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scout: quando il gioco si fa duro


di skizzoinfoiato
11.11.2016    |    14.218    |    5 8.2
"Il mio pseudo arresto cardiaco si stava trasformando in un sensazione di vergogna estrema..."


Sono stato contattato in privato da una persona che ha confessato gli piacerebbe giocare con i due ragazzini scout, questo racconto ahimé è di fantasia e a lui dedicato.

La sicurezza e l’arroganza l’uomo stolto secondo me, nella certezza che le nostre precauzioni per suffragare da noi ogni sospetto , e tanto erano alte le concentrazioni di testosterone che non mi accorsi che furtivamente qualcuno si era accorto del mi passaggio nel bosco e mi aveva seguito da molto dstante non consentendomene l’individuazione.
Era prevista un’escursione da li a pochi giorni oltre confine, quindi smontammo il campo e ci incamminammo verso la città avremmo preso il treno per raggiungere la nostra nuova destinazione.
Ci sarebbero volute 12h di treno, con partenza la sera e arrivo al mattino. Tutta la compagnia era in fermento per l’eccitazione di questa nuova proposta. I nostri capi avevano organizzato la divisione dei nostri reparti e assegnate la cabine.
Tutto perfetto, eravamo talmente stanchi dalla camminata serrata che avevamo compiuto che appena preso possesso delle nostre cuccette la maggior parte di noi crollò nel sonno, tra questi Edoardo. Io non riuscii a prendere sonno e decisi di stare un po’ nel corridoio.
La notte era già calata, il silenzio avvolgeva il treno, mi ero messo a sedere su un sedile estraibile in fondo alla carrozza, l’ultima del treno, quindi il vuoto dalla zona adibita a passaggio alla carrozza successiva.
Ero lì assorto nei miei pensieri che mi ricondussi senza alcuna fatica a Edoardo e le esperienza vissute in quei pochi giorni, che non sentii arrivare Cosimo, un capo reparto , un uomo di 38 anni, sportivo atletico moro riccio.
“e te che ci fai alzato a quest’ora?”
“non riesco a prendere sonno… è stato un campo così intenso pieno di emozioni”
“mmm capisco…. Belle forti eh? Ti è piaciuto?”
“si, mi è piaciuto molto”
“non lo avevi mai fatto prima? È stata la prima volta?”
A quella domanda mi si schiarì la mente come se mi avesse tirato una secchio di acqua gelata, lo guardai con aria interrogativa, Cosimo ricambiò lo sguardo con l’aria di chi la sapeva lunga.
“hai capito bene Francesco… ti ho visto al capanno”, il mio cuore si fermò.
“non preoccuparti, sono cose che succedono, mi sono eccitato molto nel guardarvi”.
Il mio pseudo arresto cardiaco si stava trasformando in un sensazione di vergogna estrema.
“non essere imbarazzato guarda! Se ci ripenso mi eccito ancora!”
Mi voltai verso di lui, e con le mani stava mettendo in risalto la sua erezione, premendo le stesse sul tessuto dei pantaloni che indossava lungo il contorno del suo membro .
“vedi ? ti piace?”, il mio sguardo fu letteralmente rapito da quella mostruosità, un manganello, le dita scorrevano lungo l’asta evidenziandola, così ad occhio sembrarono almeno 4-5 cm di diametro, lungo uno sproposito.
“finisce qua!” disse Cosimo mettendo il palmo della mano trasversalmente alla cappella.
Arrivava quasi a metà coscia, aprii la bocca dallo stupore.
“ti piace? Lo vuoi vedere? Lo vuoi vedere? Lo vuoi ?”, quella domanda iniziò a rimbombare nella mia testa come un disco rotto.
Trovandosi a non più di ca 10 cm dalla mia faccia , col cuore in gola la mia mano si mosse verso di lui, ma indietreggiò.
“vieni che te lo do”, si mosse di lato entrò nel bagno aspettandomi.
Una volta entrato chiusi la porta, e allungai la mano.
“mettiti in ginocchio così lo vedi meglio!”, eseguii.
“puoi tirarlo fuori adesso”.
Feci scendere la zip, e introdussi la mano dentro al pantaloncino alla ricerca del pezzo di carne, non fu difficile trovarlo.
“oh cazzo!”, esclamai.
“si questo è un cazzo e adesso ci giochi un po’! forza tiralo fuori!”
Facevo fatica, Cosimo si slacciò la cinta e il bottone, i pantaloni caddero a terra…
“oh mio Dio cazzo quanto è grosso!”.
“non perdere tempo dai “
Le mie mani stavano entrambe toccando quel coso che trovai ingestibile, non sapevo cosa e come fare.
Inizia a baciare la pancia appena al di sopra dello slip calandolo poco a poco, ma fui ostacolato da quel palo che sembrava un appendiabiti.
Mi dovetti fermare e tirare con forza lo slip aiutandomi perfino con una mano per farlo svettare fuori dal tessuto.
Cosimo una volta estratto spinse l'elastico dello slip lateralmente consentendogli di cadere.
Il membro era duro sembrava una colonna d’ercole svettante e orgoglioso come un totem.
“su non abbiamo tutta la notte dai prendilo in bocca come facevi con Edoardo! Leccalo succhialo dai?!”
Mi entrava poco più della cappella in bocca, che dall'apertura mi faceva quasi male.
Il suo sapore era diverso intanto aveva un retrogusto di urine abbastanza fastidioso ma le mani sulla nuca mi impedivano di retrarmi.
Poi un sapore di maschio, di muschio …. Un sapore di testosterone di cazzo duro ecco direi che sapeva di cazzo duro e mi piaceva.
“usa quella lingua e non fermarti!”
Continuai a leccare e le mani mi servivano a masturbare quell'asta impressionante.
“dai dai muoviti che ora ti faccio bere un po’ di spremuta di coglioni!”
Ancora poche volte su e giù e fu lui a trapanarmi la bocca spingendo il bacino verso di me, mi sembrava di soffocare , un urto di vomito mi colpì proprio mentre dei signori fiotti caldi colpirono il mio palato.
Sembrava un’eruzione di un vulcano non smetteva di sputare seme nella mia bocca, che non trattenne tutta quella produzione e nonostante la bocca fosse quasi ermetica sotto la corona della glande iniziò a fuoriuscire dalle rime buccali.
Iniziai a tossire sputando a terra ciò che era avanzato e non ingerito.
“bravo Fra…. Ora vaia dormire e riposati … ho riservato una camera comunicante x voi con la mia… domani mattina simulerete una mal di pancia…. Che poi io mi prendo i vostri culi e così il mal di pancia lo avrete per davvero!”
“no , no il culo no! Mi sfondi!”
“è quello lo scopo e starete pure zitti o chiamo i vostri genitori!! Culo o genitori?!”
Abbassai lo sguardo…. Mi voltai per uscire.
“culo o genitori Fra!”,
a porta aperta, “culo!”, richiusi lasciando Cosimo li dove era, sghignazzante per il successo ottenuto.
Tornai in cuccetta tutti dormivano, piansi spaventato per ciò che avevo promesso a Cosimo.


continua
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