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ALBERGO TRANSEX- giorno 2 e oltre


di Strapps
01.07.2025    |    9    |    0 6.0
"Era bello pesante e caldo nel mio culo, io sfregavo il sesso della donna e la sua pelle, era eccitata e guardava attenta, ancora bagnata, Dema mi scopò piano senza fretta..."
Così iniziò quell’avventura nell’albergo nella jungla brasiliana, un bordello gestito e comandato da Xema, alla quale io trascorrevo le mie giornate legato o altrimentimenti sgobbavo come un pazzo a riordinare le stanze delle puttane transex che lo abitavano. La prima settimana, forse anche due, ebbi difficoltà ad imparare tutto e fare tutto, i primi tre giorni mi affiancò una donnetta bassa dai modi bruschi che mi mostrò cosa fare, quindi dovetti fare da solo: ogni camera al mattino era un casino, ognuna aveva bisogno di essere rimessa in ordine, velocemente. Certe volte le varie Lory, Dena, Samantha erano in camera ed era uno stress lavorare rapidi con quei pezzi di transex sexy, mi dicevano che quando avrei fatto qualche extra mi avrebbero pagato in natura, non vedevo l’ora, ma i primi tempi sgobbavo,pulivo, rassettavo con difficoltà e il tempo non bastava mai. Ritardavo sempre, facevo un sacco di errori. Xema mi puniva con schiaffi e sputi, ma mi faceva riposare ai suoi piedi tutto il pomeriggio. Verso cena potevo così andare in cucina ad aiutare le cuoche a preparare i piatti. Ma io e Xema mangiavamo di sopra al monitor. Qualche volta scendevamo di sotto, io legato alla catena, fra i clienti, le puttane in attesa. Xema indossava sempre la mascherina. Con me invece no. I primi tempi mi tenne a digiuno anche del suo cazzo, mi addestrò a bere la sua piscia, a ripulirlo, ma sosteneva che i primi tempi di ambientamento una puttanella come me dovesse concentrarsi solo su suoi compiti e quindi niente cazzo.
Ma una sera, erano oramai una ventina di giorni che ero lì, Xema ricevette la visita di un uomo che la fece sussultare e innervosire e lei non era mai nervosa. Si videro di sotto, al bar riparati da un separè. Io ero ai piedi di lei. L’uomo,Raul, era un bel tipo mulatto, alto, magro, affascinante per quanto piuttosto banalotto. I due parlarono a lungo fra di loro, Xema portava la mascherina, lui le chiese più volte di toglierla, lei rifiutò.
Si bevvero una coppa di champagne. Offrì lei, lui si adirò, volarono parole grosse, Raul si incazzò, sbatte un bicchiere per terra, ma in un attimo arrivò Moody lo sollevò dalla cintola e lo cacciò via.
Xema mi trascinò di sopra e si fece servire altro champagne mentre io le baciavo i piedi. Quando sembrò più calma inviò un messaggio a Raul, un vocale dove lo sfanculava.
Quindi finì una bottiglia di rum da sola. Il bordello stava chiudendo, pensai saremo andati a letto come tutti gli altri giorni. Invece lei mise una musica rap e mi ordinò di succhiarle il cazzo!
Mi inginocchiai desideroso e voglioso, lo presi in mano, bello grosso e teso e gonfio e nero, lo baciai e mi misi a succhiare la cappella mentre la guardavo negli occhi. Succhiavo e fissavo il suo volto deformato, gli zigomi improbabili, i solchi ai lati del naso profondi, la bocca mezza storta e la macchia sul mento. Ma intanto succhiavo affamato anche il suo cazzone. Ingoiavo e baciavo, succhiavo e leccavo, lei mi guardava e ogni tanto mi sputava in bocca spingendomi con una mano. Poi prese a fottermi la bocca col suo affare brasiliano bello duro e grosso. Io continuavo a fissarla, innamorato del suo volto così particolare, ringraziavo Padrona Ramona per quel regalo.
Lei mi fottè in bocca e poi mi riempì la gola del suo sperma, quindi mi accolse fra le sue braccia e dormimmo nel lettone.
Dopo un mese ero diventato bravo e attento, finivo prima, non commettevo troppi errori e nel tempo a disposizione riuscivo a finire tutte le 11 stanze delle puttane. Così ebbi più tempo per i piccoli favori che valevano un regalino. Chinita era una transex asiatica piccolina, giovane, con pelle di luna, volto carino e sensuale, un mini cazzo che non usava mai, lei era specializzata con le dita e infatti dopo che ebbi risestemato tutte le sue sneakers mi scopò con un dito e mi fece venire. Anche Samantha mi fece dare una pulita extra al bagno e riordinare i suoi innumerevoli shampoo. Era una spilungona bianca e bionda finta, con un nasone lungo e curvo e grandi labbra. Lei era brava coi piedi e mi sodomizzò con il suo sinistro, una bella fetta bianca e dura, dopo che le sistemai i vestiti per colore. Jil la miravo da tempo, ma lei era una stronza, lo dicevano tutte a cena o a colazione la mattina, infatti i primi servizi non accennò neppure a un regalo, dopo che ebbi sistemato tutti i suoi stivali mi portò in bagno e mi fece vedere il suo cazzo enorme e gonfio di piscio, me lo fece adorare e baciare e poi mi pisciò addosso. Un fitto piscio caldo.
Con Xema tutto filava alla grande, dopo pranzo mi lasciava dormire tre ore nel suo lettone, quindi mi ordinava di iniziare coi drink mentre lei era, da ore, agli schermi. Prima di cena o dopo, mi ordinava di farle un pompino mentre guardava la tv ed io eseguivo servendola al meglio fissando quel volto deforme ma sexy ringraziando Ramona per quel regalo, per quel cazzo brasiliano di Xema bello grosso che succhiavo e leccavo fino a farla venire nella mia bocca.
Ricevetti una telefonata di Padrona Ramona che si complimentò con me per come ero bravo, Xema ascoltava e confermò, “Hai visto puttanella che la tua Padrona ti conosce benissimo: essere la serva di un bordello, pulire, rassettare, fare la dama di compagnia, cucinare in mezzo ai cazzi di transex è la tua situazione ideale?”
“...sì...padrona...sì, è vero, grazie padrona...Grazie ee ...e...Grazie anche alla Padron Xema che mi tratta come devo essere trattato…”
“Oh la mia puttanella italiana….” disse Xema.
Una mattina riordinai la piccola stanzetta delle torture di Lory una mulatta grassoccia, bassa che faceva la mistress, aveva un sacco di corde, plug, fruste, toys elettrici in quella piccola stanza che ci impazzai, ma lei mi fece un regalo, mi lasciò leccare le sue palle: aveva delle palle giganti, veramente enormi, il cazzo non sembrava male, si eccitò un poco mentre le baciavo, succhiavo, ingoiavo quello scroto enorme, ma non abbastanza da aver voglia di farselo succhiare, aveva lavorato tutta la notte, fino alle 4 e mi lasciò succhiare quella meraviglia di scroto e poi mi cacciò per dormire.
Le mie mansioni aumentarono, ogni tanto portavo da bare nelle camere entro la mezzanotte, le puttane stavano scopando o giocando coi clienti, bussavo, entravo, lasciavo la bottiglia e andavo via. Ma una sera mentre stavo leccando il buco del culo della padrona Xema al telefono proprio con Ramona, Xema fu disturbata da un altra chiamata di Dema stanza 5, parlarono per un attimo, quindi la padrona mi disse di andare a fare una doccia rapido, mi fece prendere del Viagra potente e mi disse di andare alla stanza 5 per un servizio completo, “bottiglia e il resto, cioè quello che ti ordina di fare Dema, ok?”
“Sì padrona!”
Portai la bottiglia alla 5, Dema mi fece accomodare vicino al letto, c’erano un uomo e una donna. Lui era un tipo affascinante sulla cinquantina, moro, distinto, profumato. Lei sui quaranta, volto giovanile, poco truccata, ma con belle rughe attorno alla bocca e sul collo, erano già un po’ ubriachi, Dema mi ordinò di servire loro champagne. Dema era una biondona bianca di oltre un metro e novanta. Faccione mascolino, con un naso lungo, delle grosse labbra rifatte. “Fai quello che ti ordino di fare e stai pronto ad usare il tuo arnese...Non fare brutte figure o ti scortico vivo!” “Sì signora…” Dema prese in mano la situazione, eravamo tutti nudi eccetto Dema che indossava lunghi stivali bianchi e un top a cerniera aperto sul suo davanzale. Mi fece sistemare una sorta di amaca vicino al letto sulla quale fece sedere la donna, a gambe larghe, le toccò il sesso e parlò con lei dolcemente, quindi Dema si sedette sul letto e sguainò il suo fratellino di 20 cm e massiccio. Mi ordinò di succhiarlo mentre toccava la donna sulla figa e l’uomo si godeva lo spettacolo toccandosi. “allora ti piace Amore vedere un cazzo di un trans succhiato da un servo? Ti piace? La tua fighettina dice di sì….allora sai cosa, ti piacerebbe se anche il tuo caro me lo succhiasse?”
“..oh...sì...sì...mi piacerebbe…” Dema chiamò l’uomo e ci dividemmo il membro di Dema che era bello grosso per entrambi. Succhiammo e baciammo, leccando la cappella e le palle, dividendo il bottino mentre la mano di Dema faceva venire la donna più volte.
Poi Dema mi disse di leccare la figa della donna e mi ritrovai con la testa nel sesso di lei, Dema che mi spingeva la faccia fra gli umori, io che pensavo che Xema mi stava guardando da sopra.
“E adesso vuoi vedere come me lo scopo?”
“...sììì…”
“ECCO… e mi prese mi alzò mi appoggiò contro la donna sull’amaca e me lo ficcò dentro, era bello duro.
“...adesso ti scopo...poi al mio segnale tu lo ficcherai dentro la passerina di lei….non fare brutte figure o ti scortico le palle…” “Sì signora” e prese a fottermi sopra la donna. Era bello pesante e caldo nel mio culo, io sfregavo il sesso della donna e la sua pelle, era eccitata e guardava attenta, ancora bagnata, Dema mi scopò piano senza fretta.
“Allora? Me lo scopoooo...senti come lo monto...ti piace?
“...eccitatanteeeeeee
“Ti va se lui scopa te?”
“...ohhh….cosa dici caro?”
L’uomo annuii.
“Scopati la patatina stronzetto…”
per fortuna ero eccitato dalla situazione e il Viagra fece effetto, mi venne bello duro e lo ficcai dentro di lei, non scopavo una donna da anni, ma dopo qualche iniziale frenata trovai il ritmo giusto, intanto Dema non aveva tolto il cazzo dal mio culo. La donna era un lago di umori la sotto. Dema mi afferrò i fianchi e mi dette ritmo nel scopare la figa mentre lei assestava qualche colpo di cazzo dentro di me. Durai a lungo, ero sudato ma felice di scoparmi questa donna che gemeva sotto di me e sentire il cazzo enorme di Dema piantato dentro di me.
Alla fine mi ordinò di venire e lo feci con la donna presa da orgasmi.
Quindi Dema si fece segare dall’uomo, venne copiosa sulle nostre facce. La donna mi dette 100 dollari di mancia che detti a Xema una volta congedato.
“Bravo. Sei stato bravo...questi 50 dollari sono tuoi, mi tengo la mia parte ovviamente. E puoi farti uno spuntino di premio. Poi torna qui e finisci di leccarmi il culo!”





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