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Prime Esperienze

Un sorprendente corso di educazione sessuale


di cpromagnolamatura
20.05.2018    |    21.877    |    15 9.6
"“Guarda –le dissi- mia moglie ed io abbiamo fatto una scommessa: lei non crede che una professionista come Te sia in gradi di dare ad un uomo quello che una..."
Chi pensa che dopo 10 anni di matrimonio si sappia tutto del sesso … sbaglia. Non che ci manchino i fondamentali, soprattutto dopo aver messe al mondo due pargoli urlanti ed affamati, ma poi la cura della prole prende il sopravvento e la voglia di sperimentare cedi il passo alla stanchezza ed alla routine fatta di lavoro, cura di figli, lavoro, cura dei figli in un monotono alternarsi aggravato dalle ansie da neogenitori e dalle tappe legate alla crescita dei figli, ovvero asilo, tonsille, vaccinazioni, scuola, riunioni di genitori,vacanze più o meno stanziali in pensioni al mare e via discorrendo. E il rapporto di coppia? Che ne è? Beh rimane nello sfondo con qualche tentativo di riesumarlo, almeno il sabato sera e che spesso si conclude con l’addormentarsi nelle braccia dell’uno e dell’altro, dopo aver consumato , se tutto va bene , un rapporto sessuale. In quegli anni i rapporti diventano tutti eguali e nessuno in particolare resta acceso nella nostra memoria. Se di quando ci si corteggiava ricordiamo ancora alcune notti passate in un albergo di una città d’arte, di leggendarie performance mie o di sfacciate richieste sue, adesso non riusciamo più ad eccitarci ripensando a quella volta o a quell’altra.
E’ stato così che quando abbiamo salutato i figli diretti ad un campo scuola con i loro coetanei per una esperienza di una settimana in un campeggio ad un centinaio di km da casa, ci siamo ritrovati improvvisamente smarriti nella nostra casa. Volendo in qualche modo distogliere mia moglie da questa situazione le ho proposto una uscita come quando eravamo fidanzati: saremmo andati in un buon ristorante e dopo chissà, una bella passeggiata mano nella mano e poi una notte d’amore, finalmente liberi anche di non reprimere qualche rumore di troppo.
Si vede che anche Anna aveva avuto la mia stessa idea perché si chiuse in bagno concedendosi una bella e lunga vasca rilassante e profumata e la vidi mettersi in tiro, come nelle migliori occasioni. Non sto a descrivervi particolari, ma immaginatela come una donna elegante, dal fisico slanciato, sebbene non sia molto alta, truccata il giusto ( a me piace proprio con un filo di trucco discreto e lei lo sa). Guardandomi allo specchio, la vidi arrivare splendida alle mie spalle per strapparmi un moto di gradimento e sorpresa, perché da tempo non la rivedevo così in forma smagliante. Avevo scelto un ristorante sui nostri colli, con vista sull’orizzonte punteggiato dalle luci della marina perché volevo dare un tocco di eleganza alla nostra serata e stando attento a non abbuffarmi eccessivamente.
Chiacchierando spensieratamente le tenevo la mano sul tavolo come quando eravamo fidanzati e la brezza dell’imbrunire contribuiva a creare una atmosfera complice. Anna sorridendo accennò che mi aveva preparato una sorpresa e vedendo la mia espressione interrogativa aveva accompagnato la mia mano sotto il tavolo, coperta dalla caduta della tovaglia per portarla poi fra le sue gambe. Mi accorsi che non portava slip ma il caldo e l’umido del suo sesso facilitarono l’ingresso del mio polpastrello strappandole un lieve sussulto, che provvide a mascherare accennando ad un casto bacio tra coniugi. Mantenendo le dita a solleticarle le labbra del sesso mi sembrava di ritornare indietro nel tempo, quando ogni occasione era buona per toccarsi. Il “mondo” nella veranda del ristorante sembrava indifferente a noi due ed altre coppie o famiglie continuavano allegramente a viverci accanto. L’arrivo del pasto mi sorprese con ancora la mano ad accarezzarle l’interno della coscia sinistra, per cui mi ricomposi sussurrandole che avrebbe avuto la sua parte di piacere più tardi.
Non furono necessarie molte parole a sostenere la conversazione , ma anzi l’idea di una notte per noi contribuiva a mantenere sempre alta la nostra eccitazione. Terminata la cena ci decidemmo per una romantica passeggiata nelle stradine fiocamente illuminate del Borgo, approfittando di qualche tratto in oscurità per baciarci e per intrufolare le mani sotto la sua gonna. Le mie dita scorrevano veloci a separarle le labbra fino alla clitoride con lei che finiva per stringere le cosce imprigionandomi la mano, mentre con la mano tastava divertita il rigonfiamento della mia patta. Eccitati prendemmo l’auto per tornarci finalmente a casa. Sulla provinciale intanto si cominciavano a vedere delle ragazze che si offrivano esplicitamente, nella tipica mise da prostituta, ovvero gonne corte, gambe lunghissime e con i seni molto evidenti. Anna le guardava interessata tanto che mi disse di rallentare, perché voleva vederle bene. Mi sorprese questa sua curiosità, in fondo mia moglie è sempre stata una donna di chiesa, sotto molti aspetti molto ingenua, per cui decisi di assecondarla, aspettandomi da lei il solito fatidico commento sulla porcaggine maschile. Chissà cosa avranno pensato le signore vedendoci rallentare e lo sguardo attento di Anna. Il commento arrivò puntuale ed io lì per lì ribattei che in fondo erano donne di esperienza e certamente sapevano dare ad un uomo quello che evidentemente la moglie non riusciva a dare. Anna sembrò rifletterci un attimo, sempre guardando fuori dal finestrino per poi girarsi verso di me con aria di sfida per chiedermi se anche lei era una moglie così!! L’atmosfera romantica che ci aveva accompagnato per tutta la sera si frantumò in un istante.
Provai a difendermi in zona cesarini, come si dice, ma evidentemente le mie argomentazioni risultavano poco convinte, almeno così mi parve dallo sguardo non proprio conciliante di Anna. Fu così che mi venne l’idea. Se proprio voleva accertarsene avremmo dovuto fare una esperienza con una di loro! Anna mi guardava come se fossi uscito di senno, ma evidentemente ci stava anche riflettendo sopra, per cui presi l’occasione, dopo aver occhieggiato una ragazza mora, con un bel fisico, a bordo della strada per accostarmi. Abbassai il finestrino a cui si affacciò una donna giovane, ma non proprio giovanissima , sui 30-35 anni, mettendoci in mostra la scollatura profonda, piegata come era guardarci, sorpresa anch’essa di vedersi abbordata da una coppia. Anna stava zitta, imbarazza, ma anche decisa a vedere cosa avevo in mente. “Guarda –le dissi- mia moglie ed io abbiamo fatto una scommessa: lei non crede che una professionista come Te sia in gradi di dare ad un uomo quello che una moglie non è capace di dare”. La donna continuava a guardarci perplessa, per poi proporci la sua tariffa! “No non fraintenderci – aggiunsi –vorrei solo che tu ci vedessi mentre facciamo l’amore e ci dicessi come possiamo fare meglio! Anna a questo punto si girò verso di me come a dire se ero scemo o cosa poi rivolto alla passeggiatrice provò a spiegarle cosa c’eravamo detti prima di fermarci. A questo punto provai a risolvere …”Senti – mi rivolsi alla mora – facciamo così se vieni con noi tu non dovrai fare altro che guardare mia moglie e vedere se è brava o no farmi un bocchino ed eventualmente le insegnerai come migliorarsi, se poi vedi che è capace senza aiuto, basterà dirlo, tutto qui!” L’accordo per 50 mila lire fu questione di un secondo e caricai la mora nel sedile posteriore per proseguire poi in una stradina di campagna, dove spente le luci ed il motore rimanemmo in compagnia dei grilli e dell’imbarazzo di Anna.
Mia moglie a questo punto si sentì in obbligo di procedere e per facilitarle il compito aprii la patta dai calzoni dove il mio cazzo, compresso era rimasto incastrato e bagnato per la prolungata eccitazione della serata. Si vede che la prostituta aveva preso a cuore il ruolo che le avevamo attribuito perché intervenne subito, rivolgendosi verso mia moglie, dicendole che se voleva veramente eccitarmi doveva essere lei ad aprirmi la patta dei calzoni e che nel farlo doveva agire lentamente guardandomi negli occhi. Allontanai immediatamente l emani dal primo bottone dei calzoni aspettando che fosse Anna a farlo. A questo punto mia moglie mi si fece più vicino e iniziò a sbottonarmi per poi abbassare lentamente la cerniera. I boxer erano bagnatissimi e l’odore del mio sesso invase l’abitacolo dell’auto. Dietro di me sentivo la presenza della donna, che poi imparammo si chiamava Valeria, che continuava a supervisionare ogni mossa di mia moglie.
Anna a questo punto mi liberò il sesso impugnandolo alla base con la mano sinistra per poi abbassarsi d avvolgere il glande con le sue labbra. Le scostai i capelli perché Valeria potesse vedere ed anch’io comunque trovavo molto eccitante vedere la sua bocca aperta attorno all’asta. Dopo un po’ Valeria intervenne facendole notare che avrebbe dovuto accompagnare le labbra che si muovevano attorno al glande con la mano che afferrava il pene alla base, così da accompagnare il lavoro orale con quello manuale, alternando leccate e succhiate vere e proprie. Sentii Anna prendere sul serio le parole della donna e comincia a pensare che non avrei retto molto a lungo questo giochino. Anna se ne accorse e rallentò il ritmo, ma Valeria le consigliò in questi casi di stringere alla base del pene, perché così mi avrebbe sicuramente bloccato sul nascere l’eiaculazione. Sentii anche qualcosa che aveva a che fare con il mio culo, ma non riuscii a capire bene se non quando dopo un po’ vidi Anna umettarsi l’indice facendolo scorrere tra il glande ed il prepuzio per poi cominciare a premerlo dietro di me. Che dire l’allieva imparava subito!
Non ce la feci più e cominciai a venire copiosamente in bocca ad Anna che cominciò a ridere, d’intesa con Valeria. Mi ricomposi alla bell’è meglio e guardai Anna, ancora sorridente: “Beh allora che ne pensi, hai visto che avevi da imparare anche tu, qualcosa?” “Tua moglie potrebbe essere una brava puttana – sentii dire dal sedile di dietro – e con questo mi misi a ridere anch’io. Accompagnammo Valeria sul suo posto di lavoro, salutandoci allegramente.
L’atmosfera romantica aveva preso una piega decisamente erotica e così tornammo a casa, nel nostro lettone, dove Anna volle continuare il gioco delle parti, chiedendomi di lasciarle 100 mila lire sul comodino, perché per quella notte sarebbe stata la mia puttana.
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