avere un marito, ancora giovane, quando in una calda serata di agosto si trova nel salotto di casa, con la moglie in lingerie bianco avorio in pizzo della Perla illuminata dai bagliori della televisione e per casa non c’è nessuno? Allora mentre la guardo lei mi gira attorno e poi mi si avvicina e mi dice se non sia il caso di toglierlo il completino, prima che si rovini. Mi riprendo un attimo dalla visione, realizzo che Anna mi sta proponendo di andare di là in camera da letto e poi…e poi? Beh si il finale va bene ma non posso certo perdermi questa visione per sempre, ed è qui che mio viene l’idea di tirar fuori la cinepresa. Dico ad Anna di aspettare che torno subito: vado nell'armadio dell’ingresso dove tengo la cinepresa e torno accendendola. Quando Anna mi vede armato capisce subito le mie intenzioni e fa segno che si vuole sottrarre. Fa parte del gioco perché il “porco” devo essere io e quindi insisto finché ovviamente dopo avermi fatto spergiurare che una volta fatto il film lo avremmo visto e cancellato (in realtà non l’ho mai cancellato, ma avrei accettato qualsiasi cosa in quel momento) mi lascia la libertà di riprenderla. Anna come credo moltissime donne ha una sua anima esibizionista ed è in queste occasioni che la tira fuori, cioè con la scusa di cedere alle mie richieste. Mi porto in camera da letto e le dico di entrare lentamente. Anna non so da dove né quando comunque entra coperta dall'accappatoio ed io vedendola entrare comincio a riprenderla zumando sul suo volto che ha una espressione come di persona che non sa di essere ripresa. Si gira verso lo specchio dell’armadio come se si volesse ammirare ed io allargo l’immagine a tutto campo. Anna si guarda compiaciuta e scioglie la cintura dell’accappatoio sì che nel riflesso dello specchio si vede il suo bel corpo incartato nella lingerie avorio. Adesso si toglie l’accappatoio e rimane davanti allo specchio per qualche secondo, facendo il gesto di chi si sistema le coppe, per poi girarsi verso di me guarda domi per un attimo. Si sgancia il reggiseno e rimane con le mammella libere, sostenendole con le mani a coppa per poi togliersi anche le coulotte, che ripiega con attenzione. Lo spogliarello sembrerebbe finito e quindi viene verso il letto dove mi ritrovo a riprenderla. Spengo la telecamera e ci baciamo poi le dico di fare ancora qualche ripresa, così per divertirci. Mi prendo del “porco”, ma la signora mi sembra lusingata per cui comincio a riprenderla di nuovo. Anna è stesa sul letto e come una consumata modella si mette in diverse pose poi con la schiena appoggiata alla testiera del letto, seduta tra i cuscini mi guarda e mi manda un bacio . Anna seduta con le gambe aperte comincia a toccarsi il sesso delicatamente, bagnandosi ogni tanto un dito, per poi riprendere la carezza. Inutile dire che la mia eccitazione era inequivocabile. Il fatto che Anna poi ad un certo punto venisse godendosi un orgasmo autoindotto fu ovviamente la logica conseguenza con la ripresa che sfumava sulle labbra lucide e gonfie della mia amata consorte.
Se la serata poi finì in una sana scopata coniugale non vale la pena di sottolinearlo, ma certamente quel primo filmino ha rappresentato l’inizio di una nostra personalissima carriera cinematografica.
E’ facile comunque immaginare come la telecamera sia diventata anch'essa un giocattolo erotico, non tanto perché ci permetteva di riprendere le nostre performance soddisfacendo il nostro personale esibizionismo, quanto perché ha finito per costituire un elemento importante nella definizione dei nostri ruoli anche quando abbiamo avuto i nostri primi incontri con altri. Provo a spiegarmi meglio bel senso che chi sta dietro alla telecamera, e in genere il sottoscritto, ma talvolta anche mia moglie, finisce per dirigere gli attori del momento con un occhio almeno in parte distaccato e in parte estremamente coinvolto, perché cerca comunque di immortalare su nastro (mi verrebbe da dire su pellicola ma i tempi dell’8mm sono trascorsi da un pezzo!) particolari ed espressioni. La prima volta che usammo la telecamera con altri avvenne quasi per caso, un pomeriggio d’inverno. Non mi ricordo se di febbraio o di marzo, ma comunque eravamo andati al mare, qui da noi con un amico. Sarà stato una quindicina di anni fa, mi ricordo che eravamo stati a mangiare in un ristorante sul porto di Marina di Ravenna e poi per smaltire la mangiata ci eravamo incamminati lungo l’arenile, praticamente deserto, a parte qualche coppia mano nella mano o qualcuno che faceva corsa sulla riva del mare. La giornata era di quelle piene di sole di fine inverno, ancora freddino ma già piacevole se si stava sotto l’irraggiamento diretto del sole. Mi ero portato la cinepresa dietro ed ad un certo punto, per ripararci dal vento, ma godere comunque del sole, ci eravamo portati in un bagno, ovviamente chiuso, ma in grado di offrici un certo riparo. La signora si era seduta su una panca fissata ad una parete del bagno per prendere e godersi il sole. Riprendendola con la telecamera mi resi conto , inquadrandola, del lato erotico di questa ripresa, perché Anna, alzando la gonna aveva abbassato le calze autoreggenti per scoprire la pelle e si era sbottonata i primi bottoni della camicetta, mostrando il decolté fino al bordo di pizzo nero del reggiseno. Anche Aldo, il nostro amico, si era seduto a fianco a mia moglie appoggiato con la schiena al muro. Premetto che con Aldo avevamo un buon rapporto da diversi anni e non nascondo che si era pure montato la mia consorte in passato, nel corso di una festa di fine anno che avevamo trascorso con le nostre rispettive consorti in un agriturismo delle Marche, ma questa è un’altra storia. Come dicevo la telecamera può essere un giocattolo erotico e ne subisce il fascino sia chi la dirige sia chi viene ripreso e infatti mentre Anna se ne stava ad occhi chiusi appoggiata con la schiena alla parete del bagno e le gambe scoperte e semiaperte e la gonna tirata su per prendere il sole Aldo mi guardò interrogativamente per un secondo, come a ricevere un segnale di consenso d parte mia. Sempre inquadrando loro con una mano gli mostrai il pollice in alto, come per dire :”continua”. Al che prese ad accarezzare la coscia di Anna finendo per alzarle la gonna. Mia moglie se ne accorse subito, ma evidentemente colse uno sguardo di intesa tra me ed Aldo che le fece alzare gli occhi al cielo, come per dire “guarda che due maiali”, ma non si oppose al gesto del nostro amico, che finì per scoprirla fino alle mutandine anch'esse di pizzo nero. Zumata nel punto di incontro delle gambe di Anna e poi sulla mano di Aldo che prese a massaggiarle il sesso da sopra lo slip, strappandole un piccolo gemito. Intanto con la cinepresa riprendevo il volto di Anna, apparentemente impassibile e con gli occhi chiusi e baciata dal sole, ma che in breve lasciava trasparire una espressione di piacere. Quando però Aldo tentò di sollevare lo slip per proseguire al di sotto del cavallo il suo massaggio Anna si riprese come da uno stato di torpore e fingendosi imbronciata ci redarguì, dicendo che voleva godersi il sole e che io la smettessi di riprenderla.
Ancora oggi, quando ci capita di rivedere quel filmato questa scena di lei che sembra risvegliarsi improvvisamente da uno stato di estasi ci fa sorridere, perché sembra tratto dai “oggi le comiche”!
Probabilmente in quell'occasione fu il fatto che avevamo forse bevuto un pochino al ristorante, la giornata di sole, la complicità tra noi tre e l’idea di “fare un po’ di cinema” che Anna stette al gioco e guardando prima me poi Aldo,con un sospiro divertito prese a sbottonarsi la camicetta lasciandoci ammirare il reggiseno e il solco profondo tra i seni , ondeggiando come a chiederci se gradivamo lo spettacolo. Ridendo le feci segno di guardare verso Aldo e verso il bozzo teso sulla patta dei suo calzoni. Mia moglie fingendosi sorpresa, ma chiaramente lusingata, stando nella parte mi guardava interrogativa. Nel filmato si sente la mia voce che la incoraggia dicendole che il poverino forse aveva bisogno di essere aiutato, perché chissà come stava soffrendo. Sempre nel filmato si vede a questo punto Anna come piegarsi verso Aldo, mentre mi sta dando di spalle di tre quarti e poi appena aperta la patta del nostro Amico ed estratta la belva si gira con aria divertita verso l’obiettivo chiedendo che deve fare adesso? Una voce fuoricampo, che poi è la mia, dice che sì, non si può lasciare un uomo in quelle tragiche condizioni e bisogna consentirgli di svuotarsi. A questo punto si vede Anna che si china e da dietro l’andar giù e su della sua testa fa intendere che gli sta praticando una pompa. Quando la riprendo mi piace molto soffermarmi molto sul suo seno, perché trovo le mammelle mature molto erotiche ma anche molto rassicuranti oppure sull'espressione del suo viso, cercando di catturare con il mutare delle sue espressioni le sensazioni che sta provando in quel momento, come quando prima è in attesa e poi si sente toccare o riempire e si morde leggermente le labbra, socchiudendo gli occhi, concentrata sul piacere che la sta (letteralmente) montando. Quella volta comunque le riprese finirono bruscamente perché si erano scaricate le batterie, ma in altre occasioni credo che il primo piano del suo volto sia l’aspetto più erotico ed eccitante.
Questo episodio è stato in realtà il primo di una serie, e quindi abbiamo diverse videocassette che teniamo nascoste dietro una fila di libri , ma che ogni tanto ci godiamo, da soli o, meglio, in compagnia di qualche compagno di giochi.
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