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LA PUTTANA DELLE MONTAGNE 10 - RITORNO A CASA: TAPPE TRANSEX OBBLIGATORIE


di Strapps
29.06.2023    |    192    |    0 6.0
"Quindi pensai di rimediare del caffè caldo dalla tipa del tir e bussai alla sua porta..."





All'alba infreddoliti ci sgranchimmo le gambe sotto il sole. Quindi pensai di rimediare del caffè caldo dalla tipa del tir e bussai alla sua porta. Mi aprì Gino il topino e fu lui stesso a preparare il caffè. Nel mentre si era sdraiato sotto una sorta di cesso trasparente dove si sedette la donna, tutta nuda, un corpo esile con un sacco di rughe, di tagli, di tatuaggi brutti e maldestri, con delle tettine mosce a peretta con piercing sui capezzoli, lei si sedette sul cesso e pisciò diretta nella bocca del marito che si bevve tutto senza battere ciglio, si alzò, mi dette il caffè caldo e mi accompagnò alla porta. E poi ripartimmo con SugarChubby che macinava chilometri con me a suo fianco, la sua pussy, la sua troia. Viaggiamo tutto il mattino prima di fermarci in un autogrill per fare la doccia, mangiare, comprare due provviste. Prima di ripartire Sugar mi portò nei bagni dei transex e mi offrì in giro: “Ehi bella transex dove vai? Un pompino dalla mia troia? 10 crediti...ehi camionista tutta allegra ti va di scoparti la mia puttana nel cesso?...ehi poliziottona biondazza...che ne dici?” e mostrava il mio culo nudo. Alla fine rimediammo un pompino e ripartimmo. Ancora molti kilomentri, ma dopo il sole tornò la neve e la radio annunciò che le strade sarebbero rimaste chiuse verso Ovest per via di una bufera in arrivo. Sugar maledì il tempaccio e poi mi mollò uno schiaffone perché avevo fatto cadere del caffè. Poi decise di fare una telefonata e quando tornò fece: “Andiamo da Ritas a GF.!”. La città era a 35 miglia indietro! Quando arrivammo era notte e Ritas ci attendeva in un caldo appartamento cittadino. Due puttane bianche come me erano ai suoi piedi mentre lei guardava la tv. Ritas era alta, una transex dai volti molto femminili: bocca carnosa, zigomi alti, occhi grandi e poi la pelata come quella della mia Pappona e gli stessi orecchini. Si abbracciarono e baciarono e poi si misero a parlare fra loro dei vecchi tempi. Tempi nei quali i due facevano i papponi assieme a GF, anche se Ritas era poco più giovane di Sugar. Mentre parlavano io stavo in ginocchio per terra assieme agli altri due. Arrivò un cliente che prese uno dei due e rimanemmo in quattro. Sugar si fece massaggiare i piedi da me e poi mi disse di fare altrettanto con Ritas: “Allora Sugar caro...diretto a Ovest con una troietta bianca per compagnia...”
“Molto di più Ritas cara, lei è adesso la mia unica troia della scuderia, Lou e Marky andati, ho solo lei...ma è una brava troia, sa stare al suo posto, vero puttanella bianca?”
Mi tirò un ceffone fortissimo.
“Grazie Signora...” e le baciai la mano.
“Bene vedo che l'hai educata come si deve….sa anche cucinare la puttanella? Questi miei due scemi sono incapaci….”
“Ti sorprenderà cara...vero puttanella? Vai in cucina e preparaci della pasta come sai fare te...”
Andai a preparare qualcosa e servii degli stuzzichini a tutti, i servetti apprezzarono assai e furono molto gentili con me aiutandomi a trovare gli ingredienti, ma non toccarono cibo o pentole sembrava una cosa assurda per loro.
“Sugar caro, ma non sai quale fortuito caso di porta qui: dopodomani inizia il torneo di Poker Transex Riservatios! Devi partecipare Chubbycaro, sei un fenomeno a poker, lo so!”
“Il PTR?? cazzo roba grossa...ma sono arrugginita a poker e poi devo ripartire..”
“Ad Ovest c'è la tempesta, comunque non puoi e al torneo puoi portare la tua puttanella bianca, ci saranno centinaia di trensex arrapate e i loro codazzi...”
“Beh, se mi ci fai pensare Ritas….”
Ritas era molto affascinante, aveva qualcosa di Sugar come la pelata lucida e gli orecchini, ma era più distaccata, più rilassata, a parte qualche urla alle sue puttane non aveva mai alzato un dito contro di loro.
Cucinai per loro e Sugar e Ritas gradirono molto. Cercai di ingraziarmi la padrona di casa e inoltre la trovavo molto sexy, mi eccitava ammirare la sua figura flessuosa e elegante, le lunghissime gambe, il volto transex, la pelata lucida come la mia pappona preferita SugurHugeDickChubby, sperai che Ritas volesse giocare con me, più volte la fissai ammirato e mi passai la lingua sulla bocca per attirare la sua attenzione, ma Lei non mi degnò di uno sguardo. Dopo cena servimmo loro da bere in salotto e poi, Sugar stanca morta mi portò a dormire in un letto della casa. Mi risvegliai abbracciato a lei. Il suo cazzone, forse nel glory hole mattutino era bello piantato nel solco del mio culo. Mi misi a strusciarci sopra le mie chiappe nude e quello si fece ancora più duro mentre lei ancora dormiva. Piano provai ad incularmi aiutandomi con una mano, ma feci una mossa sbagliata e lei si svegliò riempiendomi di schiaffi. “Stavo dormendo puttana!!!! so che sei vogliosa di cazzo di Sugar ma cazzo stavo dormendo...”
baciai la sua mano pregandola di perdonarmi, ma mi presi altri schiaffi e mi buttò giù dal letto. Mi misi a piagnucolare in un angolo mentre lei provava a riaddormentarsi. Ma dopo qualche minuto si alzò. Io mi precipitai a baciare i suoi grossi piedi neri, tatuati e pitturati di verde “Scusami Sugar...scusami.tanto..sono solo pazzo di te….amo il tuo cazzone eeeee e ti Amo, sei la Mia Pappa, la mia boss!”
“Okay puttanella….lo sai che ci tengo a te...vieni qua...”
E mi schiaffa il suo cazzone sulla faccia e me lo fa adorare mentre me lo spinge su e giù sul volto, sulle labbra, sul naso, gli occhi i capelli e me lo fa leccare a lungo, sull'asta nera, bella dura, la pelle spessa e nera e mentre lo fa mi guarda ed io la guardo adorante, arrapato, succube, suo. LA SUA TROIA.
Quindi me lo sbatte in gola e mi pompa in gola sputandomi in faccia, io fisso il suo volto grasso, le gote cascanti, la bocca carnosa e rossa, gli occhi, la pelata sudata e gli orecchini. Lei mi sborra in gola.
Sugar ha deciso di partecipare al torneo PTR e mi porterà con sé il giorno dopo. Dopo la doccia e la colazione che le servo a letto come ai tempi della roulotte in montagna, lei mi coccola sul letto fra le sue grosse tette nere. “Allora troietta...sei contenta? Domani potrai lavorare al torneo e rimediare qualche soldo per la tua boss..”
“Certo Signora….è giunto il momento che il mio culo bianco produca per la mia Pappa...” e le baciai la mano.
“Brava la mia puttanella bianca preferita….
“Sto pensando alla montagna Sugar...quando ti servivo la colazione a letto...mi piaceva tanto...servirti...il tuo profumo al risveglio, il tuo corpo riposato e rilassato, il tuo cazzone pronto...ummmm...” e gli bacio il collo pieno di amore.
“Che dolce che sei puttanella...mi piaci anche per questo….”
“Grazie Signora…
“Ok, bellezza, ma so anche che ti piace quando ti rimetto in riga...vero?” e mi tirò i capelli, mi fissò ghignando e poi mi mollò un paio di schiaffi in faccia facendomi piangere.
“...sì….sì….Sugar….rimettimi in riga….sono la tua troia...è tuo dovere farlo….”
“Oh, ti amo dolcezza...” e mi tirò un nuovo shciaffo, fortissimo, ma poi mi baciò in bocca mentre piangevo e le mie lacrime si mischiarono alla sua lingua che mi possedeva in bocca.

“Ok, io vado ad allenarmi in qualche postaccio...tu rimani qui a servizio di Ritas...e dei suoi clienti.” mi disse dopo che si era vestita e aveva preso bastone, cappello a larga tesa e la sua pistola.
Trascorsi tutto il giorno con Ritas e i suoi servetti-puttanelle, andai con un paio di clienti e poi passammo molto tempo a giocare a carte con Ritas. Lei vinceva quasi sempre, i due erano imbranati, io avevo poca fortuna, ma vinsi un paio di mani serie e Ritas mi fece i complimenti.
“Posso dirle una cosa Signora Ritas?”
“Certo troia. Ma attenta….io sono amica di Sugar da una vita, se pensi di tradirlo con me...perchè sei una puttana bianca dentro che ami il cazzone transex….bene...non lo otterrai da me e lo dirò a Sugar che ti spaccherà quella faccia del cazzo...”
tremai, ma riuscii a cavarmela con astuzia.
“No, Signora...non era niente di tutto ciò...lei è bellissima certo, ma è vero io sono di SugarChubby, la mia pappona, la mia fidanzata...no, volevo chiederle solo se gli orecchini che indossa sono gli stessi di Sugar...è da ieri che ci penso…?”
lei abbozzò, sorrise e mi fissò: “Sei più furbo di quanto pensassi carino...ho visto come mi guardi...ma fingerò di crederti perché sei stato bravo a rispondermi...sì...sono gli stessi...ce li ha regalati un'amica tanto tempo fa, sono d'oro massiccio, lei era piuttosto ricca e io e Chubby portiamo la pelata in suo onore...”
Quando Sugar tornò a sera tardi avevo appena cucinato per gli altri. Ma Sugar non aveva fame, si fece fare un massaggio di piedi dalla sua puttana e mentre io toccavo e oliavo quei piedi grossi, gonfi, sudati e con le unghie verdi, lei si beveva del rum. Poi mi portò a letto e il giorno dopo andammo al torneo di Poker assieme alla ciurma di Ritas. Sugar si iscrisse al torneo e andò a giocare, Ritas ci portò nei bagni del palazzetto e ci ordinò di fare marchette, lei sarebbe stati lì con noi ad incassare i soldi e a controllare i clienti. I cessi erano enormi e lussuosi tutti nuovi e luccicanti, il via vai di transex che andavano a pisciare o lavarsi le mani era impressionante, di ogni tipo: neri, bionde, basse, alte, grasse, magre, capelli lunghissimi, code di cavallo o tagli marines transex. Ben presto il lavoro non ci mancò: pompini veloci nei bagni e persino qualche sveltina di culo contro le mattonelle pulite e lucide del cesso numero 10.
Dopo pranzo beccammo Sugar che aveva passato 3 round e avrebbe giocato alle 16,30. mangiammo assieme in un lussuoso ristorante tutti quanti, io abbracciata alla mia pappona transex tutta tronfia per aver superato 3 round del torneo, Ritas elegante e sexy che beveva e i due suoi puttanelli. Era un bel momento per me e dimenticando il pericolo della mattina mi sbaciucchiavo la mia Boss al tavolino. A fine pasto Sugar si fece dare i soldi guadagnati nei cessi da me e mi chiamò a sé. Mi abbracciò. “Oh la mia troietta preferita….brava...ma...ma c'è un ma…
la fissai preoccupato. Arrivò uno schiaffò fortissimo. “Ritas mi ha detto che le facevi dei segnali...ma che forse si sbagliava...dice che sei veramente la mia troia...lo percepisce….ed io mi fido di Ritas...ma se...scopro che hai fatto la puttanella con la mia amica ti gonfio di botte..” e altro schiaffo. Piangendo lo abbraccio. “Devi credere a Ritas...io sono solo per te...”
“Ok baby...lo so...” mi bacia e si congeda.
Quando viene a riprendermi nei cessi sono passate solo 2 ore. È stata eliminata, ma è arrivata al 4 round non male, dice. Ha vinto dei soldi, ha una bottiglia in mano per festeggiare e dopo aver ringraziato Ritas per l'ospitalità, mi prende e mi porta in un lurido motel fuori città. Il posto è vecchio, la puzza di muffa nel bagno e un lettone da albergo per troie. Ma siamo solo io e LEI, la mia padrona, la mia pappona, la mia boss. Mentre beve la sua bottiglia mi tiene accanto a sé e mi lascia giocare col suo cazzone, lo tocco, lo adoro, lo bacio, lo leccio. Lei si rolla un joint e se lo fuma mezzo prima di passarmelo. Mi stono quasi subito e torno a giocare col suo cazzone, ora bacio le palle e poi le succhio, quindi risalgo il pezzo di carne centrale, grosso, massiccio e nero, ancora a riposo, ma le mie carezze e la mia lingua lo stanno risvegliando e quando prendo in bocca la sua cappella e la ciuccio tutta e la ingoio, lei mi prende il collo e mi spinge sotto. Prendo il suo cazzone in bocca che si gonfia, respiro col naso e piango ma resisto. Quando esce dalla cappella cade saliva lunga e spessa, quando mi sono ripreso un secondo la raccolgo con la mano, la metto in bocca e torno a succhiare il cazzone di Sugar. “Ohhhhh sììììQUESTA è LA MIA TROIA!!!” E mi sculaccia bene bene mentre fuma l'erba. Le faccio un pompino magistrale strafatto e lei mi riempie la bocca della sua sperma densa, calda.

Il mattino seguente ripartimmo verso la destinazione ad Ovest. La bufera era passata ma attorno c'era neve e ghiaccio e Sugar doveva guidare piano e un paio di volte slittammo e finimmo fuori strada. Con fatica arrivammo a sera viaggiando quasi sempre, ma Sugar pensò che era meglio rimediare qualche soldo in città piuttosto che tentare la fortuna in qualche tavola calda e quindi uscì dalla highway ghiacciata e ci fermammo nel primo pasto alle porte della città. Un grosso pub frequentato principalmente da reclute transex del posto e qualche poliziotta transex giovane, era gente di campagna, tranquilla che usciva per bere e divertirsi. Sugar mi trascinò in giro offrendo la mia bocca per qualche lavoretto nei vicoli, ma a parte una poliziotta giovane e carina non rimediammo molto altro, Sugar si arrabbiò con me perché non ero abbastanza provocante da attirare i clienti. Così mi tolsi le mutandine e dall'auto presi la pelliccia da battona che usavo in montagna e per non deludere la mia pappa mi misi a fermare io le transex per strada e offrire loro servigi. Ma la serata era proprio fiacca in quel senso e dopo un'altra ora infruttuosa Sugar mi fece segno di seguirlo che andavamo via. Faceva freddo e la rincorsi per avvinghiarmi al suo braccio, ma lei mi scacciò via brusca, quindi in mezzo alla strada mi rifilò due ceffoni fortissimi, una coppia stava passando e si fermò. Sugar li guardò storti mentre io avevo le lacrime agli occhi: “Stammi 3 passi indietro troietta...stasera sei stata una frana...”
“Ehi Lei...” fece la transex della coppia, mentre l'uomo si spostava di lato. “Ehi non può mica trattare così questo ragazzo...un po' di rispetto...” Sugar era furiosa, strinse il bastone con forza. La tranex tirò fuori un tesserino e lo mostrò: “Sono della polizia. Chi è lei? In che rapporti è con questo ragazzo?”
“Quante domande….ok...diamoci una calmata…
“Io sono calmissima, avanti mi risponda”
“Ehi insomma...mi vuole arrestare? È la mia ragazza...cioè il mio fidanzato ovviamente...niente di strano...stiamo andando via...”
“E tu? - e si rivolse a me – sei il suo fidanzato o la sua puttana?”
“Andiamo...che puttana...andiamo...le pare che insomma...”
“Rispondi.”
“...sì, sì, Sugar è la mia fidanzata, stiamo assieme da quasi un anno oramai...vero cara?”
“E stai bene? Sembra che ti abbia fatto male...la tua fidanzata quei due ceffoni erano proprio forti, vero?” e indicò il marito che annuì.
“Oh...no...no...niente di che, ci sono abit...cioè così è un gioca fra di noi alla fine...” balbettai mentre Sugar mi faceva segni con la faccia e le mani, andai nel panico e tremai. “Ascoltami…- iniziò la donna prendendomi le spalle e fissandomi - ...se Lei è la tua Pappona e ti sfrutta contro la tua volontà puoi dirmelo, chiamo dei colleghi e ti portiamo alla polizia e ci racconti tutto” Sugar stringeva il bastone con forza e era pronta a scoppiare. “Hai capito? Non devi temere...” lacrimando la fermai. “No...stasera è stata una giornata storta...abbiamo viaggiato tanto, siamo stanchi...e...le assicuro...mi creda...lo giuro...Sugar è la mia fidanzata...nessuna altra cosa...è la mia fidanzata, la amo...tanto...tanto...tanto...” piagnucolai e detti la mano a Sugar che la strinse e la baciò. La poliziotta non ci credeva molto, ma non sapeva cosa fare. “Guarda che lo so che Lei è il tuo Pappa...guarda come è vestita...e come sei vestita tu….puoi uscire da questa vita...pensaci...pensaci adesso….che dici?”
Sorrisi e la guardai. “No, lo ripeto ancora, Signora, Sugar è la mia findanzata...”
la donna mi mollò le spalle e fece segno al compagno di seguirla e se ne andò.
Sugar mi portò in un albergo piccolo ma caldo prima della higway. Mentre salivamo in camera chiesi: “Sei ancora arrabbiata con me baby?”
“No puttanella...mi sei piaciuta con la stronza di prima...brava...”
“Ma quello che le ho detto è vero...cioè io ti amo….lo sai...e sai anche che per me se mi gonfi di botte quando me lo merito o quando va a te...è ok...è giusto...”
“Ah la mia puttanella bianca preferita….lo so….lo so...”
In camera ci addormentammo entrambi presto.

Il giorno dopo arrivammo finalmente nel luogo dove Sugar avrebbe recuperato i gioielli rubati da Lou. Passammo mezza giornata a cercare un tizio che sapeva dove si trovavano e alla fine andammo con questo tizio in un quartiere malfamato, in una rimessa, noi eravamo in auto e quello ci disse di venire dentro. Sugar mi disse di aspettare in auto, ma lo pregai di non farlo, ero certo più al sicuro con Lei e lì in quel postaccio. Allora mi disse di prendere la borsetta dove avevo la pistola e di stare in guardia. La rimessa era un dedalo di ferri vecchi e pezzi di ricambio, due vecchiacci sporchi di grasso per motori e sdentati ci aspettavano ad un tavolino ingombro di bicchieri, bottiglie e posaceneri. I due non ispiravano molta fiducia. Mostrarono a Sugar dei gioielli da un fazzoletto lurido. “Sembrano quelli giusti, posso vederli meglio?”
“Ah ah posso vedere i soldi?”
“Ehi vecchiaccio non ti fidi di una transex? Lo sai che siamo nel Territorio Transex qui? E tu sei solo un vecchio maschio senza denti?”
“Lo so...ma fammi vedere i soldi, Pappa..ed io ti faccio toccare i gioielli...” Pensai che Sugar gli molasse un cazzotto a quel vecchiaccio, ma si trattenne, prese i soldi da dentro la tunica e li mostrò al vecchio. Dopo quello gli dette il fazzoletto, ma appena Sugar si mise chino a guardare mi accorsi che il tipo che ci aveva accompagnato e che stava dietro di noi aveva in mano un coltello molto grosso e così urlai come un pazzo e presi la borsa e la tirai contro il tipo. Sugar si voltò per tempo e con un balzo si spostò smanacciò col bastone contro il tavolino facendolo rovesciare e i due vecchi si alzarono bestemmiando. Avevo colpito il tipo sul braccio col quale teneva il grosso coltello che era caduto a terra, Sugar fu lesto a calciarlo via e estrarre la grossa pistola da sotto la tunica, prima la puntò al tipo, quindi lo colpì su una gamba facendolo cadere, poi urlò: SCAPPIAMO BABY E VOI SE MI SEGUITE VI SPARO!!!!” mi afferrò per una mano e corremmo via sbattendo qua e là nei ferri vecchi, ci ricorse il tipo, ma noi fummo più lesti, uscimmo dalla rimessa e filammo via in auto a folle velocità mentre la mia pappona mi ripeteva che ero stato una grande ad accorgermi del coltello. Io ero eccitatissimo, l'adrenalina a mille per la paura, le gambe rigide e piangevo di gioia per lo scampato pericolo. Solo quando fummo fuori città Sugar si fermò bordostrada e da una tasca prese il fazzoletto logoro e urlò: “LI HO FOTTUTI I DUE STRONZI!!!!!”
“Nooooo Sugar sei il TOP; LA MIGLIORE….LA Più Grande!!! li hai fottuti ben bene….quanti soldi volevano?”
“800 crediti! E adesso staranno piangendo..a ah ahh ahh”
“Sei la migliore Sugar questo vuol dire che abbiamo fatto un viaggio perfetto! Hai visto che dovevi portarmi con te...”
“Questo vuol dire che stasera ci divertiamo alla grandiosa e che tu , POLLASTRELLA bianca...sei una VERA TROIA DI SUGARCHUBBY!!! hai visto il coltello e hai agito per difendere il tuo baby….ti amo...” e mi bacia in bocca.
“Quante volte tu hai protetto me...in montagna...sono felice che sia andata così, allora hai detto che festeggiamo baby!!!”
“Puoi scommetterci puttanella...andiamo a festeggiare!!”
E andammo verso Est stavolta tornando indietro. A sera ci fermammo in una cittadina per cenare e bere e festeggiare. Ci ubriacammo presto e Sugar rimediò un amante per la serata. “E lei chi è? La tua puttana? Pensavo che saremo stati solo noi...Sugarcaro….non pensavo ad una cosa di soldi..” fece Sonny vedendomi al bar dove mi aveva lasciato la boss. Sonny era bassino ma muscoloso, aveva tratti asiatici(era chiaro che a Sugar piaceva quel genere, anche sei io non ero simile a lui...e ci rimasi un poco male…
“Niente soldi. Sonny, solo io e te e se vuoi anche la mia puttana, ma oggi non si lavora...si festeggia!” disse Sugar.
“Ok, allora va bene...lei magari può guardare...”
“Come vuoi zuccherino...ma sappi che stanotte voglio scoparti...”
“Non vedo l'ora..” fece Sonny tastando il cazzone di Sugar dalla tunica. Uscimmo dal bar e andammo alla macchina, Sugar e Sonny sedettero davanti, Sonny al mio posto, avvinghiato a Sugar, io dietro, ero furioso e geloso.
Nel motel che prendemmo Sonny si spogliò nudo, mise della musica ad alto volume e prese a ingoiare pasticche da un portacipria elegante.
“Vacci piano con quella roba Sonny
“Sono solo vitamine e stimolanti…
“Ok, vediamo se tu invece stimoli me….vieni qua...” e presero a baciarsi sul letto mentre io ero in ginocchio da una parte nudo in attesa.
Dai baci passarono al sesso con Sonny che aveva difficoltà col cazzone di Sugar con la bocca e allora Sugar provò con un 69, ma come pompinara Sonny non pareva cavarsela.
“Che ne dici se ci pensa la mia puttana a farmelo drizzare ben bene e poi ti sfondo il culo Sonny?”
“Ehhiiii posso riprovarci...non occorre che lei...”
“Fai una cosa, vai in bagno, riempiti il culo di gel...dai fondo alla bottiglia di popper e preparati, quando tornerai qua ti scoperò alla grande...ok Sonnycaro?”
lo baciò e Sonny prima sembrò indeciso, quindi andò in bagno.
Io mi buttai sul cazzo della mia pappona tutto contento di umiliare Sonny in quell'arte, l'arte del pompino alla tua pappona...Sonny non la conosceva affatto. Con lingua, succhiate, baci, leccate di palle feci drizzare il cazzone di Sugar che urlò a Sonny di venire sul letto. Quello arrivò di corsa e si sdraiò sul letto mentre io reggevo il cazzone duro di Sugar in mano come un trofeo: GUARDA SONNY, COSì SI FA PER ECCITARE UNA PAPPONA. IMPARA!!!! avrei voluto gridare, ma Sugar aveva voglia di culi nuovi e si prese Sonny con forza e lo scopò alla grande lui urlava di dolore e piacere sconvolto dal popper e aperto dal lavoro di cazzo della mia pappona. Quando lo ebbe sbattuto ben bene uscì dal suo culo e venne a sborrare sulla mia faccia e poi a farsi ripulire il cazzone mentre Sonny era preso da orgasmi anali e si masturbava sul letto.
Quando si fu ripreso dalla scopata e ripulito Sonny si fece chiamare un taxi e Sugar pagò per la corsa, se lo sbaciucchiò alla porta abbracciando quel ragazzone basso ma muscoloso mentre io ero sul letto in attesa. Quando Sugar si buttò sul letto ero imbronciato e triste. “Cosa c'è? Culobianco? Sei gelosa di quel tizio che non vedrò mai più in vita mia?” mi chiese prendendomi la testa e mettendosela al petto. Restai in silenzio a godermi il corpo caldo della mia pappona, il suo profumo, l'odore del sesso e di Sonny ancora su di lei. Stavo per dirle che quella doveva essere la nostra serata per festeggiare di aver fottuto i vecchiacci malefici, ma non lo feci. Rimasi in silenzio protetto dal calore delle sue tette, poi dissi: “No, Sugar...tu sei la mia Pappona, la mia boss e io la tua troia, se ti va di scoparti qualche Sonny del cazzo lo trovo giusto. A me sta bene, certo è naturale che provi un poco di gelosia-e le baciai le mani e gli anelli - ...tu mi capisci baby, io sono INNAMORATA di te...ma tu sei quella che comanda fra noi...”
“Puoi dirlo forte puttanella...io porto la TUNICA qui...e ti capisco...mi piace che sei gelosa….la mia troia deve essere GELOSA!” e mi tira uno schiaffo. Mi distendo su di lei e le sfioro il cazzo dandole bacetti sulla gota grossa. “...però...Sugar ho dimostrato che so farti tirare l'uccello alla grande e quel Sonny neppure riusciva a prendertelo in bocca...”
“Oh la mia troia sa farmi eccitare, la tua linguetta mi piace tanto e la tua boccuccia da succhiacazzi bianca è sempre un piacere...”
“Grazie Sugar...graziel...sono FELICE che la mia bocca ti dia piacere...vuoi?” e gli tocco il cazzo. Lei sbuffa ma si lascia fare e così ho modo di interagire col suo cazzone ancora una volta nella serata. Lo bacio e lo lecco, lo succhio e gli parlo: “Hai un cazzo magnifico Sugar...LO AMO….amo il tuo fratellino nero qui, ummm ummmm” e lo succhio, lo bacio, lo coccolo, lo prendo bene in gola mentre lei sta distesa sul lettone. “Ohhh...che cazzo fantastico baby….sono tanto fortunato a succhiarlo….”
“Brava troia….sìììì.cosììììì….brava puttanella….succhia….lecca….”
Faccio un lavoro di bocca alla mia boss e quando lei è bella in tiro salgo sopra il suo cazzo, lei mi tiene stretto ai fianchi per non farmi sbilanciare e mi lascio impalare dal suo enorme cazzone nero. Vado su e giù su quel pezzo di carne nera e lei mi tiene i fianchi, quindi mi blocca ed inizia lei a scoparmi con forza, io mi attacco alle sue mammelle enormi e sudate, fisso la sua pelata luccicante davanti a me, anzi sotto di me, lei mi scopa alla grande e mi riempie il culo di sperma calda.
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