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“IL NERO STA SU TUTTO … ANZI, SU TUTTE !”


di pupona65
11.08.2017    |    11.220    |    10 9.3
"Mentre affondavo i colpi dentro di lei, guardavo Robert che mostrava smorfie di piacere e soddisfazione nel ritrovarsi li in quel momento insieme a me a..."
“IL NERO STA SU TUTTO … ANZI, SU TUTTE !” ‘… e anche a Libbie piace il nero!...’

L’eclisse parziale di luna stava per avere inizio; erano le 20:30 di un caldo lunedì di Agosto che quest’anno (il 2017) scalda come non mai e a detta di molti esperti meteorologi , si presume possa anche essere l’estate più torrida di sempre. Il tempo di gustarci quello scorcio di luna coperta nel suo angolino in basso a destra, prima di ritrovarci in una fresca stanza d’albergo prenotata da me nel pomeriggio e preparata a dovere per la serata che avremmo poi li trascorso. Una serata che, a detta di Libbie, rimarrà nella storia… nella ‘nostra’ storia… nella ‘sua’ storia. A far si che tutto ciò potesse rendersi possibile, insieme a noi, quella sera, c’era Robert.
Robert, anni 38, fisico asciutto, atletico, marmoreo e come direbbe un certo ‘cavaliere’(n.d.r. Silvio Berlusconi alla nomina del presidente Obama!) … “dall’aspetto molto ‘abbronzato” . Le sue origini africane (della Nigeria ) non possono che confermare quanto sopra. Incontrato da me qualche giorno prima in un centro commerciale è stato facile guadagnare la sua ‘confidenza’ prima e amicizia poi. Colto ‘in fragante’ nel gustarsi con lo sguardo un bel culo che passeggiava li vicino a noi e al suo fianco un insulso compagno che sapeva di ‘mangia-merendine’, mi venne facile rivolgergli la parola con una semplice battuta : …”Occhio che potresti fargli del male anche cosi solo guardandola ! Ma hai visto con chi va in giro? Secondo me quella se ce la mettiamo in mezzo a noi due e gli facciamo provare l’ebbrezza dei … ‘ringo boys’ … non ce la togliamo più di dosso!”… e sorridendo capii di aver centrato in pieno il suo ego. Mi rispose in un ottimo italiano: …’Magari si potesse, io non avrei nessun problema a farlo, anche adesso e soprattutto nessun problema nel farlo insieme a te !’…
Cosa stavano sentendo le mie orecchie???? Per un attimo mi è sembrato di aver capito male ma parlava cosi bene l’italiano che non dava nessun ombra di dubbio. Quindi gli dissi: …‘Senti ma …. Tu sei sicuro di quello che stai dicendo vero??? No perché se cosi fosse ho io un’amica all’altezza, la mia trombamica, (e dentro di me pensavo anche … ‘che non vede l’ora di provare con uno di colore!’) con la quale potersi divertire insieme tutti e tre’… e mentre annuiva interessato con la testa e mi confermava che lui era di parola e che quello che diceva era il suo pensiero, nacque da subito quell’intesa che ci portò ad organizzare appunto l’incontro. Non mi sentii di dirgli che si trattava di Libbie, la mia compagna, forse per non farlo sentire troppo coinvolto in qualcosa di personale creando imbarazzi plausibili, ma il fatto di avergli detto che era la mia ‘trombamica’ era comunque una mezza verità, visto come viviamo noi questo gioco; siamo compagni, siamo amanti, siamo amici e complici e tutto quello che si può essere per riuscire al cento per cento in questo gioco e quindi … siamo anche trombamici!
Questa doverosa precisazione giusto per il dovere di cronaca, ma tornando al momento dell’eclisse parziale di luna che si stava svolgendo sopra di noi, in quel cielo prossimo all’imbrunire completo, eravamo già pronti a gustarci tutti e tre la serata che sarebbe comunque stata … la serata di Libbie.
Entrati nella stanza, ci accolse il fresco del condizionatore lasciato acceso di proposito il pomeriggio insieme ad una dozzina di bottiglie di birra che era già pronte in ghiacciaia per essere da noi consumate e la prima cosa fatta fu quella di versarci quel succo di luppolo in tre bicchieri per fare il nostro primo brindisi per dare inizio alla serata.
Sorrisini, battutine e quel nostro ruolo ‘inedito’ di trombamici faceva si che ogni imbarazzo e un’ultima leggera impacciatura svanisse come la schiuma nei nostri bicchieri già vuoti da quel brindisi iniziale. Infatti altri ne seguirono, mentre l’atmosfera si faceva sempre più desiderosa di realizzare quel sogno nel cassetto che da li a pochissimo si sarebbe concretizzato. Io e Robert cominciammo a toglierci i primi abiti di dosso (e anche gli ultimi visto che non è che poi avessimo addosso chissà cosa !) mentre Libbie si era portata in bagno per una ‘doccia rinfrescante’ che sapeva più di ‘doccia tattica’ che non di una vera esigenza e al suo ritorno, trovandoci già comodamente sdraiati nel letto con il lenzuolino che ricopriva i nostri uccelli per lasciarle ancora il gusto dell’attesa (ovviamente riguardo a Robert ), con fare sibillino e la sua ’incontenibile’ voglia di iniziare si sdraiò nel mezzo e senza troppo indugiare mi disse: …’Hai con te il mio giochino preferito?’ … e devo dire che la cosa la trovai alquanto inaspettata ma nello stesso tempo furba e geniale. In un colpo solo aveva tolto ogni imbarazzo su come e chi avesse dovuto dare inizio ai giochi.
A quel punto, prese il suo giochino preferito e … tutto ebbe inizio. Con Libbie sdraiata a gambe aperte con il suo succhia clitoride in azione, io mi trovavo in ginocchio sul letto sulla sua sinistra, con l’uccello ormai pronto a scendere in campo e di fronte a me ‘l’abbronzatissimo’ Robert che nella mia stessa posizione, ma sulla destra di Libbie, mostrava con naturalezza e senza imbarazzo il suo uccello duro e turgido, dalle dimensioni abbastanza ‘normali’ per un uomo di colore ma con una ‘cappella a fungo’ che lo rendeva molto più particolare.
Vedevo e sentivo Libbie prontissima ad appropriarsi di quel ‘totem nero’ che da sempre aveva sognato e immaginato di poter avere tra le sue mani, tra le sue labbra, tra le sue cosce e dopo un breve scambio di affettuosità tra noi e messo da parte il ‘suo giochino’ ( e questo la dice di lunga di quanta voglia avesse di potersi gustare tutto quel ben di Dio che aveva al suo fianco destro…) la vidi finalmente prendere possesso di quel suo oggetto del desiderio.
Posizionatasi a novanta con il suo lato B verso di me, cominciò a succhiare l’uccello di Robert come se non ci fosse un domani e io eccitatissimo da quanto stessi vedendo e sentendo ( i suoi mugugni di piacere mentre si trastullava il gingillo di Robert mi sembra di sentirli ancora adesso tanto erano forti e decisi!) portai due dita nella sua topa che era veramente un lago di piacere (ed eravamo solo all’inizio !) e a quel punto la cominciai a prendere da dietro, sincronizzando i mie colpi ai gemiti che Libbie emetteva ogni volta che affondava la sua bocca sull’uccello di Robert ,che vedevo entrare dentro di lei e … credete che si vedeva moooolto bene, visto il netto ‘contrasto cromatico’.
Mentre affondavo i colpi dentro di lei, guardavo Robert che mostrava smorfie di piacere e soddisfazione nel ritrovarsi li in quel momento insieme a me a concretizzare quell’idea dei ‘ringo-boys’ di qualche giorno fa e che diede il via a tutto questo. Ci guardavamo negli occhi e il cenno d’intesa era palese e con soddisfazione reciproca continuammo a darci dentro, impegnandoci reciprocamente nel dare il massimo piacere ad una Libbie già in stato di estasi totale. Infatti la sua prima goduta fu quella cerebrale. La vedevo cosi libera di fare che mi faceva sentire il suo trombamico per eccellenza e per me era la cosa più bella da vivere. Ma anche quella fisica di goduta non tardò ad arrivare e sferrando un'altra decina di colpi di più forte intensità la feci godere per benino tanto da unirmi a lei in una sorta di sigillo subliminale tra noi due e una specie di passaggio di testimone a Robert che da quel momento in poi portò Libbie a godere per almeno un'altra dozzina di volte.
Si … ho scritto in modo corretto … una dozzina di volte (se non una quindicina e più!). La resistenza di Robert fu sorprendente. In un paio di occasioni abbiamo dovuto effettuare il ‘time-out ‘ per poterla far riprendere dalla foga e la veemenza di Robert (un vero mandingo !) e nonostante tutto,la mia cara Libbie riuscì a portare a termine anche il suo di compito (quello di farlo godere!) mentre io ero strafelice nel vederla e sentirla continuamente ansimare di piacere e tutto quello che ‘usciva’ dalla sua topa non faceva che confermare quanto stesse vivendo. ‘Litri’ di piacere si riversavano tra quelle lenzuola ormai impregnate di ogni odore, umore e sudore che i nostri corpi rilasciavano.
Nonostante mi fossi volutamente calato nel ruolo di ‘attore non protagonista’ per lasciar vivere nel migliore dei modi quest’esperienza alla ‘mia Libbie’ , riuscii a godere una seconda volta, quando lei, messa a pecorina davanti a me, mentre le sostenevo la testa con l’addome e con le mani, tirandole su i capelli spolti di sudore e lasciandole cosi succhiarmi con più facilità il mio uccello; tutto questo mentre si gustava i colpi dati da Robert che si confermavano forti, decisi e costanti. Al ‘rumore’ del pube di Robert che sbatteva tra le cosce di Liebbe e il ‘suono’ del cic-ciac degli umori di Libbie produceva e che versavano verso il basso per effetto della gravità, si univa sempre più forte il suono della sua voce ‘godereccia’ in un altro fiume: quello di monosillabi ! ….”Ooohhhh …. Aaaaahhh …. Uuuuuuhhh …. Ooohhhh …. Aaaaahhh …. Uuuuuuhhh !”…. L’inciso era esattamente questo e la mia eccitazione saliva sempre di più ogni qualvolta il tono era più intenso. Le tolsi il mio uccello dalla bocca ormai pronto ad esplodere e aiutandomi con due o tre colpi di mano esplosi su di lei, evitando di soffocarla con il mio seme e quindi permettendole di continuare a emettere quei suoi gemiti di piacere.
Furono invece necessarie due ore abbondanti per poter mettere fine alla ‘durevole’ performance di Robert. Erano quasi le undici ( 23:00) quando il suo corpo marmoreo (e anche il suo uccello lo è stato per tutto il tempo !) si adagiò immobile, per qualche secondo, su quello di Libbie, che ormai a fatica riusciva a tenere le sue gambe divaricate, visto che ormai l’aveva preso proprio in ogni modo possibile, sfruttando quell’occasione che aveva vissuto al mille per mille.
Con il volto sfatto ma ‘soddisfatto’ Liebbe non fece altro che ringraziarmi per quella serata ed io per farle capire che comunque ero felicissimo per lei di aver potuto realizzare questo suo sogno, la guardai e con una battuta le dissi: …”Amore mio … è proprio vero che il nero sta su tutto, anzi, su tutte … ma su di te … sta da Dio !!!”… e rivolgendomi a Robert, dopo avergli fatto i doverosi apprezzamenti per la sua performance feci una considerazione che entrambi approvarono quasi in sintonia: …” E’ stata una bellissima esperienza e vedo Libbie felicemente soddisfatta ma…. Credo proprio che per una migliore gestione delle forze la prossima volta, (perché una prossima volta ci sarà sicuramente), dovremo considerare l’idea di portare qui con noi, un’altra compagna, che divida con Libbie oneri ed onori !” …
E fu cosi che la serata arrivò alla fine. Le nostre facce erano completamente soddisfatte e l’idea di poterlo rifare era già presente! La luna era tornata a splendere nella sua completezza in quel cielo ormai completamente scuro … nero … nero come il colore della pelle di Robert , che con il suo modo di essere e di fare si mostrò persona degna ed affidabile e meritevole di ogni nostra considerazione (ehm … credo forse un po’ più quella di Libbie !). Se dovessi concludere con un eufemismo quanto accaduto, mi viene da fare un’ennesima citazione di Vasco, dopo che per tanto l’ho fatto nel nostro racconto precedente e qui pubblicato, e con sole tre parole: …“Dillo alla luna !” …
Se il suo desiderio è stato accolto da quella luna, intenta nella sua eclisse parziale, aspetteremo la notte di San Lorenzo per poter ‘chiedere’ qualcosa di piacevole alle molte stelle cadenti che disegneranno le loro scie nel cielo.
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