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Prime Esperienze

Il collega camionista 10 (la prima volta che...)


di cpromagnolamatura
09.03.2019    |    11.904    |    6 7.8
"Questo racconto non è un racconto, o meglio è la cronaca di una esperienza fatta da mia moglie con me e Franco molti anni fa e quindi, sebbene con gli anni i..."
Questo racconto non è un racconto, o meglio è la cronaca di una esperienza fatta da mia moglie con me e Franco molti anni fa e quindi, sebbene con gli anni i fatti tendano a modificarsi nella nostra memoria e si abbelliscano nel ricordo, abbiamo cercato, rileggendolo insieme più volte, di fare una descrizione dei fatti e delle emozioni che ci siamo portati dentro quella volta. Premettiamo che all’epoca Anna aveva compiuto da poco i 30 ed io qualche anno in più, mentre Franco, il collega di mia moglie nonché nostro compagno di giochi per circa un paio di anni, all’epoca aveva 55 anni. Considerate che sono passati 30 anni!
Franco era entrato a far parte del nostro ménage particolare già da alcuni mesi e quindi mia moglie aveva già avuto alcuni rapporti completi con lui, con me presente, anche se più spesso relegato al ruolo di spettatore e di organizzatore che come partecipante. Avevamo i figli ancora piccoli e quindi le occasioni per distrarci erano poche e dipendevano oltre che dallo star bene tutti, dalla disponibilità dei miei suoceri ad ospitarli da loro per lasciarci quella giornata o mezza giornata di libertà, dal ciclo spesso irregolare di mia moglie, per cui poteva anche capitare che improvvise mestruazioni ci facessero saltare certi programmi, nonché dagli impegni di lavoro, compresi i miei turni in ospedale. La sede ove naturalmente finivamo per incontraci più spesso era sulla costa adriatica, a Milano Marittima dove abbiamo una villetta a schiera ereditata dai genitori e, quando non occupata durante l’estate da noi con i figli o dai vari nonni, andava benissimo come garçonnière.
Aver scoperto questa complicità con una terza persona ci stava arricchendo molto anche nel nostro rapporto coniugale ed inoltre Franco non rappresentava un pericolo alla nostra unione: era sposato (secondo matrimonio) di quasi 25 anni più vecchio di mia moglie, dal fisico non slanciato (aveva una discreta pancia da bevitore di birra e pasti consumati in fretta sulla strada), con pochi capelli. Leggendo la descrizione sembrerebbe un mostro! No dai, dalla sua aveva un bellissimo sorriso da schiaffi, un carattere estroverso ed una dotazione invidiabile sia per il suo aspetto (dimensioni!) in generale che per la sua resistenza e poi era molto intelligente e, non ultimo, avevamo raggiunto una buona intesa e complicità anche oltre ai giochi di letto.
L’occasione di cui vi voglio riferire è relativa ad una serata di fine marzo, la prima dopo le vacanze di natale, perché le settimane precedenti erano state costellate di influenze, raffreddori, problemi vari e quindi avevamo decisamente voglia di ritrovarci a giocare insieme, e le avvisaglie di primavera ci hanno sempre smosso l’istinto scopereccio. Mi ricordo che avevo anche chiesto un cambio turno con un collega di lavoro e Anna era andata dal parrucchiere per tagliarsi i capelli. Premetto che adoro regalare biancheria intima a mia moglie, perché subisco il fascino della lingerie. Per l’occasione le avevo procurato un completo con un reggiseno avorio, ma un po’ particolare, a mezza coppa e a balconcino. In poche parole, l’effetto era di un reggiseno che sosteneva il seno, ma la coppa non era intera per cui copriva solo metà capezzolo e spingeva in alto il seno in modo a mi parere estremamente erotico, perché sembrava quasi un’offerta allo spettatore. Ripensandoci sarebbe stata un’ottima mise per una giovane sposa pronta ad immolare imeneo sul talamo nuziale. Gli slip erano abbinati e quindi anch’essi bianchi avorio (non mi piace il bianco spedale!), con dei pizzi laterali e alti alla coscia, sì da slanciare le gambe, per le quali le avevo procurato dell’autoreggente color carne.
Di solito quando organizzavamo le uscite la settimana trascorreva come in trance, come in una sorta di sottile eccitazione per quello che sarebbe potuto accadere. La voglia di toccarci aumentava e gli sfioramenti, apparentemente casuali contribuivano a mantenere viva l’aspettativa. La serata sarebbe iniziata a cena, in un ristorante molto rustico, tenuto dai pescatori locali dove eravamo già stati diverse volte e poi dopo una passeggiata a digerire avremmo concluso nella nostra abitazione, che per l’occasione sarei passato in anticipo a riscaldare. Arrivati al ristorante ci sedemmo ad uno dei tavoli comuni, in questo luogo infatti è caratteristico mangiare in tavolate con fogli di carta gialla al posto delle apparecchiature tradizionali, e cominciando a sbocconcellare un po’ di pane ci siamo smessi ad aspettare Franco, che è apparso con una rosa rossa in mano per Anna. La cena è andata avanti regolarmente fino a che Anna si è scusata per andare in bagno a rinfrescarsi. Rimasti soli Franco non mi ha nascosto di essere molto eccitato all’idea della serata e che Anna quella sera secondo lui era decisamente la figa più bella che ci fosse in giro. Visto che Anna tardava un attimo Franco si è alzato per cercarla, anche perché stavano portando il dolce. Non so quanto tempo passasse, ma io il dolce l’avevo già finito da un po’ quando dal bagno rientrarono sia Anna che Franco. Poiché ridevano con sguardi di intesa mi ricordo che ne ero rimasto anche un po’ indispettito, ma poi mangiai subito la foglia quando, sedendosi Anna di fronte a me, non feci a meno di notare un piccolo arrossamento sul collo. Visto che lo guardavo Franco si mise a ridere e Anna, interdetta capì, coprendosi il collo con la mano lanciando uno sguardo burbero verso Franco, che sembrava un bambino con le mani nella marmellata! Certamente Anna non aveva saputo resistere ad un piccolo preliminare e per farsi perdonare mi si mi diede un bacio davanti a Franco, che quindi propose un brindisi agli sposini, che eravamo poi noi. Ancora oggi quando ricordiamo quella serata Anna nega che si fosse appartata in bagno con Franco, forse perché vide allora in me il fatto di esserne rimasto contrariato come un piccolo sfogo di gelosia. Gelosia? Beh, ma come si può pensarlo dico, visto poi che ho condiviso con Franco mia moglie in tutto e per tutto, soprattutto dopo quella sera? Andiamo con ordine e forse è meglio premettere ancora una cosa, cioè che nella settimana precedente l’incontro con Franco, come vi dicevo, venivano da un prolungato periodo di quasi digiuno sessuale, per via delle cose che ho detto e alla sera, nel letto, stanchi ci concedevamo solo qualche coccola o masturbazione reciproca, per cui insomma avevamo una certa fame, ma eravamo anche decisi a mantenerci affamati, a questo punto, fino alla serata programmata con Franco e per l’occasione Anna mi aveva anche promesso la sua (quasi) verginità posteriore. Anna infatti ha sempre avuto qualche problema di imbarazzo ad andare oltre al sesso canonico e le poche volte che me lo aveva concesso si contavano sulle dita di una mano. Anna adesso mi dice che questa sua idiosincrasia per il sesso anale era dovuta sia all’educazione ricevuta, ma soprattutto perché da bambina quando era ammalata l’avevano spesso curata con le supposte (a proposito ma si usano ancora? A casa mi, da quando i figli hanno l’età di dire no, di supposte non ne sono più entrate!) per cui non si sentiva a suo agio e quindi prima di accettare da me un rapporto di quel tipo dovette arrivarsi molto eccitata e con freni inibitori un po’ sciolti. Quindi quella sera entrambi nutrivamo diverse speranze con il coinvolgimento di Franco, che era capaci di “sciogliere” le inibizioni di Anna.
Bevuto il caffè e pagato (pago io quando usciamo con Franco, anche se lui ogni tanto prova ad offrire, ma così ho quasi l’impressione di essere colui che conduce il gioco) siamo usciti a fare due passi nella passeggiata che è prospiciente i bagni. Ammetto che avevamo comunque anche bevuto abbastanza per cui due passi ci avrebbero fatto bene. Entrambi davamo il braccio ad Anna che non so se fosse un po’ brilla o se lo facesse, ma flirtava vistosamente con Franco alludendo alle sue dotazioni ed al fatto che non vedeva l’ora di gustarselo tutto. Ad un certo punto Franco le chiese se per caso non volesse un assaggio, prima che tornassimo all’auto ed Anna un po’ sorpresa e un po’ no guardandomi con una luce di sfida disse che in effetti erano passati mesi dall’ultima volta e che forse sarebbe stato appunto il caso di un aperitivo. Franco ridendo disse che potevamo appartarci un attimo in uno dei bagni, ancora chiusi per la stagione che tanto era una serata non troppo fredda e che comunque Anna l’aperitivo avrebbe potuto darlo ad entrambi.
Ridendo come adolescenti ci siamo quindi infrattati dietro le cabine di un bagno, scostati dalla strada ma con un minimo di illuminazione proveniente da un lampione di sicurezza. Un attimo di imbarazzo, ma solo un attimo perché Anna ridendo ci disse di mostrare la mercanzia. Detto fatto sia Franco che io avevamo abbassato la zip dei calzoni ed esposto il pene all’attenzione di mia moglie. Anna ridendo ci disse che se li ricordava più grandi e quindi corse di nuovo in strada lasciandoci come due imbecilli. Successivamente le chiesi come mai ci avesse provocato ma lei mi ha sempre chiuso la bocca dicendo che una signora può ritirarsi in qualsiasi momento.
Ormai era ora di lasciare Cervia e quindi andare alla nostra casetta per trascorrere la serata. In auto Anna era voluta salire davanti al posto del passeggero, mentre Franco, da dietro si era messo in mezzo per chiacchierare. Guidai in silenzio, forse attendendo che Anna o Franca dicessero qualcosa, ma nessuno sembrava aver voglia di parlare, ma solo in attesa degli eventi. Arrivati al cancello feci strada, accendendo le luci ed Anna scivolò in bagno, ma prima ebbi l’occasione per chiederle se aveva voglia, che potevamo anche finire lì. Mi sembrava, infatti, di aver percepito un certo ripensamento da parte sua, ma mi sorrise mandandomi un bacio mentre chiudeva la porta del bagno. C’è sempre un po’ di imbarazzo a questo punto negli incontri con altri uomini perché non so se debbo parlare e fare gli onori di casa o aspettare con apparente non chalance che gli eventi prendano la piega desiderata in maniera naturale. Franco a sua volta mi sembrava in preda ad una sottile eccitazione e semmai avesse sentito un po’ di imbarazza non lo dava a vedere, anzi mi fece l’apologia di mia moglie, dicendomi come ero fortunato rispetto a lui ad avere Anna così libera. Secondo Franco il mix di aspetto borghese di madre di famiglia e di moglie associato al modo di fare e di darsi di Anna la rendevano speciale. Ci eravamo seduti sul divano del soggiorno in attesa che Anna uscisse dal bagno e stavamo sorseggiando un dito di brandy, giusto per darci un tono, quando Anna si presentò a noi solo con la biancheria addosso e, in risposta ai nostri commenti di apprezzamento, faceva la ritrosa facendo finta di volersi nascondere, ma in realtà facendoci vedere meglio le sue curve. Anna dopo i parti, infatti, aveva preso diversi chili, che a suo dire la rendevano grassa, ma che secondo me, invece, le conferivano quell’aspetto un po’ burroso di donna matura che mi era dispiaciuto non trovare in lei da fidanzi. Ci alzammo entrambi per venirle incontro, ma Anna fu più lesta e mi si avvicinò per baciarmi dicendo che non riusciva a dirmi quanto mi amasse. Mentre ci baciavamo anche Franco le si era fatto vicino da dietro accarezzandola sui fianchi. Seguimmo Anna in camera da letto e cominciammo a toglierci i vestiti ma Anna ci chiese di non toglierci le mutande perché le piaceva farlo lei. Mia moglie infatti mi ha sempre confessato che vedere il pene di un uomo eretto liberato improvvisamente dallo slip la eccitava moltissimo. “Franco – aggiunse – prima devi però sapere una cosa cioè che stasera ho promesso a Carlo che mi sarei fatta prendere da lui dietro, ma ho un po’ di timore e quindi visto che sei un uomo di esperienza dovrai guidarlo tu perché non voglio che mi faccia male! Franco mi guardò fuggevolmente e poi replicò “Anna sarà un onore, vedrai che se seguite le mie indicazioni in futuro non vorrete mai privarvene di questa cosa, ma dopo, se tu lo vorrai, vorrei essere io il tuo secondo uomo a cogliere la tua rosellina”. La chiamò proprio così, “rosellina” e su sta cosa ci abbiamo sempre riso tanto che anche oggi che abbiamo passato i 60 se dobbiamo accennare all’anno lo chiamiamo “rosellina.”
Anna si sedette sulla sponda e quando le andai vicino mi mise le mani sugli elastici dei boxer sui fianchi e cominciò ad abbassarli liberando il mio sesso che le fece onore, rigido e già in parte esposto e ben presto preda delle sue labbra. In pedi con Anna che mi sbocchinava con passione e diligenza Franco le si era seduto a fianco liberandola del reggiseno per accarezzarle le mammelle e succhiarne i capezzoli, che parevano essere fuoriusciti come duri cilindri dall’areola. Ad un certo punto mia moglie si distesa sulla schiena aprendole gambe per mostrarmi il suo sesso, come a chiedermi di ricambiare il favore. Mi diedi da fare finché non la sentii gemere e mi sorprese quando a quel punto, quasi senza aprire gli occhi, la sentii chiedere a Franco di prenderla! Franco, che mentre leccavo la figa di Anna era rimasto a guardarci accarezzandosi il sesso da sopra i boxer, se li tolse e venne a rimpiazzarmi fra le gambe di mia moglie e penetrandola con sua estrema soddisfazione perché la sentii gemere e con voce alterata chiedere al nostro amico di scoparla. Franco, come ho già avito modo di dire, aveva quasi vent’anni più di mia moglie ed un fisico un po’ tarchiato e vederlo all’opera nella monta di Anna mi lasciava sempre un certo sconcerto, così come sentire i gridolini e i gemiti di apprezzamento. Penso che Anna debba avere avuto diversi orgasmi quella volta finché si sentì pronta per mantenere la sua promessa. Osservai il suo sesso bagnato ed arrossato mentre Franco se ne era appena uscito e poi vidi Franco prendere un cuscino e metterglielo sotto le reni, in modo di alzarle il culo. Anna intanto si accarezzava le grandi labbra imperlate della lubrificazione avvenuta nella monta con Franco e si umettava la rosellina. “Sono molto eccitata – mi disse- ma adesso ti voglio dentro e tu, Franco, guidaci.” Franco le disse di fare un respiro se cominciò a massaggiarle l’ano con la punta di un dito e poi di due, tentando ogni tanto di introdurle fuggevolmente ma per rimanere poi sempre all’esterno. “Ti sto preparando Anna – le disse fra un po’ introduco un dito ma quando ti dico di spingere, come se dovessi fare la cacca. Fallo e poi rilassati.” Porse l’indice a mia moglie perché lo insalivasse per bene e ricominciò il massaggio e dicendo “ora!” cominciò a spingerlo dentro, mentre lei invece sembrava volerlo espellere. Magicamente non appena lei finiva di spingere notai che il dito era penetrato di un po'. Andarono avanti per qualche minuto finché Franco mi disse di posizionarmi. Devo dire che ero molto eccitato e così avvicinai la punta del pene al suo buchetto e quando lei fece la mossa di spingere su indicazione di Franco lo introdussi e mi ritrovai alla fine come in parte risucchiato. Dopo qualche risucchio ero ormai completamente dentro di lei e vedevo l’anello del suo sfintere avvolgere completamente il mio pene. Rimasi fermo per alcuni attimi su consiglio di Franco, perché Anna si doveva abituare, poi cominciai a pistonarla lentamente. Se prima aveva avvertito un po’ di dolore in breve il tutto si risolse piacevolmente per Anna che mi chiese di spingere fino in fondo e forse sarà stata questa richiesta rispetto all’eccitazione che avevo provato la causa che mi provocò dopo pochi secondi l’eiaculazione dentro di lei. Anna forse ci rimase un po’ male, perché per lei il godimento stava appena iniziando, ma mi tenne dentro finché il mio sesso, rimpicciolito se ne uscì, tirandosi dietro una scia biancastra . Mi feci da parte con Franco che evidentemente voleva prendere il mio posto perché puntò decisamente verso il centro della rosellina ancora dilatata e spinse con decisione strappando un urletto di dolore a mia moglie. Raggiunta la fine corsa si assestò qualche secondo cominciando poi a sua volta un movimento di adirivienti molto veloce deciso e profondo. Vedere Anna in quella situazione mi procurò una scarica di adrenalina tanto che sentii le energie tornare e dopo pochi secondo ero ancora in preda ad una erezione, come non mi capitava da tempo. Mi avvicinai ad Anna chiedendole che sensazioni stesse provando. Anna in parte stravolta dal piacere e dalle forti sensazioni sembrava persa. Ne approfittai per accarezzarla con le dita la passera, ma Franco mi disse che avrei dovuto leccargliela. Senza discussione alcuna mi piegai con la lingua a succhiarle le grandi labbra e la clitoride mentre a pochi centimetri dal mio naso vedevo scorrere l’affare di Franco, lucido di umori e anche con screziature marroni che mi fecero capire quanto in profondità doveva essere andato. Alla fine anche Franco se ne venne e uscendo aveva il profilattico pieno del suo sperma e sporco all’esterno degli umori e secreti di mia moglie. Anna visto il mio stato si mise carponi offrendomi le terga e a questo punto finalmente riuscii a portare a termine quello che avevo iniziato.
Nel lettone di cassa nostra nei giorni seguenti ripetemmo l’esperienza e questa volta con soddisfazione per entrambi . Da allora lo abbiamo fatto diverse volte, variando le posizioni, ma sempre applicando la tecnica dei piccoli passi che ci ha insegnato Franco quella sera. Mi eccita sempre quando sono piantato dentro di lei e Anna mi chiede che sensazioni provo, così come qualche volta, cambiando il ruolo mia moglie mia ha posseduto con un dildo per fami provare, dice lei, la sensazione di pienezza e di vuoto che prova lei in queste occasioni; tra l’altro è una delle poche volte, quando abbiamo rapporti anali, in cui ci eccita anche un certo turpiloquio, forse perché le parolacce, associate al tabù del sesso anale sono loro stesse un potente afrodisiaco: chi lo sa cosa passa per la mente umana in queste circostanze.
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