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Gay & Bisex

Scout : l'esplorazione


di skizzoinfoiato
04.02.2016    |    10.821    |    1 9.7
"Furtivamente gli sguardi caddero sugli slip, che entrambi stavamo coprendo con le mani..."
Continuo del racconto precedente.

Io ed Edo restammo nascosti li fino a quando non fummo , con una ragionevole certezza, che i due amanti, se ne fossero andati del tutto, poi uscimmo e ci incamminammo verso la base.

Eravamo partiti da poco e tremendamente eccitati.

“Hai visto Edo ? Come lo succhiava? “
“già, hai visto come ha schizzato dopo che lo ha succhiato?”
“si, già e te ?....come l'ha infilzata nel culo?”, ridemmo.
“mi è sembrato gli sia piaciuto molto vero?”

“Dai Edo... non me ne parlare ho il cazzo che mi scoppia!”
“Anche il mio mi tira da far male!”.
Stavamo ancora parlando l'uno all'altro dei dettagli apprezzati quando Edo cambiò discorso.
“Fra, senti...”, disse fermandosi, quindi mi voltai verso di lui.
“Fra te lo dico sinceramente, ho il cazzo in tiro... ho voglia di farmi una sega... così non posso restare..!”.
“mi fai compagnia?..... Ti va?.... Non ne hai bisogno pure te?!”
“Si … ne ho bisogno pure io!”

“Torniamo al capanno!”, Edo si girò avviandocisi, io, come un automa, lo seguii.

Arrivati aprimmo e chiudemmo alle nostre spalle. Ci guardammo intorno con fare furtivo, come se … come se... bho, lo facemmo e basta.

Trovammo la lampada, e la portammo nel capanno successivo, più ampio, ma più sudicio.

Avevamo con noi le due mantelle della divisa per coprirci dal freddo della sera, quelle mantelle tornarono utili. Sdraiandole per terra creammo un luogo pulito dove stare.

Parlai io per primo per rompere l'imbarazzo che aleggiava.

“Bhé... come.... cosa.... si insomma come ci mettiamo?”.
“sono imbarazzato pure io.... Fra.... sarai la prima perosna a vedermi il cazzo!”.
“Nemmeno io a parte quello di mio padre e quello di Piero non ne ho mai visti!”
“Pensavo... , riprese Edo, ci potremo togliere i panataloni... li possiamo mettere lì, poi uno difronte all'altro così ci guardiamo.... o preferisci uno accanto all'altro?”, disse Edo rimandando a me la decisione.
Dopo un po' di pausa, col cuore che accelerava il ritmo... dissi:
“accanto? Mettiamoci accanto!, ci spogliamo insieme ok?”.
Annuì.

Entrambi quindi partimmo dalle scarpe, poi lentamente ci sfilammo i pantaloni e li poggiammo su un pancale presente, le nostre mani si sfiorarono nella circostanza, entrambe marmate.
Velocemente entrambi ritraemmo le mani, poi ci sorridemmo nell'imbarazzo.

Furtivamente gli sguardi caddero sugli slip, che entrambi stavamo coprendo con le mani.
Ridemmo per la situazione:

“che cazzo di cretini che siamo! Ci copriamo ma ci stiamo per sparare una sega ! “ ridemmo ancora.

“al tre le togliamo!, uno, due ...” e le mutande finirono ai nostri piedi, nessuno dei due questa volta coprì all'altro la visuale.

Ci guardammo negli occhi … poi guardammo i nostri cazzi.

“Sei ben messo Francesco!”,
“almeno quanto te, sottile ma lungo!”, non ricordo all'epoca quanto fosse vero, ricordo che era sottile il mio più largo, le dimensioni in lunghezza non saprei.
“il tuo è più largo!”.
“dai togliamoci i calzini e mettimaoci seduti di fianco!”, dissi per distrarlo dai paragoni.
Così facemmo.

Le nostre erezioni erano buone, ma una volta sdraiati lo erano un po' meno.
Iniziammo a masturbarci parlando di quante volte ci si masturbava al giorno... poi tornammo su quanto visto e i cazzi tornarono duri.
Ci stavamo masturbando lentamente, per non perdere la concentrazione chiusi gli occhi, eravamo a buon punto quando:

“Fra...”
“dimmi”
“ti sei mai fatto masturbare?”,
“No Edo, sei il mio migliore amico, se una ragazza lo avesse fatto lo sapresti di certo”.

“Fra...”
“Dimmi”
“posso chiederti una cosa?”
sempre ad occhi chiusi “ certo dimmi”
“prometti che non ti arrabbi?”
“sono tuo amico... mi sono mai arrabbiato? Spara!”
“Vorrei provare...ecco vorrei,,, si... insomma...”
“spara su!”.

“ti piacerebbe provare a farti fare una sega?”
“si certo che mi piacerebbe!”.
“te la faccio io se vuoi … ma solo se ricambi!”.

Entrambi avevamo smesso di toccarci e ci stavamo fissando.
“cioé, scusa?” feci.
“sai …, continuò Edo, in un atmosfera quasi surreale, vedere Camilla due volte prendere in mano il cazzo … mi fa pensare a cosa si provi a tenere un cazzo in mano... diverso dal proprio, o meglio cosa si prova a farsi toccare da una mano diversa dalla propria!, tutto qua!”.
Silenzio da parte mia.
“non abbiamo una ragazza... ma le mani...si... e così ecco... ecco pensavo che se sei d'accordo si potrebbe provare”.
Ancora silenzio da parte mia, il cervello stava elaborando la cosa.

“non guardarmi così, non sono gay, sono solo tanto eccitato, vorrei che da amici quali siamo si pottesse provare cose nuove!”, senza pensarci continuò , probabilmente se si fosse interrotto non sarebbe più riuscito a dire quel che stava dicendo.
“ vedi vorrei provare una cosa reciprocamente..., ma io ho voglia anche …. anche di provare a toccare un cazzo diverso dal mio, … quindi se tu, tu non vuoi ricambiare...lasciami provare, lascia che sia io.. ecco si .. che sia la mia mano, la prima mano estranea a darti piacere!”.

Avevo ben compreso cosa mi stava dicendo, ma ero paralizzato non riuscivo a rispondere. La cosa realizzai nella mente mi faceva tanto senso, almeno tanta era la curiosità di lasciarlo fare.

Fu un attimo, la mia testa si chinò millimetricamente in basso, in cenno di permesso, Edo mi guardò stupito quasi incredulo, capii che avrebbe voluto dire tante cose, ma non disse nulla.

La sua mano destra lasciò il suo membro, raggiunse la mia coscia, la mia mano automaticamente lasciò il mio membro, che aveva perso molta della sua durezza, poi la mano di Edo scorrendo sull'interno raggiunse ciò che voleva.
Al primo tocco il mio cazoz sussultò leggermente.

Ero rimasto immobile, Edo alternava il suo sguardo dal mio membro che reagiva ai suoi tocchi al fissare la mia faccia che non si toglieva dal ricambiare lo sguardo.
Prese coraggio, lo avvolse, il palmo rivolto verso il membro, le nocche verso la mia pancia.

La prima mano diversa dalla mia stava ora saggiando in esplorazione la sua consistenza, le sue acerbe venature, le sue dimensioni.
La fase di studio durò un bel po', al mio cervello giungevano stimoli mai provati. Il calore della sua mano, la sua morbidezza, la sua premura nel toccarmi, quasi lo potesse rompere. Un tocco assolutamente diverso da come io ero abituato.
Il cazzo prese vigore, Edo mi sorrise, lo impugnò iniziando a muovere la mano, aveva una tecnica diversa dalla mia... salendo effettuava delle pressioni con le dita partendo dal mignolo, poi col pollice sfiorava la cappella, ora l'orifizio..., cercava di capirne ogni anfratto, almeno questa la sensazione che mi arrivava al cervello.

Interruppe il religioso silenzio:
“hai una pelle molto liscia.... ti fa strano essere toccato da un altra mano? ti piace?”.
“è strano... si … si mi piace!, te cosa provi?”.
“difficile a dirsi... sono molto curioso, per ora diverso da come mi potessi immaginare ma non sono né schifato né infastidito...”.
“sto cercando di fare come Camilla!”.
“non fare come Camilla fai come ti senti te di fare!”.
“hai un cazzo bello da impugnare! È più grosso del mio … mi da soddisfazione.. e mi piace che sia io ora a darti piacere! O vuoi che mi fermi!”.
“no, no, va bene continua!”

La mano di Edo come quella di Camilla su Piero prese sicurezza e il ritmo della sega.

“vuoi provare a toccare il mio?!”.
Silenzio, lui continuava a masturbarmi e mi piaceva sempre di più, alla fine una mano è una mano.

Mi sembrò giusto e allungai la mia mano sinistra alla ricerca del suo membro.

Ripensandoci forse fui meno delicato, ma gli stimoli che arrivavano alla testa, oggi mi rendo conto abbiano reso un po' meno nitido il ricordo.

Difficile dire cosa provai, era tutto nuovo, strano, il sentire una mano diversa che si muoveva sul mio cazzo, sentire come la stessa lo stringeva, sentire il ritmo che imponeva al mio piacere che mi veniva imposto, il sapere non solo che non era una mano di una ragazza, ma la mano del mio migliore amico, era devastant.

Avevo preso a masturbarlo subito con un certo vigore, feci finta fosse il mio, ma poco dopo capii che il sentire nella mia mano il cazzo sottile del mio amico, duro ma al contempo morbido, sentirne il suo calore, il suo pulsare a seconda di come mi muovevo, di come lo toccavo, mi iniziava a piacere.
Sentivo aspetti nuovi che nel toccarmi non avevo notato, come la ruvidezza della cappella, che di quando in quanto toccavo con la punta delle mie dita, prima una dopo un po' la successiva.
Strane e nuove sensazioni. Andammo avanti a masturbarci un bel po'.

“Fra.... quanto ti manca... che se continui io godo!”.
“manca poco pure a me!”, avvicinai al mio pene la mia mano destra come per prendere il posto della sua.
“vuoi finire da solo? vorrei che mi riempissi la mano... voglio farti godere io Fra!”.
Accelerò il ritmo, io di rimando annuii, “Tu? Cosa vuoi?”.
“vorrei sporcare col mio seme la tua mano.... inisieme ciò che fa uno fa l'altro ok?!”.
“ok allora non mi fermo... non farlo nemmeno tu!”.
Entrambi tronammo a concentrarsi tanto sul paicere provato che sul ritmo della sega che l'un l'altro stavamo facendo acceelrando il ritmo o imprimendo il ritmo sul cazzo dell'altro come a suggerigli come piaceva esser masturbato.

Ci guardavamo reciprocamente il cazzo per non perderci l'attimo dell'orgasmo.
Fu Edo a schizzare per primo... ad accompagnare tre zampilli, un urlo liberatorio roco per rendere la cosa intima solo a noi quasi.
Il primo schizzo fu molto alto gli altri meno, tutti ricaddero sulla mia mano. Iniziai a rallentare: “Ancora un po'!”.
Non mi fermai, provocando quasi dolore a Edo, il cazzo continuava a eruttare sborra.
Ero pieno del suo seme, ora rallentai fermandomi.
Edo ripresosi dall'orgasmo, chiedendomi scusa, riprese il ritmo sul mio che, ricevendo la sua massima attenzion, zampillò più del suo.
Quattro cinque schizzi seguiti da una vera marea di sborra si rovesciarono sulla sua mano, Edo rise:
“cazzo se anche te eri carico!”.
Restammo immobili, riprendendo pian piano il contatto con la realtà ci avvolsero i rumori di sottofondo del bosco, era tardi.

Ci fissammo, realizzando che entrambe le mani ancora tenevano saldi i nostri membri e stavano giocando col liquido prodotto.

“Wow, grazie Fra, è stato meraviglioso... un orgasmo così da solo … mai provato!”.
“già, feci di rimando, anche per me lo stesso!”.

Ci rivestimmo e rientrammo alla base.
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