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Il collega camionista 9 (una festa di carnevale)


di cpromagnolamatura
03.03.2019    |    8.527    |    4 9.6
"A questo punto Franco ed io ci avvicinammo al bancone chiedendo se potevamo vedere la coppia che era appena salita darsi da fare..."
Questo nono racconto è un nostro omaggio al carnevale e si basa solo ed esclusivamente sulle nostre fantasie. Fantasie che realizziamo in parte tra di noi, ma che ahimè non ci hanno mai visto coinvolti nella misura che andiamo a descrivere. Forse abbiamo esagerato con le descrizioni ed abbiamo abbandonato il nostro stile un po' soft per una volta, ma non ci dispiaceva appunto viverlo come una fantasia, in totale libertà di pensiero.

Sono passati molti anni, ma ancora oggi ricordiamo con piacere ed un po’ di rimpianto, le giornate passate con Franco. Sarà perché eravamo giovani e lui era entrato nella nostra vita quasi come un compagno di giochi più maturo, sarà perché comunque in quegli anni rappresentava per noi un momento di liberazione dalla routine e di trasgressione, sarà forse perché il rapporto che si era instaurato tra noi tre era di completa complicità , senza gelosie, sarà per chissà quale motivo ma ancora oggi, che abbiamo adesso gli anni che aveva lui allora ci rendiamo conto di quanto ci manchi. Non solo per il sesso, che comunque ha sempre rappresentato un ottimo motivo per vederci, ma per l’intimità che si era instaurata tra di noi, capaci di parlare anche per ore dei nostri problemi e di passare al letto con strema naturalezza. Ammetto che come molti uomini sento la necessità di inquadrare una scena, di viverla anche visivamente per trovare la giusta eccitazione, al contrario di Anna che forse la vive più cerebralmente di me, e Franco devo dire che soddisfaceva entrambi, sia perché dotato di una grande prestanza fisica (poteva durare ore), sia perché era capace di coinvolgerci in avventure anche con altri, come quella volta che partecipammo ad una serata un po’ particolare in una villa nel padovano. L’occasione era un sabato sera nel periodo del carnevale e l’invito richiedeva la partecipazione in maschera, ma a tema, nel senso che la serata avrebbe avuto come leitmotiv una casa chiusa stile anni ‘30. Franco si era procurato un invito e lo aveva esteso a noi. Ripensandoci probabilmente il fatto di portare una coppia sarà stato il prezzo che avrà dovuto pagare per ricevere l’invito, ma all’epoca eravamo forse un po’ troppo ingenui e non ci passò neppure per la mente. Adesso non vogliamo fare però neppure la parte degli sprovveduti perché chiaramente sapevamo che la serata era stata organizzata per essere anche piccante e quindi eravamo preparati. Franco comunque ci aveva garantito che saremmo stati liberi di giocare e di divertirci senza sentirci per questo costretti a fare cose che non ci fossero piaciute. L’idea del carnevale in maschera, comunque, ci aveva stuzzicato, e avevamo passato la settimana a fare i preparativi per il costume. Io poi che sono un perfezionista mi ero anche documentato per capire cosa si poteva mettere e cosa no, di come all’epoca la lingerie non fosse proprio come oggi, cioè di nylon, ma di materiale pregiato, come la seta o il lino. Mi hanno sempre attirato le rappresentazioni femminili imbustate con la vita stretta ed il corpetto che spinge in alto i seni rendendoli appetitosi. Anna riuscì in effetti a procurarsi un busto decorato in pizzo, appartenuto a chissà quale nonna, ancora con le stecche in osso e l’apertura a V sullo scollo davanti, chiuso da un nastro. Completava il tutto con un paio di culotte di seta bianche perla che le evidenziavano perfettamente le curve delle natiche. Il problema era comunque il vestito di sopra, diciamo, anche se poi pensandoci, nei bordelli non è che dovessero proprio essere troppo vestite. La fortuna comunque ci aiutò perché trovammo a un abito a fiori molto scollato ma con la sottana lunga alla caviglia che le dava un aspetto da maestrina niente male. Scarpette con tacco basso e cinturino alla caviglia e un pomeriggio dalla parrucchiera a farsi fare dei gran boccoli ai capelli. Dal canto mio non ebbi molta difficoltà a trovare una giacca con i risvolti un po’ flosci ed un cappello dalle tese larghe per darmi decisamente il tono di un possidente, con tanto di panciotto decorato dalla catena dell’orologio. Lasciati i figli dai nonni siamo partiti alla volta di Padova, prendendo su Franco che ci aspettava in un bar dell’Adriatica, subito oltre il Reno e prima di Argenta. Anche Franco si era vestito da signorotto di campagna con un vistoso anello alla mano sinistra, perché sosteneva che i ricchi possidenti, come gli allevatori di maiali, secondo lui si distinguevano almeno per due cose: un anello con un bella patacca vistosa al dito ed il portafoglio gonfio a fisarmonica! Ricevuti i complimenti di Franco e con foto di rito al bancone del bar, proseguimmo quindi alla volta del padovano, per poi perderci nella campagna nebbiosa di un sabato sera di febbraio. Devo dire che Anna faceva una gran figura, specie per l’acconciatura elaborata che le conferiva un’aria mista da bambina e da porca insieme, non so se mi spiego!
Arrivati all’indirizzo di una casa di campagna preceduta da un gran viale ornato su entrambi i lati da alti tigli abbiamo parcheggiato nel piazzale antistante vicino ad altre auto. Notammo anche diverse targhe straniere, per lo più austriache e di provincie del nord e del centro Italia. La casa, o meglio la villa, era di quelle con alti camini ed un patio centrale con colonne e sulla porta di ingresso due grandi lucernai in ferro battuto, mentre il vialetto era illuminato e segnalato da lucerne. Varcato il portone d’ingresso fummo accolti da una ragazza in maschera che sorridendo prese in consegna i nostri cappotti rilasciandoci un buono per la consumazione ed un pieghevole in cui si illustrava l’organizzazione della festa. Tra le altre cose era specificato l’obbligo del profilattico, ed il manleva dell’organizzazione rispetto a rimostranze, furti o incidenti. Ad Anna fu anche consegnata una coccarda tricolore con un numero da appuntarsi sul vestito. Eravamo un po’ perplessi a evidentemente l’organizzazione doveva sapere il fatto suo ed avere avuto come dire…altre esperienze . Nel salone intanto notammo come l’area centrale fosse destinata alle danze, mentre lungo le pareti erano disposti dei divanetti molto sobri e di foggia antica. Su un lato della sala cera una zona bar con a servire una donna di una certa età. Molto procace in stile madama, anche perché dietro di lei troneggiava un cartello con il prezzo delle diverse consumazioni….e non si parlava solo di bevande! Alcune “signorine”, agghindate con lingerie d’epoca si aggiravano porgendo sigarette o sostavano al tavolo di avventori. Non riuscivo a capire comunque se si trattasse di ospiti, come lo eravamo noi, o se fosse personale assunto per l’occasione. Fatto sta che l’ingresso di Anna non passò inosservato e me ne resi conto dagli sguardi di altri uomini presenti in sala. Chissà forse anche loro avranno pensato che Anna potesse essere pagata dall’organizzazione o meno. Ci accomodammo su uno dei divanetti prospicienti la pista da ballo, in modo da tenere sott’occhio la sala. Franco dopo poco si allontanò con la scusa di esplorare il posto . Anna aveva sbottonato buona parte della gonna, dicendo che la intralciava, ma adesso seduta con le gambe accavallate, i lembi della gonna erano scivolati da una parte mettendo in nostra la caviglia e le calze che, nella parte alta della gamba, erano sostenute dai cordoni delle giarrettiere che scendevano dal corpetto. Ammetto che la mia giovane (allora) moglie faceva la sua bella figura, con la vita stretta e l’abito scollato, da cui si intravedeva una striscia del pizzo dello scollo della lingerie e con quella espressione mista di curiosità infantile e di eccitazione quasi palpabile. In breve ci si avvicinò un uomo sulla quarantina, anch’egli mascherato, in abiti vintage, dal fisico asciutto, alto e, guardandomi di sottecchi le chiese se era libera e se le andava di ballare. Anna gli mostrò un gran sorriso e tenendosi alla sua mano si alzò. Per un attimo, mentre si piegava prima di alzarsi ebbi la visione fugace del suo seno stretto nel reggiseno; la seguii con gli occhi che già volteggiava stretta al suo cavaliere in una sorta di valzer lento. Adesso il vestito le era nuovamente sceso e le gambe le si intravedevano solo durante i passi di danza, ma quello che mi colpì fu la mano del cavaliere decisamente scivolata verso il basso, con il palmo aperto su una natica di mai moglie. Ballavano molto stretti per un valzer, ma chiaramente l’uomo era ben deciso a far sentire alla sua n eccitazione. Dopo un po’ li persi di vista e attirai la mia attenzione sui nostri compagni di serata. In diversi erano impegnati sulla pista da ballo ed alcune signore o signorine sembravano aver perso parte dei vestiti perché mi resi conto che ne stavo ammirando la biancheria e le forme inguainate in questa sorta di bustini stretti che strizzandole ne spingevano in alto le mammelle. Mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo e mi stavo godendo veramente la serata. Notai dopo qualche giro di ballo che alcune coppie danzanti si allontanavano, passando prima davanti al bar dove l’uomo confabulava con la donna che stava interpretando la maitresse. Fu in quel momento che guardando meglio verso il banco della maitresse mi resi conto che il menù appeso riportava per l’appunto i diversi tipi di marchette che la casa offriva con accanto il prezzo per ciascuna. Intravidi poi mia moglie che seguiva il suo cavaliere al banco, tenendolo per mano e vidi l’uomo estrarre il portafoglio per pagare alla tenutaria. Vidi poi che, seguito docilmente dalla mia consorte, si incamminava per un corridoio sparendo poi entrambi alla vista dietro ad una porta.
Incuriosito mi alzai e mi diressi verso il corridoio dove avevo visto scomparire Anna e l’uomo che era con lei, ma un energumeno, una sorta di buttafuori, mi si fece in mezzo impedendomi di proseguire, nonostante provassi a giustificarmi che volevo vedere dove era finita mia moglie. Mi fecero segno di andare al banco e quando provai a dire qualcosa la maitresse mi fece un bel sorriso, dicendomi di non preoccuparmi, perché se la signora, disse signora calcando sulla parola, aveva accettato di aderire alle richieste lo aveva fatto di sua volontà, e che comunque ne avrebbe tratto il suo tornaconto. “In che senso?” chiesi ingenuamente, e la donna mi fece segno verso il menù con i prezzi. Leggendo meglio sotto c’era scritto che la casa tratteneva per sé il 25%, ma che il restante spettava alla signorina che avrebbe assicurato la prestazione richiesta.
Dovevo aver fatto una strana faccia perché la donna ridendo mi disse che “la signora”, ovvero mia moglie, aveva accettato solo una prestazione orale. Chiesi se , pagando, si poteva eventualmente assistere, ma la donna fu irremovibile, perché la signora, disse sempre calcando sulla parola signora, non aveva concesso la liberatoria in questo senso. Ritornai quindi sui miei passi aspettando di veder ricomparire “la signora”, che in effetti, dopo poco, ricomparve, seguita dall’omo. Notai come mia moglie fosse bellissima, almeno per me era decisamente la donna più bella presente. Il corpetto era slacciato e le mammelle, sempre spinte in alto, le conferivano un’idea maliziosa. Anna mi vide e venne a sedersi vicino a me tutta contenta e accortasi del mio sguardo interrogativo mi fece un gran sorriso, dicendo che la festa era bellissima e che la serata era appena iniziata. Le feci notare la sua assenza e di come l’avessi vista entrare in un altro locale con un uomo, ma lei mi fece spallucce come per dirmi che in fondo eravamo venuti li per quello, poi prese dalla scrinatura del seno un bigliettino su cui c’era scritto un numero, che corrispondeva a quello della coccarda che le avevano dato all’ingresso e un numero, 15.000 che erano le lire che avrebbe potuto ritirare prima di andarcene. Insomma si era fatta pagare come una vera prostituta. La guardai divertito. Dopo poco vedemmo ritornare Franco che si sedette con noi, dicendo che aveva bisogno di riprendere fiato perché aveva avuto un incontro con una signora mentre si era recato in bagno e che stava quasi per accordarsi, tanto che la donna gli aveva estratto il gioiello di famiglia dai calzoni per fargli un “segone”, come lo chiama lui, ma erano stati interrotti da uno dell’organizzazione che gli aveva ammoniti che certe cose si potevano fare solo nelle stanze riservate. “Beh, non ci crederete - ridacchiò Franco - quando ho proposto alla bella di andare appartarci dove aveva detto quell’uomo – mi ha detto che lei non era certo una di quelle, mi ha girato le spalle ed è tornata in sala!”. “sai Franco – l’ho incalzato io - che invece Anna ha già fatto del buono?! E ci ha pure guadagnato 15000 lire come una vera ragazza di bordello!” . Franco ha quindi voluti che gli spiegassimo come funzionava il tutto e guardandomi ha preso per mano Anna dicendomi che l’avrebbe fatta divertire lui”. Si sono allontanati verso il banco dove ho visto Franco estrarre il portafoglio e poi guardando verso di me mi ha fatto l’occhiolino e dando la mano ad Anna sono entrambi spariti oltre la porta in fondo al corridoio. Ho pensato che se continuava così sarei rimasto a bocca asciutta e quindi anch’io mi sono avvicinato al bancone dove la tenutaria mi ha scrutato per bene con aria interrogativa. “Se volessi vedere quello che combina mia moglie…pardon la signora credo che adesso mi sia permesso?”. La donna ha fatto cenno al menù appeso e mi ha detto che sì sarei potuto entrare perché il signora non aveva posto limiti, ma che comunque avrei dovuto pagare 5000 lire!. Ho versato anch’io il mio obolo e ho chiesto se anche la signora avrebbe avuto una parte delle 5000 lire, ma ho capito che il vedere era destinato esclusivamente alla organizzazione. “Un ultima cosa – ho provato a chiedere – ma che marchetta ha comprato il signore?” “Completa” ha sogghignato la donna, quasi con uno sguardo compiaciuto al mio indirizzo. A questo punto mi hanno fatto passare in una porta diversa da quella attraverso cui erano entrati Anna e Franco e mi sono ritrovato in una saletta buia con delle sedie ed una vetrata oltre alla quale si vedeva un gran letto su cui si stavano dando da fare mia moglie e il suo collega. Nella saletta mi resi subito conto di non essere da solo, perché altri due uomini erano già appostati davanti allo specchio e si tenevano la mano sul davanti dei pantaloni. Ho fatto un accenno di saluto, ma sono stato guardato con fastidio per cui mi sono messo in disparte a guardare quello che avveniva nella stanza.
Sul letto mia moglie era seduta con la schiena appoggiata alla testiera, non indossava più il vestito ma era rimasta in lingerie della nonna e teneva le gambe leggermente divaricate. Franco invece si stava spogliando lentamente, piegando con cura i calzoni e la camicia e rimanendo in calzini corti, maglietta della salute e boxer bianchi molto larghi, ma che comunque evidenziavano la sua eccitazione. Non appena Franco fece per avvicinarsi al letto Anna ne discese e la sentimmo dire qualcosa, ma non chiaramente. Ecco doveva essere entrata perfettamente nella parte perché accompagnò Franco proprio davanti al nostro specchio, gli abbassò i boxer e mi accorsi solo in quel momento che c’era una specie di bidet perché ve lo fece sedere. Lo spettacolo era incredibile: franco seduto sulla tazza a forma di fagiolo rivolto nella nostra direzione con il batacchio di fuori e Anna che preso un vaso di ceramica appoggiato per terra iniziò a lavargli il pisello. I miei compagni di stanza erano rimasti anch’essi sorpresi da questo inizio e già avevano sfoderato il loro pene guardando mia moglie sciacquare tra le sue dita l’attrezzo di Franco. Franco, che si godeva il trattamento e secondo me compiaciuto dello spettacolo che stava offrendo. Sentii uno dei mie compagni mormorare qualcosa e d era chiaramente un apprezzamento pesante per Anna; eravamo tutti ipnotizzati dalle mani affusolate di mia moglie che si muovevano come se avesse fatto questo da sempre, attorno al pene di Franco, fino a che questo ebbe raggiunto dimensioni ragguardevoli.
Franco ad un certo punto sembrò non farcela più e provò ad aggrapparsi ad un seno di mia moglie, che invece lo schivò ridendo e portandosi sul letto nella posizione iniziale, ma con le gambe più aperte. Anna prese ad accarezzarsi la passera da sopra le culotte ed ebbi anche l’impressione che ogni tanto volgesse lo sguardo verso lo specchio, come se fosse consapevole che stava dando spettacolo non solo a Franco. Chissà se si stava chiedendo se ci fossi io o meno oltre la vetrata. Franco intanto si precipitò sul letto posizionandosi tra le gambe di mia moglie, dedicandole un cunnilunguo avendo scostato il cavallo delle mutande.
Sentii uno dei miei compagni rimanere sorpreso dal fatto che mia moglie non fosse rasata in mezzo alle gambe, ma l’altro lo redarguì dicendo che le puttane negli ’30 non si depilavano mica! Nel frattempo Franco aveva liberato Anna dalle culotte e le porgeva il pene perché le restituisse il favore. Le abilità di Anna non passarono inosservate perché i miei vicini non fecero che apprezzare come “la signora” spesse giocare di lingua e di mano e che certamente si vedeva che non le bastava un uomo solo ma che doveva aver imparato saltando in diversi letti.
I due si erano disposti di traverso sul letto cosicchè noi spettatori potevamo goderci la visione frontale di Anna, rivolta verso lo specchio, e di Franco che le si era posizionato alla spalle con lei in piedi ma appoggiata sul letto. Sia Anna che Franco dovevano vedersi riflessi nello specchi dietro cui eravamo appostati ricavandone un piacere moltiplicato e noi viceversa potevamo ammirare il seno di Anna tremare sotto le spinte che l’amante le stava assicurando e il suo volto trasfigurato in una maschera concentrata di piacere fin al punto che la vedemmo piegarsi sul materasso per appoggiare la testa lasciandoci la vista di Franco, ancora in parte vestito, che stava terminando dentro di lei il suo piacere.
Nella stanzetta eravamo, tutti e tre, estremamente eccitati, ma mi sorpresi nel vedere uno dei due ricomporsi dicendo che adesso era il suo turno. In effetti se ne uscì dalla stanza e dopo pochi istanti lo rivedemmo comparire al di là del vetro. Franco si stava riprendendo sulla poltrona e Anna prese in mano un foglio che l’uomo le stava porgendo e lo piegò mettendoselo nel reggipetto. Il nuovo venuto intanto si era liberato dei calzoni, scesi fino alle caviglie, ed era rimasto in slip. Anna gli indicò il bidet e l’uomo strisciando per non cadere si dispose, come prima aveva fatto Franco, mentre mia moglie, da consumata professionista prese a lavarglielo. L’uomo era già molto eccitato e quindi lo vidi fermare le mani di mia moglie; dalla mimica capii che voleva un pompino subito. A pochi centimetri dallo specchio ci potemmo godere la scena di mia moglie che piegata in avanti prese ad accarezzare il pene del nuovo arrivato, alternando leccatine e baci ad andirivieni della mano lungo lasta. Ad un certo punto, per stare comoda, mia moglie si pose in ginocchio , sicché potevamo ammirare la scena lateralmente. Non mancai di osservare come ogni tanto Anna lanciasse degli sguardi verso il suo partner occasionale e devo dire che anche il mio compagno di stanza lo notò perché fece un apprezzamento sullo sguardo torbido della signora. Mentre Anna continuava a succhiare e a segare l’uomo le si era avvicinato Franco con il cazzo ancora barzotto, quasi a reclamare anche lui un trattamento analogo, ma l’altro maschio mi sembrò non gradire molto, per cui Franco prese a segarsi con la mano vicino alla bocca di Anna. Quasi improvvisamente, senza segni premonitori, l’uomo cominciò ad eruttare il suo sperma tenendo le mani sul capo di Anna e costringendola a tenere la bocca aperta per ricevere il suo tributo.
A questo punto vidi Anna ricomporsi, allontanando Franco che sembrava volere un supplemento, mentre l’altro maschi, tiratosi su i pantaloni era uscito dalla stanza. Per il momento il gioco era finito per cui li vidi uscire e così feci io tanto che ci ritrovammo nuovamente nel salone dove altre coppie erano impegnate a ballare. Anna mi fece vedere che aveva già accumulato un discreto credito per le sue performance e che si era pure molto divertita. “Si ti ho vista – le ho detto -ero dietro allo specchio! “. Mia moglie mi ha guardato divertita, come una espressione da falsa ingenua, perché in realtà aveva dato il benestare alla tenutaria per essere guardata ed aveva immaginato benissimo che difficilmente mi sarei perso lo spettacolo. “Non trovate che fa un gran caldo?- provò a cambiare discorso, mentre Franco le metteva una mano sulla coscia e la baciava sul collo.
Dopo un po’ ci avvicinammo al bancone del bar per prendere da bere e incrociammo l’uomo a cui Anna aveva dispensato un po’ di piacere orale dopo il rapporto con Franco. Si vede che realizzò che dovevo essere il marito di Anna, perché mi sorrise, facendomi discretamente il gesto delle corna. Mentre bevevamo una strana bevanda verde, che doveva essere a base di assenzio, venne vicino a noi un ragazzo che consegnò ad Anna un foglietto, dicendole che un signora aveva chiesto di avere un incontro con lei. Anna lesse il foglio che le aveva portato il cameriere e poi cominciò a guardare dalla parte opposta della sala dove un uomo alto, moro sui 50 anni circa ben portati, le fece una sorta di cenno di saluto, alzando il suo bicchiere. Franco ed io guardammo Anna con aria interrogativa ,ma lei sfoderando l’espressione innocente di quando vuole qualcosa di proibito mi diede un bacio a fior di labbra e , visto che non sembravo contrariato si girò per raggiungere il suo nuovo compagno. Guardammo da lontano Anna flirtare con l’uomo, nella sua lingerie d’epoca e con il corpetto in parte slacciato e poi la vedemmo avvicinarsi al bancone della tenutaria, tenendo l’uomo per mano. Questa volta vennero indirizzati su per una scala che portava al piano superiore e l’ultima cosa che vedemmo fu la mano dell’uomo appoggiata alla natica di mia moglie, mentre svoltavano nel pianerottolo. A questo punto Franco ed io ci avvicinammo al bancone chiedendo se potevamo vedere la coppia che era appena salita darsi da fare. La donna scartabellò un attino nei fogli davanti a sé e poi disse di si, ma che le prestazioni rese al piano di sopra erano un po’ speciali e quindi la tariffa per assistervi era doppia rispetto a quella che avevo pagato in precedenza. Franco chiese allora se poi era possibile per noi eventualmente intervenire, ma la signora ci rispose che aveva già delle prenotazioni e quindi non c’era più posto. “La signora – commentò guardandomi direttamente negli occhi -è molto richiesta stasera e spero che possa essere nostra gradita ospite anche in futuro!”.
“Accipicchia – esclamò Franco - Anna si è talmente calata nella parte che se non la conoscessi …..” “Si – feci io – mi sa che la conosci benissimo!”. Detto questo ci fecero accomodare in una stanza al piano di sopra dove come al solito vi era uno specchio a tutta parere oltre il quale era possibile vedere cosa succedeva nella stanza. Rispetto alla saletta del pian terreno questa era più spaziosa e vi erano delle agrippine, o Chaise Longue, e capimmo il perché in quanto stavolta non cerano solo spettatori maschi ma anche delle altre coppie che evidentemente volevano rimanere comode durante lo spettacolo. Nella stanza intanto oltre al letto, disposto sempre in modo di poterlo inquadrare di lato, si notava anche una specie di croce di S.Andrea in legno con sulle estremità delle specie di manicotti di cuoio. Guardai meglio l’uomo, che si stava liberando dei vestiti lentamente guardando mia moglie sul letto che gli socchiudeva le gambe accarezzandosi da sopra le culotte e dovetti ammettere che era un bell’uomo, prestante. Certo rispetto a Franco, con la sua siluette da camionista bevitore di birra e di mezza età, non c’era confronto, e considerando il debole di Anna per gli uomini maturi (all’epoca aveva da poco compiuto i 30 anni) compresi come anche lei dovesse essere eccitata e in attesa degli eventi.
Quando l’uomo fu in mutande Anna lo fece accomodare su un bidet mobile che l’organizzazione aveva anche in questo caso disposto davanti alla vetrata a specchio. Insaponato e lavato nelle mani di mia moglie l’attrezzo sembrava vivere di vita propria e cominciò ad ingrandirsi tra i gridolini di Anna e lo stupore delle signore presenti nello stanzino dei guardoni, diciamo così. L’uomo sarà stato alto oltre i metro e 90 e quindi anche il suo sesso ,di conseguenza, era ben proporzionato. Anna incrociò lo sguardo con il suo nuovo compagno guardandolo negli occhi dal basso e lui le pose le dita tra i capelli spingendola verso il proprio sesso. I due erano rimasti proprio davanti al nostro specchio, per cui tutti potevamo vedere il pompino che Anna stava elargendo all’uomo a pochi centimetri, al massimo un metro, di distanza. Girandomi verso i nostri compagni di stanza intento mi resi conto che su una delle poltrone un’altra coppia, di mezza età, erano abbracciati con l’uomo che solleticava il sesso di lei, mentre poco oltre una signorina dell’età di mia moglie, ma decisamente non bella, stava succhiando il pene di un grassone, languidamente appoggiato allo schienale della sua Chaise Longue.
Nella stanza intanto mia moglie proseguiva la pompa guidata nel ritmo e nei movimenti dalle mani dell’uomo poi lui la spinse verso il letto facendole aprire le gambe. In quel momento potevamo vedere solo la schiena dell’uomo perché Anna era disposta sul lato del letto, ma chiaramente lui aveva voluto possederla non appena si era sentito pronto e adesso la stava pistonando con forza, attento solo al proprio piacere. L’uomo sembrava una macchina, chissà sicuramente aveva preso qualcosa, perché non dava segni di cedimento, al contrario di Anna, che evidentemente era rimasta sorpresa dall’improvvisa svolta del rapporto, ma che adesso era venuta più volte sotto il martellare dell’uomo. Mi ricordava un tennista di quelli di diversi anni fa, alla Borg, di quelli regolari. Vedevamo i suoi lombi montare con regolarità mia moglie di cui potevamo vedere solo le estremità sui fianchi del maschio e sentirne i gemiti ogni volta che l’uomo la penetrava in profondità. Franco, che era vicino a me, sembrava affascinato dalla scena e si toccava lentamente da sopra la patta dicendo che gli sembrava proprio di essere in un bordello e che Anna sembrava proprio una puttana di professione. Il grassone vicino a noi intanto aveva la ragazza a cavalcioni e sbuffava per lo sforzo, mentre l’altra coppia erano anch’essi fermi a guardare la monta di mia moglie. Credo siano andati avanti per almeno una ventina di minuti prima che cambiassero posizione. A questo punto l’uomo prese mia moglie, sollevandola con estrema facilità e la portò verso la croce di S.Andrea che si trovava oltre al letto e cominciò ad armeggiare per fissarle polsi e caviglie nei manicotti di cuoio. Stranamente mia moglie lasciava fare, come se avesse concordato (cosa che effettivamente aveva fatto accettando il biglietto) e quando ben fissata l’uomo iniziò con slacciarle il corpetto finché le mammelle non più costrette furono completamente libere, mentre, non avendo più le culotte le lasciò su le giarrettiere e le calze che nell’insieme le donavano un che di erotico e perverso. A questo punto l’uomo, aggirandosi nudo e sempre con il pene in erezione prese da un ripiano una specie di frustino e cominciò a passarlo sul seno e sul ventre di Anna, sfiorando appena la pelle finchè i capezzoli furono ben eretti e l’areola, raggrinzendosi, risaltava nel candore del seno. Questo gioco durò per un po’ e non potevo non vedere come Anna ne traesse piacere, ma anche tormento, specie quando l’uomo allungava la mano sul sesso di mia moglie penetrandola con le dita in una sorta di massaggio. L’uomo intanto non se ne stava in silenzio ma chiedeva a mia moglie cosa provasse a sentirsi una puttana nelle mani di un cliente, puttana cara, aggiunse, visto quello che aveva dovuto pagare per averla, ma, aggiunse, che le puttane borghesi sono le migliori, perché ci mettono la loro anima, e che quindi era giusto pagarle bene. Anna ad un certo punto sembrava non poter più resistere e lo implorava di prenderla. L’uomo la guardava divertito e preso quello che oggi si chiama gioiello d’anus lo avvicinò alla bocca di Anna intimandole di insalivarlo per bene e nel far questo lo introduceva e lo estraeva dalla bocca di mia moglie , quasi a mimare una fellatio, finchè non ne fu soddisfatto e poi girò dietro alla croce e piegandosi cominciò a fare dei movimenti che, vista la sorpresa di mia moglie, ci fece intendere che aveva centrato l’obiettivo. Ritornato davanti ad Anna le chiese se avesse dei figli. Poiché Anna non rispondeva proseguì dicendo che si, certamente ne doveva avere avuti, se ne era reso conto mentre la scopava. Nella stanzino eravamo tutti assorti cercando di capire come sarebbe evoluta la storia, anche le due coppie sulle poltrone avevano smesso di toccarsi ed erano intente a quanto avveniva nella stanza da letto.
Non dovemmo aspettare molto, perché dal fondo della camera si aprì una porta ed apparvero altri due uomini, già completamente nudi e in erezione. Ebbi quasi il sospetto che avessero visto quello che succedeva all’interno della camera da letto perché non si scomposero per nulla per la scena che avevano davanti, ma si posero a fianco di mia moglie, accarezzandole il seno ognuno per la sua parte. Il massaggio anche un po' brutale finirono per lasciare i segni delle dita sul candore della pelle, mentre l’uomo che l’aveva legata alla croce insisteva nell’umiliarla. Guardai verso Franco interrogativamente, come a chiedergli se non fosse il caso di intervenire, ma mi sorprese dicendomi di guardare bene, perché chiaramente Anna stava godendo del trattamento che gli uomini gli propinavano. In effetti nel volto di mia moglie era evidente il piacere che i tre maschi le stavano procurando, ed emetteva dei brevi gemiti ogni volta che le dita di uno o dell’altro la penetravano in profondità o le strizzavano il seno. Vicino a noi intento le due coppie avevano in parte ripreso i loro giochi e l’uomo grasso era venuto sul seno della donna che lo accompagnava, mentre Franco, ripresosi dal rapporto avuto precedentemente con Anna si masturbava lentamente , commentando la bravura di mia moglie. L’uomo che conduceva i giochi nella stanza da letto si decise a slegarla dall’impalcatura per depositarla sul letto dove poi tutti e tre i maschi la raggiunsero. Uno dei due nuovi venuti, moro ben fatto e giovane si pose tra le cosce di Anna, mentre gli altri due suoi compagni di giochi si disposero a tenere le gambe di mia moglie spalancate e cominciò una nuova sessione di spinte profonde finchè le alzarono di più il bacino fino a mettere in linea lo sfintere anale di Anna, occupato dal plug, con il cazzo del suo nuovo stallone. L’uomo che le teneva la caviglia con una mano estrasse di un sol colpo il gioiello d’anus lasciando lo sfintere dilatato e poi occupato dal cazzo dell’uomo che prese quindi a montarla anche dietro. Nella stanza si stava consumando una vera e propria orgia. Con mia moglie al centro delle attenzioni di tre sconosciuti. Ad un certo punto trasalii quando sentii l’uomo che tenendole le gambe aperte facilitava la sodomizzazione di mia moglie le disse di guardare verso lo specchio perché sicuramente il marito la stava guardando. Infatti mia moglie, si girò verso lo specchio e fu come , nonostante il vetro ce lo impedisse, ci guardassimo direttamente negli occhi. Nella nostra stanza allora sentii che uno degli uomini si interrogava chi fosse tra me e Franco il marito della puttana che si stava facendo montare e non potei non vedere il gesto di Franco che mi indicava. Nella camera da letto intento mentre l’uomo continuava a montare la mia consorte l’altro che era entrato con lui, in attesa del suo turno aveva indirizzato il suo pene tra le labbra di Anna. Sentii il gemito dell’orgasmo del maschio che si affrettò ad uscire, liberando l’orifizio bagnato del suo seme e subito sostituito dall’ultimo maschio che ancora non l’aveva posseduta. Ormai mia moglie era diventata un oggetto sessuale e quando anche quest’ultimo se ne venne dentro di lei il primo decise di finire in bellezza e ponendosi di schiena sul letto fece segno a mia moglie de venirgli sopra per cavalcarlo. Mentre i due ragazzi lasciavano la stanza il tipo che se la stava scopando disse loro di fare entrare la sorpresa. Un attimo di suspence e la sorpresa era un marcantonio di colore, avrà avuto poco più di 20 anni, dalla pelle nera, con tanto di mascherina da arlecchino. Nudo come mamma lo aveva fatto si mise di fronte allo specchio guardando verso il pubblico fantasma e quindi me lo vedevo a pochi centimetri oltre il vetro e con gesto di sfida cominciò a menarsi il sesso, di ragguardevoli dimensioni, alludendo alla puttana che di lì a poco lo avrebbe preso. Dopo questo siparietto il ragazzo si pose sul letto dove mia moglie e l’uomo stavano scopando e si pose dietro ad Anna e iniziò a penetrarla assieme all’altro maschio, con lei che sembrava morirne da tanto si sentiva piena. Un po’ chiedeva di smettere ed un po’ li incitava a continuare. Sentii l’uomo che stava sotto mia moglie dire all’altro di prenderla dall’altra parte. Il nero non se lo fece ripetere ed estratto il proprio sesso dalla figa occupata di Anna lo puntò decisamente riempendole il retto in un selvaggio e profondo andirivieni. I miei compagni di stanza, Franco ed io stesso eravamo già venuti più volte e quando anche dall’altra parte del vetro l’amplesso si concluse con il riempimento della mia signora, non mancarono le pacche sulla mia schiena di incoraggiamento e di complimenti per lo spettacolo offerto da Anna.
Il viaggio di ritorno verso casa fu molto tranquillo, con mia moglie e Franco addormentati nel sedile posteriore della macchina e poi il rientro a casa, accolti festanti dai nostri figli.
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