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BRASILE TERRA DI TRANS? ITALIA TERRA DI TRANS!!!CAPITOLO 3 sessosessosessosesso


di Strapps
13.08.2022    |    330    |    0 6.0
"Quando ebbi ripulito tutto la padrona mi dette un calcio e una botta in testa..."
Il mattino dopo Ramona era già bella pimpante che reclamava la colazione, la preparai e poi attesi di poter mangiare anche io. “E' una bella giornata, voglio andare al mare! Conosco un posticino adatto”
Così andammo ad una spiaggetta di soli scogli appena fuori dal paese, Ramona si muoveva come se conoscesse quei posti fin da bambina. Si sistemò sopra uno scoglio a prendere il sole nuda: il corpo da bodybuilder nero cosparso d'olio solare brillava vicino al mare, le gambe possenti, il torace scolpito, le braccia muscolose, le tette gonfie, la testa rasata punteggiata di spille di capelli viola e poi il suo cazzone a riposo. A me concesse di rimanere vestito con cappellino e mi chiamava solo se aveva bisogno di qualcosa: che le massaggiassi i piedi, la cospargessi d'olio, le prendessi le birre eccetera. Passammo così gran parte del pomeriggio, non si vide quasi nessuno. Io desideravo il suo cazzo così in bella vista, ma non osavo toccarlo o fare altro. Verso le cinque Ramona fece il bagno, si asciugò al sole e poi annunciò che rientravamo a casa. Dopo la doccia Ramona mi dette indicazioni per la cena e poi andò a riposare. Io preparai tutto, la svegliai quando il pesce era in tavola e i vino nel ghiaccio. La padrona mangiò di gusto e quando ebbe finito si sedette in poltrona. Era domenica sera e dovevo rientrare a Milano dalla famiglia fra poco. Schioccò le dita ed io mi gettai ai suoi piedi pensando che mi avrebbe concesso una sveltina o un pompino prima di partire e mi misi a osservarla desideroso ripetendo dentro di me il mantra che mi aveva insegnato: “Sono la sua troietta in calore padrona Ramona…”
lei mi prese la faccia con una delle sue grosse mani nere e forti.
“So cosa pensi troietta...che ti conceda il mio cazzo prima che tu torni dalla tua mogliettina a casa e tutto quanto..”
La guardai pieno di desiderio.
“Invece adesso ti alzerai, prenderai le tue cose e andrai via. Niente cazzo stanotte!puttana!” e mi dette uno schiaffo.
Mi venne da piangere.
“Saper aspettare...saper aspettare puttanella...venerdì quando tornerai sarai ancora di più eccitata e carica...dico bene troietta italiana?”
Annuii deluso.
Lei mi dette un altro schiaffo.
“Inoltre da domani dovrai fare delle cose per me, dei piccoli compitini mentre sei a lavoro, ti controllerò via cellulare...ovvio che se scopro che sei andato con qualche troia a farti sbattere quando torni qui ti riempio di botte per giorni e non vedrai il mio cazzo per mesi! Solo io decido se puoi andare con qualche troia, capito?!”
mi tirò ancora uno schiaffo ed io piagnucolai avvinghiandomi alle possenti caviglie della padrona: “...no, padrona..a me basta..lei...sono felice con lei, padrona...no.no...io..”
“Ok, troia, ho capito, adesso vai!”

Tornai a Milano un poco deluso, ma il fine settimana con la padrona era stato molto eccitante.

Il mattino a lavoro verso le 11 trovai il primo compitino di Ramona. Dovevo andare in bagno e fotografare il mio culo e mandarle l'immagine. Lo feci.
Dopo pranzo mi ordinò di andare a comprare un paio di mutande da donna e indossarle a posto delle mie. Obbedii naturalmente.
Dopo il lavoro mi disse di andare a casa e masturbarmi in bagno, dovevo filmare tutto e poi inviare. Lo feci.
Per il resto della settimana mi riempì di piccoli ordini ad intervalli di ore. Il giovedì mi mandò delle foto del suo cazzone dritto, ero eccitatissimo al pensiero che mancavano ormai solo poche ore. Ma quella sera Ramona mi mandò un messaggio: voleva che mi recassi in una nota zona di Milano dove c'erano i transex per strada e che mi fermassi da ognuno chiedendo delle tariffe ma che non caricassi nessuno. Lei avrebbe assistito via videochiamata. Feci quanto ordinato. Confuso, eccitato e intimorito. Mi fermai da ogni trans, alcuni erano veramente brutti che non avrei mai cercato in vita mia, ma un paio erano veramente sexy, uno in particolare, una transex piuttosto bassa con un bel volto femminile, tratti asiatici e delle tette finte enormi e invitanti. Con lei parlai qualche secondo di più sbirciando la mercanzia. “Ti faccio impazzire...ricciolino...vieni con me...” La salutai e finii il giro.
Ramona mi ordinò di tornare a casa e attendere il giorno dopo.

Dopo il lavoro e i saluti a casa mi fiondai in Liguria alla casetta di Ramona correndo come un pazzo in autostrada.
Lei era in giardino a prendere il sole nuda. Quando la raggiunsi mi gettai ai suoi piedi e presi a baciarli. “Oh, è arrivata la troietta per il suo weekend di depravazione...brava cucciola...bacia...adora la tua padrona….brava….”
le baciai i piedi e poi le preparai un cocktail, lei mi fece spogliare nudo e lasciò che la servissi nel giardino, per fortuna lontano dagli sguardi dei vicini fino all'ora di cena.
Dopo la cena lei mi mise un collare al collo, mi fece mettere a quattro zampe e mi condusse in giro per casa per diletto. Poi si sedette e riprese il gioco del vassoio: mi infilò un plug nel culo e poi mi fece rimanere impalata ritta di fronte a lei che guardava la tv col vassoio in mano. Solo quando dovevo servirla potevo posarlo. Tremavo e mi sforzavo ma tanti minuti in piedi in quel modo erano spossanti. Lei non mi filava, ma mi lasciava osservare la sua mano che si toccava il pacco ammiccante. Sudavo e le braccia mi facevano male, ad un tratto sentii il plug uscirmi dal culo e mi ritrovai a inciampare in avanti facendo volare vassoio e contenuto per terra. Una parte della bottiglia cadde vicino alla padrona che si alzò di scatto inferocita: “CAZZZZOOOO FAI STUPIDA BALDRACCCA INCAPACE???!!!” e mentre provavo a rialzarmi mi afferrò per i capelli e mi strascinò davanti a lei in ginocchio, prese a riempirmi la faccia di schiaffi. Urlavo di dolore e piangevo, ma lei gridava più forte e mi colpiva con le sue mani possenti. “Stupida!!! guarda cosa hai combinato?!!” mi tirò ancora degli schiaffi, quindi mi mollò i capelli e mi ordinò di pulire. Quando ebbi finito lei mi sollevò come al solito per issarmi sulla sua spalla e mi condusse in camera, qui mi legò al letto con le braccia, poi mi fece mettere con culo esposto ai suoi giochi. “Dopo stasera starai più attenta troia! Ti faccio capire io come comportarti qui!” e mi dette vari sculaccioni fortissimi, quindi mi ficcò del gel nel culo con rabbia, sputò più volte nel mio ano ed infine prese ad infilarci un plug che pareva bello grosso. “….nooooo….che mallleeeeeeee...noooo..la pregooooopadronaaaaa”
“Zitta baldracca, stasera ti prenderai il mio sostituto nel culo e non fiaterai...intesi?”
mi spinse quel cazzo finto nel culo e poi mi lasciò sul letto a piagnucolare di dolore.
Se ne tornò alla tv mentre io soffrivo sul letto. La posizione non era scomodissima, ma dopo un po' le braccia facevano male e le ginocchia pure. E poi, mi dicevo, che per quella stronzata di prima non avrei toccato il cazzo padronale quella notte. Ramona mi lasciò da solo per un paio di ore, quindi venne a slegarmi e togliermi il plug dal culo. Mi tirò un paio di schiaffi: “Starai più attenta la prossima volta, puttana?”
“...sì, padrona...ho capito la lezione...”
“Brava cucciolotta...adesso riposati...” e mi prese nel suo ventre e mi cullò per lunghi minuti di piacere. Estasiato da essere fra le sue braccia possenti fra muscoli profumati e grossi, nel suo seno accogliente ed enorme, tenuta da lei ero felice. Tanto che il cazzo mi si rizzò.
“Ummm vedo che abbiamo ospiti qui...ok….la tua padrona ti concede di venire, ma sarà come voglio io...” mi fece stendere sul letto con la schiena sulle lenzuola e mi tirò su le gambe, quindi prese un plug più piccolo ma più largo e me lo infilò dentro.
“Masturbati troia!” mi ordinò mentre prese a spingere il plug avanti e indietro nel mio ano. Io mi toccai, ero eccitato, vedevo la sua massa enorme color ebano, la sua faccia da transex eccitante e sexy, vedevo il suo braccio che si muoveva mentre mi penetrava nel culo e dopo poco minuti venni copioso.

Il giorno dopo la padrona mi portò a Genova per fare fare shopping e passare la giornata quasi estiva.
Facemmo giri in vari negozi e lei trovò sempre il modo di comprare qualcosa, una borsa, una gonna, un rossetto, una crema per il viso e riempirmi di buste e sacchetti. Io la seguivo a ruota con lo sguardo basso come mi aveva ordinato, le mani e la braccia occupate, lei alta, grossa, appariscente, fottutamente sicura di sé, io molto più esile e impacciato. Tutti ci guardavano sconcertati e sorridendo. Entrammo in un negozio di scarpe e Ramona chiese di provare un paio con tacchi vertiginosi ma non c'era il numero(Ramona calzava un 45 e mezzo), così di un altro e di un altro ancora:
“Cazzo non avete niente in questo posto di merda!” sbottò.
“Signora...la invito ad un linguaggio più moderato...e poi il suo numero non è un numero da...insomma...riguardo
“Che vuoi dire che qui sotto ho un affare grosso quanto il suo braccio da fighetta precisina?”
“Signora! Le devo chiedere…
“Sì, fighetta stai tranquilla, ce ne adiamo...ma scommetto che ti piacerebbe il mio uccello nella tua passera, guardandoti mi sa che non hai una ripassata come si deve da anni…
“Adesso io…
“Scommetto che una bella scopata ti calmerebbe i nervi carina...ed io ho lo strumento giusto, vero caro?” e si rivolse a me
“Vero che quando ti scopo a fondo ti faccio impazzire?”
“Ma...Adessso...voi…
“Non è forse vero?” e mi tirò uno schiaffo.
“Sì, è vero..”
“Cosa?”
“….che….mi fa impazzire quando mi scopa, padrona...” dissi imbarazzatissimo e con lo sguardo a terra, mentre la commessa stava urlando qualcosa. Ramona mi fece segno di andare, lasciò una banconota da 100 euro nelle mani della commessa che rimase pietrificata e ce ne uscimmo.

Mangiammo in un bel ristorante sul mare e poi tornammo a casa, dove Ramona andò a fare la doccia.
In accappatoio mi ordinò di prendermi cura della sua persona e trascorsi tutto il pomeriggio a occuparmi del suo stupendo corpo. Olio sul ventre, balsami, ancora olio, creme idratanti, creme rassodanti, le ricolorai le unghie dei piedi e delle mani e poi mi fece baciare e leccare i suoi piedi per più di un'ora. Fu fantastico prendermi cura così di lei, il suo corpo muscoloso, dominante, dolce, la pelle color ebano, le tette, le braccia grosse, le spalle e poi appunto i suoi piedi taglia 45 e mezzo. Alla fine schiccò le dita e ebbi modo di avventarmi sul suo cazzone padronale che tanto desideravo.
“Lo aspettavi da ieri sera troietta, vero?”
“...sì padrona...ma come dice sempre lei, padrona, devo saper aspettare...perchè..”
“Perchè puttanella?”
“Sono la sua troietta in calore padrona Ramona…”
“Che brava...su avanti..prendilo...succhialo….adoralo….fammi godere puttanella...voglio che mi guardi mentre mi fai godere, puttana! Avanti succhia! Succhia! Così! Brava...guardami….troietta….cosììì...lecca…..brava….succhia….guardami troia! Guardami negli occhi puttana!”
Leccai rapito dal desiderio quel cazzone nero fissando negli occhi la mia padrona che mi dominava così con la sua presenza e il suo affare ficcato nella mia bocca. Spompinai l'amico di Ramona mentre la guardavo e godevo del suo volto duro e perennemente arrabbiato, leccai le palle e le succhiai bene l'asta e poi ripresi ad inghiottire quel gran pezzo di carne nera fino a quando lei non mi afferrò i capelli, mi bloccò con il suo cazzo nella bocca e eruttò la sua sborra calda dentro di me costringendomi a ingoiare tutto quanto mentre piangevo di fatica e di piacere.
Quando ebbi ripulito tutto la padrona mi dette un calcio e una botta in testa.
“Vattene adesso troia! Voglio riposare!”
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