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Strane voglie


di skizzoinfoiato
21.07.2018    |    41.113    |    8 9.6
"Non so il perché mi fece quell'effetto, mi imbarazzò, forse perché le mia compagne di squadra le vedevo nude da quando avevo 8 anni e iniziai a giocar con..."
Mi chiamo Aria, i miei mi chiamarono così dopo aver letto i libri di una serie che oggi spopola anche in tv, per motivi che immaginerete non posso citare quale.
Era estate avevo 14 anni e pasai una settimana in montagna ospite della famiglia di Ginevra.

Era la prima volta che vedevo le montagne del Trentino, meravigliose. Le zone sciistiche non erano lontane e non mancò l'occasione di visitarle.


Un giorno ci svegliammo poco all'alba alle 6 del mattino, era il 21 luglio 2010, c'era tanta strada da fare per raggiungere il luogo dove avremmo trascorso una notte in tenda.
Ginevra era espertissima della zona, tanti anni aveva trascorso in quei boschi aveva fatto corsi di sopravvivenza con gli scout e i suoi genitori non obbiettarono, segno della fiducia riposta nella figlia. Camminammo a lungo, vestite di tutto punto, con un enorme zaino per entrambe. Aveva preparato tutto lei con fare esperto. C'era ogni cosa si potesse necessitare onde non esser sorprese ad esempio dai repentini e micidiali cambi di tempo che possono sempre avvenire in montagna.

Dopo ben tre ore e mezzo di tortuosi sentieri in mezzo al bosco a un andatura lenta parlando di noi, dei nostri sogni, dell'anno accademico finito e si anche di ragazzi, iniziò ad affiorare la stanchezza.
Fui incoraggiata a resistere che mancava poco alla meta.

Passò un'altra ora buona buona, esausta mi fermai poggiata al tronco di un pino.

“Ginevra! Basta ti prego sono esausata... non ho più energie... devo fermarmi!”
Colmò i 20 mt che ci separavano mi disse che mancava veramente un niente, per le energie mi dette un veloce bacio a stampo sulle labbra con la promessa che le avrei riprese tutte appena arrivate.

“Mi avvio da lì puoi intuire cosa ti aspetta, sono altri 200 mt... io mi avvio e monto la tenda... lo zaino lo prendo io dai!”

Non so come fece a portarsi dietro anche il peso che stavo reggendo la sentii incitarmi prima di scomparire in discesa.

Dovevo esser davvero vicina o mai sicuramente mi avrebbe lasciata sola, mi sembrò un cammino infinito, la discesa fu invece fatta quasi a corsa, trovandomi difronte un luogo incantevole.

Una piccola radura, il campo pronto, la tenda issata, il fuoco acceso, un piccolo torrente aveva creato un piccolissimo laghetto, illuminato dal sole che filtrava fra gli alberi.

Arrivai senza riuscire a parlare, e solo in un secondo momento mi accorsi dell'assenza di Ginevra, che iniziai a chiamare a squarciagola.

Tornò invitandomi al silenzio, era andata a posizionare qualche trappola per mangiare la sera.

“Come vanno le gambe? “
“le gambe? Non le sento più,frizzano!”
“vieni facciamoci un bagno ristoratore”

Frugò nello zaino e mi lanciò le ciabatte, poi iniziò a spogliarsi.

Rimasi immobile con le ciabatte in mano, che avevo appena raccolto, “non … io non ho il costume!”, dissi balbettando non sapendone nemmeno il motivo.

“nemmeno io … ma chi pensi ci sia quassù!”, mi rispose senza degnarmi di uno sguardo, la guardai chinarsi a slacciare gli scarponi, poi togliersi la maglietta a manica corta tecnica che indossava, si impresse nella mia mente la sua schiena nuda. Come in un replay rividi le mani portarsi davanti intente a sbottonarsi i pantaloni, si chinò in avanti tenendo le gambe ben tese, via le calze.

Il cuore prese a battermi forte, vero non era la prima ragazza che vedevo nuda, giocavo a pallavolo eppure fu come vedere la mia prima ragazza nuda difronte a me.
Non so il perché mi fece quell'effetto, mi imbarazzò, forse perché le mia compagne di squadra le vedevo nude da quando avevo 8 anni e iniziai a giocar con loro, Ginevra era la prima volta che la vedevo così come mamma l'aveva fatta. Durante l'ora di ginnastica, come me era abituata a indossare la tuta senza mai scoprire niente.

Mi riportò alla realtà quando girandosi mi trovò a fissarla a bocca socchiusa.

“bhé che fai lì imbambolata? Dai muoviti!” indossate le ciabatte mi raggiunse.

“non è certo la prima volta che vedi una ragazza nuda.... ti serve un aiuto?”

Una vampata mi avvolse il viso, “no .. no... certo... è che non ecco io...”

Non riuscivo nemmeno più a parlare, e la cosa mi fece vergognare non poco... ma non posso negare che en stessi ammirando le fattezze.

Ginevra era molto alta 1,70 , io ero un paio di centimetri più alta di lei più o meno, anche lei era sportiva era nella squadra di nuoto sincronizzato, il fisico quindi era sia ben proporzionato, il seno invece non lo avrei mai fatto così grosso... sarà stata una quarta misura … bello, pieno le sue mammelle non lasciavano spazi fra loro, due chiari capezzoli rosa a sovrastarle, non si percepiva a presenza dell'areola. Ancora portava un perizoma trasparente azzurro che lasciava percepire la cura del suo pube. Successivamente vidi che la mia percezione non fu sbagliata, una striscia larga non più di due centimetri e alta tre ben curata sovrastava il suo pube. Un pelo nero come i suoi capelli, di solito portati legati con un elastico a formare una piccola coda, adesso tenuti alti con un legnetto.

Mi prese per mano portandomi vicino alla tenda, mise le ciabatte a terra si portò alle mie spalle.
“lascia che ti aiuti!”

Le sue mani fresche presero il bordo della mia maglietta e con estrema calma me la sollevò, mi ripresi per agevolarla.

“faccio da sola!”, mi abbracciò facendomi percepire la consistenza dei suoi capezzoli che sembravano volermi penetrare la schiena.

Un contatto rapido ma i battiti del mio cuore sembravano andare per conto loro. Si scostò nel silenzio totale, nelle tempie giungevano i rumori del bosco, la sensazione fu come aver acuito tutti i sensi e mi sembrò di percepire ogni singolo minimo fruscio del bosco, come il fregare sulla mia pelle delle sue dita che scesero in basso scavalcando l'ombelico fino ai pantaloni.

Passò due tre volte le dita sul bordo, prima di slacciarmi la cintura. “faccio io!” riuscii a dire come in preda da uno spasmo di paura.

Le mie amni sostituirono le sue, che sentii scendere lungo l'esterno delle mie gambe, pur nini vedendola capii che si era accovacciata, il bottone che uscì dall'asola fece un rumore sordo che nella mia testa rimbombò con lo stesso rumore di un colpo di cannone, la zip come una mitragliatrice, Ginevra mi aveva sganciato entrambi gli scarponi e aiutato a rimuoverli assieme ai calzini,sempre da dietro mi fece posare i piedi sulle ciabatte.

Sembrò passare tutto con estrema lentezza ma penso che il tutto avvenne più velocemente come quando trattenni il fiato mentre facevo calare i pantaloni oltre le mie anche, al ginocchio le nostre man si incontrarono di nuovo, lasciai che fosse lei a procedere.

Mi sfilò i pantaloni il contatto fra le mie cosce , gambe e le sue mani mi provocò altri brividi e palpitazioni. Cosa mi stava accadendo perché, il perché non capivo.

Nell'intento di alzarsi mi diede tre baci il primo appena sopra le natiche, a metà schiena l'altro al collo sussurrandomi quanto fossero carine le fossette.

Il tono cambiò in uno più frizzante mentre le mani giocavano fra loro, “andiamo e dimmi se le mie ti sono piaciute?”

Già le sue fossette ben pronunciate che avevo ammirato mentre si spogliava. Mi trascinò vicino alla riva di quella che mi sembrò esser poco più di una pozza allargata ma non era così piccola.

Ci guardammo “ al 3 lo facciamo assieme?”, vide il mio sguardo perplesso e interrogativo, con il sui indicò lo slip, presi qualche secondo annuii “tre!” e presa alla sprovvista calai le mie in ritrdo.

“vedrai ti piacerà fidati di me!”

“non nuoto molto bene...”

“non ti preoccupare con la punta delle dita tocchi nel punto più profondo.

Entrammo velocemente in acqua, la sensazione di shock termico da freddo passò quasi subito, la temperatura era inaspettatamente piacevole.

Iniziammo a giocare e ridere schizzandoci a vicenda guardando di non bagnare i capelli per el ovvie difficoltà nel poterli asciugare.
Si percepiva che le pietre fossero lisce, le scarpe servivano a far presa sul muschio che le rendeva scivolose, fu proprio scivolando su una di esse che mi ritrovai fra le braccia di Ginevra.

Il seno l'uno contro l'altro, potemmo percepire entrambe la consistenza dei capezzoli e il tentativo di diventar più irti frenato solo dalla reciproca pressione.
Le mia braccia attorno al suo collo, le sue ad avvolgere la mia schiena, sentivo i battiti del suo cuore, come probabilmente lei sentiva la cavalleria alla carica che c'era nel mio.

I nasi a pochi centimetri di disatanza facevano si che potessimo sentire anche il respiro l'una dell'altra.

Ginevra spostò una ciocca di capelli e con naturalezza chiusi gli occhi lasciando che il palmo della sua mano mi facesse una carezza.

Mi persi nel suo sorriso, si avvicinò piano posando le sue labbra per la seconda volta sulle mie.
Fu ovvio un contatto diverso, aspettò solo qualche secondo prima di farlo nuovamente.

Solo al quarto ammisi di non aver baciato nessuno mentre istintivamente provai a corrispondere con la stessa dolcezza.

“non ho mai baciato nessuno!”, fu la mia confessione.
“impareremo insieme... allora!”

La tensione negativa si sciolse le labbra bacio dopo bacio, iniziarono a schiudersi cercando di assaporare quelle dell'altra.

A volte l'inesperienza ci faceva perdere la coordinazione con un sorriso si riportava l'armonia. Il suo respiro accelerò quanto il mio, e ciò mi fece capire che la amica era stata sincera con me e la sua inesperienza.

I baci non solo divennero sempre più frequenti ma anche più duraturi come se una forza misteriosa ci obbligasse a stare unite, il rumore dell'acqua che si frangeva per la minuscola cascatina presente quasi non era più udibile da me, tanto i miei sensi erano concentrati sul momento.

Percepivo il suo profumo, come l'odore delle sue labbra, morbide, calde piene di voglia di scoprire quel nuovo mondo, a cui ero estranea, quella consapevolezza mi fece capire che le stesse sensazioni doveva provarle Ginevra, i baci aumentavano e in preda al desiderio crescente di esplorazione, le nostre lingue si incrociarono almeno un paio di volte a metà strada.

“prima te!” e così sentii la lingua di Ginevra entrare nella mia bocca, e ciò mi provocò un brivido di piacere lungo e dentro tutto il mio corpo. La lingua restava immobile, allora con la mia la cercai carezzandola.

Era la prima lingua che toccavo con la mia, mi sorpresa tanto la consistenza che la ruvidezza che sembrava mutare. Cavolo mi piaceva.

Le labbra vennero sigillate in automatico e mentre la sua lingua veniva spinta dentro di me roteando cercando di percepirne l'anatomia, la mia cercava di godere di quella presenza cercando di capire tutto di quella lingua.

Ci staccammo col fiatone. “adesso te!”. Era il mio turno e per quanto volessi procedere lentamente persi il controllo di me stessa appena varcata la soglia iniziando una vera e propria danza con al sua lingua, nel più bel palcoscenico che potessi desiderare: la sua bocca.

Il nostri baci ci portarono a movimenti impercettibili ma che stimolavano i nostri capezzoli che adesso duri come pietre erano iper-sensibilizzati,fu Ginevra a portare per prima una mano su di me estorcendomi un gemito.

Era del resto la prima volta che il mio seno conosceva un tocco che non fosse il mio, giocò con entrambi, poi prese una mano adagiandola su di se.

“toccami ti prego! Facciamolo insieme!”, non me lo feci ripetere.

Il suo seno era esattamente come lo avevo visto e percepito contro il mio, sodo e grosso, che dire mi piaceva!

Passammo altro tempo poi sentì tramite i mie ìi polpastrelli che era per me giunto il mometno di uscire.

Corremmo verso la tenda e gli asciugamani che aveva portato. “avevi programmato tutto, vero?”

“ci speravo.... non ti è piaciuto? Sfregalo contro il corpo e vieni vicino al fuoco” disse voltandosi verso di me mentre, la raggiunsi e la baciai.

“non me lo aspettavo, ma mi piace.... non so cosa fare ma mi piace!”
“nemmeno io ma sono sicura che capiremo cosa fare!”

Allargò l'asciugamano, feci lo stesso e ci abbracciammo. Ancora quel seno grosso contro il mio, era dannatamente piacevole, il fuoco dava il giusto tepore, non pranzammo restammo lì avvinghiate l'una all'altra baciandoci.

Lasciò cadere il suo per terra e le sue mani ora libere da impicci presero a vagare sul mio corpo. Mentre le lingue ora si muovevano libere come se non avessimo fatto altro nella vita.
Mi passò le mani sulle natiche poi si portò sul davanti.

“ti depili tutta ?”
“si, sai facendo ginnastica artistica... la paura che si possa vedere il pelo... è tanta, !” sentii le dita raggiungere il mio inguine poi si spostò sopra il pube. Al medio si unirono indice e anulare che iniziarono a sfiorarmi, in modo delicato incrociavano le mie labbra.

Le gambe pian piano che il contatto proseguiva mi sembrarono molli, ero distratta troppe sensazioni piacevoli, non riuscivo a concentrarmi sul bacio mentre mi solleticava, la mano andò a frapporsi fra le nostre labbra.

Prese nella sua bocca le mie dita succhiandole in sincrono alla mano che mi solleticava, poi le tolse e le portò sul suo sesso.

“insieme Aria... insieme! Lo facciamo insieme!” La guardai con un'aria stravolta dal piacere penso, annuii.

Le sue grandi labbra erano ben sviluppate e racchiudevano completamente le piccole labbra dovette scostarsele per consentire di trovare la sua zona più erogena.

Molto provate trovammo la forza di raggiungere la tenda e sdraiarci sui materassini sistemati in precedenza.
Fu necessario o sarei caduta di li a poco, le mani tornarono esattamente dove prima con una sicurezza che proprio nessuna delle due possedeva.

“insieme?”, chiese ancora una volta, annuii ancora, sapevo a cosa si riferisse, anche senza comprenderne il motivo, le dita penetrarono all'unisono nell'altra, il gemito che ne scaturì non fu proprio controllabile, giusto il tempo di capire come darci piacere adesso. Ginevra era al mio fianco , le braccia incrociate in modo che raggiungessero il nostro sesso, poi un movimento mista fra dentro fuori e circolatorio ci portò velocemente entrambe all'orgasmo.

Il nostro primo orgasmo, vorrei dirvi che durammo molto invece, fu una sensazione talmente nuova. Potente e sconvolgente che bastò veramente poco perchè le gambe si stingessero come ganasce al braccio dell'altra, perché mentre tutto il corpo era avvolto da spasmi le nostre bocche erano ansiose di comunicare il piacere provato. Durò poco, ma non solo non lo scorderemo mai, ma eravamo solo all'inizio!.

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