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Il collega camionista - 7 (Eccomi sono qui)


di cpromagnolamatura
14.10.2018    |    9.758    |    8 8.8
"Mi sorride, sempre con la testa appoggiata sul letto e il sedere in alto..."
Ecco sono qui.
Seduto nella poltrona alla base del nostro letto matrimoniale: un letto che per me ora è un grande palcoscenico. Anche le luci, come a teatro sono affievolite e io mi trovo nella penombra della camera. Il letto è illuminato dalle abatjour sui due comodini, che diffondono una luce calda, filtrata dai paralume. La nostra è la tipica stanza di una casa al mare, spartana,ma confortevole, con una foto di marina incorniciata alla parete laterale, una piccola credenza per i costumi ed un armadio a due ante, comprato all’Ikea, dai colori tenui. Sulla credenza un portafoto con un primo piano di Anna e mio abbracciati e sorridenti, una conchiglia comprata in uno dei nostri viaggi. In un angolo un gommone per bambini, un po’ sgonfio e con i suoi remi appoggiati al muro. La finestra è chiusa e le tapparelle sono giù, ma tanto è notte.
Ecco sono qui.
Mi sorprendo a pensare al contrasto tra lo normalità della stanza e alla scena che si sta svolgendo sul grande letto, con Anna mezzo nuda appoggiata di traverso sulle ginocchia, con la testa appoggiata sulla sponda opposta, ma il volto girato verso il muro sì che in questo momento non ne vedo l’espressione. La gonna è arrotolata sui suoi fianchi e lascia scoperte le gambe, mentre la camicia aperta lascia intravedere il seno che dondola in avanti e indietro. Franco le sta dietro. Ha le mani appoggiate sui fianchi di Anna: la trattiene a sé e poi la rilascia in un movimento ripetuto. Anche Franco è mezzo vestito, come Anna. I calzoni appoggiati sui piedi e i boxer sulle caviglie. Indossa una Tshirt blu con un disegno di una band musicale e la scritta Keess, che gli arriva ai fianchi, sollevata all’altezza del suo stomaco. Mi viene da pensare che non è un capo molto adatto per un uomo di 55 anni come Franco, ma poi penso che fa il camionista e forse c’è abituato a vestire così.
Ecco sono qui.
Sono una cosa sola con la poltrona. Mi sto accarezzando il sesso. Voglio darmi piacere ma non voglio venire subito. Sono affascinato dalla scena di Anna e Franco. Ogni gemito strappato ad Anna mi fa accelerare la mano. Rifletto sul mio essere spettatore, ma anche attore. Diciamo attore non protagonista, almeno per il momento. Siamo arrivati dal ristorante da poco più di 15 minuti e non ci sono stati convenevoli, come se i convenevoli si fossero consumati seduti al tavolo della cena. Ho parcheggiato l’auto e aperto la porta di casa. Anna e Franco sono andati subito in stanza, senza dire una parola, senza uno sguardo verso di me o un cenno. Sono entrato e lei era già prona sul letto, pronta a ricevere. Franco mi ha stupito perché si è dimostrato pronto a soddisfarla. Le è entrato dentro con naturalezza.
Ecco sono qui.
Adesso Anna ha girato la testa verso di me. Sento il loro respiro. Anna ha gli occhi chiusi e lo sguardo concentrato. La bocca è semiaperta ed i lineamenti sono contratti. Il suo corpo sembra volersi contrapporre ad ogni assalto di Franco, liberando un gemito sordo come di un sforzo. Li guardo nel loro insieme, ed i loro movimenti meccanici mi ricordano quelli di una macchina i cui ingranaggi si muovo sincroni: ad ogni azione ne corrisponde un’altra, in una sorta di moto perpetuo. Non ci sarebbe nulla di erotico se non ci fosse l’espressione di lei, che mi rivela il suo piacere. Per la prima volta sembra accorgersi me. Mi sorride, sempre con la testa appoggiata sul letto e il sedere in alto. Accelero la mia masturbazione, ma non voglio venire. Non ancora.
Eccomi sono qui.
Franco sta aumentando il ritmo e le tiene i fianchi con energia. Sento il suo respiro più forte e sta dicendo qualcosa, ma non ne percepisco il senso. Mia moglie ha chiuso gli occhi e con le dita stringe il lenzuolo, adesso ha appoggiato la fronte sul letto e si è in parte alzata sui gomiti. Le vedo il seno sobbalzare in parte coperto dalle falde della camicetta, ma adesso ha i capezzoli più scuri e evidenti rispetto all'areola. Franco sembra volere entrarle dentro ancora di più e la sua pancia è completamente appoggiata alle natiche di Anna. Lui le sta sopra appoggiato muovendosi piano. Capisco che la sta riempiendo dagli ultimi spasimi e le rimane piantato facendola cadere supina, con le braccia abbandonate oltre la sponda del letto. Li guardo così per attimi che mi sembrano lunghi . Ho bisogno di venire anch'io e in pochi secondi vengo nella mia mano.
Ecco sono qui.
Franco si è staccato da Anna e vedo il suo pene rilassato, ma con il glande scoperto, rosso scuro. Franco mi guarda tirandosi su i calzoni e mi fa un cenno di intesa e poi sparisce in bagno. Anna è ancora nella posizione di prima,stesa sulla pancia, con le gambe semi aperte. Noto le grandi labbra tumefatte ed un rivolo lattiginoso che le scivola lungo la coscia. La gonna arrotolata le lascia le gambe scoperte. Ha gli occhi chiusi ed i capelli sciolti le ricadono coprendole il viso. Anna è girata verso di me e ci guardiamo negli occhi per un secondo con cui ci diciamo tutto.
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